Verso i “Mondi Virtuali”

Qualche mese è passato in questo impazzimento generale per il cosiddetto “Metaverso“, e molti fuffologi, venditori di chiacchiere, si sono spostati verso l’Intelligenza Artificiale. Bene, perchè tutta questa confusione rischiava di portare parecchie aziende ad investire dei soldi a vuoto, in progetti fallimentari, come successe nel 2007 con Second Life. Intendiamoci, noi siamo i primi a ritenere enormi le potenzialità dei Mondi Virtuali, siamo stati tra i primi a scriverne, e a descrivere le bellezze che vengono create in questi ambienti, e continuiamo a scriverne da più di 13 anni e sono anche convinto che i tempi siano ormai maturi, per iniziare a costruire le fondamenta del futuro Metaverso.

Al momento ci sono diverse piattaforme virtuali, alcune delle quali, come Decentraland e The Sandbox, utilizzano anche la valuta virtuale, e gli NFT per proteggere la proprietà intellettuale e certificare i passaggi di proprietà dei manufatti che vengono sviluppati all’interno di questi mondi.

I tasselli tecnologici quindi, ci sono ormai tutti, vediamoli. Sono la rete a larga banda, senza la quale il rendering degli ambienti e le interazioni fisiche all’interno delle piattaforme sarebbero faticose, come ai primordi di Second Life. Abbiamo oggi dei sistemi di elaborazione molto evoluti, e schede grafiche eccezionali, a supporto delle piattaforme. I visori di VR sono ad uno snodo importante del loro sviluppo, a partire da Oculus Quest 2, e arrivando al nuovo visore VR della Apple, in uscita probabilmente a giugno. La tecnologia della Blockchain anche, è ormai ben conosciuta, nonostante le disillusioni dei Bitcoin e le varie disavventure patite dagli sprovveduti. Ma la Blockchain non è fatta solo per i Bitcoin, è una tecnologia indispensabile per supportare le attività economiche che si svolgono all’interno dei Mondi Virtuali, per gli NFT a garanzia delle transazioni, e per la protezione della proprietà intellettuale delle opere e dei prodotti virtuali. Insomma la tecnologia ormai è più che matura, e prototipi di Mondi Virtuali che la sfruttano al meglio sono già operativi.

Che cosa manca allora? Manca ancora la vision da parte delle aziende per il loro ingresso, a pieno titolo, nei Mondi Virtuali. Quando il rumore di fondo dei vari venditori di Metaversi si sarà placato, sarà possibile, finalmente, passare alle implementazioni pratiche su larga scala. E allora, le aziende dovranno sviluppare strategie innovative per utilizzare appieno le piattaforme virtuali. E, soprattutto, le aziende dovranno evitare la foga dell’ “esserci a tutti i costi”, e far partire progetti a medio termine, con una visione del futuro che sia illuminata, e non dettata dalla moda o da campagne di marketing improvvisate. Sarà solo allora che la crescita si potrà concretizzare, e vedremo finalmente un approccio serio e strutturato alle attività economiche e commerciali che si svolgeranno all’interno dei Mondi Virtuali.

Ma noi sappiamo, e ne scriviamo da 13 anni, che all’interno dei Mondi Virtuali, a partire da Second Life, molte altre attività vengono portate avanti da artisti, costruttori, gestori di eventi, e di approfondimento culturale. Ma sappiamo anche che un mondo come Second Life, se non si adeguerà alle nuove tecnologie, non sarà un ambiente adatto agli sviluppi futuri. Nessuna azienda troverà conveniente entrare in una piattaforma chiusa, in cui gli ogegtti sono praticamente di proprietà della Linden Lab, e dove non esiste alcuna protezione del valore e della proprietà intellettuale.

Saranno quindi altre le piattaforme del futuro, in cui, oltre alle aziende, dovranno trasferirsi anche gli artisti, i builder, i designer, e via dicendo. Credo che sarà difficile che il Mondo Virtuale di Second Life si adegui alle nuove tecnologie, per cui, andrà man mano declinando. Tuttavia, la bellezza delle elaborazioni grafiche e delle creazioni artistiche, che si sviluppano all’interno di Second Life, non sono ancora eguagliate da nessuna piattaforma. Ma questo avverrà, inevitabilmente, nei prossimi anni. Nasceranno così, magari in termini di standard comuni e di interoperabilità, le nuove piattaforme del futuro. E non saranno nè Meta nè la Sony, nè altri nomi attuali a costruirle e farle sviluppare. Un saluto.

Nota: L’immagine in evidenza è a questo link:

https://www.repubblica.it/tecnologia/2022/10/11/news/lannuncio_di_zuckerberg_nel_metaverso_avremo_anche_le_gambe-369596831/

Impariamo a dialogare con l’Intelligenza Artificiale Chat-GPT

Chat-GPT dell’azienda Open-AI è la più straordinaria applicazione di Intelligenza Artificiale che sia mai stata messa a disposizione di un vasto pubblico. Se provate a dialogare con lei vi accorgerete che siamo quasi arrivati a far superare da una macchina il “Test di Turing“, il padre dell’Intelligenza Artificiale.

Turing, uno dei più grandi matematici del secolo scorso, fu il responsabile del gruppo di lavoro del Regno Unito che nel corso della seconda guerra mondiale decifrava i messaggi in codice usati dai tedeschi, usando un primo rudimentale elaboratore elettromeccanico nei laboratori di Bletchley Park, vicino Londra. Il lavoro di quel gruppo consentiva di prevedere in anticipo le mosse dei tedeschi, decifrando i messaggi che questi si scambiavano utilizzando la famosa macchina ENIGMA. Si stima che quel gruppo di lavoro abbia consentito di abbraviare la guerra di due anni, risparmiando milioni di morti.

Tornando a noi, il famoso Test di Turing fu formulato per testare il comportamento di una macchina, e per capire se si comportasse o meno in modo “intelligente“. Naturalmente a quel tempo questa prospettiva sembrava molto futuristica, ma oggi non è più così. Il Test suggerito da Turing consiste nel porre le stesse domande a due entità, un essere umano e una macchina, e nel momento in cui le due entità fossero indistinguibili da chi poneva la domanda, si sarebbe potuto affermare che quella macchina aveva comportamenti “intelligenti”.

Chat-GPT, l’acronimo di “Chat Generative Pretrained Transformer”, ci mette alla prova, e si avvicina moltissimo a questo risultato. E’ una applicazione di Intelligenza Artificiale, addestrata su una mole enorme di dati, e sottoposta a test preliminari supervisionati dai tecnici che hanno seguito il suo addestramento, per correggere gli errori di impostazione nelle risposte che man mano venivano fatti dall’AI.

Le applicazioni sono infinite, dalla stesura di testi, alle ricerche approfondite su qualsiasi tema, alla scrittura di codice per i computer, alle traduzioni, allo svolgimento di lavori letterari, e così via.

Il risultato è straordinario, e potete testarlo voi stessi, come descritto di seguito.

Andate sul sito di Open-AI: https://openai.com/blog/chatgpt/ e cliccate “Try CHATGPT” si aprirà un pannello in cui vi chiede di registrarvi, e successivamente si aprirà il pannello della Chat, con l’ultima riga in basso digitabile per le domande.

Quello che può fare Chat-GPT vi lascerà a bocca aperta: risponde a domande di ogni tipo, tranne quelle ritenute non consone, tipo come ci si suicida, come costruire una bomba o domande di tipo razzista su specifiche etnie, e così via. Questo è il limite di questa AI, ma è anche una garanzia che certe pratiche non devono essere “aiutate” dall’AI. Potremmo discutere all’infinito su chi è che mette questi paletti, e di che tipo siano gli eventuali pregiudizi di chi ha supervisionato l’addestramento della AI, ma non arriveremmo a nessuna conclusione, è un fatto, una “valvola di sicurezza etica” se vogliamo.

Del resto, a chiunque ponessimo delle domande, dall’uomo della strada al più famoso esperto di una certa materia, avremmo comunque una risposta formulata in base alle sue convinzioni e allla sua esperienza. Il tema importante da affrontare è quello, appunto, di sviluppare delle applicazioni di AI che contengano dei limiti etici che dovremmo definire nel miglior modo possibile, e col più ampio consenso.

Non a caso, nell’ambito dell’Unione Europea, è stato varato una bozza preliminare di “Codice Etico” dopo ampia e approfondita discussione nell’ambito di una equipe di 52 esperti (due italiani tra questi), che ha definito dei paletti e dei principi generali per l’utilizzo delle AI:

(https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2020-0275_IT.html)

(https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/expert-group-ai)

(https://www.hdblog.it/2019/04/09/intelligenza-artificiale-ia-codice-etico-ue/)

Sono temi che non appartengono più al futuro ormai, ma al presente. Tocca a noi aggiornarci e seguirne gli sviluppi, senza preconcetti, ma in modo consapevole. Tenendo ben presente che o seguiamo noi il progresso, o ci troveremo emarginati nel nuovo mondo che sta nascendo. Un saluto.

Il “Metaverso” non esiste

Il “Metaverso” non esiste, se non nelle fantasie letterarie degli autori di romanzi di successo, come “Il vero nome” di  Vernor Vinge, “Snow Crash” di Neal Stephenson o “Neuromante”, di William Gibson, e forse non esisterà mai, nell’accezione di un unico universo virtuale a cui tutti possano collegarsi.

Quello che esiste oggi, da quasi venti anni, è una serie di piattaforme distinte, ognuna gestita da una Certification Authority diversa, che non comunicano tra di loro, né hanno un comune modello di presenza. Non esiste ancora nemmeno una modalità univoca di individuare un Avatar sulla rete, cosa essenziale per diversi aspetti, operativi e giuridici. Ogni individuo che voglia frequentare i diversi Mondi Virtuali oggi deve avere un account diverso per ogni piattaformna, e queste piattaforme sono indipendenti l’una dall’altra.

dal “Blog di Beppe Grillo”

Prima di discutere delle evoluzioni future è bene porsi qualche domanda.

