E se fosse solo un gioco?

by AquilaDellaNotte Kondor

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Ho letto questa mattina di un Mondo Virtuale on line: si chiama Second Life. A dire la verità ne avevo sentito parlare con un certo entusiasmo negli scorsi anni, poi… il nulla. L’articolo, molto ben fatto, sostiene che c’è gente che ci vive là dentro. Non resisto alla curiosità e, dopo un facile approccio al sito (grazie Google!) con la scelta di un “Avatar”, con tanto di nome di fantasia (finalmente posso chiamarmi come mi pare!), e dopo un rapido download del software di accesso, entro nel programma.

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Mi ritrovo in uno spazio tridimensionale chiamato “Destination Island”, il mio Avatar, occhialuto e con maglietta e Jeans, non è male, si presenta bene. Sono attorniato da altri Avatar, piuttosto imbranati. Per fortuna sullo schermo mi appare un tutorial. Ci perdo un’oretta a capire i comandi. Intanto guardo una serie di pannelli disposti tutto intorno e, cliccando su uno di questi, senza volerlo, mi ritrovo in un posto diverso, chiamato “Electrobit City”. Subito mi appioppano una richiesta di appartenenza a un gruppo, che non immagino cosa possa essere. Rifiuto. E’ un posto deserto, che cavolo! Apro il pannello con la mappa, e cerco una zona dove vedo tanti pallini verdi, ci clicco su, e il teleport mi fionda in un posto chiamato “The Rock Club”. Mi imbatto in una specie di negozio di abiti, c’è scritto MEB sopra. Tutti vestiti da donna. Mi giro intorno, vedo altri “negozi”, ma solo alcuni, davvero pochi, da uomo (vestiti in stile punk o country … meglio evitare…). Alle mie spalle vedo un posto frequentato da molti Avatar, una specie di discoteca. Dentro intravedo avatar che si agitano al ritmo di una musica assordante. Per la musica ho la mia raccolta su iTunes, il posto non mi interessa per nulla. Torno alla mappa, cerco altri posti con i pallini verdi, e finalmente mi ritrovo in un posto in cui c’è gente che parla con la funzione vocale. Sono Russi, non capisco una cippa. Ricomincio a cercare, scopro la funzione “search”, cerco nomi italiani: Da Vinci Gardens. Ci sono alcune persone, mute, dalle loro schede (profili) vedo che non sono italiani, provo con un “Hello!” che non fa mai male. Nulla, non mi si filano per niente. Sfrutto la possibilità di volare, e vado a cercarmi i pallini verdi sulla mappa, armato del mio “Hello!” e di molta pazienza. Trovo un tizio che suona il piano sott’acqua, con la scritta “owner”, sarà il proprietario di questo posto. Al mio Hello! non fa una piega. Dopo un po’ me ne vado, deluso. Possibile che non ci sia nessuno che mi dia una mano a cercare i posti giusti? Dove trovo gli abitanti di questo posto del cavolo? Dove posso parlare con qualcuno?

