La storia siamo noi …

Se guardate alla destination guide del sito di Second Life, vedrete che è apparsa, come nuova destinazione da visitare, la “History” di Second Life, costruita nella land del Primitive Museum di Xerses Goff da Sniper Siemens (http://maps.secondlife.com/secondlife/Immaculate/140/202/22).

E’ un lavoro davvero straordinario, che racconta, pannello dopo pannello, a partire dal 1999 e fino al 2022, tutta la storia di Second Life (Sniper ha promesso di aggiornarla ad oggi …).

Scorrendo i pannelli, con le descrizioni e le immagini, accompagnate anche da qualche filmato su YouTube, quelli di noi che frequentano questo Mondo Virtuale da anni ripercorrono via via anche la loro storia personale, fatta di tante esperienze, e di tanti momenti che hanno contrassegnato la crescita di questa esperienza virtuale per milioni di persone.

Perché a tutt’oggi, nonostante l’evoluzione veloce della tecnologia, delle realizzazione di interfacce con i Visori di VR, e della Blockchain e degli NFT, Second Life rimane il Mondo Virtuale per antonomasia, quello in cui si vivono le esperienze immersive più coinvolgenti, di ogni genere, e che ha mantenuto la sua caratteristica di Mondo Virtuale fatto dai residenti, e per i residenti. Con la sua economia, i suoi creatori, gli artisti, i performer, le esperienze di volontariato, di education, e così via.

L’installazione si sviluppa su tre piani, mentre sul terrazzo c’è la storia della Burning Life. Ogni piano è costituito da un corridoio che si snoda a spirale, per ottimizzare gli spazi che ospitano i tantissimi pannelli, e alla fine del percorso a spirale, su ogni piano, c’è il teleport al piano superiore o all’ingresso.

Naturalmente, la nostra amica Sniper Siemens non ha realizzato tutto questo in poco tempo, ma è questo il risultato di un lavoro di anni, partito nel 2014 e portato avanti nelle varie edizioni del progetto LEA, e fino all’ultima esposizione, nell’ambito degli eventi realizzati per il SLB20, il ventesimo compleanno di Second Life lo scorso anno. Io scrissi un articolo nel 2015, su questo suo lavoro in fase di avvio (https://www.virtualworldsmagazine.com/la-storia-di-second-life/).

Ora, finalmente, questa esposizione trova una collocazione stabile, in mainland e accanto alla mitica Ivory Tower. L’installazione, al momento in cui scrivo, ha già visto quasi 900 visitatori unici in soli 5 giorni, con moltissime visite illustri e di esponenti della Linden Lab.

Chiunque sia interessato a questo Mondo Virtuale, alla sua storia, e a tutte le novità che ha introdotto nel corso degli anni, non può non visitarla, perché, quando il polverone del “Metaverso” si sarà diradato, Second Life emergerà come l’esempio più significativo di Mondo Virtuale, e sarà il punto di riferimento per ogni futura evoluzione delle varie piattaforme che stanno via via nascendo. Una curiosità: vicino al punto di atterraggio dell’installazione c’è anche l’Easter Egg dei primordi, rappresentato da un Hippo! Pare che esista in Second Life un secondo Easter Egg, ma finora nessuno è stato in grado di trovarlo. Provateci, e buona visita!

Parliamo di tecnologia

Nelle nostre scorribande nei Mondi Virtuali abbiamo spesso discusso di questioni inerenti le piattaforme che realizzano questi Mondi. Abbiamo parlato di hardware, le macchine su cui i vari Mondi Virtuali sono installati, e abbiamo fatto costante riferimento ad Internet, la rete delle reti, che ci consente i collegamenti tra i diversi punti terminali della rete ed i server che erogano servizi, comprese le piattaforme dei Mondi Virtuali, per cui la capacità di connessione rende più o meno fruibili le piattaforme. Abbiamo anche accennato alle tecnologie più recenti, come la Blockchain e gli NFT, che sono utilizzate per tutelare la proprietà intellettuale, dei prodotti che nascono nei Mondi Virtuali, e che servono anche a gestire in modo sicuro le transazioni dell’economia interna. E abbiamo discusso di questi aspetti perchè oggi ogni pezzo di tecnologia si incastra perfettamente in quel puzzle tecnologico che rende finalmente possibile pensare ad un futuro “Metaverso”.

By Opensea: Bored Ape Yacht Club #1880
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Parlare di tecnologia ci porta poi a parlare delle modalità di accesso ai Mondi Virtuali, che sono certamente immersive, e qui i Visori di Virtual Reality, sempre più perfezionati e usabili (per quanto di costo ancora elevato) sono sicuramente le interfacce più aderenti all’esperienza di completa immersività. Ma ci sono tanti altri modi per accedere ad un Mondo Virtuale, dai PC ai tablet, o agli smartphone, secondo le proprie esigenze, preferenze o anche necessità. Tenendo anche conto delle possibilità limitate offerte dalla rete in determinati paesi. In Africa ad esempio, l’uso degli smartphone è diffusissimo, vengono utilizzati come mezzo principale, se non esclusivo, di accesso ad internet, mentre le infrastrutture fisse basate su cavo (wired) sono spesso molto carenti, e con una bassa banda di trasmissione.

Abbiamo fatto quindi tanti passi avanti negli ultimi anni, e tutte queste tecnologie sono finalmente disponibili insieme, per un salto di qualità complessivo nell’utilizzo dei Mondi Virtuali. Tuttavia ci sono due questioni ancora non sufficientemente risolte, che riguardano aspetti fondamentali dell’utilizzo dei Mondi Virtuali.

La prima questione è quella che riguarda l’interoperabilità, la cui realizzazione consentirebbe il riconoscimento di un’unica Identità digitale dell’Avatar nello spostarsi da una piattaforma ad un’altra. Una logica conseguenza di questa realizzazione sarebbe poi quella della trasportabilità dei manufatti digitali da una piattaforma all’altra. Sono questioni che, risolte, aprirebbero le porte ad un modello di “Metaverso” visto come insieme di entità separate ma completamente connesse, una sorta di federazione di piattaforme, diverse ma interoperabili. La soluzione di questo problema non sarebbe complessa dal punto di vista ingegneristico, ma presupporrebbe la risoluzione dei problemi a monte, relativi ad un possibile accordo tra le diverse piattaforme commerciali, e alla risoluzione dei problemi normativi connessi alla definizione di un soggetto giuridico del tutto nuovo: l’Avatar.

Sono problemi complessi, e non è detto, ad esempio, che le maggiori piattaforme trovino effettivamente conveniente cooperare, per ovvii motivi di concorrenza, di mercato, di visibilità. Lo stesso “Metaverse Standard Forum” (https://metaverse-standards.org/), che vede associate tutte le maggiori aziende tecnologiche del pianeta, rappresenta un organismo di puro indirizzo, e non si occupa della definizione dei protocolli comuni e delle regole da utilizzare per connettere una piattaforma a un’altra.

By: https://metaverse-standards.org/

Per quanto riguarda gli aspetti giuridici, è vero che ci sono tanti giuristi competenti al lavoro sui temi del digitale, così come anche le organizzazioni sovranazionali seguono costantamente queste questioni. Il problema maggiore è proprio nella parola “seguono”, perchè la giurisdizione ha sempre fatto fatica a inseguire l’evoluzione tecnologica, anche se gli organismi dell’Unione Europea sono da sempre in prima linea nella definizione delle normative, dal GDPR per la privacy all’AI-Act, appena approvato dal Parlamento Europeo. Sono scelte e indicazioni che fanno scuola a livello internazionale.

In sostanza, prevedo tempi lunghi per la risoluzione di questi aspetti, perchè non si tratta di questioni tecnologiche, ma giuridiche ed economiche. Questo è il motivo per il quale guardo con grande cautela agli annunci di “Metaverso” prossimo, diffusi su tutte le reti.

La seconda questione aperta è la fatica che si fa, a livello concettuale, ad accettare la nuova tecnologia della Blockchain, per la cattiva fama accumulata in questi anni dalle Cryptovalute, i Bitcoin in particolare, e anche dagli Exchange, che hanno gestito male le risorse degli utenti in alcuni casi che hanno fatto scalpore. Inoltre, per quanto riguarda gli NFT, in particolare, si guarda generalmente alla bolla speculativa che ne è nata, arrivando a gonfiare un mercato costruito sul nulla, su oggetti di fantasia che hanno raggiunto costi enormi, dettati dalla speculazione e dalle illusioni di tanti, dando così spazio ad avventurieri di ogni tipo, anche di dubbia origine.

By: https://www.punto-informatico.it/bitcoin-torna-a-salire/

Come tutte le tecnologie, e come tutte le bolle mediatiche, gli utilizzi anomali e deviati sono sempre possibili, ma il punto di vista che assumiamo qui non è quello dello speculatore, e neanche quello del sano investitore in asset virtuali. Il nostro punto di vista si basa sul valore della tecnologia in sè, come strumento indispensabile per gestire la proprietà intellettuale digitale, e per favorire le transazioni sicure nel “Metaverso”. Perchè una tecnologia non è mai buona o cattiva di per se, ma tutto dipende da come la si utilizza. Per noi gli NFT basati sulla Blockchain sono componenti fondamentali ed innovativi della gestione dell’economia dei Mondi Virtuali. Ci sono, certo, ancora aspetti giuridici da definire, come la natura stessa degli NFT, dal punto di vista della giurisdizione e dei regolamenti, ma la strada da percorrere è questa, e anche in questo caso non è un problema tecnologico, ma stavolta di conoscenza, della tecnologia e del suo utilizzo, di formazione e coraggio nell’affrontare temi nuovi e ancora immaturi.

Molti passi abbiamo fatto, e la tecnologia ha fatto ampiamente la sua parte, ora tocca a tutto il sistema economico e giuridico spianare la strada allo sviluppo di questi mercati. E per stimolare questa evoluzione, e chiedere soluzioni, bisogna lavorare alle risposte da dare a una domanda, a cui ognuno di noi, che da anni lavoriamo nei Mondi Virtuali, può dare una risposta, ognuno per la propria esperienza e competenza. La domanda cruciale è la seguente: “Ma a cosa servono i Mondi Virtuali ?”. Dobbiamo dare risposte, e modelli di utilizzo concreti e vantaggiosi sotto i vari aspetti: economici, produttivi, artistici e sociali. Un saluto.

Immagine in evidenza by:

https://www.corriere.it/esteri/22_febbraio_11/metaverso-fddc4206-8b77-11ec-8ff0-286fb7a9f896.shtml

Avatar

Sono trent’anni che discutiamo del termine “Avatar”, il nostro alter ego virtuale che ci accompagna nelle nostre esplorazioni dei Mondi Virtuali. E le discussioni vertono per lo più sulla sua natura, la sua identificazione con il possessore, il suo senso sociale, come nostra interfaccia digitale. Si è detto di tutto, c’è stato persino chi ha supposto che questa interfaccia digitale avrebbe una propria personalità, indipendente dall’umano che lo controlla. Estremizzazioni che sfociano nella follia, di quanti vivono in dimensioni aliene dalla realtà.