Ma davvero vogliamo che esista un unico “Metaverso”? E chi lo gestirebbe? Chi provvederebbe alla gestione delle manutenzioni, degli aggiornamenti continui, dell’operatività quotidiana, per garantirne il costante funzionamento”? Chi provvederebbe a far rispettare le Terms & Conditions, a proteggere i sistemi?

Qualcuno potrebbe pensare che basterebbe gestire una rete peer-to-peer, come si fa con le blockchain. Ma allo stato attuale delle cose questa soluzione sarebbe impraticabile per gli scopi che vorremmo. Resterebbe intanto irrisolto il nodo del rispetto delle condizioni di accesso. E poi, chi fornirebbe i server di grande capacità per gestire le “isole” del “Metaverso”? Come verrebbero remunerati i nodi senza “minare” cryptovaluta? Allo stato attuale delle nostre capacità tecniche non credo che queste domande possano trovare una risposta semplice.

Oltre agli aspetti tecnici occorre poi porsi anche dei problemi di tipo etico-politico nel guardare all’ipotesi di un Universo Virtuale unico, con un’unica autorità di gestione. Siamo proprio certi che tale gestione non si traduca, magari contro le migliori intenzioni, in un controllo di massa di proporzioni mai viste? E che effetto avrebbe l’intrusione di malintezionati, singoli o entità statali, nei server di gestione di questa ipotetica piattaforma?

Il modello da perseguire, a mio parere, è quello della rete di piattaforme distinte, come avviene oggi, con protocolli unici da rispettare, e con la possibilità di avere una totale interoperabilità tra i diversi Mondi Virtuali.

dal “Corriere della Sera”

E’ un po’ il modello di internet, un patchwork di tanti providers, di grandi o piccole dimensioni, che si parlano tra loro, utilizzando protocolli di rete (TCP, IP, BGP, ecc.) comuni. In cui ogni provider ha il suo “cono” di gestione, nell’annunciare e nel raccogliere il traffico proveniente dai domini da esso gestiti. E ogni provider intrattiene dei rapporti di “peer” con i vicini per consentire la copertura globale della rete internet.

Una rete resiliente, per la capacità dei routers di scegliere sempre la strada pià conveniente, e che non viene messa in crisi dalla defaillance di uno o più parti di essa. E’ un modello che ha garantito il funzionamento e l’evoluzione della rete internet per come la conosciamo fino ad oggi.

Naturalmente, occorrerebbero anche regole comuni, e il riconoscimento dell’identità del singolo Avatar nello spostarsi da un Mondo Virtuale all’altro.

E’ stata di grande importanza la nascita della “The Metaverse Standards Forum”, che raccoglie le maggiori aziende mondiali della rete per cercare di omogeneizzare i modelli di approccio ai Mondi Virtuali.

Quindi la strada non sarà breve, ma credo che ci arriveremo nel giro di qualche anno, dando anche modo alla legislazione di adeguarsi a queste evoluzioni tecnologiche, e ai fornitori di contenuti di proporre e valorizzare le proprie applicazioni all’interno dei singoli Mondi Virtuali. Il futuro è già qui, fattibile e chiaramente delineato, occorre ora creare le condizioni perché tutto questo avvenga.

Impariamo dalle Intelligenze Artificiali.

In questi giorni ci si sta divertendo a giocare con l’intelligenza arttificiale ChatGPT, sviluppata da OpenAI e che vede l’ingresso di Microsoft come principale azionista, in grado di investire cifre favolose, si parla di 10 miliardi di dollari.

ChatGPT non è naturalmente la prima piattaforma del genere, basti ricordare il famosissimo Watson dell’IBM, o i vari SIRI e Alexa, ma è la prima che sta spopolando presso il grande pubblico su internet, messa a disposizione da OpenAI per giocarci un pò.

Di applicazioni del genere ce ne sono dappertutto, è un lnto progredire, senza che noi ce ne accorgiamo, e in modo sempre più pervasivo. E’ un bene, certamente. Le AI daranno un aiuto fondamentale all’umanità, in molti settori, dalla formazione alle diagnosi mediche, dal controllo intelligente del traffico nelle smart cities alla guida delle grandi navi portaconteiners, e via dicendo.

Molti mestieri attualmente svolti dagli umani non saranno più sostenibili, verranno svolti dalle macchine, da robot guidati da AI sempre più efficienti, in tutti i campi, non solo nei lavori manuali, ma anche nelle professioni intellettuali. Basti pensare al grado di affidabilità di una AI nel formulare una diagnosi medica, con un’accuratezza di molto superiore a quella di qualsiasi medico. Purtroppo, e lo stiamo vedendo in Ucraina con l’uso di droni e di armi intelligenti, il progresso si estende anche alla tecnologia militare, ma questo è sempre successo nella storia dell’umanità.

Dobiamo abituarci a questi enormi, e veloci, cambiamenti. Molti di noi dovranno cambiare mestiere, o modo di lavorare. Occorrerà studiare, e accrescere le proprie competenze nelle varie professionalità, come successo nell’esempio famoso dei bigliettai alla stazione Termini di Roma, estinti …

Costruiamo il “Metaverso”: Le premesse

Useremo la parola “Metaverso” solo nel titolo di questi articoli, perché, in realtà, questo fantomatico “Metaverso” esiste solo nelle pubblicistiche dei fuffologi dell’ultim’ora, che stanno cavalcando l’ennesima bolla ad uso degli assetati di innovazione “a prescindere”, di qualunque cosa si tratti. E si tratta, anche stavolta, di un hype destinato ad esaurirsi rapidamente, in mancanza di effettivo interesse di massa e di chiarezza di obiettivi e di modalità di utilizzo. Ed il termine “costruiamo”, che antepongo al cosiddetto “Metaverso”, sta ad esprimere una speranza, ed una volontà, di continuare un percorso ormai vecchio di decenni, che, finalmente, può oggi portare alla costruzione graduale di una confederazione di “Metamondi” collegati tra loro, interoperabili, che potrebbero un giorno non lontano costituire quello che potrebbe anche (allora si) formare il famoso “Metaverso”, preconizzato in un romanzetto del 1993 di Neal Stephenson, oggi sfruttato come base teorica di questa fuffa continua che ci stanno propinando.

Quindi cercheremo di uscire dalle speculazioni e dalla fuffologia, cercando di individuare gli elementi che potrebbero costruire il futuro “Metaverso”. Continueremo quindi ad utilizzare, per questi ambienti simulati 3D il termine di “Mondi Virtuali”, lasciando da parte, in questa fase storica, il termine “Metaverso”.

Premesso tutto ciò, è importante cominciare a definire il primo tassello di questa strana galassia formata dai Mondi Virtuali attuali. Domandandoci innanzitutto che cosa sia un Mondo Virtuale.

Un Mondo Virtuale è un ambiente digitale, che simula il mondo fisico reale, basato su dei software di modellazione 3D, in cui si può entrare con la mediazione di un “Avatar“, un personaggio creato allo scopo da chiunque voglia accedere a quel singolo Mondo Virtuale, e attraverso il quale si può vivere una esperienza “immersiva” in un ambiente costruito artificialmente dal software di simulazione, persistente e frequentabile da innumerevoli altri avatar, e che esiste nei server di quel Mondo, indipendentemente dagli avatar presenti o meno in un determinato momento.

L’Avatar è quindi una rappresentazione digitale, costruito secondo i propri gusti e con gli strumenti messi a disposizione dall’ambiente virtuale, mediante il quale è possibile interagire con gli altri avatar, ovunque siano collocati fisicamente nel mondo i loro alter ego reali, vivere esperienze di vario genere, dalla costruzione di oggetti virtuali, alla partecipazione a giochi di ruolo, dalle più diverse interazioni sociali, lavorative o educative a esperienze di creatività, di elaborazione artistica, a interazione sociali e collaborative, a rapporti umani e professionali, e fino a costruire gruppi e comunità di interessi e di obiettivi.

Un Mondo Virtuale è un luogo vero di interazione, non materiale ma virtuale, e le esperienze che è possibile vivere in questo ambiente sono paragonabili a quelle che si possono vivere nel mondo reale, con le limitazioni, ovviamente, poste dalla limitatezza degli strumenti sensoriali attualmente disponibili.

L’esperienza immersiva è destinata, in ogni caso, a migliorare gradualmente, man mano che anche il tatto, l’odorato e il gusto, potranno affiancarsi nell’esperienza virtuale alla vista e all’udito, con l’ingresso in scena di nuovi sensori ed apparecchiature digitali più evolute e alla portata di tutti. L’introduzione dei visori 3D, come l’Oculus di Meta, o come il prossimo visore in fase di progettazione da parte di Apple, ha già reso più coinvolgente ed immersiva la presenza in un Mondo Virtuale, ma non saranno questi gli unici strumenti che ci consentiranno di vivere in un Mondo Virtuale.

Infatti, da decenni si utilizzano già gli strumenti bidimensionali classici, schermo e mouse, per entrare in un ambiente 3D immersivo, e probabilmente non tutti vorranno vivere una esperienza di immersione totale nell’ambiente di simulazione; quindi questi strumenti continueranno ad essere utilizzati anche in futuro, contrariamente a quanti alcuni preconizzano o come abbiamo visto in diversi film futuristici del tipo di “Ready Player One”. Molteplici saranno quindi i dispositivi utilizzati per “entrare” nei Mondi Virtuali, con caratteristiche diverse, fissi o mobili, completamente immersivi o meno. A seconda delle esigenze e delle possibilità degli utenti.

Abbiamo quindi dato un contorno a quello che significa “Mondo Virtuale”, e accennato ad alcuni elementi costitutivi del futuro “Metaverso”. Ma molta strada ci rimane da compiere, e lo faremo un passo alla volta, cominciando a ripercorrere la storia, e guardando alla situazione attuale, a quelle che sono le esperienze già a disposizione di tutti. Ma prima sarà necessario definire meglio gli obiettivi futuri, e il perimetro di quelle caratteristiche che riteniamo debbano costituire il futuro dei Mondi Virtuali.

