La geografia di Craft (Opensim Italiana): parola di VirtualChristine

Vi ho parlato nelle settimane scorse di geografia e storia di SL. Ora era ovvio pensare che ci fosse anche una geografia di OpenSim. All’inizio ero convinto che la geografia di quest’ultimo fosse molto più grezza di quella di SecondLife. Se per molti versi questo è vero, per altri versi ho invece visto che è una attività anche più gratificante e meno battuta di quella fatta normalmente in SL.

Ho anche ri-scoperto una blogger d’eccezione, già da me citata in un post qualche mese fa, ma che ho scoperto aver fatto uno studio geografico (anche in SL) molto meritorio. Lei si chiama Virtual Christine e gestisce un blog (virtualchristine.com) con articolo interessantissimi sugli argomenti più svariati.

L’ho incontrata nella grid “dove ha fatto il nido”, coincidentalmente proprio Craft e ho ottenuto il permesso da lei di pubblicare i suoi post. In particolare mi sono concentrato su questo primo post sulla geografia e struttura di Craft, perchè lo trovo molto fresco ed intrigante. Ho poi scoperto che anche altre grandi personalità di SL si stanno riassestando in OpenSim, con ottimi risultati. Per fare un ulteriore esempio, Lumiere Noir che ha costruito la famosa Ivory Tower of prims sta ora lavorando in Craft e la stessa Arcadia Asylum che è una icona della storia degli oggetti fullpermissions (opensource?) in SecondLife pare attiva in OSGrid.

Vi lascio quindi alla lettura di questi interessanti libri che ho trascritto con calameo partendo dal suo post che trovate qui: http://virtualchristine.com/2012/03/10/virtualchristines-first-opensim-geography-guide-craft-the-friendly-grid-theres-no-place-like-home/, aspetto commenti

NB: i libri saranno presto disponibili come editoria virtuale su SL e in craft 🙂

Versione in Italiano:
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Per vederlo meglio http://www.calameo.com/read/000808453589e7d871678

Versione in Inglese:

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Per vederlo meglio http://www.calameo.com/read/00080845397e7e07475cb

Salahzar Stenvaag

Immersive Wor(l)ds: Letteratura e arte figurativa digitale nella fusione fra mondo fisico e virtuale.

Si è svolto sabato 30 giugno mattina, a partire dalle 10,30, l’attesissimo incontro organizzato presso la sede dell’Accademia di Brera, a Milano ed in Second Life, per presentare ad una platea vasta, in RL come in Second Life, alcune installazioni artistiche realizzate nel Metaverso da artisti virtuali. Gli artisti chiamati ad esporre le proprie opere, alcuni dei quali famosissimi, anche a livello internazionale, sono stati cinque: Giovanna Cerise, Nessuno Myoo, Noke Yuitza, Giulia de Marinis e Lorenzo Liguoro (http://imparafacile.ning.com/).

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Il collegamento è stato effettuato tra la sede dell’Accademia di Brera, con un allestimento nel salone Napoleonico, e la land dell’Accademia, presso Second Life (http://maps.secondlife.com/secondlife/Accademia di Brera/65/180/21). Il pubblico, da una parte e dall’altra, sfruttando anche la connessione in streaming su web, ormai consueta per tutti gli eventi del genere, ha seguito con grande attenzione il percorso, che si è snodato attraverso sei diverse postazioni allestite in Second Life. Ogni tappa è servita a spiegare una diversa opera, commentata dall’artista che l’aveva realizzata. Le installazioni, per chi volesse ripercorrere il tour, sono ancora visitabili presso la land che le ospita. L’organizzazione e la preparazione dell’evento, a cura del team di Imparafacile Runo, e del team di Arte Libera, con Simba Schumann, è stata, come sempre, all’altezza dell’evento. Da cronista, devo dire che un paio di tali installazioni mi hanno davvero impressionato, in termini di bellezza visiva e coinvolgimento emozionale, ma tutte sono state molto apprezzate, sia dal pubblico in Second Life, che da quello in Accademia. I commenti degli artisti, poi, sono stati tutti di grande interesse, all’altezza delle attese.

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La discussione si è andata sviluppando attraverso le varie tappe, ed ha infine toccato un punto fondamentale, che si è espresso con una domanda, posta da uno degli interlocutori presso l’Accademia di Brera. La domanda, davvero dirimente, è stata posta sugli effetti, nel mondo reale, di quest’arte nata e sviluppatasi nel Metaverso. Le risposte sono state pertinenti, mettendo in evidenza le numerose interazioni che si sono sviluppate negli ultimi anni tra installazioni virtuali ed eventi reali, presso musei, sedi istituzionali, eventi e produzioni di Machinima. Tra l’altro, l’intervento di Mexi Lane, promotrice instancabile di molti di tali eventi, insieme a diversi altri artisti e protagonisti del mondo virtuale, ha illustrato quanto di meglio è stato realizzato in questo campo, e portato poi nel mondo reale con grande impatto, attraverso eventi di successo, alcuni dei quali hanno attratto più visitatori in Second Life che nel museo reale.

Tuttavia, devo dire che ogni volta che sento argomentare su tale “ricaduta” dell’arte virtuale in RL, provo un senso di delusione e di perplessità. E’ come se un’espressione artistica, per essere legittimata, debba necessariamente manifestarsi in un posto piuttosto che in un altro: presso un museo piuttosto che in televisione, presso una galleria d’arte o presso invece una land basata in un Mondo Virtuale. Che senso ha una distinzione del genere, per il gusto e la sensibilità di chi la vive?

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Un’opera d’arte, a mio modesto parere, ma anche di molti critici, trova la sua maggior espressione se riesce a sfruttare al meglio il mezzo usato per esprimerla. Un quadro, una foto, una scultura, hanno senso in una galleria d’arte o in un museo, viceversa, una costruzione virtuale, come alcune di quelle di incomparabile bellezza che ho visitato in questo tour, non può che essere apprezzata in un ambiente virtuale, per cui è stata pensata e costruita. Guardare le installazioni, camminarci dentro, essere pervasi dagli effetti visivi e sonori, è qualcosa di una bellezza irripetibile in un ambiente reale. Credo che la critica d’arte cosiddetta “ufficiale” debba cominciare a fare un bagno di umiltà, e porsi anche un problema opposto: come fare a esprimere nel modo migliore, sensazioni nuove e più avanzate, che invece il mondo virtuale riesce a trasmettere ormai prepotentemente.

Non voglio mettere in contrapposizione i diversi ambienti, sarebbe, a maggior ragione, assurdo e fuorviante. Voglio però dire che in futuro l’arte virtuale avrà di sicuro sviluppi inimmaginabili, poiché non ha i limiti e i condizionamenti del mondo reale: non ha problemi di gravità nelle sculture e nelle installazioni, non ha certi limiti di condizionamento da parte di critici d’arte, o sedicenti tali, non deve sottostare al ricatto dei galleristi o alle bieche esigenze commerciali. Le forme artistiche potranno svilupparsi seguendo il talento, o addirittura il genio, di quanti riusciranno a emergere. La critica d’arte “ufficiale” si accorgerà prestissimo di cosa voglia dire avere un mondo vergine a disposizione, per creare e comunicare, ed è molto probabile che questi critici del mondo “reale” scopriranno tale realtà quando questa avrà ormai travalicato i confini del Metaverso. Non dovremo attendere molto…

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Lo sport nazionale: la polemica.

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Il mio ultimo articolo terminava con queste parole: “…con lo stesso entusiasmo, da parte dei valorosi pionieri di oggi, che saranno chiamati a compiere il salto di qualità. Sarebbe quindi il caso di cominciare da adesso … “.

Era un invito alla discussione, all’approfondimento. Il dibattito che ne è seguito, con molte decine di commenti, è stato più o meno simile a quello svoltosi in altre occasioni analoghe. Da un lato non si è colto, a mio parere, il senso dell’invito all’approfondimento, dall’altro, alcuni lodevoli interventi di merito, che hanno espresso pareri molto interessanti, sono stati subissati dai soliti post di rivalsa e di polemica, se non di vero e proprio insulto.

Intendiamoci, non che sia stata una situazione diversa dalle solite discussioni tipiche del popolo di Second Life, ma è servito a focalizzare la mia attenzione esattamente su tale fenomeno. Alcuni interventi notevoli, tra cui mi piace citare quelli di Melusina Parkin, di Eva Auer, di Sniper Siemens, e di pochi altri, sono stati annegati in un mare di repliche sbrigative e superficiali, non propriamente rivolte all’approfondimento. Classico.

Vorrei qui citare, parlando invece di contenuti, una massima di Marco Porcio Catone: “Bada di possedere i contenuti, le parole verranno…”, che ci ammonisce a considerare prima le idee, le cose che abbiamo da dire, e dopo il modo, l’eloquenza, poiché è questa che deriva dalle prime, e non viceversa. Che cosa voglio dire? Dico che una discussione si basa su un confronto di idee, sul mettere a fattor comune punti di vista diversi, poiché la risultante del confronto è sempre superiore alla somma delle idee di partenza. Discutendo si sviluppa l’analisi, si acquisiscono fatti e punti di vista che non si conoscevano, o non si erano considerati, prima, e si arriva perciò ad una sintesi superiore a quelli che erano i punti di partenza. Logico, chiaro, scontato…

Perché allora ci troviamo sempre di fronte a questa vis polemica, addirittura condita di astio e di ripicche personali, e a volte addirittura di insulti?

Io credo che siano due le motivazioni. La prima è che polemizzando con l’altro pensiamo di primeggiare intellettualmente, di sopraffare con l’aggressività, i punti di vista dell’altro. Una voglia, insomma, di prevalere, basata non sulle idee, ma sulla sterile polemica. E’ il mormorio di fondo, la fiera delle vanità e dell’inutilità. La seconda motivazione è che, volendo intervenire nela discussione, e mettersi in evidenza a tutti i costi, non avendo assolutamente nulla di originale da dire, si innescano discussioni basate sul nulla.

Non voglio entrare nel merito degli insulti, se non chiedendo aiuto, ancora una volta, ai latini: “Gli insulti, se non li prendi in considerazione, vengono presto dimenticati; se invece ti ci arrabbi, appaiono meritati (Publio Cornelio Tacito)”. E’ la politica che di solito adottiamo noi della redazione.

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Tuttavia si pone a questo punto un problema: come vogliamo continuare a portare avanti le nostre discussioni e i nostri approfondimenti? O vogliamo forse rinunciare del tutto alla discussione, limitandoci ad un approccio unidirezionale, senza pubblicare interventi esterni alla redazione, o repliche?

Per quanto mi riguarda, questo Magazine è stato fondato avendo tra gli obiettivi quello di contribuire a far crescere la consapevolezza nelle potenzialità e nel futuro dei Mondi Virtuali (lo scrivo in maiuscolo perché mi piace così, se non condividete, rassegnatevi…). Rinunciare alla discussione sarebbe un venir meno a uno degli elementi fondanti di questo progetto. Quindi nessuna rinuncia, il problema neanche si pone.

Esiste però una questione di metodo. E qui io penso, col mio innato ottimismo, che gran parte del miglioramento nel livello della discussione, debba basarsi sull’autodisciplina. Invito quindi tutti quelli che hanno idee e argomenti da portare al confronto, a esprimere liberamente il proprio pensiero, e a seguire sempre i dibattiti, contribuendovi. Saremo sempre riconoscenti a questi amici, che ci stimolano e ci aiutano a crescere. Viceversa, invito i polemici e quanti non hanno voglia di portare contributi di merito, ma solo ripicche e attacchi gratuiti, ad andare a esercitare tali loro prerogative da un’altra parte. Senza rancore, sempre con amicizia, ma senza avere nulla da dirci. Rinunceremo alla metà dei commenti a beneficio dell’approfondimento. E, dato che l’ottimismo non è pazzia o ingenuità, se l’autodisciplina facesse difetto a qualcuno, saremo costretti a tagliare o stigmatizzare i commenti del tipo suddetto.

Sarebbe una scelta dolorosa, poiché nessuna censura è consentita in rete, da prendersi quindi non a cuor leggero. Si potrebbe poi gestire in maniera democratica tale tipo di intervento, ad esempio delegando questi casi particolari a un team di tre persone, di provata obiettività (da individuare). Sarebbe un sistema macchinoso e poco rapido, tuttavia si potrebbe provare… Un altro sistema potrebbe essere quello di pubblicare il commento in questione seguito da una replica immediata della redazione, che lo identifichi come inutilmente polemico o offensivo. Ma qui gli effetti potrebbero essere ancora più perversi, alimentando ulteriori polemiche, se non addirittura risentimenti personali. Insomma è un tema molto delicato e complesso e chiedo quindi anche il vostro contributo per l’identificazione di una soluzione accettabile.

Una cosa è certa, l’auspicato salto di qualità, che citavo all’inizio, non può tardare ulteriormente a compiersi. Ci sono molti segnali di ripresa dell’interesse nelle potenzialità e negli sviluppi dei Mondi Virtuali, occorre prepararsi a sfruttare la seconda ondata, e non tutti ne sono o ne saranno capaci. La storia del progresso ce l’ha insegnato, spesso tocca ricostruire partendo dalle macerie, su un terreno non vergine. Ed è quello che spero vorremo fare…

Il futuro è adesso.