Vorrei partire da una definizione, molto accurata a mio parere, che dà Chat-GPT del termine “Avatar”:

” Il termine “Avatar” ha origini antiche e proviene dalla lingua sanscrita, una delle lingue classiche dell’India. In sanscrito, “avatar” (अवतार) è composto da due parole: “ava”, che significa “discesa”, e “tara”, che significa “attraversare” o “passare attraverso”. Quindi, letteralmente, “avatar” si traduce in “colui che attraversa” o “colui che discende”. L’uso moderno del termine “avatar” è stato influenzato dalla religione e dalla mitologia indiana. In queste tradizioni, un avatar è una manifestazione o incarnazione di una divinità in forma umana o animale, inviata sulla Terra per compiere una missione specifica o per portare un messaggio divino. Uno dei più noti avatar hindu è Lord Vishnu, che è detto aver avuto dieci avatar principali, tra cui Rama e Krishna. Con l’avvento della tecnologia e del mondo digitale, il termine “Avatar” è stato adottato per rappresentare una rappresentazione grafica o un’incarnazione virtuale di una persona o un utente in un ambiente online, come nei videogiochi o nelle piattaforme di social media. Questa evoluzione del termine ha reso “avatar” un concetto ampiamente riconosciuto nell’era digitale, anche se le sue radici risalgono alle antiche tradizioni religiose e linguistiche dell’India.”

Nel suo iconico “Snow Crash” Stephenson usa il termine “Avatar” 116 volte, ed intorno a questa figura, che rappresenta il personaggio centrale del libro, col nome di Hiroaki Protagonist, si svolge tutta la narrazione della storia ambientata nel “Metaverso“. Quando creiamo un account in una delle piattaforme di gestione dei Mondi Virtuali esistenti, definiamo, prima di ogni altra cosa, il nome e l’aspetto iniziale dell’Avatar, un aspetto che seguirà in seguito molteplici trasformazioni, man mano che l’esperienza di frequentazione del Mondo Virtuale si sviluppa ed acquista significato.

Intorno alla figura dell’Avatar sono stati sviluppati i più rilevanti business dell’economia digitale, dopo quello legato alle “”terre”, naturalmente. E’ sui vestiti, le skin, gli accessori, che i migliori creatori sviluppano giornalmente le loro abilità, e ricavano gran parte dei loro introiti, esponendo in negozi e mall commerciali in-world. Come si spiega tutto questo?

Diciamo subito, a scanso di equivoci, che il modo in cui si crea l’Avatar è assolutamente soggettivo, e diverse sono le interpretazioni che si danno a questa immagine. Alcuni lo lasciano così com’è, anche per anni. Sono i sostenitori della tesi che “non è l’Avatar che conta, ma chi c’è dietro”. Ci sono poi quelli che cercano di renderlo il più simile possibile alla propria immagine reale, e questa modalità trova una espressione concreta nella creazione di un “digital twin“, un nostro gemello digitale, che alcune piattaforme stanno implemantando.

Utilizzare un “”digital twin” è essenziale, ad esempio, nella moda, se vogliamo provare capi di abbigliamento utilizzando il nostro Avatar con le nostre esatte dimensioni fisiche, e vederci poi recapitare a casa il capo di abbigliamento prescelto. E’ importante anche per un utilizzo degli ambienti virtuali per lavoro, per evitare l’effetto “cartone animato” che rendono scomode le interazioni di affari con gli Avatar standard, per quanto il nome reale possa essere evidenziato sulla testa dell’Avatar. Insomma, ci sono situazioni in cui avere un avatar molto simile a noi è utile, e facilita le interazioni di business o culturali.

Ci sono persone che utilizzano i Mondi Virtuali per il Gaming, per i Giochi di Ruolo, per il Fantasy. E allora qui la fantasia si sbizzarrisce, creando i personaggi più eccentrici e peculiari, spesso bellissime rappresentazioni artistiche di forme non umane o ibride.

E ci sono poi quelli che utilizzano l’ambiente virtuale per socializzare, tessere relazioni, costituire gruppi di interesse culturale, o scientifico, o artistico. Anche qui la fantasia regna sovrana, ma, per lo più, si tende a modellare l’Avatar nelle forme più piacevoli possibili, che facilitano i contatti umani e rendono il più gradevole possibile l’aspetto di queste nostre interfacce.

Sono davvero tante le tipologie di Avatar che incontriamo nella nostra esplorazione dei Mondi Virtuali, e spesso l’abbigliamento o gli accessori seguono le “mode” del momento. Ebbene si, ci sono tendenze estetiche collettive che si sviluppano anche nei mondi digitali. Vediamo Avatar maschili con cicatrici sul volto, orecchini o collanone con pendagli vari, avatar femminili con seni enormi, tipologie di bellissimi tatoo utilizzati indistintamente, di ogni dimensione. Insomma un mondo davvero variegato, i cui la creatività, l’inventiva, e anche la moda, possono essere estrinsecate al loro massimo livello.

E’ l’essenza stessa dei Mondi Virtuali qualla di consentire il libero esercizio della fantasia, ed una rivisitazione immaginifica della propria immagine digitale. Essere rappresentati da una bellezza esotica, o da un drago, o da un vampiro, o da un ibrido fra uomo e bestia, rappresenta l’apoteosi del nostro essere creature digitali, e trovano qui la più ampia libertà di espressione.

Naturalmente, nel gioco delle relazioni virtuali e della seduzione, poter modellare un Avatar come si vuole può rendere più divertente queslla sorta di “gioco delle coppie”, in cui i messaggi di tipo sessuale possono trovare libera espressione, senza le inibizioni del mondo reale, giocando spesso sulla diversificazione delle rappresentazioni fisiche, e persino degli Avatar.

L’immagine inconsistente degli Avatar in molte piattaforme virtuali è una delle cause principali del disagio e della poco affezione che si riscontra per un utilizzo più esteso di queste piattaforme. Avatar fatti a cubetti, senza gambe, a cartone animato, sono quanto di più artificiale e innaturale possiamo immaginare per il nostro alter ego digitale.

E’ un mondo nuovo, in cui la Cyberpsycology deve svolgere un ruolo sempre più importante, ed è nuovo anche in relazione ai problemi di Cybersecurity e di protezione dei dati personali che si pongono. E’ un mondo in cui c’è un grande lavoro di tipo sociale da sviluppare, perchè una cosa è certa, se il termine “Metaverso” è ora in declino, e se l’interesse montato ad arte dal marketing aziendale sta scemando, i Mondi Virtuali sono qui per restare e svilupparsi, senza ulteriori grandi battage pubblicitari, ma con grande attenzione ai contenuti, alle realizzazioni concrete.

Oggi è il tempo della “tempesta perfetta”, è il momento in cui le varie tecnologie si stanno congiungendo: dalle reti a banda ultralarga alle potentissime schede grafiche, dai Visori di VR di ultima generazione alle tecniche della Blockchain, e all’evoluzione della Cybersecurity. Oggi abbiamo tutte le componenti possibili per creare Mondi Virtuali sicuri, vivibili, e che possano sviluppare valore aggiunto per la nostra società e la nostra stessa esistenza.

I nostri Avatar saranno centrali in questo processo, qualunque forma essi possano assumere, e qualunque potranno essere lo scopo e le loro motivazioni che vorranno avere nei Mondi Virtuali futuri. Un saluto.

Costruiamo il “Metaverso”: Le premesse

Useremo la parola “Metaverso” solo nel titolo di questi articoli, perché, in realtà, questo fantomatico “Metaverso” esiste solo nelle pubblicistiche dei fuffologi dell’ultim’ora, che stanno cavalcando l’ennesima bolla ad uso degli assetati di innovazione “a prescindere”, di qualunque cosa si tratti. E si tratta, anche stavolta, di un hype destinato ad esaurirsi rapidamente, in mancanza di effettivo interesse di massa e di chiarezza di obiettivi e di modalità di utilizzo. Ed il termine “costruiamo”, che antepongo al cosiddetto “Metaverso”, sta ad esprimere una speranza, ed una volontà, di continuare un percorso ormai vecchio di decenni, che, finalmente, può oggi portare alla costruzione graduale di una confederazione di “Metamondi” collegati tra loro, interoperabili, che potrebbero un giorno non lontano costituire quello che potrebbe anche (allora si) formare il famoso “Metaverso”, preconizzato in un romanzetto del 1993 di Neal Stephenson, oggi sfruttato come base teorica di questa fuffa continua che ci stanno propinando.

Quindi cercheremo di uscire dalle speculazioni e dalla fuffologia, cercando di individuare gli elementi che potrebbero costruire il futuro “Metaverso”. Continueremo quindi ad utilizzare, per questi ambienti simulati 3D il termine di “Mondi Virtuali”, lasciando da parte, in questa fase storica, il termine “Metaverso”.

Premesso tutto ciò, è importante cominciare a definire il primo tassello di questa strana galassia formata dai Mondi Virtuali attuali. Domandandoci innanzitutto che cosa sia un Mondo Virtuale.

Un Mondo Virtuale è un ambiente digitale, che simula il mondo fisico reale, basato su dei software di modellazione 3D, in cui si può entrare con la mediazione di un “Avatar“, un personaggio creato allo scopo da chiunque voglia accedere a quel singolo Mondo Virtuale, e attraverso il quale si può vivere una esperienza “immersiva” in un ambiente costruito artificialmente dal software di simulazione, persistente e frequentabile da innumerevoli altri avatar, e che esiste nei server di quel Mondo, indipendentemente dagli avatar presenti o meno in un determinato momento.

L’Avatar è quindi una rappresentazione digitale, costruito secondo i propri gusti e con gli strumenti messi a disposizione dall’ambiente virtuale, mediante il quale è possibile interagire con gli altri avatar, ovunque siano collocati fisicamente nel mondo i loro alter ego reali, vivere esperienze di vario genere, dalla costruzione di oggetti virtuali, alla partecipazione a giochi di ruolo, dalle più diverse interazioni sociali, lavorative o educative a esperienze di creatività, di elaborazione artistica, a interazione sociali e collaborative, a rapporti umani e professionali, e fino a costruire gruppi e comunità di interessi e di obiettivi.

Un Mondo Virtuale è un luogo vero di interazione, non materiale ma virtuale, e le esperienze che è possibile vivere in questo ambiente sono paragonabili a quelle che si possono vivere nel mondo reale, con le limitazioni, ovviamente, poste dalla limitatezza degli strumenti sensoriali attualmente disponibili.

L’esperienza immersiva è destinata, in ogni caso, a migliorare gradualmente, man mano che anche il tatto, l’odorato e il gusto, potranno affiancarsi nell’esperienza virtuale alla vista e all’udito, con l’ingresso in scena di nuovi sensori ed apparecchiature digitali più evolute e alla portata di tutti. L’introduzione dei visori 3D, come l’Oculus di Meta, o come il prossimo visore in fase di progettazione da parte di Apple, ha già reso più coinvolgente ed immersiva la presenza in un Mondo Virtuale, ma non saranno questi gli unici strumenti che ci consentiranno di vivere in un Mondo Virtuale.