La giornata contro la violenza sulle donne

Non penserete che io scriva questo post per ripetere le solite cose trite e ritrite, vero? Alla fine questa giornata è diventata una ricorrenza come tante, in cui si fanno discorsi, articoli di giornale, e la solita sequenza di condanne alla violenza ripetuta da politici e autorità. Stop, il resto dell’anno ci si dimentica di tutto questo.

Ogni volta che mi pongo domande su questo fenomeno aberrante della nostra società mi rendo sempre più conto della complessità del problema. Ma una cosa è certa, almeno per me, non so per voi: quelli che esercitano la violenza fisica contro le donne sono una esigua minoranza, per fortuna, ma se guardiamo alla violenza diffusa, alle forme di ricatto, alle mortificazioni, esercitate contro le donne, allora il fenomeno si rivela in tutta la sua gravità, e pervade l’intera nostra civiltà.

E’ un problema complesso, che riguarda tanti aspetti della vita civile, dicevo. Ci sono, intanto, due questioni preliminari, su cui non ci sono altre considerazioni da fare, tanto sono scontate. La prima riguarda l’educazione dei nostri ragazzi, responsabilità delle famiglie, certo, ma anche della scuola, dello stato. Ci sono argomenti che vanno trattati fin da piccoli, perchè la violenza non è innata in una società come la nostra, la si accumula durante tutta la nostra vita, con le nostre frustrazioni, il nostro individualismo, man mano che cresciamo. La seconda è la repressione di quelle frange di violenti che arrivano alla violenza fisica, e a volte al femminicidio. Credo che si stia ragionando sul rendere le pene più certe e non aggirabili, e fondamentale è il ruolo dei centri antiviolenza e dell’assistenza alle donne in situazioni di pericolo.

In mezzo a queste due questioni, c’è il mare magnum del funzionamento della nostra società, e dell’ancora considerevole disparità di trattamento tra uomini e donne, sia nel lavoro, che nelle istituzioni, che nella società. Qui dei passi avanti si stanno gradualmente compiendo, ma con troppa lentezza, se consideriamo ad esempio che la nostra Presidente del Consiglio era l’unica donna a sedere al summit del G20 a Bali una decina di giorni fa.

E poi dobbiamo anche porci anche dei problemi a livello personale, non solo verso la società, sui nostri comportamenti, verso le nostre compagne e verso i nostri figli, su quello che facciamo ogni giorno all’interno delle nostre famiglie. Perchè il clima familiare è fondamentale, per trasmettere valori ai ragazzi e alle ragazze. Insegnare la comprensione la tolleranza e, elemento fondamentale, il valore dell’indipendenza economica attraverso il proprio lavoro. Il lavoro come fondamento della dignità della persona, e della sua indipendenza, la necessità di non dover dipendere da nessuno. Perchè molti sono i casi di donne che non rompono un rapporto di sopraffazione per una dipendenza economica che non si riesce a superare. Qui fondamentale è il ruolo dei centri di assistenza e di formazione, per aiutare la donna a trovare una strada. Senza lavoro non c’è indipendenza, e, purtroppo, ancora esiste una notevole differenza fra tasso di occupazione maschile e femminile. Ma deve anche essere una rivendicazione personale. Certo, ci sono i bambini da crescere, la scuola, la casa, ecc. Ma questi problemi si devono affrontare, ognuno di noi c’è passato, e se guardiamo alle nostre esperienze personali, ognuno di noi può vantare dei successi, o avere rimpianti, ma questo è il punto, da qui ognuno di noi deve partire a mio parere.

Tanto cammino c’è da fare ancora, e tanti problemi devono essere ancora efficacemente affrontati dallo stato, dalla scuola, dal mondo del lavoro. Ma se non vogliamo tornare ogni anno a recitare ipocrite lamentazioni, o a celebrare una semplice ricorrenza, tocca anche a ognuno di noi fare delle cose concrete. In famiglia, nel mondo del lavoro, nelle istituzioni in cui lavoriamo. Un augurio a tutte le bambine, perchè il loro futuro possa loro riservare meno problemi di quanti ne hanno vissute le loro mamme, e di costruirsi la propria strada nella vita, con le proprie forze.

L’identità dell’avatar

Si parla sempre più di Metaverso, anche se impropriamente, perchè oggi di cosiddetti “Metaversi” ce ne sono tanti, e il problema dell’interoperabilità è ben lontano dall’essere posto, per evidenti motivi di rivalità e di concorrenza tra i vari brand. Il problema dell’interoperabilità è tuttavia ben noto in internet, poichè la “rete delle reti” si basa proprio sull’interconnessione tra i diversi domini, dei diversi provider diverse realtà in giro per il mondo, fino a formare quell’immenso puzzle che è l’attuale internet, utilizzando il protocollo di rete BGP (Border Gateway Protocol) per le connessioni extradomain, tra un provider e l’altro.

Ognuno di noi, quando entra in rete, è identificato dall’indirizzo IP dell’interfaccia di rete della propria macchina. Quando si entra su un ecosistema proprietario poi, come Google, Apple, Amazon, o Facebook, ci si identifica con i propri dati personali, anche se, a volte, con nomi di fantasia associati al proprio account.

Metaverso Controverso - Leadership & Management Magazine

Se parliamo poi di Mondi Virtuali, i “Metaversi” della corrente vulgata, si entra in un ambito più interno alla rete, in cui, oltre allo strato esterno di internet, con tutti i problemi connessi all’identificazione e alla sicurezza, si devono affrontare problemi nuovi che, se volete, riguardano la gestione dell’ordine pubblico di una comunità, per quanto virtuale.

Si apre perciò uno scenario del tutto nuovo: come gestire i diritti e i doveri all’interno dei “Metaversi”, come rispettare i fondamentali principi di libertà e democrazia. Ma questo è un problema che riguarda anche la proprietà degli oggetti creati all’interno dei Mondi Virtuali, e riguarda poi l’identità stessa dell’avatar. Perchè se un individuo, in un contesto sociale, commette dei reati, dovrà essere identificato e dovrà rispondere dei suoi atti. Intendiamoci, è lo stesso problema che si pone nel mondo reale, laddove un ladro o un malvivente commettono dei reati. Qui però esistono le forze dell’ordine direttamente operative, sia per le indagini, che per assicurare alla giustizia i malviventi. Ma in un Mondo Virtuale?

Uno dei territori all’interno di Second Life

E’ bene precisare che uno degli assiomi fondamentali dell’utilizzo della rete è che un reato è sempre un reato, sia esso commesso nel mondo reale, che in quello virtuale di internet, ma allo stesso tempo non possono esistere scorciatoie di sorta, e non è neanche lontanamente pensabile un qualche tipo di identificativo che faccia riconoscere l’avi “a vista”, perchè sarebbe come un marchio da stampigliare sull’avatar per renderlo identificabile, una sorta di codice fiscale o di spid da richiedere a chi entra nei Mondi Virtuali. Una soluzione del tutto impensabile, perchè in rete deve continuare a vigere la libertà di opinione e di espressione, anche col diritto all’anonimato, perchè la rete è uno dei mezzi per esprimere opinioni, e far circolare informazioni, anche al di fuori delle varie cortine di ferro dei diversi paesi autocratici.

D’altro canto, la tutela della proprietà e dei diritti individuali deve essere salvaguardata in ogni caso. Non quindi sarà il caso di creare uffici di polizia giudiziaria per le indagini direttamente nei Metaversi? Strano ma forse necessario? Ci sarebbero pochi vantaggi e molte controindicazioni, non credete?

Sono problemi nuovi e complessi, che vanno oltre i problemi relativi alla semplice libertà di espressione in rete. Occorrerà affrontarli nei modi e nei tempi giusti, rispettando la democrazia e la libertà individuale. Per questo motivo mi piacerebbe un confronto con vari interlocutori, ed ho creato un gruppo in Second Life, a cui ho invitato diversi amici, rappresentativi di esperienze e di attività diverse, e con loro vorrei iniziare un confronto aperto, ognuno con le proprie opinioni, ma mettendo a fattor comune le diverse esperienze e sensibilità. Il gruppo è naturalmente aperto a quanti vogliano contribuire a questa discussione. Vi aggiornerò su queste pagine.

Un saluto.

AquilaDellaNotte Kondor

Il Metaverso prossimo venturo.

Da qualche mese, a partire dal Facebook Connect di ottobre scorso, si parla diffusamente di “Metaverso”. Lo scalpore suscitato dallo speech di Mark Zuckerberg (https://www.facebook.com/facebookrealitylabs/videos/561535698440683/) ha catturato l’attenzione di tutti, a partire dagli esperti di tecnologia, poi dagli istituti di ricerca, gli ambienti dei social, le aule universitarie, e gli ambienti industriali. E si capisce bene il motivo: la discesa in campo del colosso di Menlo Park ha fatto capire a tutti che ci troviamo di fronte ad una vera e propria svolta, e anche se si è fantasticato molto sui motivi pseudopolitici per cui Facebook voglia cavalcare questo nuovo settore, non sfugge a nessuno che la potenza economica, e la diffusione di penetrazione sulla rete, di Facebook (ora META) cambierà per sempre le cose.

Mark Zuckerberg

I tempi sono finalmente maturi, vista la potenza di calcolo dei processori attuali, sia delle CPU che delle GPU, e vista anche la crescita graduale della tecnologia 5G, che rendono molto realistica la possibilità di una diffusione esponenziale di queste piattaforme. Ancora qualche ritardo si registra sui visori, apparecchiature indispensabili per creare l’esperienza immersiva, ma su questo terreno si stanno ormai cimentando i maggiori brand di tecnologia, a cominciare dalla stessa META, proprietaria del prodotto Oculus, e dalla Apple, che ha già pronto il suo visore di Realtà Virtuale, attualmente in fase di sperimentazione, e che verrà presentato probabilmente in autunno, anche se qualcuno mormora che l’evento WWDC22 di lunedì 6 giugno (ore 19 italiane) servirà a presentare già il prodotto agli sviluppatori, per consentire loro di iniziare in anticipo lo sviluppo di applicazioni, presupposto indispensabile alla commercializzazione.