Nelle ultime settimane sul nostro Magazine si sta conducendo, complici alcuni articoli recentemente pubblicati, un dibattito abbastanza contrastato sulla storia, le esperienze, ed il futuro di Second Life. Commenti e riflessioni, spesso accesi, si sono fatti sulle esperienze e i fallimenti passati, come la mitica presenza delle “imprese reali” in Second Life. Altrettanto combattuti sono i giudizi su un nuovo mondo virtuale, che faticosamente sta cercando di fornire una versione di grid diversa da Second Life, ma ancora tutto da costruire. Insomma, una riflessione sul passato ed il futuro di Second Life, o di quanto da Second Life potrebbe svilupparsi. E’ un momento importante di discussione, da sviluppare ulteriormente. Sono convinto che solo metabolizzando e superando i miti dei passati fasti, si possano porre le condizioni per lavorare seriamente, o giocare serenamente, alla costruzione di un nuovo paradigma di utilizzo dei Mondi Virtuali.

Il primo obiettivo da acquisire, è il superamento del “lutto” per i fasti e la notorietà dei bei tempi passati. Second Life ha avuto il suo momento di massima notorietà tra la fine del 2007 e il 2008. Era una novità, i termini immaginifici di “Seconda Vita” e di “Avatar” conquistarono le prime pagine dei giornali e gli inserti tecnologici e culturali di tutte le riviste. Ne nacque una moda mediatica, con libri, interviste, cantanti e politici che si cimentarono con avatar e viewer, e via dicendo. Poi la moda passò, sostituita da altre più diffuse e popolari che durano tuttora. Il solito chiasso dei media, superficiale ed effimero. Ma, per fortuna, Second Life continua la sua evoluzione, senza tanto clamore. Fin qui tutto normale, logico, prevedibile.

La vera bufala, il malinteso, e l’illusione di fondo, è stata quella che propagandava Second Life come la nuova frontiera, il nuovo mondo. Passò quindi l’idea per cui, come la corsa alle terre dei canestoga nel 1893 in Oklahoma, chi fosse arrivato per primo, avrebbe conquistato le posizioni migliori nel nuovo eldorado. Addirittura imprese reali, per motivi di immagine tecnologica da acquisire (sfruttando la notorietà data dai media in quel momento), o per l’illusione di nuovi business, spesero tempo e denaro per una presenza breve ed inconcludente. Altre imprese, del settore tecnologico e dei servizi, verificarono le potenzialità del nuovo strumento, decidendo che non era il caso di investire altro denaro, e lasciarono rapidamente Second Life, o vi mantennero una presenza discreta da “osservatori”. Questa bufala, oltre che per il rilievo dato dai media alla nuova moda, fu diffusa anche a causa dell’errata convinzione che presto il web che noi conosciamo, e usiamo per lavoro o per svago, sarebbe stato sostituito da una sorta di web tridimensionale di cui Second Life era appena l’inizio. Una famosa ricerca di una società specializzata dichiarava, nell’aprile 2007, che: “entro il 2011, l’80% degli utenti internet attivi avrà una seconda vita in un mondo virtuale”. Si capisce quindi, a guardarla a posteriori, l’aspettativa che si era andata creando, verso i Mondi Virtuali.

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Molti i politici, i cantanti, gente dello spettacolo, che entrarono in Second Life seguendo la moda del momento. Da Paola e Chiara (http://www.youtube.com/watch?v=5ZL0w2G8i6s), a Irene Grandi (http://www.youtube.com/watch?v=HI7tgXpsTlM), da Antonio di Pietro, allora ministro delle infrastrutture (http://www.youtube.com/watch?v=5IGThVGGloU), a Segolene Royal (http://www.youtube.com/watch?v=ALCnho6Tvxk) durante la campagna elettorale per le presidenziali francesi, a Barak Obama nel 2008, col suo geniale messaggio “Yes, we can!” (http://www.youtube.com/watch?v=N2pkSaT7eqs&feature=related), seguito a ruota dal suo avversario McCain.

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Le imprese che entrarono in Second Life, investendo pochissime risorse economiche per la verità ma impegnando il proprio brand in un’esperienza rapidamente rivelatasi inconcludente, scoprirono quelli che erano allora, e sono ancora oggi, i limiti evidenti di questo strumento: limitato numero di utenti, ferraginosità dell’interfaccia software, necessità di un hardware adeguato, mancata diffusione della banda larga, ecc. Inoltre, si capì rapidamente che la profezia della sostituzione del web con i Mondi Virtuali, era la bufala che ora sappiamo. Second Life tornò quindi rapidamente ad essere un ambiente frequentato dai resident, al di fuori del clamore mediatico. Cioè da quelli che, entrandovi, avevano scoperto alcune delle reali potenzialità di questo strumento straordinario, rappresentato dai Mondi Virtuali. Questi pionieri hanno continuato a svolgere e a sviluppare sempre di più, le attività che sono tipiche di una presenza “reale”, tramite avatar, in un ambiente immersivo: sperimentazione artistica, education, concerti, eventi culturali e dibattiti, e così via. Sono le attività in cui è importante la presenza “fisica” delle persone, l’interazione con gli altri. Una pagina web piena di dati, o l’utilizzo di un portale di e-commerce, non hanno alcuna necessità di una presenza “fisica” dell’utente. Le pagine web sono utilissime e sufficienti, per svolgere tali attività. Nessun ambiente 3D mi sarà utile per compilare il 730 o stampare i miei certificati anagrafici dal sito del Comune. Ci voleva poco a capirlo, eppure, la bufala fu digerita da molti in quegli anni di boom.

Sgombrando quindi il campo dagli equivoci, si rivela l’effettiva potenzialità dei Mondi Virtuali, di cui Second Life è un prototipo ad uno stato ormai abbastanza avanzato. Le applicazioni possono essere molteplici, andando a sostituire, con una presenza virtuale, quella fisica, con enormi economie di spazio e di tempo. Pensiamo ai servizi di consulenza, allo svolgimento di attività associative, alla telemedicina, agli ambienti di simulazione, e via dicendo. Oltre naturalmente al superamento degli ostacoli dovuti alla distanza, o all’indisponibilità delle persone, per contatti diretti.

Inoltre, c’è una tematica di tipo sociologico tutta ancora da sviscerare. Un Mondo Virtuale è un vero e proprio villaggio globale, un mondo “vivo” con paesi, città, gruppi sociali. Le interazioni e le necessità di governo di un tale nuovo mondo, sono ancora tutte da scoprire e sperimentare. Ce ne sarebbe di lavoro da fare, per sociologi e psicologi. Alcuni tentativi di elaborazione di un nuovo modello sociale sono stati appena abbozzati negli anni scorsi (ricordate l’esperimento di autogoverno di Neufreiestadt? O il nostro italianissimo Post Utopia?). E’ un filone di ricerca completamente nuovo: una società che nasce e si sviluppa da zero. Quali forme organizzative, quali regole, quale ordinamento politico, può darsi? E’ inevitabile passare dal modello tribale a quello capitalistico? Sono possibili nuove forme organizzative che non mutuino i modelli socialisti o anarchici?

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Un universo nuovo, tutto da scoprire e da sviluppare. Così come pure è importante capire  come potrà svilupparsi, in futuro, l’economia interna ad un Mondo Virtuale. E’ innegabile che un’economia, per quanto limitata alle attività interne, esista in Second Life, e consenta anche a diverse persone di vivere con i guadagni che qui si fanno. Non è certamente un eldorado, o un settore che possa creare migliaia di posti di lavoro, ma sicuramente molti ci vivono, per quanto non navigando nell’oro. Sono lontani i tempi dei fasti speculativi di Anshe Chung, all’inizio della bolla immobiliare in Second Life. Questa gente sbarca a stento il lunario, ma ci vive, e di esempi, anche nostrani, ne abbiamo diversi.

C’è poi tutta la tematica dei Giochi di Ruolo, per cui un mondo virtuale fornisce strumenti sufficienti a sviluppare le diverse “storie” ed i personaggi che si vanno man mano creando: clan, organizzazioni, gilde, sette di vampiri o di cavalieri medioevali, ecc. Ma qui esiste già una consolidata esperienza, data dai Mondi Virtuali più avanzati e diffusi di Second Life, come World of Warcraft, Entropia, Everquest, Ultima on line, ecc.

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Esistono quindi intatte le potenzialità di un grande sviluppo dei Mondi Virtuali, purchè le si guardino in una prospettiva realistica e legata alle effettive possibilità offerte dal Metaverso. E naturalmente, per quanto rappresenti il prototipo più avanzato, Second Life è lungi dal poter essere considerato il futuro dei Mondi Virtuali.

Già oggi innumerevoli altre grid, basate su Open Sims, sono operative, per quanto richiamino un numero molto più limitato di utenti, e abbiano caratteristiche ancora piuttosto lontane da Second Life. Ma è solo una questione di tempo. Questi mondi si svilupperanno, così come pure nuove grid proprietarie verranno create, e avranno legittimamente velleità di svilupparvi servizi e attività adeguate alle potenzialità dell’ambiente.

Quello che posso dire, considerando il potenziale sviluppo di servizi, che utilizzino il paradigma dei Mondi Virtuali come strumento, è che prima di sbandierare soluzioni innovative, o nuovi modelli di business, occorrerà avere progetti più che solidi, con idee precise su quanto vogliamo offrire in termini di servizi, e con una pianificazione chiara delle risorse sia economiche che umane che serve mettere in campo. Questo per evitare ulteriori fallimenti o illusioni di business. La gestione delle attività all’interno dei Mondi Virtuali è qualcosa che si impara vivendoci dentro, e molti, in questi anni, hanno sviluppato tali skills continuando a lavorare in Second life. Nessuna agenzia di servizi o di advertising della società esterna ha alcuna competenza in tal senso. I nuovi progetti ed i nuovi modelli di sviluppo nasceranno dall’interno dei Mondi Virtuali. E non saranno proposti da gente improvvisata o con mire di arricchimento. Saranno i volontari e gli entusiasti resident, che in questi anni hanno operato a proprie spese, ed hanno imparato a muoversi nel Metaverso, che forniranno il know how e le risorse per un nuovo inizio. Con entusiasmo, passione, e senza illusione di business. Lo vedremo presto. In una discussione che ho avuto nei mesi scorsi, con un professore americano profondo conoscitore dei Mondi Virtuali, ipotizzammo un arco temporale di cinque anni per ripartire. A valle di esperienze e di tecnologie innovate, ma con lo stesso entusiasmo, da parte dei valorosi pionieri di oggi, che saranno chiamati a compiere il salto di qualità. Sarebbe quindi il caso di cominciare da adesso …

Componiamo una rivista professionale con Scribus (OpenSource)

Si è molto discusso anche su queste pagine su come fare editoria nel nuovo monto del web e del virtuale. Molti si sono cimentati e hanno prodotto libri digitali utilizzando tecniche varie, che però partivano quasi sempre dall’avere a disposizione un documento iniziale pdf ben composto.

Poco invece si sa di come produrre una rivista o un libro usando un formato appetitibile, colorato e professionale. Recentemente mi sono imbattuto come sapete nella pubblicazione di una serie di libri fotografici sulla “trasvolata di SL con la mongolfiera” di cui per inciso proprio ieri è uscito il VII volume dedicato a Corsica:

http://issuu.com/dahliasweet/docs/thegreatballoonadventurecorsica?mode=window&backgroundColor=%23222222

Come possiamo riuscire a produrre dei libri o delle brochure fatte con una qualità simile a questa?

Ho intervistato stanotte Dahlia che mi ha confessato di avere realizzato queste cose con QuickQuarkExXpress, un potente software professionale a pagamento che gira bene su Mac. Ho cercato di vedere se c’erano delle alternative a basso prezzo o gratuite e sono stato fortunato: ho scoperto che c’è un equivalente di Quick ExpressQuarkXpress che è opensource e che permette di fare cose analoghe. C’è ovviamente da impararlo, ma ci sono alcuni interessanti tutorial che ho cominciato a seguire.

Il software lo scaricate da qui:

http://www.scribus.net/canvas/Scribus

Mentre invece ci sono degli ottimi tutorial sul sito a partire dalla locandina di Rembrandt qui: (inglese) http://wiki.scribus.net/canvas/Help:Manual_Quickstart

Oppure potete scaricarvi questo manuale (di una versione precedente ma dovrebbe andare bene) da qui: http://www.paolettopn.it/download/4/

Per avere una ricchissima libreria di Templates da cui partire ecco un utile link: http://scribusstuff.org/index.php?xcontentmode=642

 

Sperando di avervi fatto cosa gradita… Pensate che sia necessario pubblicare fare corsi di impaginazione?

Salahzar

Sfera

by Eva Auer

 

Sono in corso i campionati europei di calcio e tante sono le immagini calcistiche che sopratutto scorrono, nella televisione accesa, in sottofondo, mentre gironzolo per il web con mio portatile. Imbattendomi in discorsi attorno alla “realtà virtuale”, è inevitabile pensare alle simulazioni del calcio che girano su specifiche piattaforme, o consolle. Utilizzando lo schermo televisivo come monitor, a mio avviso anch’esse rappresentano una virtualità che, vista l’animazione che può generare durante le sessions, è meno sedentaria di quella attorno le vere partite di calcio proposte negli altri canali dello stesso strumento visuale.

