I Guerrieri di Gor

by Niovali Serrao

In questo articolo vi parlerò principalmente della Casta dei Guerrieri, una delle cinque Caste Alte di Gor, sebbene sia la minore delle Alte Caste. Il Rosso o scarlatto è il colore che la contraddistingue ed i Guerrieri spesso indossano tuniche rosse ad indicare il loro status. I libri non affermano esplicitamente l’esistenza di sotto-caste alla Casta dei Guerrieri, ma sembra logico che alcune ne esistano, come ad esempio i Tarnsmen (uomini che cavalcano uccelli simili ai grifoni), o i Cavalieri di Tharlarion (uomini che cavalcano animali simili ai Raptor). A volte è difficile distinguere quella che può essere considerata una reale sotto-casta da quella che ha semplicemente un incarico, ad esempio, una Guardia Cittadina può essere un incarico e non una reale sotto-casta. Generalmente sembra che le sotto-caste possiedano determinate abilità che altre non hanno: essere una Guardia Cittadina non richiede abilità speciali, mentre ovviamente un Tarnsman richiede abilità particolari, come cavalcare un Tarn (grande uccello crestato, simile ad un falco anche se centinaia di volte più grande).

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Il termine Goreano usato per indicare un Guerriero è “Rarius” e la forma plurale è “Rarii”. Un Rarius indica tutti i tipi di Guerriero, e non semplicemente un membro della Casta dei Guerrieri. Non troverete la parola Rarius utilizzata in riferimento ad una donna, in nessuno dei racconti, anche se nel libro “Nomads of Gor” c’è un paragrafo che parla di una donna/schiava/guerriera, ma non in modo così esplicito. Come in tutti gli ambienti e culture militari, i Guerrieri hanno una loro organizzazione: su Gor esiste, o forse meglio dire esisteva, “il Pride”, vecchio termine andato in disuso nel corso dei racconti, che non era altro che un gruppo di 100 Guerrieri. Nel passato di Gor, sono esistiti di conseguenza i “Pride Chiefs” (comandanti) che dominavano al posto degli Ubar e degli Ordinatori (Administrators) di oggi. Ubar, è una parola del dizionario goreano che significa “War Chief” ovvero “Capo di Guerra”, Condottiero. In una città l’Ubar viene nominato dall’Alto Consiglio in tempo di crisi o di guerra, oppure può autoproclamarsi tale, se gode di un vasto consenso popolare.

“The High Castes in a given city,” said my father, “elect an administrator and council for stated terms. In times of crisis, a war chief, or Ubar, is named, who rules without check and by decree until, in his judgment, the crisis is passed.” (Tarnsman of Gor Book 1 Page 42).

 E’ pacifico che un Guerriero riassuma in se le doti necessarie a far fronte ad una crisi militare, e in sistemi politici a base cittadina, non sono mai citati nei libri casi di Ubar non Guerrieri. Alcune citazioni lascerebbero però intendere che questo non sia un dogma assoluto, ma che la carica possa essere ricoperta anche da esponenti di altre Caste, purchè alte, a meno di una grave infrazione alle consuetudini Goreane. Certo da un aggettivo non si possono fare grandi deduzioni, che restano speculazioni per gli amanti della discussione.

It perhaps need only be added that now being a Warrior, and thus of High Caste, he was now eligible for a seat on the High Council of the city, and even for the throne itself, whether it be that of Administrator or Ubar (Assassin of Gor Book 5 Page 211).

Da notare: poichè Guerriero e quindi Casta Alta, egli era idoneo a sedere nell’Alto Consiglio ed eventualmente ad ambire alla carica di Amministratore o di Ubar.

