Dalla mente allo spazio: intervista a Solkide Auer

Incontro Solkide Auer nella land di “Musei in Comune”, gestita da Mexi Lane (aka Marina Bellini) per conto di Zetema e del Comune di Roma, il cui assessorato alla cultura è da sempre interessato alle nuove forme di comunicazione in rete (http://slurl.com/secondlife/MiC/ 117/113/2103).

Conosco Solk da un paio di anni, e devo dire che ho sempre avuto una grande stima del suo lavoro e dell’impegno che egli mette nella realizzazione delle sue opere, nonostante io sia, personalmente,  pervaso da un grande scetticismo nei confronti degli innumerevoli “artisti” in SL.

Solkide, ma anche altri come lui ovviamente, a cominciare dalla sua collega e compagna di lavoro Shellina Winkler, si distingue nel panorama degli artisti che nascono in questo mondo virtuale. E’ uno di quelli che, avendo a disposizione nuovi strumenti, e la possibilità di usarli al meglio, ha scoperto la sua vena artistica e ha avuto modo di sviluppare qui la sua inventiva. E’ un esempio di quello che si può fare per l’arte a partire da un ambiente sintetico, aprendo nuovi filoni culturali e di sviluppo artistico prima inimmaginabili.

La costruzione da lui creata nella land “Musei in Comune”, una sfera nello spazio circondata da ammassi di stelle, è di una bellezza e di una profondità inusuali, anche rapportata ad un ambiente virtuale. Partiamo da questa struttura, e sentiamo come Solkide Auer narra la sua esperienza.

AquilaDellaNotte Kondor: Solk, cosa hai voluto rappresentare con questa installazione?

Solkide Auer: mi è venuta in mente la grande astronave di  2001 Odissea nello Spazio, anche se con essa c’entra poco. Rappresenta una struttura nello spazio che potrebbe essere abitabile, e tutta collegata nelle sue varie componenti, con una visione estremizzata del futuro.

Aquila: devo confessarti una cosa Solk.

Solkide: dimmi

Aquila: ho sempre guardato con un certo scetticismo all’arte in SL, a tutti questi artisti improvvisati, alla scarsa qualità delle produzioni, ma il tuo lavoro merita di uscire da SL. Avevo già visto il filmato su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=Ys29-584NgQ) e mi aveva molto incuriosito, per questo sono qui ad ammirare questa tua opera. Credo che questi spazi possano produrre arte, davvero.

Solkide: prova a metterti in mouselook per qualche secondo, fa un certo effetto, almeno a me.

Aquila: sai che in RL il mondo artistico è molto variegato, c’è quello ufficiale e quello commerciale, e sarebbe bello invitare qualcuno appartenente a quei mondi qui dentro.

Solkide: piu che altro a vedere di persona quello che si fa qui.

Aquila: per far incontrare finalmente la RL con l’arte di SL. Certo, potremmo uscirne malconci….

Solkide: in questo caso io risponderei loro: allora entrate qui dentro e vediamo cosa sapete fare.

Aquila: usare un ambiente 3D per realizzazioni artistiche è una cosa che molti non concepiscono, l’associano ai computer, non all’arte.

Solkide: Il computer e’ un mezzo, come il pennello, come lo scalpello.

Aquila: quelli lo usano per la posta, c’è una distanza abissale con le esperienze che si stanno qui realizzando, ma il contatto va tentato.

Solkide: io sono daccordo, come dici tu, ci sono tanti artisti improvvisati, ma i pittori sono tutti Van Gogh li fuori?

Aquila: certo che no… Poi ci sono gli accademici e i critici, e questo è un altro fronte.

Solkide: fanno il loro lavoro di dissacrare cio’ che non e’ canonico, ma non sanno che questo e’ il futuro.

Aquila: ma dimmi una cosa, qual’è il tuo progetto, cosa vuoi fare con il tuo lavoro in SL ?

Solkide: io qui ho avuto modo di sviluppare una passione, prima di SL non pensavo che potessi fare certe cose, ma a prescindere che piacciano o meno alle persone, esse comunque piacciono a me. Il mezzo lo permette ampiamente. Per il resto, di mio ci ho messo la voglia e la fantasia di creare. Prima di SL seguivo l’arte come turista, visitare musei mi e’ sempre piaciuto, l’ho fatto e continuo a farlo. Qui ho avuto modo, come dicevo prima, di poter sviluppare una parte di me stesso. Ho una mia espressione creativa, mi piace la geometria, la precisione della forma. Come dico spesso, cio’ che faccio e’ esattamente cio’ che vedi, magari non si sa cosa sia, ma ha un inizio e una fine, concretezza al massimo grado. Di sogni ne ho diversi, alcuni si sono materializzati ma e’ stata una cosa consequenziale rispetto a cio’ che ho fatto qui.

Aquila: hai fatto molte cose, anche all’estero.

Solkide: si, ho anche esposto in RL, all’estero, oltre che in Italia. Una esperienza diretta la vissi  a Nizza, dove una giornalista, oltre ad essere rimasta colpita dal fatto che esistessero i mondi virtuali, rimase colpita dal fatto stesso che gli abitanti potessero fare certe cose e che quindi esisteva questa forma di arte digitale, virtuale, chiamala come vuoi.