Il pubblico del calcio su consolle continua a definire la propria attività “videogioco”. Il termine “realtà virtuale” non si estende a quel tipo di situazioni, non che venga rifiutato: proprio non è preso in considerazione. Forse “realtà virtuale” sa troppo di un qualcosa di mentale che non riguarda quel sottoinsieme dell’ampio strato sociale che assiste allo spettacolo del calcio, in TV e talvolta allo stadio. Il loro oggetto d’interesse è dinamico ed essi si definiscono “tifosi” e appresso, senza remore, “sportivi”. Il momento mentale non fa parte del loro hobby. I loro colori sono sgargianti, brillantemente illuminati, tali da distinguere un momento spensierato.

“Realtà virtuale” è invece un qualcosa con colori “alla Matrix”. Grigi virati in blu, verdi vagamente militareschi, ombre scure di conseguenza. Espressioni facciali che la gioia la ignorano o quasi, anzi, quando poi si animano, mostrano l’essere avvezze alle situazioni delle strade del semicentro, quelle popolate solo da automobili e dove a piedi passa chi rientra a casa scontento di non potersi permettere una zona residenziale incrociando altri che invece non possono permettersi la macchina. Gli unici che lì, a livello strada, non guardano quindi di sfuggita il loro prossimo sono i negozianti che economicamente sopravvivono, attenti e rintanati all’interno dei loro esercizi commerciali. Nei momenti in cui non sono assorti a leggere fatture, bolle di reso e bollette varie, rilevano di persona la decadenza. Si chiedono spesso dov’è finito il resto della gente con la quasi certezza che è fortunato chi si trova nel giro di quel “qualcosa di bello” mostrato in televisione.

Con quest’idea di fondo, la “realtà virtuale” è alternativa a ciò che è lecito sognare e che si guarda nel tempo libero. Se contiene temi avvincenti, esso certamente sono simil-Matrix. Infatti, la stessa gamma di blu che virano al grigio sono usati per le immagini delle introspezioni psico-qualcosa che nei casi estremi posseggono implicazioni degne del thriller. In ogni caso si tratta di discorsi inevitabilmente tendenti all’intimo, che per il gusto della suspense sono praticati con sconosciuti che “non si sa mai chi sia, nascosto dietro il monitor”. Su tutto ciò incombe quel “sesso” che è tipico intendere sognato dai ragionieri con l’immancabile pancetta mentre è fattivamente praticato dagli imprenditori. Viene quasi da sé che non si tratta di temi nell’immediato interesse degli sportivi, più propensi al festeggiare il sogno dell’innocenza. Non a caso i giornalisti sportivi, quando preparano il loro pubblico all’evento sgradevole, pronunciano quel loro dannato “ora vi mostriamo delle immagini che non avremmo mai voluto mostrare”. Ciò, da altre parti, sarebbe immediatamente definito “da voyeur”, però non qui: siamo tra gente semplice.

Probabile, com’è probabile siano tutte solo facciate. In ogni caso, assistere a un incontro di calcio virtuale animato da due giocatori abili, può però essere davvero avvincente. La situazione propizia la fantasia e il lato spettacolare è certamente tenuto in forte considerazione da giocatori e piccolo pubblico -come numero- d’intorno. Non v’è dubbio che lo svolgersi della gara sia un evento ludico e il clima, privo dell’incombere dell’ombra di logiche di mercato/borsa e altre varie geopolitiche, è senz’altro leggero. Inoltre, i pali di sostegno del verde urbano restano al loro posto, le birra in bottiglia di vetro non si sente discriminata, i cassonetti non si accorgono di nulla, i venditori di vernice spray penseranno un pochino di più a Keith Haring e i mezzi pubblici (Mercedes e Skoda) se intonsi prima, restano tali anche dopo.

Ho usato qualche frase spiritosa in quanto la virtualità (per es.: Second Life, SIMS, Kaneva, Habbo Hotel, World of Warcraft, Lineage 2, Dark Age of Camelot, Everquest, Croquet, Multiverse, HiPiHi, Go Supermodel, Jumpstart, Stardoll, Twinity) è oggetto di commenti ironici di chi la considera “surrogato della realtà”. Secondo me ne è una rappresentazione con modalità artistiche ma so che esiste chi la considera valida solo se riconducibile a qualcuno che sia “vero”. Per realizzare il nesso con il vero si attiva una specie di “via dello scambio” di dati reali, sul tipo di foto e/o l’uso condiviso del viva-voce. Ci sono state discussioni attorno a questo tema ma non ho notato cambiamenti d’opinione. Vediamo quindi se la situazione calcistica, nel suo specifico insieme, può aiutarci in proposito.

Intanto partiamo dalla realtà. Raccogliendo pareri e testimonianze, emerge l’opinione che la raggiunta uniformità di gioco praticato ha fatto del calcio un qualcosa di noioso. Infatti, i tornei vengono decisi sempre più spesso dai rigori che i commentatori, appunto, definiscono “una lotteria”. Il mancato spettacolo sarebbe quindi compensato da un intorno di miriadi di analisi dei fatti, occasioni colte e mancate, momenti di crisi dei singoli, altre statistiche e infinite minime analisi anche motivazionali. Che l’intorno sia un qualcosa gestito con cura lo testimonia a sua volta il fatto che a volte è tale da costituire uno spettacolo a sé stante.  Alla lunga, tutto questo show soprattutto “talk”, ha reso il calcio -che nel frattempo si quotava in borsa- astratto a tal punto che per ricordare il suo “spirito” è necessario riferire a immagini classiche, tipo quelle di Italia-Germania 4 a 3, per intenderci. Pertanto viene spontanea una domanda: un qualcosa di concreto che si guarda con in mente un sogno, si tratta di un qualcosa di concreto? Quanto è lungo il passo che si deve fare per virtualizzarlo completamente? Quale motivazione può esserci per stimolare la sua virtualizzazione?

Sogni a parte, vediamo un po’ cosa accade nei risultati concreti. Le vincitrici del campionato nazionale di serie “A” degli ultimi trent’anni sono, a rotazione, sempre le stesse tre e mi chiedo, a questo punto, che gusto si provi a fare il tifo per squadre come Atalanta, Bologna, Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Fiorentina, Genoa, Lecce, Novara, Palermo, Parma, Siena, Udinese. Non mi sorprendo, quindi, se i tifosi disertano sempre di più lo stadio e il calcio è, in definitiva, una danza di minuscole figurette in uno schermo. Il di più della realtà, a questo punto, è la sfilata delle star nella tua città e le chiacchiere d’intorno cariche di gossip, sinergico ad altre questioni di Grandi Uomini e le loro donnine, affari di nipoti di politici africani e tatuaggi sull’inguine.

Tutto ciò, restando nel pallone, perché si presuppone immortale uno spirito evocato tramite nomi di altre ere e, se non basta, altre melancolie sul tipo di quelle recitate da Aldo, Giovanni e Giacomo in “tre uomini e una gamba” oppure il campo sempre di periferia, gli amici sempre veri e la nebbia nei polmoni e altre cose che gettano benzina sul fuoco del ricordo e della sua dannata tendenza alla deformazione poetica. Attitudine, quest’ultima, che tende a farci dimenticare che oggi nelle spiagge si paga persino per respirare mentre nei campi di periferia trovi solo capannoni chiusi e rottami. Gli esseri viventi sono figure vaganti, spesso extracomunitari e altri immigrati dall’avventurosa dimora. Dentro le città, invece, imperverserebbero i pedofili e, se uno spazio è felice, niente di strano che possa essere obiettivo per “terroristi” o altri fanatici. Quanto alle “nuove lottizzazioni” che sono attorno le nostre città, quelle dove i progettisti hanno pensato a tutto, proprio tutto, anche lì non vedi l’ombra di un bambino con il pallone.

Parrebbe sia avvenuta una fuga dalla vita collettiva. Questo per me significa fuga dalla realtà che è stata sostituita da ambienti “opportuni”, contestualmente trasformando i residenti in persone incapaci di distinguere un luogo se non dichiarato specializzato da qualche competenza burocraticamente certa. Insomma, siamo diventati animali d’allevamento: in gabbia. La cultura che comunque noi continuiamo a produrre, contestualmente affermava linguaggi visuali, sopratutto grazie alla contemporanea fruizione dell’onnipresente televisione. Da molti anni, infatti, persino i concerti, se privi di un megaschermo, sono “invedibili”.

Queste osservazioni mi portano ad alcune affermazioni. Intanto che non può non avvenire una forma di ribellione a tutto ciò. Se essa avviene, lo farà con mezzi e linguaggi che da tale popolo ingabbiato possa essere compreso. Cioè, parlando per estremi, un gesto che negli anni ’70 poteva essere “di ribellione”, oggi è, come minimo, un innocuo gesto vintage capace, nel migliore dei casi, di far sbocciare un sorriso altrettanto innocuo in chi è di buonumore.

Tornando al discorso calcistico, la sua virtualizzazione la vedo quindi come conseguenza -e non causa- di un processo in atto. Il suo futuro potrebbe riservare diavolerie tecnologiche? E’ plausibile che i giocatori si connetteranno in rete e vorranno tutto più vero. Pensando alle possibilità tecnologiche, si svilupperanno per esempio sensori wireless (da applicare come cerotti per smettere di fumare) per comunicare (ad altro giocatore e, magari, contemporaneamente all’arbitro) il realistico dolore di un impatto tra il piede del difensore dell’e-Inter507883 e la regione tibio-peronea-astragalica dell’attaccante del Virtual Corbetta04? Oppure tali sensori, per rendere tutto più realistico, permetteranno anche le simulazioni (con tanto di scena madre a video) replicate sullo schermo?

Ancora, tali sensori –per amore del vero- sarà possibile tararli secondo una soglia del dolore soggettiva? Sarà possibile o impossibile hackerarli? Esisterà la possibilità di un voice che trasmetta urla che si presuppongono vere?

Oppure ci renderemo conto che la simulazione non è “dati fisici” – tutto sommato impossibili da replicare per via della loro complessità-  e, a un certo punto, com’é già accaduto se ci pensate bene, ci sarà l’evoluzione del software tale da permettere l’affermazione di una narrazione autonoma. Questa narrazione non potrà che essere uno spettacolo perché solo nell’essere tale, questo qualcosa “del futuro”, festeggerà la “vita” vera, nel mondo reale dove tutto ciò è assodato che esiste.

Quanto agli argomenti di contorno, l’ipotetico giocatore che animerà il Virtual Corbetta04… potrà mai essere definito un “wannabe”?

Il giro del mondo SL in 6+ splendidi volumi fotografici gratis (grazie a Dahlia Sweet)

Stavo cercando materiale per illustrare la geografia degli altri continenti di SecondLife. Qualche settimana fa mi ero imbattuto in un link dove si dichiarava che una esploratrice stava esplorando con una Mongolfiera tutti i continenti conosciuti di SL, ma non trovavo più la notizia. Oggi cercando notizie su Nautilus, il continente che è stato creato quando sono entrato io in SL nell’aprile 2007, mi sono imbattuto in uno dei suoi libri fotografici dedicati proprio a questo argomento, che ho trovato bellissimo, professionale e soprattutto fruibile anche da chi non conosce l’inglese (non vorrete mica che ve lo traduca tutto vero?).

Per chi conosce un po’ di Geografia Umana (avevo dato questo esame qualche anno fa prendendo un graditissimo 30 e lode), sa che una risorsa storica fondamentale per comprendere la geografia sono stati i cosiddetti “diari di viaggio” che venivano fatti nell’800 da poeti, geografi e comunque da molti scrittori. La stessa Linden nel 2005, cercando di mettere un po’ di pepe e di suspence in quello che faceva aveva inventato un avatar virtuale “Magellan Linden” che teneva un diario di bordo esplorando l’allora sconosciuto continente “Heterocera” (che per inciso è nominato dalla farfalla omonima http://en.wikipedia.org/wiki/Comparison_of_butterflies_and_moths probabilmente a causa della forma del continente che ricorda quello di una ala di farfalla. Il diario di viaggio di Magellan Linden lo trovate qui: http://secondlife.blogs.com/magellan/

Ma i volumi fotografici di Dahlia sono incredibili, eccovi l’elenco completo raffinatissimo prodotto con issuu (e poi meravigliatevi di come sia riuscito ad embeddare il tutto in wordpress 🙂 ).