Come abbiamo detto, “Ubar” è una parola che significa condottiero. Viene usata in vari contesti, non solo per indicare il Capo in tempo di guerra di una Città, e non sempre in riferimento ad un uomo della Casta dei Guerrieri. Anche il condottiero/comandante di un’armata mercenaria può essere chiamato Ubar, un “Pashà tahariano”, e persino un Assassino. Ci sono inoltre Ubar anche presso i quattro popoli Wagon, che essendo nomadi, non risiedono in una città. A volte essi scelgono di essere guidati da un unico Ubar, detto “Ubar San”, ma esistono esempi come Port Kar, che sebbene sia una città, viene guidata da cinque Ubar contemporaneamente.

Ci sono scritti che riportano notizia anche di un certo Clearchus, un noto fuorilegge, che dichiara come ubarato la zona in cui opera e si proclama Ubar della stessa, imponendo tasse e dazi. Interessante notare come diverse città accordarono a questo ubarato il riconoscimento diplomatico, probabilmente per ottenere condizioni favorevoli sui pedaggi. Nel Tahari inoltrato (una vasta area desolata che contiene un grande deserto), dove non vige l’organizzazione in Caste, il titolo di Ubar viene attribuito al Pashà della tribù Aretai. E c’è il caso dell’”Ubar del Sale”, l’uomo che controlla il commercio di sale nella regione.

Durante l’addestramento intensivo dei Guerrieri, essi imparano molte discipline. L’addestramento di un guerriero è sia fisico che mentale, ed è simile a quello di un Assassino, per molti aspetti, e principalmente nell’area delle abilità di combattimento. I Guerrieri imparano molto da pergamene di apprendimento in speciali scuole di guerra. Queste pergamene sono molto simili nelle diverse città, e la fiera di Sardar è il luogo classico di incontro dove le Caste si ritrovano per condividere ognuna le proprie idee. Dato che parte dei Guerrieri sono illetterati, si può dedurre che l’addestramento del Guerriero non richiede uno studio letterario ma un’abilità di memorizzazione eccellente, una cosa in cui la maggior parte dei Goreani a dire il vero sono esperti. Molti di questi insegnamenti implicano gli aspetti del “Codice del Guerriero” e, dato che il Codice appare essere piuttosto vasto, la sua memorizzazione a volte è un compito scoraggiante.

La condotta di una Casta Rossa è governata principalmente dal Codice del Guerriero. Una rudimentale forma di cavalleria, che sottolinea la lealtà ai “Pride Chief” ed alla Home Stone. E’ rigido ma con una certa forma di galanteria e senso dell’onore. Si suppone che tutti i guerrieri obbediscano al codice, anche se il codice non è mai totalmente mostrato nei racconti, da cui però si possono estrapolare molti importanti dettagli e alcune citazioni aiutano a delineare l’importanza dei Codici dei Guerrieri.

“Che cosa sono i codici? Sono tutto e niente. Sono il suono e l’acciaio del cuore. Sono privi di senso e del tutto significativi. Sono la differenza. Senza i codici gli uomini sarebbero Kurii” (Beasts of Gor, p.340 )

“Cos’è essere un guerriero? E’ seguire i codici. Nient’altro importa.” (Beasts of Gor, p.340 )

“Non si deve parlare ad uno schiavo dei Codici” (Beasts of Gor, p.340 )

Stando alla lettera ai libri, non è né la forza, né l’addestramento che fa un Guerriero, ma è il rispetto dei Codici che differenzia un uomo qualsiasi da un Guerriero (secondo i Guerrieri, forza ed addestramento possono appartenere a qualsiasi uomo). Tuttavia, alcuni Goreani riconoscono che i Codici possano non essere assoluti. Possono sorgere situazioni non considerate nei Codici. O possono accadere volte in cui un Guerriero sente di dover violare i suoi Codici per l’una o l’altra ragione. Un paio di citazioni illustrano questo punto di vista.

“Tutta la saggezza e la verità non risiedono nei miei codici.” (Priest-Kings of Gor, p.14)

“Tutta la verità e la realtà non sono scritte nei propri codici.” (Raiders of Gor, p.310 )

Altro punto che non troviamo, e che invece viene riscontrato spesso nei GDR e role giocati è che “il Guerriero non dovrebbe mentire secondo i codici della sua Casta”.