Infatti, da decenni si utilizzano già gli strumenti bidimensionali classici, schermo e mouse, per entrare in un ambiente 3D immersivo, e probabilmente non tutti vorranno vivere una esperienza di immersione totale nell’ambiente di simulazione; quindi questi strumenti continueranno ad essere utilizzati anche in futuro, contrariamente a quanti alcuni preconizzano o come abbiamo visto in diversi film futuristici del tipo di “Ready Player One”. Molteplici saranno quindi i dispositivi utilizzati per “entrare” nei Mondi Virtuali, con caratteristiche diverse, fissi o mobili, completamente immersivi o meno. A seconda delle esigenze e delle possibilità degli utenti.

Abbiamo quindi dato un contorno a quello che significa “Mondo Virtuale”, e accennato ad alcuni elementi costitutivi del futuro “Metaverso”. Ma molta strada ci rimane da compiere, e lo faremo un passo alla volta, cominciando a ripercorrere la storia, e guardando alla situazione attuale, a quelle che sono le esperienze già a disposizione di tutti. Ma prima sarà necessario definire meglio gli obiettivi futuri, e il perimetro di quelle caratteristiche che riteniamo debbano costituire il futuro dei Mondi Virtuali.

Terzo appuntamento artistico a GenovArt

The artistic initiatives of GenovArt continue. Four other international artists participate in this third appointment: deyanira Yalin, Jamee Thomson (jamee.sandalwood), Vanessa Jane (vanessajane66) and Eʏᴇs Kɪʀsᴄʜᴛᴀʀɪᴀ (varutina). As on other occasions, we asked them questions about their artistic activity and about art, in general, in Virtual Worlds. In this way we count on gathering the opinions of many of the most important virtual artists, in order to have as complete a picture as possible of the state of the art.

(Proseguono le iniziative artistiche di GenovArt. A questo terzo appuntamento partecipano altri quattro artisti internazionali: deyanira Yalin, Jamee Thomson (jamee.sandalwood), Vanessa Jane (vanessajane66) ed Eʏᴇs Kɪʀsᴄʜᴛᴀʀɪᴀ (varutina). Come nelle altre occasioni abbiamo rivolto a loro delle domande sulla loro attività artistica e sull’arte, in generale, nei Mondi Virtuali. Contiamo in questo modo di raccogliere i pareri di molti dei più importanti artisti virtuali, per avere un quadro il più completo possibile dello stato dell’arte.)

AquilaDellaNotte Kondor: How was your passion for photography in Second Life born?

(Come è nata la tua passione per la fotografia in Second Life?)

Vanessa Jane: I started playing around with Second Life photography a number of years ago but decided about two years ago to focus on Second Life landscape art and capturing some of the incredible Second Life sims and builds found here. I wanted to fuse my rl art training and experience with what SL has to offer.  Of course that meant mastering the technical aspects of SL photography plus GIMP and this has given me wings to really bring my creative vision into my work.

(Ho iniziato a giocare con la fotografia Second Life un certo numero di anni fa, ma ho deciso circa due anni fa di concentrarmi sull’arte del paesaggio Second Life e catturare alcune delle incredibili sim e costruzioni Second Life trovate qui. Volevo fondere la mia formazione artistica e la mia esperienza con ciò che Second Life ha da offrire. Ovviamente ciò significava padroneggiare gli aspetti tecnici della fotografia SL più GIMP e questo mi ha dato le ali per portare davvero la mia visione creativa nel mio lavoro.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you continue to follow this passion of yours, or do you think there are objective limits in a Virtual World?

(Pensi di continuare a seguire questa tua passione, o pensi che ci siano dei limiti oggettivi in un Mondo Virtuale?) 

Vanessa Jane: I very much need beautiful Second Life sims to really give me the best end results to my work  I also work extensively and obsessively with Windlights, playing with settings. EEP is a big change and something I have to really learn to adapt my style to.  I see no end to my creative drive but it is about adapting to the changes in Second Life, good or bad.  It is about seeing not objective limits but challenges I can overcome.

(Ho davvero bisogno di belle sim di Second Life per darmi davvero i migliori risultati finali al mio lavoro. Lavoro anche molto e ossessivamente con Windlights, giocando con le impostazioni. L’EEP è un grande cambiamento e qualcosa a cui devo davvero imparare ad adattare il mio stile. Non vedo fine alla mia spinta creativa, ma si tratta di adattarsi ai cambiamenti in Second Life, buoni o cattivi che siano. Si tratta di vedere non limiti oggettivi ma sfide che posso superare.)

AquilaDellaNotte Kondor: How would you explain your artistic activity to those unfamiliar with Second Life?

(Come spiegheresti la tua attività artistica a chi non conosce Second Life?)

Vanessa Jane: At base what I am is a digital artist, and effectively Second Life, and Second Life photography is the medium I work in (aided by post processing in GIMP).  I explore the visual opportunities this amazingly rich virtual world and let it inspire my artistic vision.

(Alla base quello che sono è un artista digitale, ed effettivamente Second Life, e la fotografia di Second Life è il mezzo con cui lavoro (aiutato dalla post-elaborazione in GIMP). Esploro le opportunità visive di questo mondo virtuale incredibilmente ricco e lascio che ispiri la mia visione artistica.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you have your own personal characteristics in expressing your art in Second Life, compared to other virtual artists?

(Pensi di avere delle tue caratteristiche personali nell’esprimere la tua arte in Second Life, rispetto ad altri artisti virtuali?)

Vanessa Jane: I think all artists have a unique vision, and a unique way of expressing it, and this develops more and more over time.  For me I love the artistic challenge of landscape art, the need to focus on the pure aesthetics of composition, tonality, colour and the flow of light through the picture.  However I try to use these, and especially light, to also suggest an emotion to each image.  I want my pictures to hint at a story, to touch a deeper dimension. I want to draw the viewer in and leave them tantalised by what lies within each piece.  I am inspired by some rl landscape painters too, notably James Burrell Smith, and how they infused emotion with incredible aesthetic vision in their work.

(Penso che tutti gli artisti abbiano una visione unica e un modo unico di esprimerla, e questo si sviluppa sempre di più nel tempo. Per me amo la sfida artistica dell’arte del paesaggio, la necessità di concentrarsi sull’estetica pura della composizione, della tonalità, del colore e del flusso di luce attraverso l’immagine. Comunque cerco di usare queste, e soprattutto la luce, per suggerire anche un’emozione ad ogni immagine. Voglio che le mie immagini suggeriscano una storia, tocchino una dimensione più profonda. Voglio attirare lo spettatore e lasciarlo stuzzicato da ciò che si trova all’interno di ogni pezzo. Mi ispiro anche ad alcuni paesaggisti di rl, in particolare James Burrell Smith, e come hanno infuso emozione con un’incredibile visione estetica nel loro lavoro.)

AquilaDellaNotte Kondor: Why do you take pictures in the virtual world of Second Life, what do you find more than RL?

(Perché scatti foto nel mondo virtuale di Second Life, cosa trovi più di RL?)

deyanira Yalin: In Second Life I find every thing my imagination can create, In RL I find myself limited to what I can imagine. And I love to quote Albert Einstein. “I am enough of the artist to draw freely upon my imagination. Imagination is more important than knowledge. Knowledge is limited. Imagination encircles the world.”

(In Second Life trovo tutto ciò che la mia immaginazione può creare, in RL mi trovo limitato a ciò che posso immaginare. E mi piace citare Albert Einstein. “Sono abbastanza artista da attingere liberamente alla mia immaginazione. L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata. L’immaginazione circonda il mondo”.)

AquilaDellaNotte Kondor: How do you organize your shots, plan what you want to do, or do you go instinctively?

(Come organizzi i tuoi scatti, pianifichi ciò che vuoi fare o procedi istintivamente?)

deyanira Yalin: Well lets see I have created folders for different subjects, nature, people, buildings something like, and I try very hard to keep them organized, of course it never happened, but I hear is a monster in the inventory that keeps making a mess of it. And I think I take the pictures instinctively, all I need is to like what I see.

(Beh, vediamo che ho creato cartelle per diversi soggetti, natura, persone, edifici qualcosa del genere, e cerco molto di tenerle organizzate, ovviamente non è mai successo, ma ho sentito che è un mostro nell’inventario che continua a fare casino esso. E penso di scattare le foto istintivamente, tutto ciò di cui ho bisogno è che mi piaccia quello che vedo.)

AquilaDellaNotte Kondor: How did you start your artistic activity?

(Come hai iniziato la tua attività artistica?)

deyanira Yalin: All my life I have been into art, remember painting in 5th grade. Started with Oils as school projects and move to Acrylics and that media was my favorite and I use it for few years. I had some exhibits in RL. Later I went into Graphic Design and animations graduating from both. When I discover I could do digital paints and if I use vector programs my art cold be printed to a large size without loosing resolutions so I stay with that and between Illustrator and PhotoShop I like what I create.

(Per tutta la vita mi sono appassionato all’arte, ricordo la pittura in quinta elementare. Ho iniziato con gli oli come progetti scolastici e sono passato agli acrilici e quel supporto era il mio preferito e lo uso da alcuni anni. Ho avuto alcune mostre in RL. Successivamente sono passato al Graphic Design e alle animazioni diplomandomi in entrambi. Quando scopro che potrei fare pitture digitali e se uso programmi vettoriali la mia arte verrà stampata su un grande formato senza perdere risoluzioni, quindi rimango con quello e tra Illustrator e PhotoShop mi piace quello che creo.)

AquilaDellaNotte Kondor: What are you missing in order to better express your artistic skills in a virtual world?

(Cosa ti manca per esprimere al meglio le tue capacità artistiche in un mondo virtuale?)

deyanira Yalin: I would say time, yes time is what I need to do much more of what I have been doing so far, and also more opportunities to show your work, that is what also inspire to keep creating. And I thank GenovArt for this opportunity. Thank You.

(Direi che è il tempo, sì il tempo è ciò di cui ho bisogno per fare molto di più di quello che ho fatto finora, e anche più opportunità per mostrare il tuo lavoro, questo è ciò che ispira anche a continuare a creare. E ringrazio GenovArt per questa opportunità. Grazie.)

AquilaDellaNotte Kondor: How was your passion for photography in Second Life born?

(Come è nata la tua passione per la fotografia in Second Life?)

Eyes Kirschtaria (varutina): At first, I only took a commemorative photo for my second life. I didn’t think about the processed photos.Because I didn’t know there was such a wonderful world of SL art. After that, I wanted to leave beautiful memories with my friends, so I started making edited photos.

(All’inizio, ho scattato solo una foto commemorativa per la mia seconda vita. Non ho pensato alle foto elaborate. Perché non sapevo che esistesse un mondo artistico così meraviglioso in Second Life. Dopodiché, volevo lasciare bei ricordi ai miei amici, così ho iniziato a fare foto modificate.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you continue to follow this passion of yours, or do you think there are objective limits in a Virtual World?

(Pensi di continuare a seguire questa tua passione, o pensi che ci siano dei limiti oggettivi in un Mondo Virtuale?)

Eyes Kirschtaria (varutina): Things have changed since I started working as a blogger and started filming, but I’m still passionate about it.

(Le cose sono cambiate da quando ho iniziato a lavorare come blogger, e ho iniziato a filmare, ma ne sono ancora appassionato.)

AquilaDellaNotte Kondor: How would you explain your artistic activity to those unfamiliar with Second Life?

(Come spiegheresti la tua attività artistica a chi non conosce Second Life?)