La grande avventura in Mongolfiera Vol VI (Nautilus)

http://issuu.com/DahliaSweet/docs/thegreatballoonadventurenautilus/1

La grande avventura in Mongolfiera Vol V (Il Mar Nero)

http://issuu.com/DahliaSweet/docs/thegreatballoonadventureblakesea/1

La grande avventura in Mongolfiera Vol IV (Satori)

http://issuu.com/DahliaSweet/docs/thegreatballoonadventuresatori/1

La grande avventura in Mongolfiera Vol III (Jeogeot)

http://issuu.com/DahliaSweet/docs/thegreatballoonadventure_jeogeot/1

La grande avventura in Mongolfiera Vol II (Heterocera)

http://issuu.com/DahliaSweet/docs/thegreatballoonadventure_heterocera/1

La grande avventura in Mongolfiera Vol I (Sansara)

http://issuu.com/DahliaSweet/docs/thegreatballoonadventuresansara/1

::::: Altri splendidi volumi di Dahlia::::

Sansara in Mongolfiera (gennaio 2010)

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La grande avventura in mare (2009)

[gigya src=”http://static.issuu.com/webembed/viewers/style1/v2/IssuuReader.swf” type=”application/x-shockwave-flash” allowfullscreen=”true” menu=”false” wmode=”transparent” style=”width:420px;height:293px” flashvars=”mode=mini&viewMode=singlePage&titleBarEnabled=true&printButtonEnabled=false&backgroundColor=%23222222&documentId=091216133547-1fcd0a62804b41c09cda45a843c52f8b”]

Il montaggio dell’avventura in mare, errori nelle riprese

[gigya src=”http://static.issuu.com/webembed/viewers/style1/v2/IssuuReader.swf” type=”application/x-shockwave-flash” allowfullscreen=”true” menu=”false” wmode=”transparent” style=”width:420px;height:264px” flashvars=”mode=mini&backgroundColor=%23222222&documentId=100204000810-8888a93e581e4b3c8be9e5571b6f060f”]

Per conoscere le prossime uscite fate riferimento al suo blog dove c’è l’anteprima delle sue nuove esplorazioni: http://dahliasweet.blogspot.it/

E con questo articolo avete un sacco di destinazioni di vacanza virtuali in SL 🙂

Salahzar

Giro turistico di Heterocera… Dalle ferrovie primordiali dei dei colorati al grande anello del lago interno dell’Isola del Nord

L’ultima volta abbiamo visto l’importanza delle ferrovie in SecondLife. Abbiamo citato il GSLR e SLRR e ONSR. Ci eravamo dimenticati di citare il circuito ferroviario di Caledon, come mi ha fatto osservare un Caledoniano Italiano. In questa puntata vediamo invece il resoconto di viaggio del nostro amico Magellan Egoyan che ad inizio 2008 affronta il passaggio dalle 8 sim del GSLR verso le oltre 80 sim del percorso SLRR, facendoci notare che in realtà costituiscono dei pezzi di una unica rete (sono infatti raccordati da un originale traghetto che ci porta nel mezzo dell’oceano passando a fianco di una piattaforma petrolifera oceanica).

Ricordiamo che nei tempi “vecchi” di SecondLife non esisteva ancora il teletrasporto e quindi l’uso dei mezzi di trasporto era una quasi necessità e da qui l’interesse iniziale per le ferrovie e altri mezzi.. Soltanto nel 2004 con i primi  Telehub si potè cominciare in SL a teleportarsi fra un teleport HUB ad un altro. Ora come sappiamo la libertà di teleportarsi ha purtroppo reso molto più nebulosa la geografia dell’universo SL.  Ora i mezzi di trasporto sono un interesse per pochi cultori e archeologi come me 😉

Per ora godetevi il resoconto di viaggio a Heterocera di Magellan e provate a seguirne i suoi passi:

Se volete potete seguire le sue gesta. Ricordate che in molte stazioni ed in particolare nella stazione di Tuliptree vengono vendute a 0L$ delle locomotive opensource che vi consentono di esplorare i tracciati ferroviari.

Per i premium, uno degli ultimi premi era appunto una specie di apparecchio per girare le ferrovie come questa immagine:

Ed ecco il video di Magellan Egoyen come promesso:

Ecco come usuale la trascrizione in Italiano:

cavalcando la ferrovia 6 Febbraio 2008

Persino nei primissimi giorni del XXI secolo siamo ancora affascinati dai treni.
forse perchè abbiamo giocato con i modellini quando eravamo piccoli o forse perchè
ci portano a fare viaggi in giro per il mondo preprogrammati eppure avventurosi

Mi chiamo Magellan Egoyan, e sono il vostro ospite per questa sequenza di video
che illustrano la geografia di SecondLife, nell’ultimo episodio che avevo chiamato
gli “Dei colorati”, vi avevo presentato la Grande Ferrovia di SL (GSLR) che percorre
7 sim della seconda ondata di sim chiamate a partire dai colori, da Mocha a Purple.

Oggi vi proporrò di esplorare un’altra ferrovia questa si chiama SecondLife
Rail Road (Ferrovia di SecondLife) o anche SLRR è in effetti una parte della
stessa rete dato che c’è un traghetto che vi porta dalla stazione terminale
di Purple verso il terminale di SLRR in Cecropia sul continente Settentrionale
o piuttosto nella parte a nord del continente settentrionale.

Il SLRR non è mai stato completamente terminato nonostante i grandi sforzi fatti
in oltre due anni ma serve come ottima introduzione ad una serie di isole nella
parte a nord del continente settentrionale, che va in cerchio attorno al mare
centrale. Questa mappa mostra la rotta seguita dal treno. Cominceremo
l’esplorazione dal terminale di GSLR in Purple e aspettiamo il traghetto che
ci porterà all’isola a nord.

Il terminale in Cecropia è una diramazione dalla linea principale che in effetti
inizia dalla stazione di Tuliptree circa mezzo chilometro più a est. Seguendo il
tragitto a nord dalla stazione di Tuliptree attraversiamo Calleta dove la linea
secondaria incontra la linea principale e che sembra essere caratterizzata da un
alto grado di lag.

La ferrovia quindi gira verso nord ovest verso Oculea Neumoegen, e Imperial. Qui notiamo
che la ferrovia segue una montagna sulla sinistra e la terra precipita verso destra
questo sarà la caratteristica di questa ferrovia per i prossimi 8 kilometri.

Ricordatevi le stazioni del treno in Tuliptree, Oculea e questa qui di Achemon,
queste stazioni sono state costruite con stili differenti in modo da rappresentare
le caratteristiche delle popolazioni delle sim circostanti. E questa stazione orientale
di Achemon sta proprio dietro il giardino zen di Achemon un giardino orientale
assolutamente delizioso dove potete meditare, praticare Tai Chi e godere della vista.

Passiamo la stazione in Obscure e continuiamo verso Miata, Rivata e Epirrhoe.
Qui, che siamo sulla cima del rilievo, incontriamo la “Muraglia” un’altra grande
e caratteristica costruzione del continente settentrionale che ha la sua attrattiva
di suo. A Epirrhoe la ferrovia svolta a ovest lasciando la scarpata dietro a sud.

Lo spettacolare panorama in Jodis e in Ribeata sono ulteriormente sottolineati
dai colori del tramonto del cielo. In Idia vediamo un altro scorcio della cima
del rilievo. Guardate dove è ora la muraglia.. A Jubata con questo delizioso
mulino funzionante, la ferrovia è interrotta per una breve tratto dalla sim Sinica

Dall’altra parte la ferrovia inizia nuovamente in Torva e la prima stazione è in
Spini. Questa bella stazione con un piano elevato e una torre.

La ferrovia ora prende verso nord quasi nord-est verso Athetis, Deltote fino alla stazione
in Lota che mostra la tecnologia delle “turbine eoliche”..

In Concinna la ferrovia è attraversata da un ponte pedonale. Andiamo avanti verso
Lunalis, Lapara, e arriviamo alla stazione in Arches, e qui incontrimao una scultura
creata da un mio buon amico Santanders.

Siamo ora nella sezione più a nord della ferrovia che comincia da questo punto
a girare verso sud est verso la fine del suo viaggio attraversiamo Sabre e Taeniatum.

tutte e due caratterizzate dagli edifici costruiti in altitudine… Qui perdiamo il rilievo
sulla sinistra, dato che la terra sta diventando più piana sebbene continuiamo
ad essere ancora abbastanza in alto rispetto alle terre alla nostra destra.

In Clearwing i binari lottano per mantenere la rotta e finiscono, e una nuova
tratta ferroviaria inizia. Incontriamo un’altra stazione in Crenulate.
Ci muoviamo verso Burnet e Pini e ci fermiamo di nuovo nella stazione di Aglia.

Adesso arriviamo alla stazione di Tenera dove vedete questo edificio particolarmente
interessante come scultura di una stazione.

Nel momento in cui riusciamo ad arrivare a Zale la terra diventa completamente piatta
su ambedue i lati dei binari e siamo scesi ad una altitudine più bassa. Ci accorgiamo
che stiamo avvicinandoci alla fine della linea. E infatti entro un chilometro
raggiungiamo il terminale a Bhaga. Abbiamo quindi compiuto il nostro viaggio lungo 6 miglia e mezzo
poco più di 10 Km che ci ha portato in esplorazione dell’anello interno dell’isola del Nord.

Spero che abbiate apprezzato l’escursione, ci vediamo la prossima volta.

Appendice:

Vista la mia dimenticanza di citare il sistema ferroviario delle circa 55 sim dello “Stato di Caledon” ecco qui qualche immagine ed informazione.

http://www.steamlands.com/wiki/Independent_State_of_Caledon

http://www.steamlands.com/wiki/Main_Page

http://secondlife.wikia.com/wiki/Independent_State_of_Caledon

Una cosa che mi è stata riferita di notevole è che il sistema caledoniano differisce da quello di altri circuiti ferroviari che usano degli script “sniffer” che cercano di capire attorno a loro dove va la ferrovia, mentre

il sistema caledoniano percorre il circuito in modo controllato e pianificato. Avendoli sperimentati tutti e due non saprei dire quale è meglio: quello tipo SLRR è più realistico, ma spesso e volentieri è sensibile al lag

e si blocca o fa crashare il viewer, quello caledoniano è  meno delicato, ma appare leggermente meno naturale…

Per evitare altre dimenticanze, ecco un ulteriore elenco di sistemi ferroviari in SL:

Spero con questo di avere soddisfatto tutte o quasi le esigenze geografico-ferroviarie degli amici SL. 🙂

Ma non è finita qui…. in Sl si può girare anche sulle strade, sui fiumi, mari, con gli aerei e semnbra che il modo migliore per visitarla sia … a cavallo…

Salahzar

Tutte le ferrovie di SecondLife (SL Geografia)

Aggiornamento 14 Giugno: ovviamente questo articolo non copre “tutte” le ferrovie di SL.. Alcune notevoli dimenticanze le coprirò con un prossimo ulteriore post, con particolare riferimento alle ferrovie dello stato Indipendente di Caledon: http://secondlife.wikia.com/wiki/Independent_State_of_Caledon se poi avete notizia di altre ferrovie (o anche di altri sistemi di trasporto), estenderemo ulteriormente.

Dopo le prime due puntate dell’articolo precedente (tutti i continenti di SL) e il pellegrinaggio a quella che avevo chiamata (un po’ anche scherzosamente) la “culla della civiltà SL”, ecco che affrontiamo un terzo video di Egoyan dove descrive le cosiddette sim delle “Divinità Colorate”, e in questo video ci offre lo spunto per parlare delle prime ferrovie che sono state create su SL. Con il termine GSLR (Great SecondLife Railroads), SLRR (Secondlife RailRoads), ONSR ()  si indicano i circuiti di binari, stazioni etc, che costellano il mondo di SecondLife e che meritano di essere visitati, sia per motivi geografici/storici, ma anche semplicemente per l’emozione di vagare in un continente ignoto guidati da una carrozza ferroviaria…

Vedremo che il sistema ferroviario di SL è molto sofisticato e vi sono istruzioni dettagliate per costruire la propria linea ferroviaria compatibile con gli standard delle ferrovie di SL 🙂

Il primo circuito GSLR

Cominciamo con il dettagliare la primissima ferrovia di SL: il GSLR, che si snoda come descritto anche dal video nelle sim “antiche di SL”.

La carta istitutiva del  GSLR dichiara: “Per creare, supportare e manutenere il  GSLR, il suo diritto di percorrenza, strutture, equipaggiamenti, script, etc. Il GSLR è basato sulle pratiche ferroviarie in uso negli anni  1890-1930.”

Al momento Athos Murphy, Perpetual Valkyrie, Jopsy Pendragon e Trent Silverman pagano le tier per supportare il diritto di percorrenza. In questo momento il vagone di  Kitto Flora percorre con un orario regolare l’intera linea (biglietto di ingresso gratuito!)

Il percorso va infatti dalla sim di Mocha (5) fino alla sim di purple, coprendo circa 6 sim. Ho percorso questo tragitto l’altro giorno e vi garantisco che esiste ancora un treno che scampanella e vi trasporta con passaggi abbastanza frequenti, credo una volta ogni 10 minuti. cfr. http://wiki.secondlife.com/wiki/GSLR

Elenco stazioni: 1 GSLR – PurpleDGSLR – PeriwinkleDGSLR – SlateDGSLR – OliveDGSLR – MochaD

Il circuito ferroviario innevato ONSR (Okemo, Nakiska, and Southern Railway)

ONSR http://wiki.secondlife.com/wiki/ONSR è una ferrovia semiprivata che transita sempre nel continente “vecchio”, estendendosi per ben 13 sim ma in una zona innevata:

SLRR: il circuito ferroviario più importante ad Heterocera

Per la storia di SLRR vedi anche http://www.virtualrailwayconsortium.org/railway-locations/slrr/slrr-history e http://wiki.secondlife.com/wiki/Second_Life_Railroad e http://wiki.secondlife.com/wiki/Second_Life_Railroad/SLRR_History

Come vedete dalle immagini ci sono un sacco di linee quasi come la metropolitana di Londra 🙂 Vale la pena esplorarla (!).