Altro codice importante è quello che prevede che una donna che si sottometta al Guerriero vada tenuta come schiava, e si badi a lei senza abbandonarla, oppure venga uccisa, se rifiutata.

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Il suicidio va contro il codice dei Guerrieri. Nel caso della schiavitù però, un Guerriero disarmato potrebbe lanciarsi contro la spada di chi lo vuole sottomettere, piuttosto che diventare schiavo.

“Cosa è invisibile ma più bello dei diamanti?

Quello che è silente ma assorda il tuono.

Ed allo stesso tempo è leggero ma più pesante dell’oro.

L’onore.”

Vi riporto alcuni passaggi dei libri estrapolati, come facenti parte del Codice dei Guerrieri:

L’unica onorevole risposta a una sfida è accettarla immediatamente (I Guerrieri non rifiutano una sfida. Affrontano tali questioni con coraggio.)

Chiunque versi il tuo sangue, o il cui sangue tu hai versato, diventa il tuo fratello di spada, a meno che formalmente non ripudi il sangue sulle tue armi. Questo è parte di un legame condiviso dai Guerrieri che supera le differenze di città. E’ una questione di Casta che implica lealtà. E’ una dimostrazione di rispetto per coloro di questa Casta.

I Guerrieri non vengono meno alla parola data.

L’unica morte adatta per un Guerriero è in battaglia.

Se vuoi la schiava di un altro, devi affrontarlo per lei e scontrare il tuo avversario con un’arma a sua scelta. E’ anche conosciuto come la rivendicazione del diritto di spada (canjelline).

Colui il quale non è in grado di pensare non è un uomo, ma nemmeno colui che pensa solamente.

I Guerrieri non si uccidono né aiutano altri a farlo. (Il suicidio non è una possibilità per un Guerriero.)

“Sono stato così stupido ad essere triste. Questo non è l’animo con il quale entrare in battaglia, nemmeno la battaglia nella quale si sa di non poter vincere, nemmeno la battaglia finale nella quale si sa di essere destinati alla sconfitta. Non essere triste. Meglio affrontare il campo con una risata, con una battuta, con un pensiero chiaro, con un pensiero allegro, o procedere con rigore, o in ira, o con odio, o con sfida, o con calcolo, ma mai con pena per se stessi, mai con tristezza. Mai niente di tutto ciò, mai!” (Vagabonds of Gor, p.446)

Quando una donna si inginocchia, alza le mani verso l’alto con i polsi incrociati, e si sottomette ad un Guerriero, la tradizione vuole che egli accetti la sottomissione o la uccida.

Se un Guerriero accetta una donna come schiava, è stabilito che, almeno per un periodo di sua scelta, lei venga divisa con altri. Ma se lei mostra un po’ di dispiacere, può essere immediatamente uccisa.

In periodi di crisi, un Capo di Guerra, o Ubar, è colui il quale domina senza controllo e il quale delibera finché non decide che la crisi è terminata. La lealtà della spada è il legame di fedeltà ad un Ubar. Non è un giuramento da prendere con superficialità. Quando un Ubar viene considerato non idoneo, la lealtà della spada viene disonorata e l’Ubar può essere deposto dai suoi stessi guerrieri. Coloro i quali non si arrendono sono solitamente abbandonati dai loro uomini. Se gli uomini non disertano, l’Ubar diventa un Tiranno (Tyrant).

I Guerrieri hanno una Home Stone comune. Il suo nome è battaglia.

La schiava è una gioia ed una comodità per un guerriero. Prendere schiave non è solo permesso. E’ incoraggiato.

Se alzi un’arma contro un guerriero, gli è permesso dal suo codice ucciderti. (Non estrarre un’arma contro un guerriero a meno che tu non sia pronto a combattere.)

Non c’è nulla nei codici che impone ostilità ai briganti.

L’acciaio avvelenato è contro i codici.