Eyes Kirschtaria (varutina): I think Second Life is a new art where you have a 3D creator, coordinate yourself, and express your various imaginations together, unlike an illustration you create by yourself. It is difficult to explain in words, so I want you to play with your second life first!

(Penso che Second Life sia una nuova arte in cui hai un creatore 3D, ti coordini ed esprimi le tue varie immaginazioni insieme, a differenza di un’illustrazione che crei da solo. È difficile da spiegare a parole, quindi voglio che tu giochi prima con la tua seconda vita!)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you have your own personal characteristics in expressing your art in Second Life, compared to other virtual artists?

(Pensi di avere delle tue caratteristiche personali nell’esprimere la tua arte in Second Life, rispetto ad altri artisti virtuali?)

Eyes Kirschtaria (varutina): I think everyone has their own personality.
If you know how to express yourself, everyone has a wonderful personality.
I try every day to find my identity.

(Penso che ognuno abbia la sua personalità. Se sai come esprimere te stesso, ognuno ha una personalità meravigliosa. Cerco ogni giorno di trovare la mia identità.)

AquilaDellaNotte Kondor: Why do you take pictures in the virtual world of Second Life, what do you find more than RL?

(Perché scatti foto nel mondo virtuale di Second Life, cosa trovi più di RL?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): I like to shoot in Second Life because it is an escape for me. It’s relaxing and allows me to focus on something that gets my mind off of things that are stressing me out or worrying me. It’s a release.

(Mi piace girare in Second Life perché per me è una via di fuga. È rilassante e mi permette di concentrarmi su qualcosa che mi distrae dalle cose che mi stressano o mi preoccupano. È una liberazione.)

AquilaDellaNotte Kondor: How do you organize your shots, plan what you want to do, or do you go instinctively?

(Come organizzi i tuoi scatti, pianifichi ciò che vuoi fare o procedi istintivamente?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): For me – it depends on what I am shooting. Shooting for the fashion realm I have to organize the shots and think about backgrounds and model placement. When I shoot the landscapes it’s all about seeing a shot and capturing it. Don’t ask me to repeat it – lol – even windlight – they are all one of a kind, one time things that happen to be what I see.

(Per me, dipende da cosa sto riprendendo. Scattando per il mondo della moda devo organizzare gli scatti e pensare agli sfondi e al posizionamento delle modelle. Quando scatto i paesaggi, l’importante è vedere uno scatto e catturarlo. Non chiedermi di ripeterlo – lol – anche windlight – sono tutte cose uniche nel loro genere, una volta che capita di essere quello che vedo.)

AquilaDellaNotte Kondor: How did you start your artistic activity?

(Come hai iniziato la tua attività artistica?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): Well, I started out taking photos within the fashion realm because I was entering contests and I wasn’t getting the vision I wanted with other photographers…they just didn’t see what I saw inside my own head. So I attended Visionaire to learn and perfect my craft mainly for that. But along the way I found landscapes and that has become a big part of what I shoot now…especially water…love shooting water things.

(Bene, ho iniziato a scattare foto nel mondo della moda perché stavo partecipando a concorsi e non ottenevo la visione che volevo con altri fotografi… semplicemente non vedevano quello che vedevo nella mia testa. Quindi ho frequentato Visionaire per imparare e perfezionare il mio mestiere principalmente per questo. Ma lungo la strada ho trovato paesaggi e questo è diventato una parte importante di ciò che scatto ora… specialmente l’acqua… amo fotografare cose d’acqua.)

AquilaDellaNotte Kondor: What are you missing in order to better express your artistic skills in a virtual world?

(Cosa ti manca per esprimere al meglio le tue capacità artistiche in un mondo virtuale?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): Time. I just need more time to be able to spend more time shooting and in Second Life.

(Tempo. Ho solo bisogno di più tempo per poter dedicare più tempo alle riprese e in Second Life.)

Una nuova tappa di GenovArt

The second event organized by GenovArt is always a collective one, this time with four international artists: Sisi Biedermann, Sandi Benelli, Calypso “Caly” Applewhyte e Christower Dae.

Exhibition start date: May 31st
Exhibition end date: June 21st
Gallery: Black & White Gallery – GenovArt
Landmark:
Slur: http://maps.secondlife.com/secondlife/Nabru%20City/57/117/2053

As for the previous exhibition, I organized a collective interview with the artists, asking them to answer the same questions. (Come nella mostra precedente, ho organizzato un colloquio collettivo con gli artisti, chiedendo loro di rispondere alle stesse domande.)

Sisi Biedermann

1 – What do you think about art in Second Life, is it different or is the same thing that in real life? And is it really art for you, or just a sort of tech game? (Cosa pensi dell’arte in Second Life, è diversa o è la stessa cosa che nella vita reale? Ed è davvero arte per te o solo una specie di gioco tecnologico?)

Sisi Biedermann: When I think about Second Life I visualize places I would like to see. I like to create art out of beautiful views. Not so different then Real Life art for me. If I see a pretty place I take a picture and create a piece of art. To me Second Life has never really been a game, but a beautiful place of creativity.

(Quando penso a Second Life visualizzo i luoghi che vorrei vedere. Mi piace creare arte da panorami meravigliosi. Non è così diverso dall’arte della vita reale per me. Se vedo un bel posto, scatto una foto e creo un’opera d’arte. Per me Second Life non è mai stato davvero un gioco, ma un bellissimo luogo di creatività.)

Sandi Benelli: Art in Second Life is going from great art to very common art. That is what I like about Second Life. You dont have to be a great artist in rl to be an artist in SL. Its all art but the styles and so variated. I love that people just throw themselfes out in trying – that is art to me.

(L’arte in Second Life sta passando dalla grande arte all’arte molto comune. Questo è ciò che mi piace di Second Life. Non devi essere un grande artista in rl per essere un artista in Second Life. È tutta arte tranne gli stili, così vari. Adoro il fatto che le persone si buttino a capofitto nel tentativo: questa è arte per me.)

Calypso “Caly” Applewhyte: It would be necessary already to wonder about what is art. It can be expressed in many different ways as in real life. I think that on SL there are real creative people, whether they are creators of spaces (lands), sculptors (3D spaces or scuptures strictly speaking), photographers. We can even widen the notion of art for some creators of objects whose quality is exceptional. Of course, we are facing a technological game, but in which creativity is pushed to its maximum possibilities offered by Linden Lab. I would say that we are facing art when creativity, imagination and quality of realization are combined. And then, in real life, we find “art” that is not art at all…

(Sarebbe già necessario chiedersi cosa sia l’arte. Può essere espresso in molti modi diversi come nella vita reale. Penso che su Second Life ci siano veri creativi, siano essi creatori di spazi (terre), scultori (spazi 3D o sculture in senso stretto), fotografi. Possiamo persino ampliare la nozione di arte per alcuni creatori di oggetti la cui qualità è eccezionale. Certo, siamo di fronte a un gioco tecnologico, ma in cui la creatività è spinta al massimo delle possibilità offerte da Linden Lab. Direi che ci troviamo di fronte all’arte quando creatività, immaginazione e qualità della realizzazione si uniscono. E poi, nella vita reale, troviamo “arte” che non è affatto arte.)

Christower Dae: Let’s start from the fact that for me every form of creativity is Art, consequently using terms like “art” and “artist” to make a distinction becomes superfluous in any sphere. The Second Life tool has favored and helped the creativity of its users especially in the period before the introduction meshes with the ability to import from outside. I say this because I believe a creation to keep its own uniqueness must “belong” totally to Second Life. The tools made available, the objects, the total absence of gravity, the use of textures, scripts, lighting are all elements that make what the imagination can unique to imagine.

(Partiamo dal fatto che per me ogni forma di creatività è Arte, di conseguenza usare termini come “arte” e “artista” per fare una distinzione diventa superfluo in ogni ambito. Lo strumento Second Life ha favorito e aiutato la creatività dei suoi utenti soprattutto nel periodo antecedente l’introduzione delle mesh con la possibilità di importare dall’esterno. Dico questo perchè ritengo che una creazione per mantenere una sua unicità debba “appartenere” totalmente a Second Life. Gli strumenti messi a disposizione, gli oggetti, la totale assenza di gravità, l’uso delle texture, gli script, l’illuminazione sono tutti elementi che rendono unico quello che la fantasia può immaginare.)

Sandi Benelli

2 – How do you perform your art, planning your creations, or working by inspiration at the moment? (Come esegui la tua arte, pianificando le tue creazioni o lavorando per ispirazione al momento?)

Sisi Biedermann: I look for new places in Second Life to visit. Take many pictures and angles and views til i find one I really love. Then I play with textures and filters to get the look I am going for.

(Cerco nuovi posti in Second Life da visitare. Scatto molte foto, angolazioni e viste, finché non ne trovo una che amo davvero. Poi gioco con trame e filtri per ottenere l’aspetto che cerco.)

Sandi Benelli: In this kind of art I am exhibiting at GenovArt I decide the style and theme first, but these pieces are made from my inspiration of the theme I have chosen. In other cases where I make rl paintings, its all inspired from motives or moods I have seen or experiented. When I make my rl photo-art I simply choose from my very best motives.

(In questo tipo di arte che espongo a GenovArt decido prima lo stile e il tema, ma questi pezzi sono realizzati dalla mia ispirazione del tema che ho scelto. In altri casi in cui realizzo quadri, è tutto ispirato da motivi o stati d’animo che ho visto o sperimentato. Quando realizzo la mia arte fotografica RL scelgo semplicemente tra le mie migliori motivazioni.)

Calypso “Caly” Applewhyte: I work mostly on the inspiration of the moment. In general, the theme is born from a photo made for a product (within the framework of the fashion blog), which I wish to develop within the framework of an exhibition.

(Lavoro principalmente sull’ispirazione del momento. In generale, il tema nasce da una foto realizzata per un prodotto (nell’ambito del fashion blog), che desidero sviluppare nell’ambito di una mostra.)

Christower Dae: My entry into Second Life was out of pure curiosity, like all the other online experiences I have had. The approach initial was the exploration of the medium, understanding the potential it could offer. In the moment that there was the possibility to do of the screenshots I started capturing avatars and places. Over time I have dedicated myself only to portraits but I have always been animated by curiosity and guided above all by the inspiration of the moment. I have never experienced Second Life as a commitment given there my impromptu.

(Il mio ingresso su Second Life è avvenuto per pura curiosità, come tutte le altre esperienze in rete che ho avuto. L’approccio iniziale fu l’esplorazione del mezzo, capire le potenzialità che poteva offrire. Nel momento che esisteva la possibilità di fare degli screenshot cominciai a catturare avatar e luoghi. Nel tempo mi sono dedicato solo ai ritratti ma sono sempre stato animato dalla curiosità e guidato soprattutto dall’ispirazione del momento. Non ho mai vissuto SL come un impegno vista la mia estemporaneità.)

Calypso “Caly” Applewhyte

3 – How would you explain the digital art in Second Life to a real-life gallery owner, or to an art expert for example? (Come spiegheresti l’arte digitale in Second Life a un gallerista reale, o ad un esperto d’arte, ad esempio?)

Sisi Biedermann: Never really thought of that. Most people I talk have no idea what a virtual world is. I would have to show them more then explain so they can feel the true experience of a virtual world. Making the art is no different then any digital format, using photoshop or any any art program you are comfortable with.