Ci sono anche le “specifiche” per come costruire un sistema ferroviario simile: http://wiki.secondlife.com/wiki/Second_Life_Railroad/SLRR_standards

Ed ora il video di Egoyan con trascrizione dell’audio che mi ha ispirato questo post…

Geografia di SecondLife #3: gli dei colorati

Salve, il mio nome è Magellan Egoyan, continuiamo la nostra esplorazione della geografia di SL. In questa terza puntata, che segue l’introduzione e la descrizione della prima ondata di sim che è stata costruita nell’episodio chiamato “Le origini”.

Ricordate che il temine SIM indica una regione di 256x256m che viene gestita su un singolo computer. Ricordate che le prime sim sono situate nella parte centrale in quello che è chiamato ora il continente settentrionale che è mostrato in questa mappa.

Dopo la crezione di questo gruppo di circa 20 sim che sono marcate in blu, rosso e rosa, cioè la parte inferiore del diagramma sono succedute diverse ondate di creazione di terre inclusa la regione a triangolo rovesciato in cima allo schema, marcato in bianco e la parte marcata in giallo a righe in alto e una estensione a destra mostrata.

Il nome delle sim nel triangolo invertito è derivato dai colori mentre le sim a est sono chiamate come gli dei di varie culture. Così iniziamo la nostra esplorazione con la sim che si chiama “green” vicino all’angolo orientale del triangolo rovesciato. Green era nata come un campeggio chiamato “Campeggio Verde” ed ha ancora un terreno di erba verde sul quale sono costruite una varietà di strutture eclettiche.

Muovendoci verso est ci muoviamo in Mauve, una sim con un InfoHub della Linden e un centro educativo che si chiama “Learning Centre”.

La prossima regione si chiama Mocha ha una storia un po’ particolare: in origine era destinata a diventare una sim a tema le sue colline fu piallato da una seconda ondata di residenti La sim ostenta una cattedrale, una costruzione interessante costruita da Nephilaine Protagonist e così anche la stazione dei treni di Mocha… La prima stazione nell’insieme del sistema di treni di sl GSLR (Great SL RailRoad) costruita nel settembre 2004.

Questa è una delle due ferrovie che opera nel continente settentrionale. Olive un pochino più ad est è stata la prima sandbox ufficiale, anche se adesso non ha più questa vocazione.. Questa sandbox è stata apparentemente controversa dato che generava sia rumore che imbruttimento con macerie verso le regioni vicine e alla fine fu spostata in posizione diversa. La terra quindi era stata venduta a prezzi molto vantaggiosi attraverso uns lotteria speciale.

Oggi la parte più grande è la fattoria di cavalli di MacLaine e Olive ospita anche la seconda stazione del GLSR costruita fra il 2006 e l’inizio del 2007. La prossima regione ad Est è una sim molto carina che si chiama Slate che contiene un fiume di proprietà della Linden e la continuazione della GLRS verso est.

Il fiume è attraversato da ponti di legno costruiti da Erlar Fairlight un residente iniziale della regione, mentre la meravigliosa torre campanaria più a est è stata costruita da Lard Fly Digerydoo

La ferrovia continua verso nord est incrociando l’angolo della sim che si chiama Magenta attraversa Maroon ed entra in Perywinkle e termina nella sim che si chiama Purple.

Adesso attraversiamo dalle sim colorate da Umber nella prima sim chiamata come un dio Micronesiano questo dio si chiama Hiquelo il dio del mondo sotterraneo così facendo passiamo a fiando dello studio dello scultore di SL che si chiama Jefferson Saltery (ora non c’è più ).

La sim “papa” include questo bellissimo rifugio che controlla l’intersezione.
La sim “riiki” ancora un po’ più a sud è incoronata da questa bellissima nave sotto naufragio sulla cima della montagna.. Da qui attraversiamo Vari e arriviamo nella sim Solang che è composta per lo più da isolette..

Guardando a sud da Solang, attraverso Tilliger possiamo vedere l’estremità di Stilmann, la sim da cui avevamo iniziato l’episodio precedente sulla geografia di SL.

Adesso andiamo a Ovest e passiamo da “De Haro” in “Boardman” caratterizzato dal suo profilo ordinato e residenziale e dominato dal nord dalla Chaos gaming theory tower nella sim Tan e a ovest ancora dalla cugina torre nordica su Gray.

Queste sims si sono dedicate ai giochi fin dagli inizi di SL. Racchiuse fra le due torri cìè una sandbox pubblica nella sim che si chiama Plum.

Andando a Nord arriviamo in Lime che è immediatamente a Sud di Moch, una delle sim che abbiamo visitato qualche minuto fa.

A Est di Lime c’è Rose e questa ci porta fino a Teal che è subito sotto Slade. Quindi arriviamo di nuovo sul retro del fiume di Slade da una prospettiva differente.

Questo completa la nostra esplorazione di oggi. Ho chiamato l’episodio “Gli dei colorati” non solo per il nome dei due insiemi di regioni ma perchè l’apertura di queste regioni ha aperto gli orizzonti di quello che era SL e sarebbe diventata.

La SL iniziale era un insieme di terre rigidamente progettate ma con la creazione di queste regioni la natura spontanea dell’ambiente di SL è emerso veramente. Seguendo le proprie leggi e i propri dei.

Spero che abbiate gradito l’escursione. Arrivederci alla prossima volta..


Tutti i continenti di SecondLife…..

Non so quanti di voi sanno che SecondLife è un mondo (virtuale) dotato di una sua propria geografia, e storia dove ci sono un sacco di continenti.

Mappa di 2nd life nel 2008 circa

Come impareremo dai video di questo articolo, la “culla” di SL è stata in Sansara, dove c’è la famosa Ivory Tower. Ecco una mappa della prima SL:

Potete seguire la storia dei vari continenti aggiunti nel corso dei vari anni in questa interessante pagina del wiki: http://wiki.secondlife.com/wiki/History_of_Second_Life.

L’ultima grande aggiunta è stato il continente “Adulto”, Zindra http://wiki.secondlife.com/wiki/Zindra, per entrare dovete avere certificato il vostro status di adulti ed avere accettato nel browser e nel vostro account di poter entrare in aree adult.  Ecco una immagine:

Recentemente alcuni esploratori hanno provato ad esplorare in volo alcuni continenti di SL, che nell’insieme occupano una quantità notevole di spazio.

Per la mappa attuale di secondlife, con la descrizione dei vari continenti attuali: seguite questo link di virtualchristine: http://virtualchristine.com/newbie-sl-world-map/

Sono però riuscito a rintracciare alcuni “vecchi video” su YouTube fatti da Magellan Egoyen nei tempi antichi (2007), i primi due sono interessantissimi e illustrano la geografia generale di SL in quel periodo e in particolare le primissime 16 regioni che costituiscono la Culla di questa civiltà… Per i non inglesi ho fornito una traduzione in Italiano sotto ogni video..

29 Luglio 2007

Ciao, il mio nome è Magellan Egoyan, sono qui nella mia casa in Sheol e il mio proposito è quello di farvi una lezione sulla Geografia in Secondlife.

fatemi zoomare tutto indietro in modo che possiate vedere secondlife come appare
dall’esterno (dal Satellite). Forse la prima cosa da dire di SecondLife è che
il suo spazio geografico è in effetti un “Arcipelago”: consiste di un mare aperto con molte migliaia di differenti isole, la maggior parte delle quali sono
molto piccole. Quelli che noi in SL chiamiamo continenti sono piuttosto “isole più grandi” .

Qui abbiamo quello che di solito chiamiamo il “Continente Settentrionale” composto in realtà da due masse di terra separate che sono collegate per formare una unità singola. Oltre ad essere le regioni più vecchie di SL il Continente Settentrionale è probabilmente caratterizzato da ampissime variazioni nel tipo di ambiente,

Il secondo continente sviluppato è chiamato il “Continente Meridionale”, questo è caratterizzato da un’are interna molto grande che ha poche parti d’acqua che rompono il panorama differentemente dal continente settentrionale. In più anche s enon ci sono zone commerciali, la regione si è suddivisa in due aree distinte, una più residenziale e una più commerciale.

A est ci sono due nuovi continenti ad Est. Corsica a sud ha una parte interna senza mare (un po’ come il continente meridionale), mentre Nautilus è organizzato in modo da non avere grosse parti interne e comunque dotato di moltissime coste marittime. Le coste sono infatti molto popolari fra i residenti di SL.

Nella zona che separa il continente Settentrionale da quello Meridionale abbiamo un’area che si sta sviluppando che si chiama Azure Island. Queste sono isole private, mantenute da gruppi separati dalla Linden Lab. La caratteristica che colpisce di più delle Azure Island è dovuta al fatto che chi le ha progettate voleva costruire dei paesaggi drammaticamente differenti, Per esempio all’estremità orientale c’è un’area completamente deserta.

A nord c’è una zona montuosa, con bellissimi paesaggi.. Nel mezzo e verso occidente ci sono paesaggi innevati e altre zone montuose, che racchiudono persino un vulcano in una regione protetta.

La sesta regione è collocata all’estremità Nord dell’archipelago. Questa regione Dreamlands è stata sviluppata da Anshe Chang una donna che ha fatto una fortuna vendendo terre questa regione è ancora differente rispetto agli altri continenti.

E infine forse la cosa più importante in questo arcipelago è l’immensa collezione di isolette che vanno da isolette singole coppie o insiemi di 20-30 o anche più. E queste sono le masse geografiche che meritano di più il nostro interesse.

Spero che abbiate apprezzato questa prima panoramica della geografia di SecondLife. Nella prossima puntata è mia intenzione di esplorare con molto maggiore dettaglio ognuno dei 6 continenti che formano correntemente la Mainland di SL e anche magari esplorare le isole o insiemi di isole che si trovano nella parte insulare di SL. Spero di vedervi la prossima volta.

Geografia di SecondLife le origini 4 settembre 2007

Siamo qui in questa regione o “sim” che si chiama “stillman” dove ci sono le prime 20 sim originali che sono state create all’inizio della storia di secondlife..

In quei tempi si poteva guardare da qui e si sarebbe visto mare vuoto in ogni direzione. Quello che ora è il centro dell’arcipelago a quei tempi era l’estremità del mondo. Il mio nome è Magellan Egoyan sono qui per la seconda puntata di una serie che si chiama “La geografia in secondlife” .

Cominceremo la nostra esplorazione del continente Settentrionale. Per poter rappresentare la geografia del continente settentrionale bisogna ricordare il suo sviluppo storico dato che l’aspetto geografico è determinato dalla sequenza storica con cui sono state create le terre. Questa mappa mostra la posizione delle “prime sim” all’interno del contesto generale del continente Settentrionale.

Qui abbiamo una visione dettagliata delle “Prime Sim”. Ricordate che il termine sim è il nome dato ad ogni singola isola che ha una superficie di circa 60000 mq di terra e ognuna era originalmente contenuta in un suo proprio computer dedicato. Le regioni marcate in blu sulla mappa sono le primissime 16 sim che furono originariamente create. Quelle marcate in rosso sono state aggiunte in un mese e formano quindi le prim 16 sim originarie. Queste sim qua in rosa sono state completate nell’autunno del 2002 molto prima che SL fosse ufficialmente OnLine.

Cominciamo il nostro viaggio… Diamo una rapida occhiata a Natoma dove c’è la famosa Ivory Tower… Osserveremo la regione di Stillmann e quindi andremo ad ovest nella regione che si chiama Varney e poi entreremo in Clara.

Questa ovviamente è la Ivory Tower of Prims, uno dei landmark più conosciuti in SecondLife. Una dellec cose più interessanti della torre è che dato che è un punto di riferimento molto stabile e presente da così tanto tempo fornisce un elemento geografico fondamentale per le regioni che la circondano.

Il nome di queste prime sim deriva dal nome di alcune strade nei quartieri di San Francisco vicino a dove La Linden Lab aveva i suoi stabilimenti.
Questi sono alcuni esempi di siti ed edifici che si possono trovare a Stillman, e mostrano anche la strana geografia “rozza” che si può incontrare in questa zona dell’arcipelago.

Ora da questa parte della montagna osserveremo la regione di Clara e puntiamo verso ovest. Uno dei problemi che vorrei farvi osservare è che anche se la regione è stabile l’uso della terra cambia molto velocemente e questo rende quasi impossibile trovare delle caratteristiche geografiche stabili.

La prima “ondata” delle regioni che componevano le prime sim si può dividere rozzamente in tre aree.

La parte centralissima (cuore della grid) che è costituita da 3×3 sim, poi x’è la “outland” (terre esterne) composta da 2×2 e quindi una catena di 3 sim che funzionano come un ponte fra la zona centrale e la zona esterna.