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Esco dal programma, rassegnato, dopo due ore. Forse si tratta di una bufala, o non c’è più nessuno qui dentro. Provo a cercare su Google e Youtube. Vedo diversi filmati e, con l’aiuto del sito di Second Life, mi faccio una lista di possibili destinazioni da cercare col search una volta rientrato. La sera dopo riparto con la caccia agli abitanti del Metaverso. Una volta nel programma, mi teleporto in un posto chiamato “Syn City”, molto citato sul web, e nei siti dedicati a Second Life, e infatti è molto popolato, ma di gente che non usa il “voice”, vabbè pazienza, chatterò! Appena arrivato, in una specie di incrocio stradale, trovo un tizio con un pene enorme che chatta con delle “Avataresse” che sembrano alquanto interessate ai suoi solidi argomenti. Inutile riferire i dialoghi, irriferibili, in inglese. Al centro dell’incrocio stradale vedo degli schermi che illustrano le notevoli caratteristiche di organi sessuali virtuali di vario genere. Tutt’intorno, altri negozi, con vestiti di tutti i tipi, biancheria intima femminile, e altri accessori, utili agli scopi che è facile immaginare. A quanto pare il centro di tutto questo commercio è sempre il corpo virtuale dell’avatar, tutto quanto possa servire a renderlo attraente agli occhi di questi energumeni, che vanno in giro col pene in perenne trazione, e delle interessate Avataresse. E’ tutta qui la cosiddetta economia di Second Life? E’ così che qualcuno, un paio di anni fa, pensava di arricchirsi? Cambio posto. Finalmente arrivo in una “land” interessante: una specie di Hub da cui si possono raggiungere decine di altri posti, tutti dedicati ai Role Play, ai Giochi di Ruolo. Accidenti! Ecco una cosa davvero degna di interesse. Comincio a girarli, per esplorarli e capire cosa ci fa la gente. Posti in stile spaziale, medioevale, steapunk, sempre corredati di negozi, con abiti in stile e oggetti pronti per l’uso. Vedo Avatar che si scontrano, combattono, si divertono con grida disumane, o semplicemente si parano, l’un davanti all’altro, probabilmente immersi in profondi IM tra loro, su strategie di gioco o sugli affari loro. Gli scenari sono molto belli. Qui la gente gioca e si diverte, e, a quanto sembra, socializza anche, tra una randellata e un colpo di spada. Credo che queste land siano una specie di videogame di gruppo, e sembra, incredibile a credersi, che ci siano decine e decine di land di questo genere, con paesaggi fantastici e stili diversi. A volte provo a chattare con loro (nessuno usa il voice), ma mi degnano, devo dire, di scarsissima attenzione, ai limiti della scortesia. Tutt’intorno, cartelli con avvisi e divieto di ingresso nelle aree adibite al RP. Tutto questo mondo è davvero interessante, ma inaccessibile per un niubbo quale io sono (ho appreso con stupore, da alcune chat di supponenza nei miei confronti, che sono identificato in tal modo dai residenti). Forse mi ci vorranno dei mesi per capire come funzionano questi giochi e per farmi accettare. Il RP è al di fuori della mia portata al momento.

Sempre più scoraggiato, riprendo il mio viaggio di scoperta del Mondo Virtuale, cercando gli eventi e i posti indicati dai siti web e dalle destinazioni più frequentate, ma tra locali che sparano musica a tutto volume, negozi di vestiti e oggetti più o meno equivoci, land in cui si pratica sesso virtuale a tutte le ore, non trovo nulla che possa interessare un povero niubbo. Ho deciso, però, di non mollare ancora: dedicherò ancora un paio di serate a questo giochino, poi lo manderò all’inferno definitivamente.

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Per fortuna, a questo punto mi arriva un aiuto inaspettato, dal social network di punta del momento: Facebook. Se andate su Facebook e cercate “Second Life” troverete decine di gruppi ispirati a questo gioco, e una serie innumerevole di annunci di eventi, incontri, mostre ecc. Allora c’è forse una Second Life nascosta da scoprire, bastava saperlo … Voglio provarci, prima di mollare.

Scelgo un paio di eventi: una inaugurazione di una mostra e un incontro di bibliofili, a cui partecipo con un certo interesse. Devo dire che questo evento con i bibliofili è alquanto noioso, visto che, ovviamente, non ho mai partecipato prima ai loro incontri (capisco poco in effetti, dei loro discorsi) e non conosco nessuno. Ma tutti loro sono molto gentili col povero niubbo, a differenza dei Role Players incontrati in precedenza. Se resto in questo posto, decido, tornerò a trovarli di certo. Quello che invece mi impressiona davvero, è la mostra collettiva di una serie di artisti, scultori e fotografi virtuali. Davvero in Second Life è possibile costruire cose di grande impatto visivo, non solo quindi land, castelli, edifici, ma anche costruzioni artistiche davvero “nuove” e insolite, rispetto alla vita reale: foto splendide di paesaggi surreali, profili di avatar bellissimi, e dalle pose più varie, ecc. Devo dire che questa è la nota più interessante di questa mia esplorazione. C’è qui dentro qualcosa di davvero innovativo, non solo gioco e sesso a volontà quindi. Ma ci ho messo una settimana per scoprirlo.