(Non ci ho mai pensato davvero. La maggior parte delle persone con cui parlo non ha idea di cosa sia un mondo virtuale. Dovrei mostrare loro più che spiegare in modo che possano sentire la vera esperienza di un mondo virtuale. Realizzare l’arte non è diverso da qualsiasi formato digitale, usando Photoshop o qualsiasi programma artistico con cui ti trovi a tuo agio.)

Sandi Benelli: Well that is a problem how to explain it? I tried that in a gallery I exhibited in in RL. The owner did not understand what I was talking about – haha. Its easier to talk to someone who knows what Second Life is. I have showed some of my Second Life art to people who do rl art, and they were very curious on how I make these pictures, and very surprised when I told them it was photos taken in a virtual world called Second Life.

(Ebbene questo è un problema, come spiegarlo? L’ho provato in una galleria in cui ho esposto in RL. Il proprietario non ha capito di cosa stavo parlando – haha. È più facile parlare con qualcuno che sa cos’è Second Life. Ho mostrato alcuni dei miei disegni di Second Life a persone che fanno arte rl, ed erano molto curiose di come realizzo queste immagini, e molto sorprese quando ho detto loro che erano foto scattate in un mondo virtuale chiamato Second Life.)

Calypso “Caly” Applewhyte: I never asked myself the question. But I would say that it is exactly the same as art in real life, except that the tools, the supports are digital, dematerialized. The look, the sensitivity and the convictions of the artist remain the same.

(Non mi sono mai posto la domanda. Ma direi che è esattamente come l’arte nella vita reale, tranne che gli strumenti, i supporti sono digitali, smaterializzati. Lo sguardo, la sensibilità e le convinzioni dell’artista rimangono le stesse.)

Christower Dae: It is a complex question. You can explain what is created to a real gallery owner or to an art expert just by showing it on Second Life, because I think a creation of SL is an exclusive part of Second Life. The tool becomes part of every creation. How are they the lighting, the scripts, the sounds. Focus on the originality of the creation and the context in which it takes place. I’ve always imagined organizing an RL exhibition with various computers located in the room available to visitors in a way who see directly the creations of Second Life presented by their creators strictly online.

(E’ un discorso complesso. Quello che viene creato lo puoi spiegare ad un gallerista reale o ad un esperto di arte solo facendolo vedere su Second Life, perchè penso che una creazione di Second Life sia parte esclusiva di Second Life. Lo strumento diventa parte di ogni creazione. Come lo sono l’illuminazione, gli script, i suoni. Puntare sulla originalità della creazione e sul contesto nel quale avviene. Ho sempre immaginato di organizzare una mostra RL con vari computer dislocati in sala a disposizione dei visitatori in modo che vedano direttamente le creazioni di Second Life presentate dai loro creatori rigorosamente online.)

Christower Dae

4 – If you are an artist (in some way) in real life, what do you miss most in a virtual world to best interpret your creations? (Se sei un artista (in qualche modo) nella vita reale, cosa ti manca di più in un mondo virtuale per interpretare al meglio le tue creazioni?)

Sisi Biedermann: I am not an artist in real life, Second Life provides many creative places and beautiful views that you would fine in the real world, you also get the added luxury of fantasy places that you would never see.

(Non sono un artista nella vita reale, Second Life offre molti luoghi creativi e panorami meravigliosi che faresti bene nel mondo reale, inoltre ottieni il lusso aggiunto di luoghi fantastici che non vedresti mai.)

Sandi Benelli: Actually I dont miss anything in Second Life, but I would like to have the same possibilities in RL as I have in Second Life. Second Life is a perfect place to show your art because you can modify your pictures/photos/paintings to all sizes and make them bright, which is not possible in RL.

(In realtà non mi manca nulla in Second Life, ma vorrei avere le stesse possibilità in RL che ho in Second Life. Second Life è un luogo perfetto per mostrare la tua arte perché puoi modificare le tue immagini / foto / dipinti in tutte le dimensioni e renderli luminosi, cosa che non è possibile in RL.)

Calypso “Caly” Applewhyte: I am not an artist in real life. But I used to draw a lot of portraits when I was much younger. So rather than a lack, Second Life offered me the opportunity to reconnect with this passion.

(Non sono un artista nella vita reale. Ma disegnavo molti ritratti quando ero molto più giovane. Quindi, piuttosto che una mancanza, Second Life mi ha offerto l’opportunità di riconnettermi con questa passione.)

Christower Dae: I take photographs for pleasure in the RL. Honestly, I’ve never asked myself this. What I can say is that technically taking a portrait on SL is much easier. Perhaps what is missing is the variety of faces to be photographed since those who design faces for avatars tend to be more dedicated to aesthetics than to a search for details. The fact remains, the most important, that the photographer’s eye is always the same for both worlds.

(Faccio fotografie per diletto nella RL. Sinceramente non mi sono mai chiesto questa cosa. Quello che posso dire è che tecnicamente fare un ritratto su Second Life è molto più semplice. Forse quello che manca è la varietà di volti da fotografare visto che tendenzialmente chi disegna volti per gli avatar si dedica più all’estetica che ad una ricerca dei particolari. Rimane il fatto, il più importante, che l’occhio del fotografo è sempre lo stesso per tutti e due i mondi.)

5 – How do you choose your subjects? Do you have a specific orientation (avatars, landscapes, …) or do you work with different types of subjects? (Come scegli i tuoi soggetti? Hai un orientamento specifico (avatar, paesaggi, …) o lavori con diversi tipi di soggetti?)

Sisi Biedermann: I love nature, thats how I choose my subjects. Beautiful areas, with water, trees animals and birds are my favorite.

(Amo la natura, è così che scelgo i miei soggetti. Zone bellissime, con acqua, alberi, animali e uccelli sono le mie preferite.)

Sandi Benelli: Most of my subjects are made from my love to the nature. I do get so much inspiration from a walk in the wood or along the beach – it gives me energy to create my art from my memory or from photos I took along my walk.

(La maggior parte dei miei soggetti sono fatti dal mio amore per la natura. Prendo così tanta ispirazione da una passeggiata nel bosco o lungo la spiaggia – mi dà l’energia per creare la mia arte dalla mia memoria o dalle foto che ho scattato lungo la mia passeggiata.)

Calypso “Caly” Applewhyte: As you have already understood, my passion is portraits. But without giving up other orientations, the future will tell us.

(Come hai già capito, la mia passione sono i ritratti. Ma senza rinunciare ad altri orientamenti, il futuro ce lo dirà.)

Christower Dae: I always let myself be guided by the inspiration of the moment. I hardly ever enter SL specifically to take pictures. If it happens to be at an event I can be attracted by some interesting face and I start shooting. I don’t take many photos for each subject but I spend a lot of time choosing the photo to suggest. Usually I try to use the lights that the viewer proposes, but I do not disdain some small tweaks on an editing software. I do not prefer posed photos, I have rarely prepared a photo shoot.

(Mi lascio sempre guidare dalla ispirazione del momento. Difficilmente entro appositamente su Second Life per fare fotografie. Se capita di stare ad un evento posso venire attirato da qualche volto interessante e comincio a scattare. Non faccio tante foto per ogni soggetto ma dedico molto tempo alla scelta della foto da proporre. Solitamente cerco di usare le luci che il viewer propone, ma non disdegno qualche piccolo ritocco su un software di editing. Non prediligo le foto in posa, raramente ho preparato un set fotografico.)

Un nuovo progetto artistico: GenovArt

Una nuova avventura inizia a Genova City, con il progetto GenovArt, creato e gestito da Junanuj: nello spazio espositivo della Glass Gallery, 4 splendide donne dell’arte virtuale italiana propongono stili e sensibilità artistiche diverse, il tutto accompagnato, la serata dell’inaugurazione, dalla musica di DJ Nio, per continuare la serata in compagnia.

In occasione di questa collettiva, ho intervistato le quattro artisti espositrici, per avere le loro testimonianze sulla loro attività artistica e, più in generale, sull’arte nei mondi virtuali: Fiona Saiman, Lita Mendez, Magda Schmidtzau e Paola Bianchi Mills.

(ENGLISH: For each answer there is the translation in English between brackets, following the italian)

AquilaDellaNotte Kondor: Come prima domanda vorrei chiedervi se il vostro interesse per l’arte, la fotografia, era presistente al vostro ingresso in Second Life o se questo interesse è nato nel mondo virtuale.

Fiona Saiman: Ho scoperto questa passione in Second Life, e poi ho cercato di appassionarmi anche in real life.

(I discovered this passion in Second Life, and then I tried to get passionate in real life too.)

Paola Bianchi Mills: L’interesse per la fotografia non è nato con il mio ingresso in Second Life nel maggio del 2007 anche se nella vita private non disdegnavo di fare degli scatti su soggetti che incontravo quotidianamente,cosa che continuo a fare tuttora… Nel 2007 lavoravo in una azienda di telecomunicazioni, qualche anno dopo ho inziato a lavorare in una azienda di grafica solo in quel momento ho coniugato la professione con la fotografia nel mondo virtuale.

(The interest in photography was not born with my entry into Second Life in May 2007 even if in my private life I did not disdain to take shots on subjects I met daily, which I still do today … In 2007 I worked in a telecommunications company, a few years later I started working in a graphics company only at that moment did I combine the profession with photography in the virtual world.)

Magda Schmidtzau: Sì, sono una persona creativa e amante dell’arte sin da bambina, in tutte le sue forme.

(Yes, I’m a creative person who loves every way of art since I was a kid.)

Lita Mengez

Lita Mengez: Quello che  faccio da sempre in rl è disegnare, matita, carboncino, china o anche  una semplice biro. Da bambina restavo  ore a guardare i quadri che comprava mio papà o a guardarlo disegnare. Il creativo  di famiglia è sempre stato lui.  Su Second Life è stato  un pò per caso, ho iniziato  facendo le  foto per i vendor per una mia cara  amica designer, la passione per la fotografia su Second Life e poi per photoshop e altri programmi è cresciuta in modo esponenziale. Nel 2009 ho aperto  il  primo blog finchè non ho lasciato sl per circa tre anni per problemi in RL.

(In rl I have always done draw… pencil, charcoal, ink or even a simple pen. As a child, I would spend hours looking at the paintings my dad bought or watching him draw. He was always the creative one in my family.  On Second Life it was a bit by chance, I started by making photos vendor for a dear friend of mine, the passion for photography on sl and then for photoshop and other programs has grown exponentially. In 2009 I opened the first blog until I left sl for about three years for rl  problems.)

AquilaDellaNotte Kondor: Cos’è che vi spinge a sperimentare questa vena artistica in Second Life, e come riuscite a trovare ispirazione per le vostre creazioni?

Fiona Saiman: Dipende da come mi sento, il mio stato d’animo è il timone e musa ispiratrice di ogni mia foto. Oltre ad avere la voglia di raccontare con pensieri e immagini questo mondo che ancora mi affascina.

(It depends on how I feel, my state of mind is the helm and the poetical inspiration of all my photos. In addition to having the desire to tell with thoughts and images this world that still fascinates me.)