Visore 3D

Insomma, questo mercato si è finalmente messo in moto, e per noi che frequentiamo il “Metaverso” da ormai quasi 20 anni, è un’ottima notizia, perché fino ad oggi il settore ha sofferto di scarsi investimenti e di scarsa considerazione, sia dai media che dal mondo accademico ed industriale. L’esperienza più significativa finora, dal punto di vista sociale, e non di gaming, Second Life, ha continuato per questi 19 anni a mantenere la sua presenza di affezionati, ma è sempre stata vista con sufficienza, a parte il boom degli anni 2007-2009, rapidamente esauritosi come hype, almeno per quanto riguarda il grande pubblico e i giornali.

Gli sviluppi futuri saranno sicuramente molto rapidi, quindi occorrerà seguire con attenzione questa evoluzione, perché oltre agli aspetti positivi, ci sono anche degli sviluppi che occorrerà evitare che si realizzino. Io vedo, sopra di tutti, due potenziali problemi, che occorre disinnescare prima che diventi troppo tardi.

Metaverso

La prima questione è la possibilità che un attore industriale (come Meta, o anche Apple) assuma l’iniziativa, e la porti avanti in modo tanto rapido (con investimenti e campagne massicce) da diventare rapidamente una specie di monopolio di fatto. Il pericolo è molto concreto, perché la potenza economica di questi soggetti è tale da poter investire qualunque cifra in questo settore di mercato.

Devo qui dire fermamente che io non credo affatto ad un futuro in cui il “Metaverso” possa essere uno spazio unico ed onnicomprensivo, come descritto nel 1992 da Stephenson nell’ormai mitico Snow Crash. Ci saranno, ci dovranno essere, una serie di “Metaversi” sviluppati da attori diversi, con caratteristiche simili ma concorrenziali, e questo sarà indispensabile per consentire la libertà di scelta e il contrasto ad un monopolio anche commerciale. Non vorremmo insomma che si ripetesse il “fenomeno” Facebook, che ha monopolizzato il mondo dei social. SI rende quindi indispensabile sviluppare e diffondere la tecnologia dell’interoperabilità, fornendo delle API Open Source a chiunque voglia sviluppare il suo “Metaversino”. E’ solo una questione di volontà, perché tecnicamente non ci sono grossi ostacoli. Già nel 2008 la IBM e la Linden Lab effettuarono dei test per teletrasportare un avatar da Second Life ad Open Sim (https://www.youtube.com/watch?v=v45EOma7wDo). Poi in IBM calò l’interesse per questo progetto, non vedendo all’epoca sviluppi industriali adeguati. I tempi ora sono maturi, quindi ci vorrà poco per completare questo percorso, ma dovrà essere rigorosamente in ambito Open Source, con garanzie “Creative Common”, dando a tutti la possibilità di usare, e di sviluppare ulteriormente, la tecnologia. Un ambiente cooperativo insomma.

Uno degli utilizzi più diffusi delle piattaforme immersive: i meetings e l’education

Un postulato di questo sviluppo chiave dovrà essere anche la “portabilità” dell’identità dell’Avatar, da un Metaverso all’altro, in modo da conservarne l’identità e le proprietà, sia intellettuali, che dei manufatti che si andranno a creare in ambito virtuale. La tecnologia block-chain dovrà quindi garantire l’autenticità dei prodotti, e difendere la proprietà intellettuale e “materiale”. E’ tutto fattibile, le tecnologie ci sono già, occorre solo farlo … ed evitare che qualcuno monopolizzi il mercato.

Il secondo aspetto di cui occorre occuparsi con grande anticipo (e cioè subito..!) è quello della proprietà intellettuale e della privacy. Le normative attuali non sono sufficienti in una piattaforma immersiva. La stessa normativa europea GDPR dovrà avere degli aggiornamenti, così come anche una sorta di SPID dell’avatar dovrà assicurare il diritto di accesso e di proprietà, oltre che la trasparenza delle responsabilità in ambito Virtuale, evitando un far west incontrollato e senza regole. Le esperienze fatte fino ad oggi sulla rete ci hanno insegnato molto a questo riguardo.

Insomma, sia apre finalmente una nuova frontiera, grazie al progresso della tecnologia, e alla perseveranza di chi ha sempre creduto in questo prossimo futuro. Seguiamone costantemente gli sviluppi, perché la strada non sarà affatto lineare, ma alquanto tortuosa, e con parecchi rischi da evitare. Un saluto.

La dura vita del DJ in Second Life

Quella del DJ è una professione, o se volete un hobby, molto diffuso in Second Life. Negli ultimi anni infatti la musica e le serate danzanti sono diventate il filo conduttore delle serate trascorse con gli amici, nelle numerose land che offrono eventi di tipo musicale. Di pari passo, è cresciuto il numero dei DJ che si impegnano in queste serate, e questo è un dato di fatto, molto positivo. Il rovescio della medaglia è che spesso le serate in Second Life sono trascorse unicamente in disco, con la musica in sottofondo e con chiacchierate in IM con gli amici, finendo per diventare una noiosa routine. Ma questo è un altro discorso, e riguarda la difficoltà nel portare avanti progetti in Second Life.

Torniamo ai nostri DJ, perchè non è un mestiere facile, almeno per quelli che ci si impegnano seriamente, con fatica nel preparare le serate e un impegno notevole nel condurle. Ovviamente, ci sono anche quelli che si improvvisano DJ in pochi giorni, e fanno quello che possono, non avendo esperienza pregressa o cultura musicale sufficiente, ma l’impegno che mettono tutti è fuori discussione. Tuttavia, il risultato che si ottiene, e la “soddisfazione” dei residenti, dipende da diversi fattori.

Direi che la cosa più importante è la cultura musicale che c’è dietro, e l’attenzione nel preparare le playlist, dosando opportunamente la qualità scelta e i desiderata dell’uditorio. E a questo proposito è importante l’interazione in local o in IM con i presenti, perchè qui entra in gioco un’altra abilità importante: la capacità di comunicare e l’empatia con i presenti, nel percepirne le preferenze e l’andamento della serata.

Ci sono poi i fattori negativi, che diminuiscono la resa e la soddisfazione dei frequentatori delle serate musicali, come la voglia di qualche DJ di mettersi in evidenza in prima persona, rispetto alla musica che mandano, e l’eccessivo protagonismo nel condurre le serate. Ma questa è una caratteristica personale di alcuni personaggi, spesso anche molto bravi nella selezione dei brani e nella gestione della serata.

young people relax and have fun in a disco night

Ci sono poi quelli davvero bravissimi, che lasciano una traccia anche per il giorno dopo, per il tempo passato in loro compagnia e per il piacere della serata. Nei mesi scorsi ho avuto il piacere di intervistarne alcuni, e di capire come intendono la loro professione. In conclusione, il mestiere del DJ non è affatto facile, ma se si persegue la qualità, e si privilegia la musica rispetto alla chiacchiera, è una professione che può dare molte soddisfazioni, e può davvero essere apprezzata dalla gran parte dei residenti, contribuendo molto al piacere di passare nel Metaverso qualche serata in pieno relax.

Il 2Lei in Second Life

Nella giornata di ieri, 20 novembre, in seguito ad un bel post di Mebius Alenquer e agli interventi di altri amici, si è aperta una discussione sulla scarsa partecipazione agli eventi di quest’anno per il 2Lei, e ho avuto modo di esprimere anch’io alcune impressioni immediate sul tema. Voglio ritornare su questo argomento, in maniera più ragionata, perchè questo non è un problema che possa essere messo da parte per tutto l’anno, e ritornare poi a discuterne solo in vista del 25 novembre del 2022. Occorrerà ragionarci su durante tutto il prossimo anno, e credo anche che alcune cose possano essere fatte a partire da subito, per fare della prossima ricorrenza una occasione in cui potremo davvero dire di aver fatto dei passi avanti.

Io non credo che il problema sia poco sentito. Anche se le donne sono certamente quelle maggiormente sensibili, tanto è stato fatto per sensibilizzare anche gli uomini, e si sono fatti dei notevoli passi avanti negli ultimi anni. Purtroppo, il tema è davvero scottante, visto gli episodi che succedono tutti i giorni, uno stillicidio continuo di crimini e di abusi, a cui anche la forzata permanenza a casa durante il lockdown ha contribuito.

In Second Life, a partire dal 2010, e grazie ad un piccolo gruppo di volontari, si celebra questa giornata con eventi di impegno civile, e come occasione per discutere sul fenomeno, e coinvolgere la maggior parte possibile di residenti. Quest’anno la partecipazione non è stata elevatissima, nonostante l’impegno e la buona volontà dei volontari del “comitato”. Quindi occorre capire le motivazioni per cui l’argomento non fa presa, nonostante l’attualità sia di drammatica evidenza. Naturalmente, nella discussione non dovrebbero avere diritto di cittadinanza le polemiche contro nessuno, antico vizio dei residenti, soprattutto italiani, di Second Life. L’intento dovrebbe essere quello di fare qualcosa di utile, e di perseguire degli obiettivi chiari. Quindi io partirei proprio da qui: quali sono gli obiettivi da darsi in Second Life per questo progetto?

Prima questione: la sensibilizzazione, ma questo non basta, occorre focalizzarsi su cose più specifiche, che riescano a coinvolgere la gente, in modo non generico, ma nei fatti. Allora credo che occorra dare anche degli strumenti conoscitivi su quello che si fa nella vita reale, sulle organizzazioni di sostegno alle donne, sui siti, i numeri di telefono, le strutture pubbliche che possano essere di supporto, facendo quindi un lavoro di raccolta e organizzazione delle fonti, e di messa a disposizione delle informazioni per coloro che non ne sono a conoscenza.