Non credo siano molti quelli disposti a spendere tanto tempo, per cercare testardamente un motivo di interesse in questo ambiente. C’è qualcosa di profondamente sbagliato nella gestione di questo posto. E’ come se gli abitanti di Second Life facessero di tutto per restare isolati, per scoraggiare i nuovi arrivati. E’ una mia sensazione, o è proprio così? L’altra possibilità è che si tratti davvero di un gioco per soli iniziati, e, se è così, posso capire il loro scarso interesse ad accettare intrusi.

Tuttavia, quel filo di luce che ho intravisto nella serata con i bibliofili, e le enormi potenzialità di espressione artistica che ho ammirato alla mostra, mi lasciano in dubbio. E’ davvero solo un gioco? Quanto tempo ci vorrà per farne un mondo davvero accessibile?

Forse molto dipenderà non tanto dall’evoluzione tecnologica, che galoppa veloce, ma dall’atteggiamento degli abitanti di questo mondo, e dall’ingresso, nonostante le barricate, di forze fresche e disponibili all’accoglienza e al dialogo.  Lasciate che i niubbi entrino … aprite le porte, accettate il confronto. Il futuro, anche se gli voltate le spalle, timorosi, verrà in ogni caso, e l’importante sarà partecipare, contribuire alla crescita, non farsene travolgere.

Uno spunto di riflessione …

9 thoughts on “E se fosse solo un gioco?

  1. volando Amat ha detto:

    Sono d’accordo con quanto si é scritto sopra e la magnifica opportunità che in tutti campi abbiamo in Sl volevo solo puntualizzare che non é Sl che ha i suoi limiti che i limiti li portiamo noi in Sl. e lo sanno quelli che il coraggio lo hanno e non contano più le barchettate che ricevono dai gruppi e branchi consolidati.

  2. Ruvi ha detto:

    Se SL deve appoggiarsi a FB per imbastire una sorta di tutorial decente significa che di sicuro qualcosa non va. Resta tuttavia il fatto che un residente, una volta consolidatosi, deve comunque inziare ad esplorare in modo autonomo. Essendo una simulazione di vita, come giustamente ho letto in qualche precedente commento, non e’ che ci si possa aspettare tutoraggio e baby-sitting costanti. In real life non funziona cosi. Penso che nemmeno lo si voglia. SL diventa interessante, a mio parere, se si ha il “coraggio” di sperimentare alcuni dei propri punti di rottura. Rimanere nella propria sfera di benessere senza “osare” non ha senso in un mondo virtuale. Quanto al fatto che poca gente “dia fiato” e spenda molto tempo a scrivere nelle finestre di chat lo trovo culturalmente rilevante, cosi come trovo interessante e in un certo senso “artistico” il desiderio di perfezionarsi l’avatar a discapito dell’ammirare pseudo forme d’arte altrui, che se fossero davvero tali avrebbero sicuramente gia’ “sfondato” in real, senza il bisogno di un rilancio virtuale. Il problema e’ che molti non considerano SL un gioco, ma leggono “Second Life” e interpretano “Second Chance”. Da qui la pletora di artisti falliti che provano a rilanciare il proprio ego nel caos dei pixel, salvo poi rendersi conto che il caos e’ ingovernabile e che le seconde chance che la gente si vuole prendere nel metaverso non riguardano solo le belle arti :-)))

    1. Kebra ha detto:

      E’ tutto molto vero, tranne il concetto di “artista fallito”.
      L’ artista non fallisce, il fatto stesso di fare un opera lo gratifica e lo sostiene.
      Se un artista cercasse successo fama o gloria sarebbe in quel momento un artista fallito perchè la sua ricerca si andrebbe a modulare sulle aspettative della gente e del mercato.
      E in questo senso trovo molto più genuine e veramente artistiche le ricerche formali che vedo qui rispetto a quelle ormai ripetitive e ossessive del cosiddetto mondo reale.