Anche I Guerrieri talvolta desiderano fortemente la vista delle loro bandiere, in cima ad amichevoli mura, per i cortili dei loro castelli, per il calore delle loro sale.

I Guerrieri imparano come maneggiare le armi che sono principalmente il gladio, la lancia, la daga e la balestra. L’arma più comune del Guerriero è il gladio, un tipo di spada corta, che deriva dalla spada terrestre (porta lo stesso nome!): per essere chiari quello usato dalle legioni romane, anche se è di origini spagnole. E’ lungo dai 50 ai 56 centimetri, doppia lama e ben bilanciato, è pesante abbastanza da avere una forza considerevole nelle traiettorie come una spada, ma leggero abbastanza da avere parte della velocità e facilità di utilizzo di un fioretto. E’ un’arma manovrabile abbastanza da farsi strada dietro la guardia di un’arma più lunga e più pesante, ma ci sono anche altri benefici di una spada corta su una lama più lunga. Un gladio può essere estratto dal fodero un istante prima e ciò può risultare di vitale importanza. La lama corta può inoltre essere mossa con maggiore velocità rispetto ad una lama lunga. Permette di combattere più vicino all’avversario. Se uno spadaccino con un’arma più lunga non è in grado di porre fine alla battaglia nel primo o nel secondo colpo, generalmente perde la battaglia. Come potete notare molto è stato preso dalle arti belliche dell’Antica Roma. Nel combattimento di spada, sia la forza che l’abilità sono significativi.

“Chi limita se stesso solamente alla difesa, ed è poco propenso all’attacco, ovviamente non sarà mai in grado di vincere. Presto o tardi, inoltre, è destinato a perdere. Non c’è muro così forte che non possa crollare un giorno.” (Rogue of Gor, p.190)

Diventare molto abile con la spada avviene con lunga pratica e studio. Gli spadaccini migliori sono differenziati dalle “sottili differenze, e dimensioni ed incrementi, che tendono a distinguere i maestri.” (Rogue of Gor, p.190)

La velocità con cui uno estrae una spada è particolarmente cruciale in molte battaglie. In molti combattimenti, il primo guerriero che la estrae è spesso il vincitore, anche se difficilmente un Rarius è tentato ad estrarla prima del suo avversario, perchè questo rappresenterebbe un evidente segno di sfida. I guerrieri imparano l’arte di estrarre la propria spada ogni giorno, assicurandosi che venga estratta tranquillamente e senza incidenti. Questo aiuta a lavorare sulla velocità. E’ fatto inoltre per provare il fodero e assicurarsi che non sia gonfiato o simili. Un nemico potrebbe aver reso più stretto o bloccato la lama nel fodero tramite un minuscolo tassello di legno, un cuneo o un po’ di filo metallico. Mezzo centimetro, dove centinaia di Ihn sono in gioco, può essere un vantaggio considerevole. Alcuni Guerrieri possono parzialmente estrarre la loro lama se sentono che il combattimento è imminente. Di solito la cinghia del fodero è appesa alla spalla sinistra in questo modo può essere facilmente tolta in battaglia. Il fodero è al fianco sinistro per facilitare la velocità di estrazione. In alcune situazioni, il fodero viene buttato per evitare che sia di ostacolo. I Guerrieri inoltre hanno personalmente cura della loro spada e sono gli unici che affilano e oliano le loro lame.

Viene loro insegnato ad usare entrambe le braccia per combattere, in caso il loro braccio principale venga offeso. Vengono addestrati nel combattimento senz’armi, simile ad alcune delle arti marziali della Terra. Imparano il “Passo del Guerriero” (Warrior’s Pace), una corsa lenta che può essere mantenuta per ore. Un Guerriero può di solito percorrere novanta pasangs (ndr. circa 110 km) al giorno con il “Passo del Guerriero” e con la “Marcia del Guerriero”, anche perchè c’è da tener conto che su Gor c’è meno peso gravitazionale e quindi in un certo qual modo, si è più leggeri! Il “Passo del Guerriero” viene utilizzato anche sotto il pesante fardello delle proprie armi ed equipaggiamento (avete presente l’addestramento delle antiche legioni romane?).