Seconda questione: non può essere un problema di cui si parla solo una settimana all’anno, dovrebbe essere qualcosa di permanente e riconoscibile in Second Life. Io credo che occorra darsi un’immagine, un’identità precisa, e una presenza permanente con una sede, con iniziative non sporadiche, e con dei link nella vita reale, coinvolgendo anche consulenze esterne che possano contribuire al progetto. Mi piacerebbe che ci fosse un “luogo” in Second Life in cui si possa andare e trovare informazioni e possibili contatti.

Terza questione: quella organizzativa. Occorrerebbe che il gruppo di volontari sia permanente, e cambi anche connotazione, perché la parola “comitato” fa venire l’orticaria, e richiama alla mente vecchie e nuove polemiche dannose alla causa. Il gruppo di coordinamento non dovrebbe solo fare da “tramite” con chi organizza poi gli eveni, ma dovrebbe essere parte attiva nel costruire proposte e iniziative, un vero e proprio gruppo di lavoro, che abbia certamente un impegno limitato, secondo le possibilità di ognuno, ma che sia sempre presente in Second Life, per portare avanti il progetto.

Quarta questione: gli eventi. Credo che il format degli eventi itineranti sia confuso, e non dia dei punti di riferimento precisi, se non le notice e gli eventi creati sui social. In Second Life è prassi chiedersi la sera cosa fare e cercare di trovare gli eventi più interessanti dove andare, per poi finire solitamente a fare quattro salti in discoteca. Avere una sede fissa per il 2Lei può servire anche a creare un riferimento preciso, di cui poter disporre ogni volta che si vuole. Molto bella l’idea di coinvolgere gruppi diversi ma “portandoli” nella sede dell’evento, con il loro seguito di membri aderenti e di credibilità acquisita nel tempo.

Ma sono tante le idee e le proposte che ognuno può portare ad un tavolo di lavoro, queste sono le prime cose che mi vengono in mente, ma ci sono persone che seguono l’iniziativa da anni, che sicuramente ne hanno altre e di migliori da proporre. La cosa importante è dare un seguito alle discussioni, lavorando per il prossimo anno in modo costruttivo, e senza conflitti. Quindi la mia proposta immediata è la creazione di un tavolo di lavoro per costruire il percorso che dia una svolta a questa iniziativa in Second Life, e credo anche che la presenza di chi ha portato avanti per anni questa battaglia sia indispensabile a questo tavolo, mettendo da parte ogni polemica o incomprensione passata.

Un saluto.

P.S.: Metto il riferimento ad un mio articolo di due anni fa, in cui ragionavo sul problema più generale della violenza contro le donne, e che sottoscrivo ancora oggi, parola per parola.

stylish man in vr headset

Saremo tutti figli di Facebook?

La notizia del giorno, per gli appassionati di Mondi Virtuali, è stato l’annuncio fantasmagorico di Mark Zuckerberg sul cambio di nome in “Meta” della galassia Facebook – Instagram – Watsup, cosa che già da sola pone obiettivi ambiziosi, e sull’annuncio del Metaverso globale targato Meta del prossimo futuro.

Naturalmente, dal punto di vista della comunicazione e del business, l’annuncio e il cambio di nome cercano di far superare, nell’immaginario collettivo, i tanti problemi che la multinazionale di Zuckerberg ha attraversato negli ultimi anni: le fake news, il furto di dati ad opera di Cambridge Analytica, le imbarazzanti testimonianze dello stesso Zuckerberg davanti al Congresso USA, ecc. Ma l’attenzione dei più esperti commentatori di tecnologia, e degli appassionati della Virtual Reality, si è concentrata su quello che potrà essere il futuro Metaverso targato Facebook (o Meta, come ora si chiamerà).

Realtà Virtuale: le applicazioni in medicina • Lumi

Le reazioni dei nostalgici di Second Life sono sostanzialmente improntate al “Non c’è nulla di nuovo, Second Life faceva queste cose già dal 2003”, e quelle degli antesignani della VR sul fatto che non hanno nulla a che fare con questa futura creatura di tipo “commerciale”. Addirittura, il creatore della parola “Metaverso”, Neal Stephenson, che per primo la usò nel famoso romanzo Snow Crash, del 1992, ha tenuto a precisare che lui non ha nulla a che vedere con questa iniziativa. Quindi una pletora di prese di distanza.

Ma ci sono stati anche commenti entusiastici e di grande curiosità da parte dei novizi, e del grande pubblico, un’attesa messianica di qualcosa che non si conosce, vista solo nei film e nei filmati ad effetto proiettati da Zuckerberg nella sua presentazione.

Quello che sfugge a tutti questi commentatori, è che l’annuncio di Meta è uno spartiacque nella evoluzione dei Mondi Virtuali, per la necessità che aveva Facebook di voltare pagina, e di adeguarsi agli sviluppi futuri dei Social Network di oggi, e per la potenza di fuoco economica che questa grande compagnia, una della più grandi al mondo, è in grado di mettere in in campo per questa impresa. Queste due direttrici rendono quasi certa la possibilità di riuscita di questa impresa. Quindi la discussione dovrebbe ora spostarsi sul problema principale che abbiamo davanti, dato che il fatto che questo Metaverso verrà costituito non è in dubbio: come sarà questo Metaverso, sarà un monopolio di Meta, solo per venderci prodotti, o sarà “collaborativo” come promette Zuckerberg?

Sono interrogativi di grande rilevanza, perchè quello che potrà succedere, quando centinaia di milioni di utenti entreranno in questo nuovo Metaverso, lo possiamo solo intuire vedendo quello che è successo in Facebook: ingovernabilità sostanziale, capacità di manipolare la pubblica opinione, messa a disposizione incontrollata (nella sostanza) di dati personali, possibilità di influire addirittura sulle scelte politiche degli elettori, condizionando la politica di grandi stati. Se il nuovo Metaverso ha queste premesse, il futuro potrebbe essere davvero quello di Snow Crash.

Metodi formativi dell'altro mondo: realtà virtuale e aumentata - Ricam Group

Evitare questo scenario apocalittico sarà compito degli Stati, e degli organismi internazionali, introducendo regole chiare nel trattamento dei dati (cosa che l’Europa ha già parzialmente fatto), e ponendo serie limitazioni alle possibilità di manipolazione delle informazioni e al proliferare di fake news. Certo, sarebbe di gran lunga preferibile che non ci fosse un monopolista a gestire la nuova era di Internet, ma, purtroppo, i piccoli hanno fallito, almeno finora. C’è da sperare che gli altri operatori e le nuove startup si diano una mossa, e si mettano in cammino anch’essi. Il futuro è cominciato da un pezzo …

I nuovi sentimenti onlife.

Il tema dei rapporti “virtuali” è ormai vecchio di una quindicina d’anni, da che la rete ha creato le condizioni per mettere in contatto persone da ogni dove e in ogni quando… Così come è chiaro a tutti che la separazione tra vita “online” e vita “offline” ormai non ha più senso. Viviamo un tempo in cui noi siamo costantemente connessi, e i messaggi che ci arrivano dalla rete si aggiungono, e si integrano, con quelli che i nostri sensi percepiscono direttamente. Tanto che il filosofo Luciano Floridi, italianissimo docente ad Oxford di “Filosofia ed etica dell’informazione”, ha coniato per questo nostro modo di vivere il termine “ONLIFE”. Naturalmente non è sulla parola, in sè brillante, che dobbiamo soffermarci, ma sul senso che assume il nostro modo di vivere in questi tempi della rete.

Il nostro cervello è uno solo, e assorbe ogni stimolo che provenga dall’esterno, elabora e forma dei pensieri coerenti (si spera…) e una visione del mondo complessiva, che forma la coscienza di ogni individuo. Gli stimoli ci provengono da diverse parti, e oggi anche dal mondo allargato rappresentato dalla rete. Se io vi chiedessi di darmi la vostra descrizione di una bistecca, su quali elementi vi basereste? Sulla vostra esperienza visiva? Sul gusto, o sull’olfatto? E’ evidente che tutti questi stimoli si integrano tra loro, e formano l’idea che voi vi siete fatti di una bistecca. Se ai sensi tradizionali aggiungete anche le nuove informazioni provenienti dalla rete, la vostra idea di bistecca diventa ancora più elaborata e circostanziata. Così la descrizione di una bistecca che mi dareste sarebbe la vostra percezione complessiva, gusto, olfatto, vista, rete… Mi dareste, insomma, la vostra descrizione dell’esperienza onlife con una bistecca. Questo modo di ragionare onlife riguarda ormai tutta la nostra esistenza, ogni nostra esperienza, e anche i rapporti umani.

In rete noi tutti abbiamo conosciuto tanta gente negli anni che l’abbiamo frequentata, abbiamo creato esperienze, amicizie, amori… Ha senso paragonare un’amicizia in rete con una reale? In che cosa si somigliano e in che cosa sono invece diverse? Naturalmente online mancano certi sensi, mancano il tatto, il gusto, l’olfatto. Anche se forse, man mano, la tecnologia ci darà gli strumenti per superare questa separazione, anzi, a livello sperimentare certe soluzioni sono già operative. E’ però anche vero che un rapporto in rete sviluppa sensibilità del tutto nuove: lo sforzo nell’esprimersi in chat, l’approfondimento, la continuità in un rapporto, e, soprattutto, la possibilità di aprirsi completamente, mettere a nudo se stessi, avendo comunque quella sensazione di sicurezza e di protezione data dalle distanze, e spesso dall’anonimato. A volte comprendiamo molto meglio una persona, per quella che è veramente, conosciuta in rete, piuttosto che fisicamente. Pro e contro, differenze e similitudini. Certo è, che i rapporti sono diventati oggi più complessi, variegati, e la tipologia di sentimenti che proviamo assume una dimensione più ampia, e a volte più difficile da interpretare.