Paola Bianchi Mills: La fotografia è l’unico interesse che mi tiene legata al mondo virtuale, dopo 14 anni di militanza nel metaverso, non facendo vita sociale.Le mie immagini nascono quasi tutte da testi di canzoni,prevalentemente dei Pearl Jam, Nirvana, Pink Floyd. Se una frase del testo mi colpisce emotivamente, cerco di trasformarla in una immagine,prima di iniziare ho già ben presente cosa voglio realizzare, mi serve solo trovare i supporti adatti nel vasto mondo del metaverso.

(Photography is the only interest that keeps me tied to the virtual world, after 14 years of militancy in the metaverse, not making a social life. My images are almost all born from song lyrics, mainly by Pearl Jam, Nirvana, Pink Floyd If a sentence of the text strikes me emotionally, I try to transform it into an image, before starting I already know what I want to achieve, I just need to find the right supports in the vast world of the metaverse.)

Magda Schmidtzau: Nasce tutto spontaneamente, SL è un continuo stimolo creativo. Adopero quasi sempre l’avatar come strumento di lavoro.

(It happens all spontaneously, SL is a continous creative incentive. I generally use the avatar like  a work tool.)

Lita Mengez: Diciamo che un pò sono vincolata dalle creazioni dei miei sponsor, il che è un bene dato che mi da un pò di stabilità, perchè… è strano e  non ne parlo  molto  volentieri, ma di solito lavoro e riesco ad esprimermi nelle mie foto anche se  sono costantemente sulle  montagne  russe emotive che la  mia particolare condizione mi provoca, non scendo  nei dettagli in merito, è una cosa  che credo sia troppo personale. Ma si tratta di una condizione che spesso mi crea difficoltà.

(Let’s just say that I’m a little bit constrained by the creations of my sponsors, which is good since it gives me some stability, because… it’s strange and I don’t like to talk about it, but I usually work and manage to express myself in my photos even if I’m constantly on the emotional roller coaster that my particular condition causes me, I won’t go into details about it, it’s something I think is too personal. But it’s a condition that I often struggle with.)

Magda Schmidtzau

AquilaDellaNotte Kondor: Come avete iniziato, spontaneamente o ispirate da qualcuno che conoscevate, che magari vi ha supportato all’inizio?

Fiona Saiman: Ho iniziato da sola, ma non dimentico le tantissime persone che ho incontrato e che hanno condiviso con me il loro sapere, dandomi suggerimenti e dritte. Inoltre visito molte pagine di altri fotografi, apprendo sempre tanto da tutti.

(I started on my own, but I don’t forget the many people I met and who shared their knowledge with me, giving me tips and advice. I also visit many photographers’ pages and I always learn a lot from everyone.)

Paola Bianchi Mills: Ho iniziato come autodidatta cercando soprattutto di studiare le funzionalità del viewer di supporto e le varie funzionalità subentrate in seguito come l’utilizzo di luci e ombre. La persona che senza saperlo mi ha iniziata a questa passione è Christower Dae, partecipando come spettatrice ad una sua mostra durante la quale mi fece dono di un ritratto di una avatar. Chi invece mi ha incoraggiata a fare la prima mostra è stato Mistero Hifeng che mi ha segnalata agli owner della Nitroglobus Gallery, Dido Haas e Nitro Fireguard.

(I started as a self-taught person, trying above all to study the functionalities of the support viewer and the various functions that subsequently took over, such as the use of lights and shadows. The person who unknowingly initiated me into this passion is Christower Dae, participating as a spectator in an exhibition of her during which she gave me a portrait of an avatar. The one who encouraged me to do the first exhibition was Mistero Hifeng who pointed me out to the owners of the Nitroglobus Gallery, Dido Haas and Nitro Fireguard.)

Magda Schmidtzau: tutto è iniziato tramite un sito web, koinup. Poi sono arrivati i primi contest e le prime richieste di expo alle quali però rispondevo sempre rifiutando, non mi sentivo consona! La mia prima expo risale all’anno 2015 al Solodonna.

(It all begins using KOINUP, a photo sharing web site. Then the first contests and requests for expo, that I usually declined because I felt innapropriate. My first expo dates back in 2015 to “Solodonna”).

Lita Mengez: Come dicevo prima, ho iniziato  aiutando una mia cara amica  a fare le foto per i vendor. Poi qualcuno ha iniziato a dire  che ero brava e sono iniziate  le prime richieste di foto da parte dei designers. All’epoca  i blogger  nemmeno esistevano, parliamo della preistoria di SL  quando  il voice  era  utopia  e i corpi  e le teste mesh erano impensabili. Oddio quanto mi sento vecchia… XD

As I said before, I started by helping a good friend of mine take photos for vendors. Then someone started saying I was good at it and from then the first requests for photos from designers started arriving. Back then bloggers didn’t even exist, we’re talking about the prehistory of SL when voice was utopia and mesh bodies and heads were unthinkable. Oh God how old I feel… XD

Paola Bianchi Mills

AquilaDellaNotte Kondor: Qual è il vostro modo di organizzarvi per realizzare le vostre creazioni? Ci pensate in anticipo, vi preparate a fondo prima di iniziare, o credete nella spontaneità ed esprimete quello che vi viene in mente al momento?

Fiona Saiman: il più delle volte è per caso, esploro molti posti, e zummando quasi li “spoglio” cercando ispirazione, ma non scatto subito, attendo un momento di calma preparo una playlist musicale e mi perdo nel mio mondo per ore a volte anche per tutta la notte.

(The most of the time it is by chance, I explore many places and zooming in, I almost “strip” them looking for inspiration, but I don’t shoot right away, I wait for a moment of calm; I prepare a music playlist and I get lost in my world for hours, sometimes even for the whole night.)

Paola Bianchi Mills: Come ho già accennato prima, le mie immagini nascono dai testi di canzoni, tutto il resto viene di conseguenza. Una fotografia non la realizzo con un semplice scatto,per giungere la prodotto finale faccio dai 30 a 40 scatti tra i quali poi seleziono i 2 o 3 che ritengo accettabili e scartando tutto il resto.

(As I have already mentioned before, my images are born from the lyrics of songs, everything else comes as a consequence.I don’t make a photograph with a simple click, to reach the final product I take from 30 to 40 shots among which I then select the 2 or 3 that I consider acceptable and discarding everything else.)

Magda Schmidtzau: Ogni volta è un percorso diverso, sono un’anima sognatrice e mi piace sperimentare sempre tecniche nuove e diverse… C’è un inizio ma non c’è mai una fine, le immagini una volta create resteranno sempre sospese.”

(Everytime i choose a different creative path, I’m a dreamy soul and I like to experiment new and different techniques.)

Lita Mengez: Siccome  nella maggior parte dei casi le  mie  foto nascono per il blog, di solito  guardo le varie  proposte dei designer, c’è sempre qualcosa che m’ispira,  poi metto assieme i pezzi e la foto  prende forma nella mia testa.  La vedo  ed è come se  già fosse fatta. Il punto è qualche volta capita  che quello che sento non è piacevole o bello, per via della condizione di cui accennavo prima … Quindi boh, ho bisogno di tempo, allora  punto  sulla tecnica  piuttosto  che  sul trasmettere qualcosa. Una foto  tecnicamente fatta bene non viene  mai rifiutata  e poco importa  se non esprime quello che sento, in quel caso mi accontento  di  rispettare la scadenza con lo sponsor

(As in most cases my photos are born for the blog, I usually look at the various proposals of designers, there is always something that inspires me, then I put the pieces together and the photo takes form in my head. I see it and it’s like it’s already done. The point is that sometimes it happens that what I feel is not pleasant or good, because of the condition I mentioned earlier … So… I need time, I focus on technique rather than on conveying something. A technically good photo is never rejected and it doesn’t matter if it doesn’t express what I feel, in that case I’m just satisfied to meet the deadline with the sponsor.)

Fiona Saiman

AquilaDellaNotte Kondor: Credete che l’arte possa trovare modi peculiari di esprimersi in Second Life, rispetto al mondo esterno, o pensate che non ci sia distinzione tra i due ambienti, e che contino soltanto l’ispirazione e le capacità dell’artista?

Fiona Saiman: L’arte è arte ovunque, a parer mio. E’ la capacità di percepire emozione in un qualsiasi cosa e di portarlo all’attenzione degli altri con la stessa intensità di come l’hai pensata e realizzata. La mente creativa trova materiale emozionale in ogni mondo. L’unica nota dolente e mancante iw è la fisicità. Uno scultore in sl non toccherà mai la pietra della sua opera con mano.

(In my opinion, art is art everywhere. It is the ability to perceive emotion in everything and bring it to the attention of others with the same intensity as you have thought and created it. The creative mind finds emotional material in every world. The only sore and missing note inworld is physicality. An SL sculptor will never touch his work stone with his hand.)

Paola Bianchi Mills: Idelamente non dovrebbero esserci distinzioni,una fotografia rimane tale sia che sia stata fatta da una macchina fotografica o da un semplice clic sulla tastiera di un computer. In realtà non è così,perchè le immagini tratte dal mondo virtuale sono considerate prodotti di una ristretta cerchia di dilettanti,anche se devo dire che hanno comunque un ottimo mercato di vendita soprattutto all’estero.

(Ideally there should be no distinctions, a photograph remains such whether it was made by a camera or by a simple click on a computer keyboard. In reality this is not the case, because the images taken from the virtual world are considered products of a small circle of amateurs, even if I must say that they still have an excellent sales market, especially abroad.)

Magda Schmidtzau: Cosi come in RL, ci sono cose impossibili da fare in SL, è vero però anche il contrario e questa è una cosa che molti non sono riusciti a comprendere bene o, forse, non sono stati capaci di sfruttare al massimo le potenzialità di questo mondo virtuale portandosi dietro mentalità creative tipiche della RL. Fortunatamente tanti hanno avuto, al contrario, la capacità di capire questa apparente differenza e l’hanno sfruttata al massimo dando sfogo alla creatività in maniera non alternativa ma inglobata in un ampissimo discorso variegato, rendendo Second Life e RL non separati ma connessi in un pensiero unico. Io sono attratta da tutto quello che è singolare e nella – Second Life attuale – incontrare avi stravaganti, fantasiosi, originali ed eccentrici diventa sempre più difficile. Quindi li creo, oppure paparazzo in giro avi che poi mi diverto a risistemare creando immagini nuove, un po’ reali, o più astratte… Ogni immagine ha una sua trasformazione personale.

(Like in RL, also in SL the are impossible things to do, but the contrary is also true and that is an idea that a lot of people don’t understand, maybe because they doesn’t  take advantage of the potentiality on this virtual world, thinking like they are in the real word. Fortunately a lot of people, at the contrary, take to they favour this apparently difference between the two worlds, giving vent to creativity in a no ordinary way. In this way, RL and SL aren’t to different realities but they are a unique idea. I’m attracted from extravagant things and people and in the actually Second Life meet no ordinary avatars isn’t simple, so I create originals avatars, o when I meet them I “paparazzo” this people and than I modify the pictures in a more reale way, or at the contrary more abstract. Every picture has a proper personal transformation.)

Lita Mengez: SL  è di per se un modo peculiare  di esprimere la propria arte. Poi c’è chi  come me lavora le foto in modo grafico  come fanno diversi artisti che usano programmi per comporre le proprie opere, e c’è chi preferisce la fotografia “cruda”  ovvero senza ritocchi. Ma questo succede anche in rl, per esempio, il dibattito fra fotografia digitale e purista  è sempre aperto!

