A che cosa serve un Mondo Virtuale?

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by AquilaDellaNotte Kondor

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E’ una domanda che spesso ci si sente rivolgere da chi, non vivendo una esperienza immersiva all’interno dei Mondi Virtuali, non riesce a percepirne le potenzialità pratiche, né gli impatti sociali. Tuttavia, la domanda non è affatto peregrina, poiché molte di quelle che erano le caratteristiche iniziali del modello di Metaverso rappresentato da Second Life, e su cui si fondava una visione di futuro glorioso, e di Seconda Vita possibile, sono andate nel tempo affievolendosi, anche in seguito all’esaurirsi di una spinta di massa, data dalla novità e dalla pubblicità sui media. C’è da dire che le potenzialità di questa esperienza, che erano emerse fin dall’inizio, sono rimaste immutate, e perfino rafforzate dall’evoluzione tecnologica della piattaforma di Second Life (l’unico passo avanti della gestione recente), tuttavia, altre piattaforme sono andate perfezionandosi negli ultimi anni, in particolare il tema dell’education online, una delle potenzialità più promettenti. Questo mercato ha subito una vera e propria esplosione, data dalla possibilità di organizzare webinar, seminari, e perfino veri e propri corsi di studio sugli argomenti più diversi, coinvolgendo in tal modo una moltitudine di utenti, spesso in tempo reale. Quella che era una delle potenzialità maggiori della piattaforma 3D è stata rapidamente superata dai Webinar e dagli Hangout di Google Plus.

Relativamente poi al Role Playing, è evidente che i Mondi Virtuali specializzati, per quanto in grande concorrenza con le varie Play Station in commercio, sono di gran lunga avvantaggiati, in termini di diffusione e di accuratezza degli scenari di gioco, rispetto a Second Life e agli altri Mondi Virtuali generalisti. Dei sogni di business, illusori e rapidamente rivelatosi un miraggio, non sopravvissuto al boom degli anni d’oro, abbiamo spesso parlato su questo Magazine, e rimando a quanto già detto. Da rilevare invece, come elemento fortemente positivo, che gli aspetti di sperimentazione artistica e di creatività mantengono una forte presenza, ed esprimono uno dei valori più concreti delle possibilità offerte da un Mondo Virtuale.

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Prevalente è quindi l’aspetto sociale del Mondo Virtuale, basato sulle comunità, e sugli aspetti relazionali tra quanti partecipano a questa esperienza. Detta così, poco differenzierebbe Second Life dalle varie chat di antica memoria, per quanto l’aspetto 3D ne faccia risaltare la forte capacità di interrelazione. L’immagine degli avatar, e dello scenario circostante, crea un ambiente di gran lunga più coinvolgente delle semplici chat, sia dal punto di vista psicologico, che di impatto visivo. Considerando anche il voice, abbiamo due sensi principali coinvolti appieno nell’esperienza immersiva, e questo basta a marcare la differenza sostanziale dalle chat, anche in termini di relazioni interpersonali. E’ un quadro molto diverso da quello che ci era sembrato dovesse evolversi, agli albori di Second Life, ma è la realtà di oggi. E’ vero che la popolazione dei residenti rimane stabile, grazie alle moltitudini Asiatiche e Brasiliane che avanzano, ma la capacità innovativa, la “spinta propulsiva”, si è a mio parere esaurita, allo stato attuale delle cose.

Le potenzialità del Metaverso rimangono enormi, e come ho più volte avuto modo di dire, Second Life è stato, e lo è ancora, solo un parziale prototipo di un qualcosa che dovrà, prima o poi, riprendere la sua evoluzione. Ma è possibile che il cammino non sarà graduale, poiché immagino che in futuro ci potrebbero anche essere delle discontinuità, introdotte forse da nuovi protagonisti aziendali, o da un ulteriore salto tecnologico, che faranno riprendere la marcia dell’evoluzione del Metaverso. Certo è che l’esperienza di Mondo Virtuale sociale, rappresentato ancora prevalentemente da Second Life, dovrà assumere altre forme di coinvolgimento e di utilizzo, sia relativamente alla piattaforma tecnica, sia per quanto riguarda il concreto coinvolgimento degli utenti (il vero fallimento, a mio parere, della Linden Lab negli ultimi anni). Nel frattempo è fondamentale, per assicurare la sopravvivenza di questa esperienza, e per favorirne poi la ripartenza, rivolgersi sempre di più ai Mondi Virtuali basati su Open Sim, anche con tutte le loro attuali limitazioni tecniche e di diffusione. Occorre guardare a queste esperienze non solo con curiosità, e a volte con distacco, ma anche come una possibile alternativa, che sia indipendente da una società di un paio di centinaia di persone, basata in California, che poco si cura degli aspetti sociali di questo fenomeno.

Il futuro non può essere ostaggio di pochi …

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One thought on “A che cosa serve un Mondo Virtuale?

  1. Rosanna Tafanelli ha detto:

    Caro Amico, frequento da anni Second Life, come Rosanna Zabelin. Ora mi è stato chiesto di tenere una conversazione sul tema dei Mondi Virtuali per l’Università Telematica ” Giustino Fortunato ” di Benevento, dove sono cultore della materia di Informatica alla Facoltà di Giurisprudenza. Credo che prendere spunto dai Tuoi scritti e dai contributi di molti altri Amici SL sarà un ottimo inizio. Grazie!

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