La nostra vita onlife è molto più complessa anche da gestire, rispetto alle vecchie sicurezze dell’offline, anche perchè noi siamo la prima generazione che si confronta con queste tematiche, siamo dei veri pionieri. Stanno nascendo nuovi paradigmi di esperienze nei rapporti, e non ha davvero senso chiedersi se è meglio l’online o l’offline, distinguere un rapporto in cui prevalgono certi sensi, rispetto ad uno in cui prevalgono altri. Certo, certe cose sono ancora limitate nei rapporti virtuali, ma l’intensità e la qualità di una relazione non è affatto in discussione. Quanto vale nella nostra vita un amore virtuale? E quanto sono “virtuali” quei sentimenti? Sono domande retoriche. Un amore è un amore, un’emozione è un’emozione, è diverso solo il modo di viverlo, e i mezzi per dargli continuità, e le differenze possono essere tante o poche, a seconda di come lo si vive.

Sono tempi nuovi, in cui la complessità, anche nei sentimenti, è aumentata di parecchio, ma abbiamo strumenti e intelligenza tali da poter affrontare queste nuove sfide, e vincerle, nella consapevolezza che niente è più come prima, nella nostra nuova vita onlife.

Terzo appuntamento artistico a GenovArt

The artistic initiatives of GenovArt continue. Four other international artists participate in this third appointment: deyanira Yalin, Jamee Thomson (jamee.sandalwood), Vanessa Jane (vanessajane66) and Eʏᴇs Kɪʀsᴄʜᴛᴀʀɪᴀ (varutina). As on other occasions, we asked them questions about their artistic activity and about art, in general, in Virtual Worlds. In this way we count on gathering the opinions of many of the most important virtual artists, in order to have as complete a picture as possible of the state of the art.

(Proseguono le iniziative artistiche di GenovArt. A questo terzo appuntamento partecipano altri quattro artisti internazionali: deyanira Yalin, Jamee Thomson (jamee.sandalwood), Vanessa Jane (vanessajane66) ed Eʏᴇs Kɪʀsᴄʜᴛᴀʀɪᴀ (varutina). Come nelle altre occasioni abbiamo rivolto a loro delle domande sulla loro attività artistica e sull’arte, in generale, nei Mondi Virtuali. Contiamo in questo modo di raccogliere i pareri di molti dei più importanti artisti virtuali, per avere un quadro il più completo possibile dello stato dell’arte.)

AquilaDellaNotte Kondor: How was your passion for photography in Second Life born?

(Come è nata la tua passione per la fotografia in Second Life?)

Vanessa Jane: I started playing around with Second Life photography a number of years ago but decided about two years ago to focus on Second Life landscape art and capturing some of the incredible Second Life sims and builds found here. I wanted to fuse my rl art training and experience with what SL has to offer.  Of course that meant mastering the technical aspects of SL photography plus GIMP and this has given me wings to really bring my creative vision into my work.

(Ho iniziato a giocare con la fotografia Second Life un certo numero di anni fa, ma ho deciso circa due anni fa di concentrarmi sull’arte del paesaggio Second Life e catturare alcune delle incredibili sim e costruzioni Second Life trovate qui. Volevo fondere la mia formazione artistica e la mia esperienza con ciò che Second Life ha da offrire. Ovviamente ciò significava padroneggiare gli aspetti tecnici della fotografia SL più GIMP e questo mi ha dato le ali per portare davvero la mia visione creativa nel mio lavoro.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you continue to follow this passion of yours, or do you think there are objective limits in a Virtual World?

(Pensi di continuare a seguire questa tua passione, o pensi che ci siano dei limiti oggettivi in un Mondo Virtuale?) 

Vanessa Jane: I very much need beautiful Second Life sims to really give me the best end results to my work  I also work extensively and obsessively with Windlights, playing with settings. EEP is a big change and something I have to really learn to adapt my style to.  I see no end to my creative drive but it is about adapting to the changes in Second Life, good or bad.  It is about seeing not objective limits but challenges I can overcome.

(Ho davvero bisogno di belle sim di Second Life per darmi davvero i migliori risultati finali al mio lavoro. Lavoro anche molto e ossessivamente con Windlights, giocando con le impostazioni. L’EEP è un grande cambiamento e qualcosa a cui devo davvero imparare ad adattare il mio stile. Non vedo fine alla mia spinta creativa, ma si tratta di adattarsi ai cambiamenti in Second Life, buoni o cattivi che siano. Si tratta di vedere non limiti oggettivi ma sfide che posso superare.)

AquilaDellaNotte Kondor: How would you explain your artistic activity to those unfamiliar with Second Life?

(Come spiegheresti la tua attività artistica a chi non conosce Second Life?)

Vanessa Jane: At base what I am is a digital artist, and effectively Second Life, and Second Life photography is the medium I work in (aided by post processing in GIMP).  I explore the visual opportunities this amazingly rich virtual world and let it inspire my artistic vision.

(Alla base quello che sono è un artista digitale, ed effettivamente Second Life, e la fotografia di Second Life è il mezzo con cui lavoro (aiutato dalla post-elaborazione in GIMP). Esploro le opportunità visive di questo mondo virtuale incredibilmente ricco e lascio che ispiri la mia visione artistica.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you have your own personal characteristics in expressing your art in Second Life, compared to other virtual artists?

(Pensi di avere delle tue caratteristiche personali nell’esprimere la tua arte in Second Life, rispetto ad altri artisti virtuali?)

Vanessa Jane: I think all artists have a unique vision, and a unique way of expressing it, and this develops more and more over time.  For me I love the artistic challenge of landscape art, the need to focus on the pure aesthetics of composition, tonality, colour and the flow of light through the picture.  However I try to use these, and especially light, to also suggest an emotion to each image.  I want my pictures to hint at a story, to touch a deeper dimension. I want to draw the viewer in and leave them tantalised by what lies within each piece.  I am inspired by some rl landscape painters too, notably James Burrell Smith, and how they infused emotion with incredible aesthetic vision in their work.

(Penso che tutti gli artisti abbiano una visione unica e un modo unico di esprimerla, e questo si sviluppa sempre di più nel tempo. Per me amo la sfida artistica dell’arte del paesaggio, la necessità di concentrarsi sull’estetica pura della composizione, della tonalità, del colore e del flusso di luce attraverso l’immagine. Comunque cerco di usare queste, e soprattutto la luce, per suggerire anche un’emozione ad ogni immagine. Voglio che le mie immagini suggeriscano una storia, tocchino una dimensione più profonda. Voglio attirare lo spettatore e lasciarlo stuzzicato da ciò che si trova all’interno di ogni pezzo. Mi ispiro anche ad alcuni paesaggisti di rl, in particolare James Burrell Smith, e come hanno infuso emozione con un’incredibile visione estetica nel loro lavoro.)

AquilaDellaNotte Kondor: Why do you take pictures in the virtual world of Second Life, what do you find more than RL?

(Perché scatti foto nel mondo virtuale di Second Life, cosa trovi più di RL?)

deyanira Yalin: In Second Life I find every thing my imagination can create, In RL I find myself limited to what I can imagine. And I love to quote Albert Einstein. “I am enough of the artist to draw freely upon my imagination. Imagination is more important than knowledge. Knowledge is limited. Imagination encircles the world.”

(In Second Life trovo tutto ciò che la mia immaginazione può creare, in RL mi trovo limitato a ciò che posso immaginare. E mi piace citare Albert Einstein. “Sono abbastanza artista da attingere liberamente alla mia immaginazione. L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata. L’immaginazione circonda il mondo”.)

AquilaDellaNotte Kondor: How do you organize your shots, plan what you want to do, or do you go instinctively?

(Come organizzi i tuoi scatti, pianifichi ciò che vuoi fare o procedi istintivamente?)

deyanira Yalin: Well lets see I have created folders for different subjects, nature, people, buildings something like, and I try very hard to keep them organized, of course it never happened, but I hear is a monster in the inventory that keeps making a mess of it. And I think I take the pictures instinctively, all I need is to like what I see.

(Beh, vediamo che ho creato cartelle per diversi soggetti, natura, persone, edifici qualcosa del genere, e cerco molto di tenerle organizzate, ovviamente non è mai successo, ma ho sentito che è un mostro nell’inventario che continua a fare casino esso. E penso di scattare le foto istintivamente, tutto ciò di cui ho bisogno è che mi piaccia quello che vedo.)

AquilaDellaNotte Kondor: How did you start your artistic activity?

(Come hai iniziato la tua attività artistica?)

deyanira Yalin: All my life I have been into art, remember painting in 5th grade. Started with Oils as school projects and move to Acrylics and that media was my favorite and I use it for few years. I had some exhibits in RL. Later I went into Graphic Design and animations graduating from both. When I discover I could do digital paints and if I use vector programs my art cold be printed to a large size without loosing resolutions so I stay with that and between Illustrator and PhotoShop I like what I create.

(Per tutta la vita mi sono appassionato all’arte, ricordo la pittura in quinta elementare. Ho iniziato con gli oli come progetti scolastici e sono passato agli acrilici e quel supporto era il mio preferito e lo uso da alcuni anni. Ho avuto alcune mostre in RL. Successivamente sono passato al Graphic Design e alle animazioni diplomandomi in entrambi. Quando scopro che potrei fare pitture digitali e se uso programmi vettoriali la mia arte verrà stampata su un grande formato senza perdere risoluzioni, quindi rimango con quello e tra Illustrator e PhotoShop mi piace quello che creo.)

AquilaDellaNotte Kondor: What are you missing in order to better express your artistic skills in a virtual world?

(Cosa ti manca per esprimere al meglio le tue capacità artistiche in un mondo virtuale?)

deyanira Yalin: I would say time, yes time is what I need to do much more of what I have been doing so far, and also more opportunities to show your work, that is what also inspire to keep creating. And I thank GenovArt for this opportunity. Thank You.

(Direi che è il tempo, sì il tempo è ciò di cui ho bisogno per fare molto di più di quello che ho fatto finora, e anche più opportunità per mostrare il tuo lavoro, questo è ciò che ispira anche a continuare a creare. E ringrazio GenovArt per questa opportunità. Grazie.)

AquilaDellaNotte Kondor: How was your passion for photography in Second Life born?