Ora guarderemo le regioni blu e il ponte. Questo paesaggio ci da l’opportunità di far vedere le terre di “Da Boom” e “Ritch”, che ci danno l’opportunità di osservare che sebbene la libertà di costruzione di Sl consente di costruire edifici che non rispettano la morfologia del paesaggio, i rilievi originariamente forniti influenzano la tipologia di costruzioni che sono costruite.

Sebbene l’uso della terra è mutevole c’è una logica sottostante.

Ora andremo a vedere le regioni che si chiamano Taber, Welsh e Clyde, le tre regioni che collegano l’area centrale con quella che originariamente è stata chiamata la terra esterna.

Questa è la regione di nome Taber, notate la Ivory Tower ad occidente. Questa è la regione di nome Clyde, questo è un edificio interessante che si chiama Texture Unlimited che appartiene ad uno dei più conosciuti gruppi che fanno texture in secondlife.

Adesso siamo nella regione che si chiama Hawthorne, dove troviamo una città urbana modellata ad immagine di Manhattan. Le terre esterne erano state inizialmente progettate per fare giochi di guerra dove i limiti di sicurezza erano più più leggeri. Questa è la regione che si chiama “Federal” nel sud-est delle terre esterne. Questa è la regione che si chiama Jessie, che non faceva parte delle 20 sim originali ma che adesso è una delle sim dove è abilitato il damage e dove ci si può far male.

Adesso saltiamo dal bordo orientale delle prime isole al bordo occidentale, Questa è la regione che si chiama Tehama con dei bellissimi edifici giapponesi o asiatici questo ora ci porta a nord verso la sim che si chiama Perry e poi Lusk,queste ultime sim fanno parte della seconda ondata di sim che sono state create dopo le prime 16 originali. Lusk fu creata molto presto da un gruppo di persone che erano interessate nelle forme animali chiamati i “furries” . Ci sono altre aree dedicate in SecondLife per i furries, ma questo è ancora uno dei punti di ingresso in questa comunità ed è una parte interessante di SL. Si possono incontrare molte persone interessanti.

Lusk è uno dei Social Hub (Punti di incontro ) in SL. E questo ci porta alla fine della presentazione odierna. La prossima volta andremo a visitare delle sim delle successiva ondata di sviluppo e le loro relazioni con queste e ci porterà alla fine ad avere un incontro più estensivo del continente settentrionale.

Ora ho degli impegni da finire qui con la mia amica Zoofer, così vi devo lasciare, arrivederci alla prossima volta…

Non la solita cosa, ma il MetaCosmo.

by Serena Domenici

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Sono entrata da qualche giorno in un nuovo MondoVirtuale. L’impatto è stato piacevolissimo, ottima grafica e gente con una mentalità diametralmente opposta a quella riscontrata, in parte, su Second Life. Lo sto conoscendo man mano, e grazie alla gentilezza del personale tutto, sto scoprendo cose sempre più nuove. Nasce con lo scopo di portare la cultura e il lavoro nel mondo sia virtuale che reale. Una vetrina aperta su due Mondi. Questo in sintesi, ma è molto, molto di più, anche la possibilità di un sano cazzeggio, allo scopo di trascorrere momenti di pace e tranquillità, con chi si desidera, e con lo sfondo di scenari bellissimi creati o costruiti da chi ha voglia di cimentarsi nelle costruzioni. Sono in realtà molto riduttiva, rispetto a quello che Kosmo si prefigge, e in parte già offre.

Entrando troverete chi vi darà tutte le informazioni al riguardo e se, tra chi mi legge, ci sono: informatici, programmatori, costruttori, beh fatevi sotto! Sono richiestissimi, soprattutto i programmatori. Questo il link, per crearvi l’avatar (facilissimo) è: http://join.metacosmo.com (N.B. Entrate in Kosmo, selezionando il tasto Player).

Questo invece è il Viewer (Kosmo) da scaricare per accedere, dopo aver costruito l’avatar: http://download.metacosmo.com

Non rinnego Second Life, e non credo che andrò via da questo mondo, che ha indiscutibilmente il suo fascino. Un fascino velato, attualmente, da un po’ troppe cose che non vanno bene. Prezzi alle stelle e qualità spesso non elevata, e tanto altro, minano il metaverso, che sembra far scorrere il proprio destino sul filo del rasoio. La Linden ha problemi, e non sono voci di corridoio, lo sappiamo tutti ormai. Se un giorno dovesse chiudere i battenti, perderemmo tutti parte della nostra ‘storia’. Intere Sim storiche, e inventari di tutto rispetto, spazzati via all’istante. Il Metacosmo non è Second Life, non è il suo copia e incolla, è altro da scoprire. Quindi il mio non è un invito alla defezione, tant’è che sono su Second Life e ci resterò fino a quando lo riterrò opportuno. E’ solo un invito a scoprire altre opportunità, anche di lavoro, e non solo. I prezzi per una land, sono nettamente inferiori http://buyland.metacosmo.com ( il link permette di acquistare il terreno direttamente sul sito, anche), e con molti prims in più, ed inoltre ciò che è di propria creazione diventa trasferibile in qualsiasi altro Mondo Virtuale, e ciò che non lo è se, acquisito col permesso dei creators, può essere importato. Chi fa il Sacerdote su Second Life, di certo non troverà la sua ragione di essere in questo nuovo contesto virtuale, ma chi ha voglia di cimentarsi in altro sfonderà una porta aperta. E poi, perché non dare l’opportunità a Metacosmo di crescere? Forse nelle nostre città e paesi, in RL, c’è un solo negozio di scarpe, di generi alimentari, o altro? C’è posto per tutti, e per ogni genere di esigenza e gusti. Non sono tantissimi i Mondi Virtuali ed il Metacosmo è solo uno degli ultimi emergenti, ne ho visitati altri sotto mentite spoglie e devo dire che, al momento, il Metacosmo è sicuramente molto competitivo, non rispetto alla massa, ma a Second Life. Ciò non toglie che mi riserverò in futuro di buttare un occhio anche altrove. Certo, non c’è il traffico di Second Life, ma vogliamo dargli il tempo di crescere? Quindi non capisco i ripetuti attacchi a questo nuovo ‘mondo’. Ho letto ogni genere di falsità al riguardo. Ho riscontrato con i miei occhi tutto il contrario di ciò che si dice in negativo. Certo, ha i suoi problemi da risolvere, ancora Second Life non li ha risolti tutti, perché meravigliarsi? Perché organizzare spedizioni “punitive” atte ad offendere gente che ci lavora seriamente da mesi e mesi? Cos’è questa mania tutta italiana di sputare nel proprio piatto? Vado in giro e ascolto gente dare volutamente informazioni sballate al riguardo, o per ignoranza o volutamente. Ripeto, l’uno non annulla l’altro, sono due cose differenti. Io mi divido tranquillamente tra i due mondi, e lo trovo tra l’altro più dinamico e divertente, oltre che stimolante. Quindi invito a non avere pregiudizi e a sperimentare, prima di giudicare. Niente è facile, di certo non gli si potrà rimproverare un giorno, di non averci almeno provato, piuttosto che restare affacciati alla finestra della vita, rifacendo il verso ai menagramo più incalliti.

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Traducido del italiano por: Duncan Bradders

Hacen pocos días entré en un nuevo Mundo Virtual…

El impacto fue muy agradable, buenos gráficos y las personas con una mentalidad diametralmente opuesta a la que se encuentra en Second Life. Lo estoy explorando poco a poco… y gracias a la amabilidad de todo el personal de este Mundo, estoy descubriendo cosas nuevas. Este Mundo Virtual ha sido creado con el objetivo de acercar la cultura y el trabajo en el mundo, sea virtual o real. Una ventana abierta en dos mundos. Esto en pocas palabras, pero mucho más, incluye la posibilidad de una diversión saludable para disfrutar de momentos de paz y tranquilidad con su ser querido y con el telón de fondo de un hermoso paisaje creado o construido por la gente que quiere participar en la construcción. De hecho, estoy siendo muy sencilla en comparación con lo que tiene como objetivo y ofrece Kosmo. Al entrar se encuentra inmediatamente quien le dará toda la información sobre éste y… si entre los que me leen son: informaticos, programadores, desarrolladores, bueno, consiguieron donde trabajar! Hay una gran demanda de desarrolladores, especialmente los programadores. Este enlace, para configurar el avatar (fácil):  http://join.metacosmo.com A ingresar en Kosmo, seleccionar el jugador “Player”. Este es el visor propietario (por ahora) que necesitaremos bajar para accedere a Kosmo luego de configurar avatar y cuenta: http://www.metacosmo.com/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=5&Itemid=23

Yo no rechazo Second Life y no creo que me iré de este mundo que tiene sin dudas, todo su encanto aunque actualmente se encuentra en algunos aspectos, en fallo por demasiadas cosas que no andan como deben. Precios que suben y calidad no siempre de la mejor atentan contra este mundo que parece correr sobre el filo de la navaja. Linden Lab tiene problemas y no son rumores, a estas alturas todos lo sabemos… Y si un día Second Life deberia cerrar, se pierde todo, parte de nuestra “historia”… Enteros Sims historicos e inventarios más que valiosos, desaparecidos al instante. El Metacosmo no es Second Life, no es su copia y pega, es algo más que descubrir. Así que la mía no es una invitación a la deserción, sigo siendo de Second Life y me quedaré siempre y cuando lo considere oportuno. Es sólo una invitación a explorar otras oportunidades, también de  trabajo y mucho más … Los precios de la tierra, son mucho más bajos y con muchos más prims, y también las propias creaciones son transferibles en otros mundos virtuales y las que no son, se pueden adquirir con el permiso de los creadores y luego importar.  Quién hace el Sacerdote en Second Life, desde luego, no va a encontrar su razón de estar en este nuevo contexto virtual, pero quien quiere participar tendrá su oportunidad.

Y entonces ¿por qué no darle a Kosmo la oportunidad de crecer? Tal vez en las nuestras ciudades o los pueblecitos de nuestra vida real, sólo hay una tienda de zapatos, una tienda de comestibles o de otro tipo. Hay espacio para todos y para todos los gustos y necesidades. Los mundos virtuales no son muchos en realidad, y Metacosmo es sólo el ultimo de los emergentes, yo he tenido modo de visitar otros bajo varios disfraces, y debo decir que Kosmo es ciertamente muy competitivo, no en comparación con la masa, sino a Second Life… Seguiré echando un ojo en otros Metaversos. Claro, no hay mucho tráfico en el Metaverso, pero hay que darles tiempo para crecer. Así que no entiendo los ataques repetidos contra Metacosmo… He leído todo tipo de falsedades sobre ello. He visto con mis ojos todo lo contrario de lo que se dice en sentido negativo. Claro que tiene sus problemas para resolver, aunque Second Life sigue sin resolverlos todos, me pregunto ¿por qué?

¿Por qué organizar expediciones punitivas susceptible de ofender a las personas que trabajan en serio por meses y meses? Doy una vuelta en Second Life y escucho a la gente que da deliberadamente informaciones equivocadas sobre el tema, de manera ignorante o intencionalmente. Una vez más, una no anula la otra … son dos cosas diferentes. Yo personalmente me reparto entre los dos mundos, y que encuentro entre otras cosas, más dinámico y divertido, mas estimulante. Así que invito a no tener prejuicios y experimentar antes de juzgar. Nada es fácil por supuesto, no se podrá culpar a nadie de no intentarlo en lugar de permanecer asomado en la ventana de la vida, imitando los detractores más endurecidos.

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Translated from Italian by: Duncan Bradders

Few days ago I joined a new Virtual World… The impact was very pleasant, nice graphics, and people with a mindset diametrically opposite to that found in Second Life. I’m exploring it little by liitle… and thanks to the kindness of the staff around, I’m discovering more and more new things.

Created with the aim of bringing the culture and work in both virtual and real world. An open window on two worlds. This, in short, but very much more, including the possibility of a healthy fun in order to enjoy moments of peace and tranquility with your loved one and with the backdrop of beautiful scenery created or constructed by people who want to be engaged in construction. I am actually very simplistic compared to what Kosmo aims and partly already offers. Entering this world you will find who will give you all the information on this and … if, among those who read me are: programmers, developers, well, get in! They are in highly demanded, especially programmers.

This link, in order to configure the avatar (very easy): http://join.metacosmo.com. Get in Kosmo, selecting the key “player”. This however is to download the viewer to access after building and configuring an avatar: http://www.metacosmo.com/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=5&Itemid=23.

I do not reject Second Life and I do not think I’ll go out of this world that has unquestionably its charm. Too many things that are not good. Skyrocketing prices and not high quality undermine this world that seems to run on a knife edge. The Linden has problems and are not rumors, we all know it by now … If a day Second Life were closed down, we lose all, part of our ‘story’ … entire Sim and historical inventories of all respect, wiped out instantly. The Metacosmo is not Second Life, is not its copy and paste, it is more to discover. So mine is not an invitation to the defection, I’m still in Second Life and I will stay as long as deemed appropriate. It is only an invitation to explore other opportunities, including work and more… The prices for lands are much lower and many more prims, and also what is our own creations becomes transferable to any other virtually world and what is not, acquired with the permission of the creators can be imported. Who makes the Priest in second life, it certainly will not find his reason for being in this new virtual context, but who wants to engage in another world like this, will find an open door.