 (Second Life is in itself a peculiar way of expressing one’s art. Then there are those who, like me, work on photos in a graphic way as many artists do who use programs to compose their works, and there are those who prefer “raw” photography, that is without retouching. But this also happens in rl, for example, the debate between digital photography and purist is always open!)

AquilaDellaNotte Kondor: Come pensi di continuare la tua carriera artistica in Second Life? Hai dei progetti a cui stai lavorando, o pensi di seguire i tuoi interessi seguendo l’istinto e l’ispirazione del momento?

Fiona Saiman: La mia non è una vera e propria carriera artistica, ringrazio Juna per questa nuova opportunità dal momento che ne sono stata lontana per un po’ di anni, continuerò a fare foto a scrivere dei posti che esploro e tutto continuerà normalmente, anche lo sperimentare cose nuove sempre in campo fotografico, come queste foto che esporrò qua tutte diverse dal mio solito operare.

(Mine is not a real artistic career, I thank Juna so much for this new opportunity I got, since I have been away from it for few years. I will continue to take pictures and write about the places I explore. Everything will go on as it is, even experimenting with new things always in the photographic field, like these photos that I will exhibit here, so unusual for me…)

Paola Bianchi Mills: Personalmente non ho una carriera in Second Life come fotografa,non ho mai guadagnato nulla, rimane un puro divertimento e una condivisione con altri delle mie emozioni.Impegni personali spesso mi costringono a non accettare nuove mostre, spesso ho rifiutato di farle perchè dopo 14 anni ritengo di promuovere idée un pò inflazionate, sarebbe come prolungare un viale del tramonto visto che ci sono molte/i giovani artisti che hanno diritto di avere spazio e visibilità.

(Personally I do not have a career in Second Life as a photographer, I have never earned anything, it remains pure fun and sharing my emotions with others. Personal commitments often force me not to accept new exhibitions, I often refused to do them because afterwards 14 years I think I promote a little inflated ideas, it would be like extending an avenue of sunset as there are many young artists who have the right to have space and visibility.)

Magda Schmidtzau: La mia creatività è una compagna di vita, quindi il mio cassetto di lavori è sempre colmo, soprattutto per le opere d’istinto e che seguono l’ispirazione del momento.

(My creativity is my life partner, I’ve always ready works on my hands, istinctive picture that follows the moment inspiration.)

Lita Mengez: Progetti? No. Nessuno. Non potrei, la mia vita è abbastanza complicata anche senza impelagarmi in progetti in cui finirei per farmi risucchiare. Seguo  il momento  e l’ispirazione e  accetto quello  che mi viene  proposto se  si tratta di un impegno che sono sicura di poter  affrontare  serenamente.

(Plans? No. No one. I couldn’t, my life is complicated enough even without getting caught up in projects that I would end up getting sucked into. I follow the moment and the inspiration and accept what’s offered to me if it’s a commitment I’m confident I can handle comfortably.)

AquilaDellaNotte Kondor: Come vedete il futuro dei mondi virtuali, in relazione alle possibilità artistiche che qui possono esprimersi?

Fiona Saiman: Trovo affascinante che un Artista possa coinvolgere tante persone a distanza fra loro in un mondo che accoglie ed emoziona tutti allo stesso tempo. Sopratutto in un periodo così difficile che stiamo vivendo Second Life ancora una volta è il futuro che aiuta l’uomo a non sentirsi emarginato.

(I find so fascinating that an artist can involve many people far away from each other in a world that welcomes and excites everyone at the same time. Especially in such a difficult period that we are experiencing, once again Second Life is the future that helps man not to feel marginalized.)

Paola Bianchi Mills: Ritengo Second Life un mondo di nicchia,un pò autoreferenziale,comprensibile come atteggiamento per chi è dentro da parecchi anni,ma è un mondo che di fatto è mai realmente decollato,anche per politiche aziendali di basso profilo da parte dei proprietari. La media di 50.000 residenti collegati contemporaneamente in Europa, non conosco i dati notturni oltreatlantico, sono l’immagine di un paesino rispetto la globalità di altre piattaforme online. Purtroppo anche le piattaforme di supporto dove fare upload delle immagini virtuali tipo Flickr per farsi conoscere nel mondo esterno,sono poco inclusive,infatti le immagini dal mondo virtuale sono classificate schermate e non fotografie quindi considerate prodotti di seconda categoria.

(I think Second Life is a niche world, a bit self-referential, understandable as an attitude for those who have been in it for several years, but it is a world that has never really taken off, even for low-profile company policies on the part of the owners. average of 50,000 residents connected at the same time in Europe, I do not know the overseas night figures, they are the image of a village compared to the totality of other online platforms. Unfortunately, even the support platforms where you can upload virtual images such as Flickr to make yourself known in the outside world, are not very inclusive, in fact the images from the virtual world are classified screens and not photographs therefore considered second category products.)

Magda Schmidtzau: Credo che i  mondi  virtuali possono essere usati benissimo come luoghi esperienziali.

(I think that virtual worlds can be used as experential laboratories.)

Lita Mengez: Sicuramente ci saranno evoluzioni. Io le  ho viste nel corso degli anni,  le modalità di espressione artistiche su Second Life sono direttamente  proporzionali all’implementazione della piattaforma  stessa. Più la piattaforma diventa  prestante e migliora  le proprie risorse  grafiche, più possibilità di espressione ci sono e, ovviamente non solo in ambito fotografico.

(Surely there will be evolutions. I have seen them over the years, the ways of artistic expression on Second Life are directly proportional to the implementation of the platform itself. The more the platform becomes powerful and improves its resources, both graphic and not, the more possibilities of expression there are, and obviously not only in the photographic area.)

Museum Island: un caso emblematico

Sembra che la situazione che si è venuta a creare, di mancanza di land da vendere da parte della Linden Lab, sia dovuta ai “ritardi” con cui va avanti la migrazione dei server della Linden su quelli del cloud Amazon AWS. Non so se questa sia una scusa o meno, per coprire altri problemi. Certo è che questa migrazione va avanti da più di tre anni, e neanche migrare i server della NASA avrebbe richiesto tanto tempo.

Spero che le cose si risolvano rapidamente. Effetto di questa carenza è, naturalmente, la lievitazione dei prezzi delle sim possedute dai privati che le affittano a terzi. Nulla di strano, nè di criticabile, sono le leggi del mercato. Purtroppo c’è chi questi prezzi non è in grado di permetterseli, così, se si trova costretto a cambiare land, o a iniziare un nuovo progetto, si trova in grosse difficoltà, che per alcuni risultano insormontabili.

Oltre a questo problema generale, ci sono casi specifici dovuti a difficoltà nel mantenere l’affitto di land esistenti, come sta succedendo alla nostra italianissima Museum Island, in difficoltà per il venir meno della presenza di alcuni contributori. Questa situazione sta facendo decidere gli attuali owners di lasciar perdere tutto e, a malincuore, ritirarsi. Sono stati presi contatti con la Linden Lab, per poter accedere ad una nuova sim, a prezzi standard o scontati (sarebbe l’ideale, vista la rilevanza culturale e storica di questa sim) ma il problema della non disponibilità di land non consente di dar corso alla richiesta.

Speriamo naturalmente che questa situazione possa sbloccarsi, o con la messa a disposizione da parte della Linden Lab di una sim esistente, o che, superati i problemi sul cloud, possano essere create nuove sim e procedere a far fronte alla richiesta. Ma cosa si può fare, nel frattempo? E se dovessero passare altri sei mesi? E’ disposta la comunità italiana a perdere il valore storico, e anche simbolico, rappresentato da Museum Island?

Partendo da questo caso specifico, credo vada fatta una riflessione di fondo sulla gestione delle land, usate da tutti, ma pagate da uno, o da un gruppo ristrettissimo di “soci”. Certo si potrebbe procedere ad una sottoscrizione, con cui, per alcuni mesi, si possa aiutare a sostenere le spese, e spero vivamente che questo possa essere fatto, ma occorre a mio parere creare un nuovo modello di gestione.

Certe sim, per il valore che rappresentano, o per i servizi che offrono, potrebbero essere gestite come “public sim“, suddividendo la spesa, e quindi la proprietà, fra un gruppo di “azionisti“, dai 12 ai 15, ad esempio.

Questi, oltre a ripartirsi la spesa (a questo punto limitata, essendo il gruppo di azionisti superiore a quello solito dei due tre amici), potrebbero anche suddivedersi l’uso della sim, per i progetti o gli eventi che possano interessare loro, sempre seguendo ovviamente i canoni etici stabiliti dal gruppo.

Questo modello sarebbe altamente efficiente, con l’unico vincolo della costanza e dell’affidabilità nel partecipare a un progetto innovativo, limite che molte volte è stato insuperabile per la comunità italiana. Spero che questa volta un nuovo corso possa partire, proprio iniziando da Museum Island. In bocca al lupo alla land, ai suoi owners John Noone e Morgan Darkrose, e a chi vorrà collaborare con loro in qualche modo.

P:S: Chiunque sia interessato al sostegno della sim può rivolgersi agli owners, su Facebook o su Second Life, il prima possibile.

Alla scoperta dell’arte virtuale: Moki Yuitza

Ho incontrato Moki Yuitza nello spazio da lei creato per la sua installazione “Synapses”, e ho affrontato con lei il tema di come nasce un’idea, come si riesce a creare un’opera del genere. Dopo qualche suo (vano) tentativo di spiegarmi come è fatta tecnicamente questa installazione (prims, particles, ecc.) entriamo nel merito delle domande che avevo in mente di farle. Riporto la discussione così come si è svolta, per mantenere la struttura colloquiale della chiacchierata, per come si è sviluppata.

AdN: a parte gli aspetti tecnici, Moki, vediamo come ti nasce questa idea. Hai preso spunto da qualcosa che hai visto, o cos’altro?

Moki Yuitza: è una domanda difficile, mi spiego… In realtà quello che vedi è una “evoluzione” se così possiamo dire, di diversi lavori precedenti, li hai visti

AdN: si, certo, sempre sul tema delle luci e delle proiezioni

Moki Yuitza: se ti ricordi, io finisco sempre per creare questi spazi a più dimensioni. E’ una via di mezzo tra una illusione ottica e un gioco matematico. Sono affascinata dagli spazi che si muovono, che cambiano. Quasi tutti i miei lavori girano intorno al concetto delle dimensioni multiple, strati sovrapposi, a seconda di come li guardi, ti danno una impressione diversa

AdN: il punto di vista varia

Moki Yuitza: si, ed è per questo che invito sempre le persone a camminare, invece di usare la cam. Quando cammini, i punti di vista cambiano molto di più, che girando con la cam. Il massimo è muoversi in mouselook, ma molti si sentono disorientati a farlo

AdN: anche perchè hai il tempo di osservare, la cam è troppo veloce a spostarsi, non ti fa osservare bene i dettagli

Moki Yuitza: si, a me piace stare ferma in un punto, e guardare come cambia quello che ho davanti, e i miei lavori alla fine sono concepiti così, puoi muoverti, ma anche rimanere fermo e osservare come cambia intorno a te. Inoltre, e questo non ci pensa mai nessuno, la percezione dello spazio cambia totalmente insieme al punto di vista

AdN: quindi l’idea di questa installazione segue un tuo percorso di ricerca, come un filo conduttore che si dipana un pò alla volta, attraverso i tuoi lavori

Moki Yuitza: si, anche se sono idee magari diverse, o che nascono in condizioni e per posizioni differenti, c’è sempre un filo conduttore

AdN: questo però vuol dire una cosa, che la costruzione dell’opera è una, per così dire, “ricerca in corso d’opera”, non c’è un “progetto” iniziale, ma un percorso da seguire

Moki Yuitza: si e no. Ogni cosa che faccio è pensata di per se. Nasce, ha il suo momento di esposizione, e poi viene cancellata. Il fatto che ci sia un percorso è una cosa naturale, perché il legame sono io

AdN: ma non l’hai pensato così fin dall’inizio, lo hai sviluppato poco alla volta

Moki Yuitza: provo a spiegarmi, è difficile da dire quando è nata l’idea originaria, in genere mi viene parlando con chi mi offre la possibilità di esporre, mi mostra lo spazio. E così nella mia testa parte un processo naturale, sul come “riempire” quello spazio, cosa creare, nascono immagini, sensazioni. Tutto quello che faccio è cercare di realizzarle, sfruttando le conoscenze tecniche che ho acquisito.