      In quanto al coraggio, invece… quello proprio manca in SL.
      Più di tutto manca il coraggio di confrontarsi con gli altri costruendo meccanismi di socializzazione privi di scambio in cui i soggetti fruiscono passivamente ciò che gi viene proposto senza neanche dialogare tra loro in forma critica.
      L’ esempio eclatante sono i luoghi di ritrovo in cui si ascolta musica.
      Ma lo stesso fenomeno avviene in ogni altro evento proposto.

      SL è il media delle solitudini.
      L’ immagine più precisa è quella di un avatar che guarda un tramonto seduto sulla una riva di un mare. Intorno a lui altri avatar ballano in modo scomposto e alcuni scrivono qualche inutile battutina in local chat.
      Chi vive questa sensazione inizia un viaggio interiore. Interiore e virtuale.
      Questo viaggio può portarti da qualche parte oppure no.

      Ecco io percepisci proprio questo gelo di anime che si guardano e non riescono a collegarsi tra loro .. come nella piazza di Alberto Giacometti.
      Però poi se vai in Facebook gli stessi chiacchierano e si scambiano tante idee.

      E’ probabile che ci sia qualcosa che blocca psicologicamente che nasce proprio dall’ avatar.
      Una specie di attrito tra il se reale e il se ideale.
      Un attrito che rallenta e che blocca e che genera paura e disagio.

      Ma tutto questo nei bassifondi scompare ed emergono le figure nella loro autenticità ideale.
      Forse li sono quello che veramente sognano .. mentre altrove si costringono in personaggi artefatti. Chi sa.
      Ci sarebbe da fare uno studio.

  3. AquilaDellaNotte Kondor ha detto:

    A proposito dei due Hub presenti in land italiane (l’altro era in ISN), era un modo per accogliere i nuovi arrivati (propongo l’abolizione dell’orrenda parola niubbo, vagamente razzista) e aiutarli ad inserirsi nel nuovo ambiente, per fare poi quello che ritenevano più adeguato alle loro esigenze. Attualmente il mondo di SL è completamente chiuso in se stesso, ha alzato le barricate per difendersi dall’estinzione della specie… Personalmente, non faccio affidamento sulla Linden Lab, non hanno alcun senso del marketing, come ho avuto modo di verificare direttamente, li considero un fornitore di servizi, che in questo momento svolge un servizio molto utile, ma che domani potrebbe non esserci più (apposta ci chiamiamo Virtual World –> S). Credo che una discussione su questo tema vada affrontata. Solo se arriveranno forze e idee nuove si potrà crescere e far evolvere questo mondo, sennò si passarà la vita virtuale a parlare di corna e a fare polemiche sull’alzata di testa del protagonista di turno. A questo era mirato il mio articolo. Ci tornerò su prossimamente, in ogni caso …