And then why not give the opportunity to grow Kosmo? Maybe in our cities, real life countries, there is only one shoe shop, a grocery or other? There is room for everyone and for all needs and tastes. There are plenty of Virtual Worlds and Metacosmo is just one of the last emerging, I have visited others ones, and I must say that when Kosmo is certainly not very competitive compared to the mass, but it is against Second Life… the fact remains I shall reserve in the future keep an eye elsewhere. Sure, there’s no traffic in the Metaverse, but we want to give them time to grow? So I do not understand the repeated attacks on Metacosmo … I read all sorts of falsehoods about it. I have seen with my eyes just the opposite of what about is said in the negative. Sure it has its problems to solve, even Second Life not solve them all, wonder why? Why organize punitive expeditions likely to offend people working seriously for months and months? I walk around and listen to people deliberately give false informations about it or bust out of ignorance or intentionally.

Again, one does not cancel the other … are two different things. I quietly divide myself between those two worlds, and I find among other more dynamic and fun as well as stimulating. So my call is not to have bias and experiment before judging. Nothing is easy, of course you can not blame nobody a day not to have at least tried, rather than staying at the window of life, imitating the most hardened detractors.

Elegia per un amico (in memoria di Paidos Woodall)

Scrivo questo articolo per ricordare l’opera di Paidos Woodall, una persona attivissima in SL e in OpenSim per divulgare nuovi metodi didattici educativi e che purtroppo è mancato qualche settimana fa. Ricordate che in occasione del suo compleanno che sarebbe stato il 6 Luglio, si organizzeranno degli eventi di ricordo in SL e in Craft.

Innanzitutto uso la parola Elegia per ricordarlo in quanto questa parola indica una particolare forma di composizione letteraria/musicale greca che forse non per caso indica un modo di operare “collettivo” e condiviso, che come vedremo è un elemento centrale nei suoi ideali…

Il termine “elegia” indicava inizialmente qualunque componimento il cui metro era il distico elegiaco (esametro + pentametro dattilico). Il termine orientale del flauto (élegos) darebbe il nome al componimento, ma non mancano altre ipotesi degli antichi, secondo i quali “elegia” deriverebbe da έλεγος, col significato di “lamento funebre”, o da «έ έ λέγειν», cioè “dire ahi, ahi!”. Il suono del flauto accompagnava la recitazione. L’elegia greca ha un tono oggettivo, e anche nei casi in cui essa usa la prima persona singolare, essa si offre a un’interpretazione problematica: il cosiddetto io lirico è infatti normalmente la persona loquens (maschera parlante) di una collettività a cui l’esecutore chiede di immedesimarsi. Era eseguita in diverse occasioni, incentrate intorno al momento del simposio.

Il tono delle “elegie” era fermo, alto, severo: venivano utilizzate come strumento di riflessione e di esortazione; incitavano i cittadini a difendere e ad amare la patria proponendo, in tal modo, nuovi modelli di eroismo rispetto all’epica: alle gesta individuali venivano preferite le azioni di gruppo. Altre “elegie” erano pervase da riflessioni sul decadimento dei vecchi valori aristocratici, come l’amicizia leale e l’amore sincero, che avevano svolto una funzione coesiva dei gruppi.

Per capire meglio cosa pensava Paidos è opportuno rifarsi ad esempio al suo sito centropaideia.org dove è chiaramente espressa l’ottica autodidattica, condivisa, anarchica di come si possa imparare in gruppo, in modo cooperativo e senza scopo di lucro (opensource), sfruttando le possibilità della tecnologia WEB e soprattutto 3D come SecondLife e Opensim:

Il Centro Paideia  è un  centro culturale che offre formazione indipendente e informale, autogestita.

Tutti i partecipanti concorrono in cooperative learning alla elaborazione degli argomenti trattati, utilizzando testi, articoli e quant’altro ritenuto utile, secondo criteri socialmente e individualmente costruttivi, creando spontaneamente gruppi di studio su qualsiasi argomento. E’ assolutamente gratuito e no profit.

Le nostre attività si svolgono soprattutto su Open Sim :

è una ambientazione tridimensionale, un metamondo…

Per accedere in OpenSim CRAFT dovete scaricare il programma , installarlo e crearvi un account qui.

Se avete già un account su Openim CRAFT, che è indispensabile per partecipare alle nostre attività, potete anche arrivarci da questo link.

( cliccare su “teleport now” successivamente su “scegli” e scegliere il programma scaricato e installato)

Il Centro Studi Sophia è situato all’interno della opensim CRAFT nella land Sophia.

Per ulteriori informazioni vedi il sito ufficiale di CRAFT

Opensim è di discreta qualità, libero, autonomo e indipendente, gratuito, adattabile a molti usi, opensource.

L’accesso, la permanenza e tutto il resto sono assolutamente

GRATUITI, NO PROFIT e SENZA SCOPI PUBBLICITARI.

Da qui si capisce evidentemente dove viveva il suo entusiasmo e a mio avviso cosa si aspetterebbe che la gente faccia in suo ricordo…

Nel tempo aveva collaborato a moltissime attività eventi in Sl / Opensim fra cui attività di insegnamento condiviso di Python, Java, Inglese, Sloodle/Moodle (piattaforme di insegnamento a distanza).

Ecco infine alcuni link di interviste ed articoli su di lui:

Se avete altri link forniteli nei commenti …

Ci ritroviamo quindi tutti il 6 Luglio per ricordarlo.

Salahzar

Curti Cortes: il nostro Joe Cocker italiano

by Francesca Caeran

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Quest’articolo sarà molto facile da scrivere, e non mi serve nemmeno un’intervista. Semplicemente, perchè conosco Curti da una vita, anzi da una Second Life vita, e quasi quasi potrei anche dire che l’ho visto nascere. Ok Curti, mò non dire che è impossibile, perchè sei più “anziano” di me, e non solo in Second Life, ma dài, almeno posso dire che ti ho visto nascere come artista live, giusto? Anzi, questo tuo percorso mi ricorda inevitabilmente quello del mio carissimo Tempio Breil, e, leggendo questo articolo, capirete anche  il perchè. Ma sù, torniamo ai tempi antichi (ahahah) e ricordiamoci il nostro primo incontro.

Uno dei posti che per me è stato molto significativo è stato, senza dubbio, la land Dubai Jazz My Way, dove, per diversi mesi, ho collaborato con Milla Rasmuson, per promuovere i suoi vestiti in un primo tempo, e, in un secondo tempo, come manager della sua land.  È stato proprio a Dubai che ho imparato il lavoro della Manager, ed è stata in questa bellissima land che ho conosciuto delle persone favolose, con cui da sempre ho mantenuto dei contatti. Una di queste persone è Curti Cortes.

Curti era all’epoca uno dei soci di Milla, in quanto owner della Dubai, nonchè il suo cognato in RL (Curti è sposato in RL con la sorella di Milla). E così, lui faceva l’owner di land, dopo aver fatto, durante tutto il santo giorno,  l’ingegnere in RL nella città di  Torino, dove vive. Lui è una delle persone più intelligenti che ho avuto il piacere di conoscere in Second Life, e una delle persone più belle che io abbia mai conosciuto qui. Parlare con Curti è sempre un piacere, e lo hanno capito tutti quelli che hanno la curiosità di farci due chiacchiere. E cosi, conobbi Curti circa tre anni fa a Dubai, perchè era il mio Boss ..  ehheheh.
Poi, un giorno, mi allontanai della Dubai Jazz, ma con Curti mantenni sempre dei contatti di amicizia.

Circa tre mesi fa, ero in una land per il concerto di un mio cantante, quando mi  vedo piombare addosso Curti … lol. Soliti saluti, e lui mi dice: Francy io, tra qualche settimana, inizio a cantare qui su Second Life. Premetto che neanche sapevo che lui cantasse in RL, ma poi seppi che infatti canta nei piano bar, e anche per la Marina Militare, infatti dal 1974 è stato un Ufficiale della Marina Militare (Ammazzaaa! già ti immagino come nel film con Richard Gere io! LOL!!!! ).
Dunque, sul momento pensai huuum … no comment. Scrivo huuum perché, devo essere onesta, “Curti”, sul momento pensai, “ma chi te lo fa fare a farti uccidere come tanti qui? Ma non lo sai, caro Curti, che qui ho visto certi cantanti e anche cantanti miei, farsi insultare da persone che semplicemente non apprezzavano il modo in cui cantavano ?”

Ecco, diciamo la verità caro Curti: non ho creduto che tu così, di punto in bianco, potessi aver successo qui. Ti chiedo scusaaaaa nè!!!!! lol, ma andiamo avanti … Curti aveva già iniziato a creare il suo sito internet, dove aveva scaricato un paio di canzoni. Lo ascoltai, e rimasi abbastanza sorpresa da quello che sentii, ma non sconvolta, lo ammetto. Lui aveva anche creato il suo gruppo, che presi con la curiosità di andare al suo debutto in live. Purtroppo, saltai il suo primo concerto, ma già mi arrivavano commenti molto positivi. Oh, io sono come San Tommaso, se non vedo con i miei occhi, non ci credo, ehehehe, anzi, se non sento il live con le mie orecchie, non ci credo.

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Finchè, una sera, Curti andò a Napoli (in Second Life) per un concerto, io ero libera, e cosi mi teleportai lì. Amici, io ebbi lo stesso shock di quando, per la prima volta, sentii cantare il grande Tempio Breil.
Curti mi feci lo stesso effetto! Woawwww, ma è incredibile come canta!!!! Ma dov’era prima?? Ma perchè ha aspettato cosi tanto tempo, per deliziarci con i suoi concerti? Ma possibile che uno che ti canta così, si accontenti di fare l’owner di land? Rimasi a bocca aperta, e ancora oggi, ogni volta che vado a sentirlo, mi fa lo stesso effetto. Curti stava cantando una canzone di Joe Cocker quando mi teleportai a Napoli, ricorderò sempre quel “Unchain My Heart” che mi dette la pelle d’oca, i brividi, ed una forte emozione. E così per tutto il concerto. L’entusiasmo era grande, in land, la gente continuava a scrivere: “ma dov’eri prima tu?”

Curti canta il blues come nessun altro qui in SL, lui è fatto per cantare questo genere di canzoni, ha la voce rauca, maschile, potente, forte insomma, e quando canta, si sente tutto il testosterone del macho italiano, lol.
Io oramai lo chiamo Joe, perché sembra veramente lui, quando canta le sue canzoni. E credetemi amici, lui canta bene quanto l’originale, ed è sempre e solo in Live.

Dai suoi debutti (cioè poche settimane fa), Curti ha aggiunto altre canzoni del Signor Cocker, come, ad esempio, “N’oubliez Jamais”, che interpreta da Dio, ma potrete anche sentirlo interpretare favolosamente Stevie Wonder, Ray Charles, Elton John, e tanti altri, sopratutto in inglese, che lui parla perfettamente. In italiano, passa da Pino Daniele a Michele Zarrillo, senza nessuna difficoltà.
Un meraviglioso cantante live, il nostro Curti, che vi farà passare delle ottime serate, rinnovando continuamente la sua playlist per non dare mai noia. Lui si diverte, quando canta, si sente tutta la sua passione, e riesce a trasmetterla a noi, che siamo ai suoi concerti.

Amici, andate a scoprire Curti Cortes in uno dei suoi concerti, e vi prometto che non ne rimarrete delusi: parola di FRANCESCA CAERAN.

SITO INTERNET :

Cammino da seduta

by Eviana Robbiani

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Aura (all’anagrafe della Linden: Inter2009 Aura) è una giovane donna: ha un lavoro, una casa, amici ed un amore felice. Aura ama vestirsi con un tocco sexy e, soprattutto, adora le belle scarpe, quelle col tacco da 12. Le saltano letteralmente nella borsa, e allora le tocca comprarle, ne ha una bella collezione e, mi dice ridendo con quella sua speciale ironia che imparo subito ad apprezzare, che ha un vantaggio adesso: niente piedi doloranti e niente storte … si perché Aura è una giovane donna speciale, perché Aura cammina da seduta. Non è sempre stato così, ma qualche anno fa, dopo un brutto incidente, ha dovuto imparare a camminare da seduta. E allora una nuova casa, una nuova vita, a volte anche nuovi amici, nuove abitudini, una vita seduta con un mondo che vedi da un’altra prospettiva: tanti kiuli e poche teste, dice, e io ci vedo una evidente metafora…

La incontro un pomeriggio. E’ bella, curata, vestita con gusto, sono belle anche, e soprattutto, le sue scarpe. Mi viene incontro seduta, così definisce con molto garbo la sua condizione, perché  Aura ha scelto di vivere  anche la sua seconda vita da seduta.

Eviana: La prima domanda che ti voglio fare è classica: la tua biografia in Second Life. Da quanto ci sei, quanto frequenti, come hai conosciuto Second Life?  Che cosa fai quando sei qui, etc etc …

Aura: Sono nata in Second Life il 3 giugno 2010. All’inizio la mia presenza era episodica, almeno per i primi mesi. Da sei mesi a questa parte faccio una capatina in Second Life quasi ogni giorno. Quando sono su Second Life faccio le cose che fanno un pò tutti. In particolare mi piace chattare, fare shopping etc. Alcune volte faccio roleplay. Spesso, all’inizio, ho anche esplorato, ma ora succede più raramente. Ho conosciuto Second Life  perchè me ne ha parlato un’amica, dicendo che era molto un posto molto bello. Sono quindi entrata per curiosità e, all’inizio, Aura ha camminato con le sue gambe.