La cosa bella è che le cose cambiano durante la realizzazione, magari imparo una tecnica nuova, o uno strumento, e provo ad applicarlo al lavoro in corso, e vedo se fa scopa con l’idea che ho in mente oppure no. Se lo fa, viene inserito, se non lo fa, viene accantonato e sperimentato altrove. Per esempio, qui, le rampe, inizialmente dovevano essere diverse, l’idea era di creare una illusione ottica. Ma una volta realizzata, ho visto che non dava per nulla l’idea dello spazio che volevo creare, l’impressione dello spazio era distorta. Ma te ne accorgi solo quando la realizzi, e ci cammini dentro. L’idea funzionava, la realizzazione no.

AdN: quindi all’inizio c’è un’idea generale, di cosa vuoi rappresentare, ma l’espressione pratica la sviluppi “sul campo” per così dire

Moki Yuitza: ecco, si, ho una idea, una immagine dello spazio, della sensazione che vorrei creare, e lavoro per raggiungere quel fine

AdN: come un pittore che parte con un’idea e poi la sviluppa sulla tela, senza avere il disegno preciso all’inizio, ma lo crea man mano che lo “vede” nella pratica

Moki Yuitza: si, è così. Io ho una idea di una sensazione, delle immagini, magari parto da un elemento, in questo caso sono i nastri verdi, e da quello si sviluppa il resto

AdN: un lavoro “artigianale” dell’artista digitale insomma 😊

Moki Yuitza: mai riferito il termine “artista”, lo sai, mi sono sempre definita una “spaccaprims”, dico sempre che sono un artigiano, mi piace fare cose. Io ho una idea di una sensazione, delle immagini. Magari parto da un elemento, in questo caso sono i nastri verdi, e da quello si sviluppa il resto

AdN: si, ma qui non ci sono solo prims…

Moki Yuitza: ah invece qui ci sono solo prims, il resto sono effetti speciali, luci, proiezioni, particles. Sono anche quelli dei mattoncini, e da bambina adoravo le costruzioni, qui ci gioco

AdN: anche una cattedrale prima di costruirla erano solo pietre, ma qualcuno poi dalle pietre ha creato qualcosa. Perchè non ami la definizione di “artista” riferita a te?

Moki Yuitza: nono, non è che non la amo. Cosa significa “artista”?

AdN: per me?

Moki Yuitza: si, ora lo chiedo a te 😊

AdN: io credo che arte sia una materializzazione di un’idea, che qualcuno, l’artista, ha trovato il modo di comunicare agli altri, usando tecniche tra le più varie, in questo caso un ambiente digitale in 3D

Moki Yuitza: con questa definizione, posso anche riconoscermi 😊

AdN: però questo vale anche per lo chef che fa la matriciana, ha dei limiti, o no?

Moki Yuitza: quel qualcuno che ha creato la cattedrale di cui parlavamo prima, 9 volte su 10 era un artigiano, faceva il suo lavoro al meglio delle sue capacità, sono altri che lo hanno definito artista, perchè quello che ha creato lo hanno riconosciuto come un’opera d’arte. Io non mi definisco artista, non ho velleità di “creare arte”, cerco di fare qualcosa di bello, per me, e che dia una emozione a chi lo vede, in questo senso, ho difficoltà a definirmi artista 😊

AdN: quindi matriciana, cattedrale, o installazione 3D, possono essere definite tutte manifestazioni “artistiche”? Questa discussione mi porta ad una conclusione che mi lascia perplesso però…

Moki Yuitza: cioè?

AdN: che Cracco fa bene a farsi pagare un primo piatto 40 €, perché, dal suo punto di vista, la sua è un’opera d’arte!

Moki Yuitza: hahahaha, si, hai colto il punto, non è quanto lui pensa che valga, ma quanto gli altri sono disposti a pagarlo 😊

AdN: ma, a questo punto, entra in ballo lo “spettatore”, l’utente, se per me quel primo piatto, o questa installazione 3D, è qualcosa che mi trasmette un messaggio, un’emozione, allora la posso definire “artistica”, sennò dico che quel primo piatto è un furto a 40 €!!

Moki Yuitza: se per te messaggio ed emozione sono il significato di “arte”, allora si 😊 Per inciso, lo sono anche per me, non tanto il messaggio, ma la sensazione e l’emozione

AdN: è il solo metro di giudizio per definire l’arte, a mio parere, altrimenti anche la “fessura” di Fontana è un’opera d’arte…

Moki Yuitza: e infatti, lo è

AdN: vedi? A te dà un’emozione, ma a me no. L’arte dipende da chi la fa e da come la si guarda

Moki Yuitza: concordo 😊

AdN: e con questo possiamo concludere con un interrogativo storico: è più arte la matriciana, o la cattedrale di San Pietro?

Moki Yuitza: hahahahaha

Moki Yuitza: arte edibile o secolare?  Chissà…

AdN: e chi lo sa. L’unico osservatore oggettivo sarebbe un extraterrestre.

Moki Yuitza: il poveretto arriverebbe comunque col suo bagaglio di conoscenze e sensibilità

AdN: la matriciana però se la mangerebbe di certo.. 😊 Grazie mille Moki, per la tua disponibilità. Arrivederci a presto!

Buon Natale!

Betlemme, la Basilica della Natività.

Il Natale non è solo una festa religiosa, appartenente alla cristianità, è una ricorrenza festeggiata in tutto il mondo da mille paesi e da mille popoli. E’ la ricorrenza della nascita di un Uomo giusto, che con la sola forza delle sue idee, monumento imperituro alla ragione umana, ha cambiato completamente la storia del mondo.

Betlemme – Basilica della Natività – L’ingresso nella grotta

Non ci interessano le discussioni sorte poi sulla sua divinità, o la sua identificazione con antiche profezie bibliche, lasciamo questo compito a chi è interessato a queste cose, ma quello che Lui ha fatto, e ha detto. Andate a rileggervi il suo lascito più grande, il “Discorso della Montagna”, pronunciato nei pressi di Cafarnao, sul lago di Galilea, dove era ospite del suo seguace Pietro (Vangelo di Matteo, 5, 1-7, 29). E’ un incredibile appello alla civiltà umana e alla fratellanza, inaspettato per quell’epoca, e perciò rivoluzionario.

Betlemme – Basilica della Natività – La preghiera sul sito dove era la mangiatoia (oggi a Santa Maria Maggiore a Roma)

Quest’Uomo non ebbe eserciti, non ebbe armi, si presentò da solo davanti alla violenza del mondo, e il mondo dell’epoca lo giustiziò. I secoli successivi ne hanno fatto una divinità, ma noi oggi festeggiamo semplicemente la ricorrenza della sua nascita, in un momento storico in cui il suo messaggio è ancora in gran parte incompreso. Buon Natale a tutti!

Betlemme – Basilica della Natività – La stella a 14 punte che indica il sito della nascita di Yeshu’a ben Yosef

La nostra esistenza nel Game

La maggior parte di voi conoscono Alessandro Baricco, scrittore, saggista, autore teatrale, critico, conduttore, giornalista. Baricco, laureato in filosofia, è un osservatore attento della realtà di oggi, e ha scritto molte cose interessanti e curato molti spettacoli teatrali. Sicuramente, molti sanno anche che dal suo monologo “Novecento” è stato tratto il meraviglioso film di Tornatore “La leggenda del pianista sull’oceano”. Ebbene, l’ultima opera di Baricco è un libro davvero fuori dagli schemi, “The Game”. Ho assistito personalmente ad una presentazione del libro, da parte dello stesso Baricco, con Federico Rampini, al Maxxi di Roma a marzo di quest’anno, ed ho appena finito di leggere il libro. Mi fa quindi piacere condividere alcune considerazioni e un’idea che potrebbe interessarvi.

Il libro traccia un percorso, dai primi anni ’90 ad oggi, dell’evoluzione della rete, che lui denomina “The Game”, dal punto di vista dei cambiamenti sociali. Baricco non è un tecnico e quindi il suo punto di vista non è questo, lui descrive quello che sta succedendo alla nostra civiltà, in un’epoca di profonde trasformazioni delle modalità di interazione tra gli esseri umani. Dalla cultura della lentezza, dell’approfondimento, dei gesti, alla cultura della velocità, della sintesi, del movimento. Un cambio sostanziale di paradigma, che, partendo dalla ribellione degli hippies della Silicon Valley dopo il ’68, alle caste e agli intermediari culturali, arriva fino alla diffusione pervasiva dei social media e dell’unico esperimento (per ora) politico nato dal Game e diventato realtà, rappresentato dal Movimento 5 Stelle in Italia.

Il concetto base che ha percorso questa storia è stata la disintermediazione, l’accesso diretto alla comunicazione da parte di masse enormi di individui, dall’imbecille al premio Nobel, direbbe Eco. Il libro è gradevolissimo, scritto in maniera semplice e diretta, quasi teatrale direi, e Baricco ci accompagna in questo cammino portandoci a riflessioni profonde, sulla nostra natura umana e sulla nostra capacità di comunicare con gli altri.

Non è affatto una critica al Game, ma un tentativo, riuscitissimo a mio parere, di integrarlo della nostra evoluzione, mettendone in evidenza gli aspetti innovativi, e perfino rivoluzionari.

Io spero che molti di voi vogliano approfittare delle ferie per leggere questo libro, non costa nulla, è piacevole da seguire nel suo svolgimento, non comporta sforzo o concentrazione particolari. E sarebbe bello ritrovarci a settembre a dicuterne insieme in Second Life, in una platea non larga (al massimo una dozzina di persone direi), in modo da confrontare le nostre idee e percezioni del Game, stimolati dal libro di Baricco. Magari ne verrebbe fuori una serata interessante. Naturalmente se ci fossero più di 12-15 temerari, si potrebbero organizzare più serate, ospitati da qualche owner di buona volontà, interessato all’argomento. Se invece ci troveremo in tre, ci si vedrà lo stesso, e mi farà comunque piacere avervi dato uno spunto per leggere il libro. Un saluto.