  4. Sniper ha detto:

    Certo che Second Life è cambiata molto, sono cambiate le persone,la mentalità e anche il modo di porsi verso gli altri. Il discorso è sempre il solito…c’è chi la prende come un gioco chi come un’occasione per imparare qualcosa chi per costruire qualcosa in ambito ludico,artistico etc etc. Una cosa che ho sempre notato (almeno da quando sono entrata nel 2005) è la diversa mentalità di approccio tra le varie nazionalità. All’inizio prevale sicuramente il lato pioneristico..è una novità quindi cerchiamo di scoprirne le potenzialità, i segreti e le possibili applicazioni.Tutto questo nelle comunità straniere è durato almeno un paio di anni dopodichè è prevalso il lato economico (ovviamente parlo in grandi linee..c’è sempre l’eccezione che conferma la regola). Nella comunità italiana è durato qualche mese..i primi del 2007 da quando sono apparse le prime sim e land Itland (mi pare) prima di tutte. In pratica dopo un po abbiamo iniziato a fare sim o land tutte uguali con la disco al centro e decine di laggosi negozi intorno per poterci pagare le tiers (utopia pura). Come detto sopra ci sono state alcune eccezioni coma Talete con Second Physics per citarne una o la comunità di Vulcano..Imparafacile anche…e altre.Sul fatto che specialmente per uno nuovo sia difficile trovare aiuti o persone socievoli ed educate è in parte vero e in parte no.
    Fino al 2009 erano presenti i Gateway e la comunità italiana ne aveva 2. Io mi ricordo che stavo spesso a ITland ad accogliere i niubbi e insieme a me c’erano tante persone che davano una mano poi la Linden Labs ha deciso di chiuderle e ora chi entra si ritrova disperso nelle loro sim di ingresso tutte in inglese e senza nessuno che dia un minimo di spiegazione. C’erano anche gruppi di Mentor sempre attivi (oggi si sono un po persi) tra cui quelli ufficiali Linden (e qui mi fermo sennò parte un discorso troppo lungo e Aquila lo sà..ehehhe ). Concludendo secondo il mio parere le barricate le ha messe e le sta mettendo prima di tutto la Linden LAbs anche se concordo che ci sono persone in Second Life che se sei nuovo e hai la sfortuna di incontrarle subito ti fanno passare la voglia di stare in questo favoloso mondo virtuale.

    Maremma quanto ho scritto..lol…non ci sono abituata..spero di non aver detto cavolate -)

    Ciao a tutti/e -)

  5. Liberata ha detto:

    Second Life non è un gioco ma un mondo virtuale. Come nel mondo reale, la gente ne fa ciò che vuole, evidentemente questo è quello che vuole! Evidentemente cerca svago, un modo per scaricare lo stress e le frustrazioni della vita quotidiana. Per altri può essere arte, libri, chiacchiere o inventare qualcosa da costruire. Viva la libertà, non dobbiamo essere tutti colti o fare sempre e solo cose giuste o equilibrate. Almeno in un mondo virtuale si può fare tutto ciò che si vuole, ed è stato creato proprio per questo.

    1. Kebra ha detto:

      Giusto, infatti la vera vita di relazioni in SL avviene nei cosidetti “bassifondi ” tanto bistrattati.
      Ma se sono cosi frequentati da essere il polmone sociale di questo media vuol dire che un senso lo avranno pure.

      Ma questa tua riflessione apre un discorso molto profondo.

      Avatar : chi sono oggi ?

      E’ una questione di identità sempre sottovalutata dagli ” intellettuali ” ma estremamente importante.

      SL è il laboroatorio dell’ ” io ” nasce così e sarà sempre così.
      Chi non lo capisce non ha colto la peculiarità del media.
      Ci sarebbe tanto da dire su questo perchè è la cosa che lo differenzia da facebook e da tutti gli altri social media.

  6. Kebra ha detto:

    Concordo pienamente, è vero, gli utenti di second Life sono poco disposti e poco aperti a qualsiasi cosa non sia la loro consolidata esperienza. Come se lo stare in un mondo virtuale alleggerisse l’ individuo di ogni necessità, al punto da renderlo totalmente autonomo dal contesto. Diffidenza è la parola chiave, gli utenti sono diffidenti come se chi sa cosa gli possa accadere in un mondo fatto di immagini. E’ sicuramente scoraggiante per chi lo intendesse come social media. Un social media diffidente ; ) sembra quasi una cosa che si autonega.

    Ciononostante in SL operano persone di altissimo livello umano e artistico e di sicuro è destinato a diventare sempre più importante ed attrattivo come new media soprattutto in vista delle importanti novità in campo tecnologico.

    Non sarà un social media .. pazienza sarà altro.

  7. Serena ha detto:

    Bell’articolo e belle riflessioni che io invece condivido. Non è una questione solo italiana, però…si è portati un po’ tutti a chiudersi in gruppi, branchi e compagnie varie. Non sempre si ha la fortuna di trovare referenti educati e socievoli. Questo è un limite di SL che sottolineo sempre. E le recenti diatribe lo confermano. Possiamo migliorarci tutti, non è impossibile.

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