Eviana: Hai scelto di camminare da seduta anche in Second Life. Puoi raccontarmi della tua scelta?

Aura: Quando ho conosciuto Second Life, all’inizio, come ti ho detto, camminavo in piedi, ma appena ho trovato come prendere la carrozzina, non l’ho più fatto. Non mi ci vedo. La sedia a rotelle nella mia vita reale adesso è un pezzo di me, perche dunque camminare su Second Life e rinunciare a questa parte di me? Può sembrare strano lo so, ma a me è sembrato semplicemente naturale.

Eviana: Quali  reazioni  hanno le persone in Second Life quando ti incrociano seduta?

Aura: La reazione più comune è la curiosità. In molti mi chiedono perché sto in sedia a rotelle, molti poi pensano che io stia giocando o recitando qualche ruolo. Altri credono che io sia una “Wannabe” (cioè “vorrei diventare”: persone che non essendo disabili desiderano, a volte intensamente, di diventarlo), oppure pensano che io sia una “Pretender” (da to pretend, cioè fingere: persone che, pur non essendo disabili, fingono di esserlo) e quindi che dietro la mia scelta ci sia una motivazione sessuale. Ma io sono semplicemente io: una giovane donna che cammina da seduta. Ci sono persone poi che si comportano in modo molto sgradevole e decisamente offensivo. Alcune di loro mi hanno anche ferita. Questo atteggiamento, purtroppo, accomuna Second Life e Real Life.

Eviana Quindi tu cammini da seduta in tutte e due le tue vite. Ci sono quindi delle analogie di atteggiamento, oppure noti delle differenze?

Aura: In Second Life mi succede di parlare con persone straniere (Aura vive in Svizzera).  Ho notato che in genere sono di mentalità più aperta verso la disabilità, rispetto ai miei connazionali e agli italiani. Anzi, alcuni ti trovano carina e sono galanti anche se sei seduta, insomma, non ci fan troppo caso. Gli italiani pensano che, o stai giocando con loro, oppure che sei davvero un pò pazzerella. Un discorso a parte meritano quelli che in Second Life mettono da parte ogni pudore e ti chiedono di fare sesso virtuale. Second life aiuta molto i cosidetti “devotee” (individui che praticano il devotismo e dichiarano attrazione sessuale per donne e uomini che possiedono un handicap fisico o che hanno subito amputazioni di uno o più arti). Come per altri gusti sessuali, l’anonimato di Second Life aiuta molto: ti toglie la paura, e si evitano figuracce

Eviana: I gruppi e i posti per chi cammina da seduto in Second Life, puoi dirci qualcosa su questo?

Aura: Ci sono numerosi gruppi su Second Life per i disabili, composti da disabili. Ci sono negozi specializzati in articoli di ortopedia. Puoi compare dalla sedia a rotelle a vari arti artificiali. Ci sono poi case che riproducono quelle di Real Life senza barriere architettoniche, ed anche posti con poseball che ti permettono di ballare con la sedia a rotelle, di sederti, di coccolarti e via dicendo, ed anche di fare sesso, aggiungo io, per la gioia dei devote.

 

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L’incontro con Aura solletica subito alcune considerazioni: innanzitutto, la eterna dicotomia, che ogni persona che frequenta Second Life ha provato, tra la scelta di usare Second Life come proiezione della vita reale, scegliendo di essere come si è nella realtà, oppure  vivere Second Life come vita alternativa e completamente diversa, dove si può essere quello che vorremo essere. Insomma il classico “essere se stessi” vs “essere diversi da se”, tra la proiezione del proprio Io e la proiezione di un Io Altro.

La scelta investe il livello dell’aspetto fisico, il livello emozionale e quello comportamentale, e del sistema di valori. La scelta più consueta, seguita dalla maggior parte degli avatar, è ibridare sugli ultimi tre aspetti. Si trasportano su Second Life buona parte del sistema di valori e buona parte del modo di vivere le emozioni, che spesso possono espandersi in modo più ampio e meno costretto da limiti sociali, e spesso grazie anche all’anonimato.

Ma per ciò che riguarda l’aspetto fisico dell’avatar, la omologazione è molto ampia e la sussidiarietà pressoché assoluta. E così Second Life pullula di commercialisti calvi e con pancetta, che indossanno scultoree skin unte al punto giusto, ed opportunamente crinite, e di pensionate ultrasessantenni che sculettano in minigonne, che lasciano poco alla immaginazione anche in un mondo di immaginazione.

La scelta di Aura è quella che lei definisce naturale, segue la scelta di essere se stessi, anche per come ci si presenta fisicamente. E in effetti, anche se la tendenza più recente sembra orientare verso avatar meno perfetti e più realistici,  la scelta di presentarsi anche in Second Life con la propria personale specialissima diversità, quale essa sia, è ancora abbastanza rara, tanto che Aura, che ha scelto con molta naturalezza di indossare un avatar che come lei sta seduto, suscita stupore ed incredulità.

Infine, poi Aura smentisce alcuni studi che ho spulciato sul rapporto tra Second Life e la disabilità. Stephanie Stewart e Terry Hansen, ricercatori, hanno dichiarato che: “Per i disabili la vita sul web può diventare un’opportunità, per superare i limiti imposti dalla propria condizione, e compiere azioni e gesti a loro abitualmente preclusi: camminare o danzare, esplorare, fare incontri e comunicare, realizzare progetti, viaggiare e teletrasportarsi. Uno degli aspetti di maggior valore è poi quello della socializzazione”. Insomma, usare l’ambiente virtuale come compensativo.

A mio parere questa è un’affermazione che contiene un errore di fondo. Quello che la maggior aspirazione per la diversità debba essere la normalizzazione e l’omologazione, quando invece credo che la strada debba essere quella della valorizzazione della diversità, qualunque essa sia.

E se è vero che il web e lo sviluppo dei sistemi informatici in genere offrono alla disabilità nuovi strumenti e ausili per una vita sempre più autonoma, ed una comunicazione sempre più agevole, questo non significa che la massima aspirazione per la disabilità sia omologarsi ad una canone di normalità dove con “normalità” si intende l’apice della curva gaussiana.

Nella mia vita reale mi succede spesso, per lavoro, di prendermi cura di famiglie con bambini piccolissimi con disabilità. La domanda che mi pongono invariabilmente i genitori è: “secondo te riuscirà mai a diventare normale?” la risposta che dò sempre è: “non chiederti se riuscirà a diventare normale, chiediti se riuscirà a diventare se stesso”.

Ed Aura è una risposta, Aura è riuscita a diventare se stessa.

The sound of silence.

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Negli ultimi giorni, seguendo un post del mio amico Sacha Bowie, alcuni commenti molto interessanti sono stati postati riguardo al tema: voice si, voice no nel mondo virtuale. Dibattito interessante, poiché si confrontavano due modi diversi di concepire la propria presenza in Second Life. Gli argomenti pro e contro sono stati espressi con grande convinzione e, come spesso succede quando si trattano queste tematiche, ognuno è rimasto con la propria convinzione. E’ interessante notare che è esattamente questa la conclusione a cui è naturale giungere, quando approcci e scopi diversi si confrontano, per esporre il modo in cui utilizziamo i diversi strumenti di comunicazione. E’ come se un chirurgo ed un insegnante, o un giornalista e un pompiere,  si confrontassero sui rispettivi “ferri del mestiere”.

A mio parere ci sono sostanzialmente due diverse modalità di “sfruttamento” del mondo virtuale di Second Life: da una parte quanti vedono questo strumento, questo ambiente, come estensione della propria attività quotidiana, e usano gli strumenti disponibili per lavoro, cultura, sperimentazione, o altre attività di tipo “pratico”. Dall’altra, quanti sfruttano le potenzialità del Metaverso in maniera esperienziale e partecipativa, vivendo rapporti, esperienze, storie, avventure, che siano immaginarie o meno.

Che cosa hanno in comune il docente impegnato in una lezione in world (ovviamente utilizzando la comunicazione in voice come elemento indispensabile) e chi fa gioco di ruolo interpretando un personaggio improbabile, come un drago, un mostro spaziale o un vampiro? Che differenza c’è tra chi partecipa ad un dibattito politico-sociale, o organizza concerti dal vivo (tutte cose in cui il voice è indispensabile), con chi fa la escort virtuale, il cacciatore di vampiri o il BDSM, per vivere in maniera “protetta” emozioni ed esperienze che mai si sognerebbe di fare nella vita di tutti i giorni?

Per tali esperienze, esporsi con la propria individualità reale, di cui la voce è componente essenziale, può essere addirittura di impedimento allo sviluppo della propria esperienza. Poiché la voce, a differenza di altre comunicazioni “impersonali” come la chat, è parte essenziale della nostra individualità, che non siamo disponibili a mettere allo scoperto nelle situazioni in cui la fantasia, e l’anonimato, giocano un ruolo essenziale. Il tono della nostra voce, l’accento, l’inflessione, le pause, l’incrinatura emotiva, raccontano moltissimo di noi stessi. Nessuno può chiederci di mettere in piazza la nostra componente reale, in certe situazioni. E’ parte essenziale dell’esperienza fantastica, o del gioco di ruolo, il diritto all’anonimato.

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Sono approcci diversi, non ha senso sostenere la giustezza dell’uno o dell’altro: dipende da quello che si vuole fare. Proprio per questo, io consiglio un approccio non fideistico verso tale questione, poiché la scelta è strettamente legata alla propria individualità e all’esperienza che si vuole vivere. Ed è tanto più vero questo, quanto è comprensibile anche il fenomeno degli alter.

E’ assolutamente legittimo, a mio parere, che il nostro “io” reale operi nel mondo virtuale come un tutt’uno con la nostra vita reale, trasportandovi la propria personalità, esperienza e approccio al lavoro. E spesso anche la propria identità e la propria storia professionale. Molti usano Second Life come estensione del proprio ambiente lavorativo, e molteplici sono le esperienze del genere, sviluppate anche da istituzioni e aziende del mondo reale. Tutti noi ricordiamo gli impiegati della provincia o del comune, o i manager delle multinazionali e delle grandi aziende, entrati in Second Life con tanto di sim istituzionale, con il proprio brand e con tanto di nome reale nel profilo. Tutto assolutamente comprensibile e condivisibile.

Tuttavia è altrettanto logico che, per motivi di svago o voglia di esperienze insolite, ci si possa costruire un’identità assolutamente anonima, per vivere ed interpretare quei personaggi che la fantasia ci spinge a creare. E’ nostro diritto pretendere rispetto, e riservatezza, per queste nostre scelte. Vogliamo essere liberi di vivere le nostre vite immaginarie, interpretando escort, draghi, principi medioevali, o grandi managers del virtuale.

Qual è allora il problema? Perché nascono tante accese discussioni su questo tema? Il fatto è che spesso si cerca di conciliare l’inconciliabile, per questioni di principio o di falsa moralità. Io credo che tali ipocrisie vadano superate. Per parlarci ancora più chiaramente, è diritto del manager o del giudice, dell’avvocato o del commissario di polizia, vivere una esperienza virtuale secondo la propria fantasia e le proprie voglie. Ma tutto ciò non inficia assolutamente l’uso che del Metaverso possiamo fare per attività pratiche, education o servizi di vario genere. Solo che dobbiamo tenere separate le due esperienze e vivere, di volta in volta, quella che più ci aggrada. E’ estremamente difficile cercare di unificare i due aspetti in un’unica identità, e quelli che lo fanno sono costantemente in bilico, su un filo sottile, inficiando il più delle volte la completezza della propria esperienza virtuale.

Una particolare situazione vivono quanti sviluppano in Second life una esperienza relazionale di carattere affettivo. Ma questo è un tema che occorre lasciare alla sensibilità e all’emotività individuale. Non ci sono ricette, ma solo le proprie personali esperienze e l’onestà nel rapportarsi l’uno all’altro.

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Superiamo quindi il moralismo, ed anche le stucchevoli critiche alla pratica degli alter. E’ ovvio che se si fa il magistrato in Real Life, e magari si è chiamati in world per un dibattito, oppure si è un politico di fama, che magari usa il Metaverso per diffondere le proprie idee, mai e poi mai si vorrà usare lo stesso avatar per identificarsi in un guerriero medioevale, o vivere esperienze bdsm, nelle ore di svago. L’anonimato è un nostro diritto, lo pretendiamo. Basta con i falsi moralismi, tanto sappiamo bene come stanno le cose.

Per concludere, nel vivere esperienze di realtà virtuale, nessuno si erga a giudice del comportamento degli altri. Viviamo liberamente la nostra avventura virtuale, per ogni scopo che riteniamo lecito. Sforziamoci di essere il più possibile obiettivi nel rifuggire la critica, o la sentenza facile. Unico filo conduttore, deve essere il rispetto degli altri e la propria dignità personale, ma anche una grande apertura e disponibilità al dialogo e alla comprensione delle ragioni altrui.