(Come è nata la tua passione per la fotografia in Second Life?)

Eyes Kirschtaria (varutina): At first, I only took a commemorative photo for my second life. I didn’t think about the processed photos.Because I didn’t know there was such a wonderful world of SL art. After that, I wanted to leave beautiful memories with my friends, so I started making edited photos.

(All’inizio, ho scattato solo una foto commemorativa per la mia seconda vita. Non ho pensato alle foto elaborate. Perché non sapevo che esistesse un mondo artistico così meraviglioso in Second Life. Dopodiché, volevo lasciare bei ricordi ai miei amici, così ho iniziato a fare foto modificate.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you continue to follow this passion of yours, or do you think there are objective limits in a Virtual World?

(Pensi di continuare a seguire questa tua passione, o pensi che ci siano dei limiti oggettivi in un Mondo Virtuale?)

Eyes Kirschtaria (varutina): Things have changed since I started working as a blogger and started filming, but I’m still passionate about it.

(Le cose sono cambiate da quando ho iniziato a lavorare come blogger, e ho iniziato a filmare, ma ne sono ancora appassionato.)

AquilaDellaNotte Kondor: How would you explain your artistic activity to those unfamiliar with Second Life?

(Come spiegheresti la tua attività artistica a chi non conosce Second Life?)

Eyes Kirschtaria (varutina): I think Second Life is a new art where you have a 3D creator, coordinate yourself, and express your various imaginations together, unlike an illustration you create by yourself. It is difficult to explain in words, so I want you to play with your second life first!

(Penso che Second Life sia una nuova arte in cui hai un creatore 3D, ti coordini ed esprimi le tue varie immaginazioni insieme, a differenza di un’illustrazione che crei da solo. È difficile da spiegare a parole, quindi voglio che tu giochi prima con la tua seconda vita!)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you have your own personal characteristics in expressing your art in Second Life, compared to other virtual artists?

(Pensi di avere delle tue caratteristiche personali nell’esprimere la tua arte in Second Life, rispetto ad altri artisti virtuali?)

Eyes Kirschtaria (varutina): I think everyone has their own personality.
If you know how to express yourself, everyone has a wonderful personality.
I try every day to find my identity.

(Penso che ognuno abbia la sua personalità. Se sai come esprimere te stesso, ognuno ha una personalità meravigliosa. Cerco ogni giorno di trovare la mia identità.)

AquilaDellaNotte Kondor: Why do you take pictures in the virtual world of Second Life, what do you find more than RL?

(Perché scatti foto nel mondo virtuale di Second Life, cosa trovi più di RL?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): I like to shoot in Second Life because it is an escape for me. It’s relaxing and allows me to focus on something that gets my mind off of things that are stressing me out or worrying me. It’s a release.

(Mi piace girare in Second Life perché per me è una via di fuga. È rilassante e mi permette di concentrarmi su qualcosa che mi distrae dalle cose che mi stressano o mi preoccupano. È una liberazione.)

AquilaDellaNotte Kondor: How do you organize your shots, plan what you want to do, or do you go instinctively?

(Come organizzi i tuoi scatti, pianifichi ciò che vuoi fare o procedi istintivamente?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): For me – it depends on what I am shooting. Shooting for the fashion realm I have to organize the shots and think about backgrounds and model placement. When I shoot the landscapes it’s all about seeing a shot and capturing it. Don’t ask me to repeat it – lol – even windlight – they are all one of a kind, one time things that happen to be what I see.

(Per me, dipende da cosa sto riprendendo. Scattando per il mondo della moda devo organizzare gli scatti e pensare agli sfondi e al posizionamento delle modelle. Quando scatto i paesaggi, l’importante è vedere uno scatto e catturarlo. Non chiedermi di ripeterlo – lol – anche windlight – sono tutte cose uniche nel loro genere, una volta che capita di essere quello che vedo.)

AquilaDellaNotte Kondor: How did you start your artistic activity?

(Come hai iniziato la tua attività artistica?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): Well, I started out taking photos within the fashion realm because I was entering contests and I wasn’t getting the vision I wanted with other photographers…they just didn’t see what I saw inside my own head. So I attended Visionaire to learn and perfect my craft mainly for that. But along the way I found landscapes and that has become a big part of what I shoot now…especially water…love shooting water things.

(Bene, ho iniziato a scattare foto nel mondo della moda perché stavo partecipando a concorsi e non ottenevo la visione che volevo con altri fotografi… semplicemente non vedevano quello che vedevo nella mia testa. Quindi ho frequentato Visionaire per imparare e perfezionare il mio mestiere principalmente per questo. Ma lungo la strada ho trovato paesaggi e questo è diventato una parte importante di ciò che scatto ora… specialmente l’acqua… amo fotografare cose d’acqua.)

AquilaDellaNotte Kondor: What are you missing in order to better express your artistic skills in a virtual world?

(Cosa ti manca per esprimere al meglio le tue capacità artistiche in un mondo virtuale?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): Time. I just need more time to be able to spend more time shooting and in Second Life.

(Tempo. Ho solo bisogno di più tempo per poter dedicare più tempo alle riprese e in Second Life.)

Una nuova tappa di GenovArt

The second event organized by GenovArt is always a collective one, this time with four international artists: Sisi Biedermann, Sandi Benelli, Calypso “Caly” Applewhyte e Christower Dae.

Exhibition start date: May 31st
Exhibition end date: June 21st
Gallery: Black & White Gallery – GenovArt
Landmark:
Slur: http://maps.secondlife.com/secondlife/Nabru%20City/57/117/2053

As for the previous exhibition, I organized a collective interview with the artists, asking them to answer the same questions. (Come nella mostra precedente, ho organizzato un colloquio collettivo con gli artisti, chiedendo loro di rispondere alle stesse domande.)

Sisi Biedermann

1 – What do you think about art in Second Life, is it different or is the same thing that in real life? And is it really art for you, or just a sort of tech game? (Cosa pensi dell’arte in Second Life, è diversa o è la stessa cosa che nella vita reale? Ed è davvero arte per te o solo una specie di gioco tecnologico?)

Sisi Biedermann: When I think about Second Life I visualize places I would like to see. I like to create art out of beautiful views. Not so different then Real Life art for me. If I see a pretty place I take a picture and create a piece of art. To me Second Life has never really been a game, but a beautiful place of creativity.

(Quando penso a Second Life visualizzo i luoghi che vorrei vedere. Mi piace creare arte da panorami meravigliosi. Non è così diverso dall’arte della vita reale per me. Se vedo un bel posto, scatto una foto e creo un’opera d’arte. Per me Second Life non è mai stato davvero un gioco, ma un bellissimo luogo di creatività.)

Sandi Benelli: Art in Second Life is going from great art to very common art. That is what I like about Second Life. You dont have to be a great artist in rl to be an artist in SL. Its all art but the styles and so variated. I love that people just throw themselfes out in trying – that is art to me.

(L’arte in Second Life sta passando dalla grande arte all’arte molto comune. Questo è ciò che mi piace di Second Life. Non devi essere un grande artista in rl per essere un artista in Second Life. È tutta arte tranne gli stili, così vari. Adoro il fatto che le persone si buttino a capofitto nel tentativo: questa è arte per me.)

Calypso “Caly” Applewhyte: It would be necessary already to wonder about what is art. It can be expressed in many different ways as in real life. I think that on SL there are real creative people, whether they are creators of spaces (lands), sculptors (3D spaces or scuptures strictly speaking), photographers. We can even widen the notion of art for some creators of objects whose quality is exceptional. Of course, we are facing a technological game, but in which creativity is pushed to its maximum possibilities offered by Linden Lab. I would say that we are facing art when creativity, imagination and quality of realization are combined. And then, in real life, we find “art” that is not art at all…

(Sarebbe già necessario chiedersi cosa sia l’arte. Può essere espresso in molti modi diversi come nella vita reale. Penso che su Second Life ci siano veri creativi, siano essi creatori di spazi (terre), scultori (spazi 3D o sculture in senso stretto), fotografi. Possiamo persino ampliare la nozione di arte per alcuni creatori di oggetti la cui qualità è eccezionale. Certo, siamo di fronte a un gioco tecnologico, ma in cui la creatività è spinta al massimo delle possibilità offerte da Linden Lab. Direi che ci troviamo di fronte all’arte quando creatività, immaginazione e qualità della realizzazione si uniscono. E poi, nella vita reale, troviamo “arte” che non è affatto arte.)

Christower Dae: Let’s start from the fact that for me every form of creativity is Art, consequently using terms like “art” and “artist” to make a distinction becomes superfluous in any sphere. The Second Life tool has favored and helped the creativity of its users especially in the period before the introduction meshes with the ability to import from outside. I say this because I believe a creation to keep its own uniqueness must “belong” totally to Second Life. The tools made available, the objects, the total absence of gravity, the use of textures, scripts, lighting are all elements that make what the imagination can unique to imagine.

(Partiamo dal fatto che per me ogni forma di creatività è Arte, di conseguenza usare termini come “arte” e “artista” per fare una distinzione diventa superfluo in ogni ambito. Lo strumento Second Life ha favorito e aiutato la creatività dei suoi utenti soprattutto nel periodo antecedente l’introduzione delle mesh con la possibilità di importare dall’esterno. Dico questo perchè ritengo che una creazione per mantenere una sua unicità debba “appartenere” totalmente a Second Life. Gli strumenti messi a disposizione, gli oggetti, la totale assenza di gravità, l’uso delle texture, gli script, l’illuminazione sono tutti elementi che rendono unico quello che la fantasia può immaginare.)

Sandi Benelli

2 – How do you perform your art, planning your creations, or working by inspiration at the moment? (Come esegui la tua arte, pianificando le tue creazioni o lavorando per ispirazione al momento?)

Sisi Biedermann: I look for new places in Second Life to visit. Take many pictures and angles and views til i find one I really love. Then I play with textures and filters to get the look I am going for.

(Cerco nuovi posti in Second Life da visitare. Scatto molte foto, angolazioni e viste, finché non ne trovo una che amo davvero. Poi gioco con trame e filtri per ottenere l’aspetto che cerco.)