Aquila: quali esposizioni hai fatto in RL?

Solkide: a Firenze, al festival della creativita’ nel 2008, e poi a Roma, in occasione di Futuroma, al Tempio di Adriano a piazza di Pietra, una mostra di arte digitale ambientata in una struttura di 2000 anni, al centro di Roma con allestimenti e monitor  digitali (http://solkideauer.blogspot.com/2009/02/domenica-15-febbraio-2009-arena.html).

Solkide: a Nizza, in una piccola galleria, in cui con la collega Shellina Winkler fummo invitati a creare un lavoro in occasione del Virtual Looking Glass. Ci fu una grande cooperazione tra land di SL e gallerie in RL, dove esponemmo, con l’aiuto di un monitor, il nostro lavoro. Poi la comunita’ australiana di Caerleon: anch’essi esposero sia in RL che in SL. E ancora, in Olanda, con Diabolus, di Velasquez e Josina, in una piccola galleria, tutto in contemporanea.

Aquila: ma come sono stati accolti questi lavori da chi non conosce i mondi virtuali? Che reazioni hanno avuto di fronte a queste forme d’arte?

Solkide: io posso parlare per quanto ho visto, e mi hanno detto, i miei referenti a Nizza. La gente era molto colpita, attratta da questo genere di realizzazioni, per certi versi sconosciuto, almeno al grosso pubbblico.

Aquila: sono usciti servizi su qualche giornale?

Solkide: si, uscì un servizio su un giornale locale di Nizza, e fu la stessa giornalista che mi intervisto’, in collegamento SL/RL. Altra esperienza pochi mesi fa, in Olanda, in occasione del GOGBOT, un festival di arte digitale in cui sono stati proiettati su monitor le riprese di una galleria qui su SL, in cui c’erano anche le mie sculture

Aquila: che tipo di rapporto c’è tra i vari artisti di SL? C’è competizione, invidia?

Solkide: si creano rapporti di stima reciproca tra noi, magari anche invidia, forse, ma credo che, se  questa c’e’, viene celata.

Aquila: hai mai collaborato con qualcuno? a parte Shellina, ovviamente.

Solkide: io per carattere sono un solitario quando creo, ma ho avuto collaborazioni indirette, ad esempio Art Kahos, in cui un gruppo di artisti creò un lavoro collettivo con l’apporto di ognuno di noi, ma non ci fu collaborazione diretta.

Aquila: come nasce una tua idea? Fai un progetto su carta prima, degli schizzi, come fanno gli architetti?

Solkide: io ho due modi di lavorare: o capita il flash, in cui ho già in testa il lavoro finito, lo metabolizzo, me lo creo mentalmente, e poi qui lo butto giù lavorando sui prims, finche’ non assumono la forma desiderata nel complesso, che deve corrispondere a cio’ che avevo io in testa. Oppure parto da forme semplici, e man mano le elaboro, e mentre vedo che delle forme si creano,  lavorandole mi vengono nuove idee che modifico, rivedo e riformo. Quindi l’idea nasce in quel momento lì.

Aquila: non ti è mai capitato di partire con un’idea precisa, che poi tenti di realizzare?

Solkide: si, questa installazione, per esempio, dove siamo ora. Questa era tutta in testa.

Aquila: com’è nata questa idea allora?

Solkide: a volte spiegare come nasce una idea non e’ facile. Questa mi venne in mente in un giorno di lavoro. Andavo in giro in macchina ed ebbi questa immagine che si formò in testa, forse non esattamente cosi, ma per il 90 % era già cosi. Le altre cose le aggiunsi in fase di elaborazione.

Aquila: pensavi a qualcosa, a un film, ad un libro, in particolare?

Solkide: si, mi venne in mente l’astronave di 2001 Odissea nello Spazio, come struttura a se, nella galassia. Ma con essa, alla fine, c’entra poco, la cosa in comune e’ che questa costruzione costituisce una struttura a se, autosufficiente.

Aquila: capisco, è stata solo un’ispirazione quindi.

Solkide: qui è vista con una visione estrema di come si potrebbe vivere, una ispirazione. Volendola elaborare, immagina tutti i quadrati  come zone di vita, come una serie di stanze. Ripeto, e’ una visione estrema, di come pero’ potrebbe essere creata nello spazio, essendo in cielo, senza basi su cui poggiare, deve poggiare unicamente su se stessa, e quindi è tutta collegata.

Aquila: è una bella immagine, magari da questa realizzazione svilupperai altre idee.

Solkide: si o no, non lo so ancora. A volte da un’ idea ne nasce un’altra, a volte nasce da zero

Aquila: pare che l’arte sia così…

Solkide: pare di si.

Aquila: grazie Solk, sei stato gentilissimo. In bocca al lupo per nuovi successi. Continueremo a seguirti con attenzione, visto le emozioni che ci trasmetti con opere come questa. A presto.

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