Sandi Benelli: In this kind of art I am exhibiting at GenovArt I decide the style and theme first, but these pieces are made from my inspiration of the theme I have chosen. In other cases where I make rl paintings, its all inspired from motives or moods I have seen or experiented. When I make my rl photo-art I simply choose from my very best motives.

(In questo tipo di arte che espongo a GenovArt decido prima lo stile e il tema, ma questi pezzi sono realizzati dalla mia ispirazione del tema che ho scelto. In altri casi in cui realizzo quadri, è tutto ispirato da motivi o stati d’animo che ho visto o sperimentato. Quando realizzo la mia arte fotografica RL scelgo semplicemente tra le mie migliori motivazioni.)

Calypso “Caly” Applewhyte: I work mostly on the inspiration of the moment. In general, the theme is born from a photo made for a product (within the framework of the fashion blog), which I wish to develop within the framework of an exhibition.

(Lavoro principalmente sull’ispirazione del momento. In generale, il tema nasce da una foto realizzata per un prodotto (nell’ambito del fashion blog), che desidero sviluppare nell’ambito di una mostra.)

Christower Dae: My entry into Second Life was out of pure curiosity, like all the other online experiences I have had. The approach initial was the exploration of the medium, understanding the potential it could offer. In the moment that there was the possibility to do of the screenshots I started capturing avatars and places. Over time I have dedicated myself only to portraits but I have always been animated by curiosity and guided above all by the inspiration of the moment. I have never experienced Second Life as a commitment given there my impromptu.

(Il mio ingresso su Second Life è avvenuto per pura curiosità, come tutte le altre esperienze in rete che ho avuto. L’approccio iniziale fu l’esplorazione del mezzo, capire le potenzialità che poteva offrire. Nel momento che esisteva la possibilità di fare degli screenshot cominciai a catturare avatar e luoghi. Nel tempo mi sono dedicato solo ai ritratti ma sono sempre stato animato dalla curiosità e guidato soprattutto dall’ispirazione del momento. Non ho mai vissuto SL come un impegno vista la mia estemporaneità.)

Calypso “Caly” Applewhyte

3 – How would you explain the digital art in Second Life to a real-life gallery owner, or to an art expert for example? (Come spiegheresti l’arte digitale in Second Life a un gallerista reale, o ad un esperto d’arte, ad esempio?)

Sisi Biedermann: Never really thought of that. Most people I talk have no idea what a virtual world is. I would have to show them more then explain so they can feel the true experience of a virtual world. Making the art is no different then any digital format, using photoshop or any any art program you are comfortable with.

(Non ci ho mai pensato davvero. La maggior parte delle persone con cui parlo non ha idea di cosa sia un mondo virtuale. Dovrei mostrare loro più che spiegare in modo che possano sentire la vera esperienza di un mondo virtuale. Realizzare l’arte non è diverso da qualsiasi formato digitale, usando Photoshop o qualsiasi programma artistico con cui ti trovi a tuo agio.)

Sandi Benelli: Well that is a problem how to explain it? I tried that in a gallery I exhibited in in RL. The owner did not understand what I was talking about – haha. Its easier to talk to someone who knows what Second Life is. I have showed some of my Second Life art to people who do rl art, and they were very curious on how I make these pictures, and very surprised when I told them it was photos taken in a virtual world called Second Life.

(Ebbene questo è un problema, come spiegarlo? L’ho provato in una galleria in cui ho esposto in RL. Il proprietario non ha capito di cosa stavo parlando – haha. È più facile parlare con qualcuno che sa cos’è Second Life. Ho mostrato alcuni dei miei disegni di Second Life a persone che fanno arte rl, ed erano molto curiose di come realizzo queste immagini, e molto sorprese quando ho detto loro che erano foto scattate in un mondo virtuale chiamato Second Life.)

Calypso “Caly” Applewhyte: I never asked myself the question. But I would say that it is exactly the same as art in real life, except that the tools, the supports are digital, dematerialized. The look, the sensitivity and the convictions of the artist remain the same.

(Non mi sono mai posto la domanda. Ma direi che è esattamente come l’arte nella vita reale, tranne che gli strumenti, i supporti sono digitali, smaterializzati. Lo sguardo, la sensibilità e le convinzioni dell’artista rimangono le stesse.)

Christower Dae: It is a complex question. You can explain what is created to a real gallery owner or to an art expert just by showing it on Second Life, because I think a creation of SL is an exclusive part of Second Life. The tool becomes part of every creation. How are they the lighting, the scripts, the sounds. Focus on the originality of the creation and the context in which it takes place. I’ve always imagined organizing an RL exhibition with various computers located in the room available to visitors in a way who see directly the creations of Second Life presented by their creators strictly online.

(E’ un discorso complesso. Quello che viene creato lo puoi spiegare ad un gallerista reale o ad un esperto di arte solo facendolo vedere su Second Life, perchè penso che una creazione di Second Life sia parte esclusiva di Second Life. Lo strumento diventa parte di ogni creazione. Come lo sono l’illuminazione, gli script, i suoni. Puntare sulla originalità della creazione e sul contesto nel quale avviene. Ho sempre immaginato di organizzare una mostra RL con vari computer dislocati in sala a disposizione dei visitatori in modo che vedano direttamente le creazioni di Second Life presentate dai loro creatori rigorosamente online.)

Christower Dae

4 – If you are an artist (in some way) in real life, what do you miss most in a virtual world to best interpret your creations? (Se sei un artista (in qualche modo) nella vita reale, cosa ti manca di più in un mondo virtuale per interpretare al meglio le tue creazioni?)

Sisi Biedermann: I am not an artist in real life, Second Life provides many creative places and beautiful views that you would fine in the real world, you also get the added luxury of fantasy places that you would never see.

(Non sono un artista nella vita reale, Second Life offre molti luoghi creativi e panorami meravigliosi che faresti bene nel mondo reale, inoltre ottieni il lusso aggiunto di luoghi fantastici che non vedresti mai.)

Sandi Benelli: Actually I dont miss anything in Second Life, but I would like to have the same possibilities in RL as I have in Second Life. Second Life is a perfect place to show your art because you can modify your pictures/photos/paintings to all sizes and make them bright, which is not possible in RL.

(In realtà non mi manca nulla in Second Life, ma vorrei avere le stesse possibilità in RL che ho in Second Life. Second Life è un luogo perfetto per mostrare la tua arte perché puoi modificare le tue immagini / foto / dipinti in tutte le dimensioni e renderli luminosi, cosa che non è possibile in RL.)

Calypso “Caly” Applewhyte: I am not an artist in real life. But I used to draw a lot of portraits when I was much younger. So rather than a lack, Second Life offered me the opportunity to reconnect with this passion.

(Non sono un artista nella vita reale. Ma disegnavo molti ritratti quando ero molto più giovane. Quindi, piuttosto che una mancanza, Second Life mi ha offerto l’opportunità di riconnettermi con questa passione.)

Christower Dae: I take photographs for pleasure in the RL. Honestly, I’ve never asked myself this. What I can say is that technically taking a portrait on SL is much easier. Perhaps what is missing is the variety of faces to be photographed since those who design faces for avatars tend to be more dedicated to aesthetics than to a search for details. The fact remains, the most important, that the photographer’s eye is always the same for both worlds.

(Faccio fotografie per diletto nella RL. Sinceramente non mi sono mai chiesto questa cosa. Quello che posso dire è che tecnicamente fare un ritratto su Second Life è molto più semplice. Forse quello che manca è la varietà di volti da fotografare visto che tendenzialmente chi disegna volti per gli avatar si dedica più all’estetica che ad una ricerca dei particolari. Rimane il fatto, il più importante, che l’occhio del fotografo è sempre lo stesso per tutti e due i mondi.)

5 – How do you choose your subjects? Do you have a specific orientation (avatars, landscapes, …) or do you work with different types of subjects? (Come scegli i tuoi soggetti? Hai un orientamento specifico (avatar, paesaggi, …) o lavori con diversi tipi di soggetti?)

Sisi Biedermann: I love nature, thats how I choose my subjects. Beautiful areas, with water, trees animals and birds are my favorite.

(Amo la natura, è così che scelgo i miei soggetti. Zone bellissime, con acqua, alberi, animali e uccelli sono le mie preferite.)

Sandi Benelli: Most of my subjects are made from my love to the nature. I do get so much inspiration from a walk in the wood or along the beach – it gives me energy to create my art from my memory or from photos I took along my walk.

(La maggior parte dei miei soggetti sono fatti dal mio amore per la natura. Prendo così tanta ispirazione da una passeggiata nel bosco o lungo la spiaggia – mi dà l’energia per creare la mia arte dalla mia memoria o dalle foto che ho scattato lungo la mia passeggiata.)

Calypso “Caly” Applewhyte: As you have already understood, my passion is portraits. But without giving up other orientations, the future will tell us.

(Come hai già capito, la mia passione sono i ritratti. Ma senza rinunciare ad altri orientamenti, il futuro ce lo dirà.)

Christower Dae: I always let myself be guided by the inspiration of the moment. I hardly ever enter SL specifically to take pictures. If it happens to be at an event I can be attracted by some interesting face and I start shooting. I don’t take many photos for each subject but I spend a lot of time choosing the photo to suggest. Usually I try to use the lights that the viewer proposes, but I do not disdain some small tweaks on an editing software. I do not prefer posed photos, I have rarely prepared a photo shoot.

(Mi lascio sempre guidare dalla ispirazione del momento. Difficilmente entro appositamente su Second Life per fare fotografie. Se capita di stare ad un evento posso venire attirato da qualche volto interessante e comincio a scattare. Non faccio tante foto per ogni soggetto ma dedico molto tempo alla scelta della foto da proporre. Solitamente cerco di usare le luci che il viewer propone, ma non disdegno qualche piccolo ritocco su un software di editing. Non prediligo le foto in posa, raramente ho preparato un set fotografico.)