I Guerrieri sono addestrati nell’acuta osservazione e riservatezza: quasi inconsciamente valutano ogni situazione, analizzando da dove potrebbe arrivare un attacco, e questo permette loro di evitare “l’effetto sorpresa” in molte circostanze. I Guerrieri imparano inoltre le virtù di segretezza e sotterfugio: un Guerriero non è sempre diretto nel suo approccio ad un problema come molti possono pensare. Le circostanze dettano le azioni del Guerriero prudente; imparano che se si muovono lentamente, generalmente trasmetteranno l’impressione di non avere intenzione di fare del male, mentre movimenti veloci spesso conducono a reazioni difensive di altri. E’ meglio far cadere il proprio avversario in un falso senso di sicurezza.

Imparano le tattiche del combattimento notturno. La maggior parte del tempo, in condizioni di oscurità, la fortuna è il fattore decisivo in combattimento, ma esistono alcune tattiche che possono aumentare queste possibilità. Sviare l’attenzione può essere efficace: si possono tirare sassolini o altri piccoli oggetti lontani da sé per fare rumore, questo può far muovere l’avversario in quella direzione. Imparano a sfruttare la luce delle stelle o una debolissima illuminazione, come i felini in un certo qual modo, e in caso di reale o totale oscurità, beh, c’è poco da fare, se non confidare nella fortuna!

I Guerrieri preferiscono avere il Sole e il vento alle spalle, quando stanno combattendo. La luce accecante del Sole può distrarre e infastidire un avversario, mentre il vento aiuterà la spinta delle proprie frecce o della lancia. Polvere, sabbia e altri detriti sono anch’essi usati per condizionare sfavorevolmente il nemico.

I Guerrieri inoltre imparano molto sulla caccia e sulla cattura di donne. Sono incoraggiati a catturare schiave da altre città: viene insegnato loro il nodo della cattura, un nodo speciale spesso usato per legare un prigioniero. La maggior parte dei Guerrieri è in grado di fare questo nodo in meno di tre Ihn (ndr. 4.40 secondi circa). Il nodo è fatto legando un laccio o corda intorno ai polsi del prigioniero due volte poi facendo un intreccio doppio opposto con un torsione che segue il primo intreccio. Si tratta fondamentalmente di due semplici anelli ed un doppio nodo. I Guerrieri imparano la virtù della pazienza.

“Quando degli uomini si danno la caccia l’un l’altro con le armi, è bene avere pazienza, grande pazienza.” (Priest-Kings of Gor, p.54)

Imparano determinate convenzioni universali in merito al combattimento. Per stringere una tregua o richiedere un negoziato, si pone il proprio scudo a terra e poi si pone la propria lancia sopra lo scudo. Se si desidera arrendersi, le cinghie dello scudo devono essere rotte così come l’asta della lancia. Durante una battaglia, si può dare rifugio sicuro indicando il terreno con la propria spada.

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Parlando di combattimenti o duelli, possiamo accennare al “Canjelline”, o “Canjellne” (son utilizzate entrambe le forme) che è una parola del dizionario goreano che significa “Challenge”, ovvero “Sfida”. Nel caso del combattimento rituale armato, l’unico riportato nei libri è il “Kajira Canjelline“, ovvero la sfida per ottenere la proprietà di una schiava. Non è un vocabolo di pertinenza solo della Casta dei Guerrieri, come si vedrà in alcuni passi presi dai libri, anche se gli episodi riguardano protagonisti unicamente della Casta Scarlatta. L’onore goreano vieta comunque di intraprendere queste sfide in modo casuale o immotivato, così come sfidare in un “Kajira Canjelline” un uomo della propria Home Stone è considerato scorretto e disonorevole, così un combattente molto abile ed esperto, che avrebbe senz’altro la meglio, disonora la propria Home Stone lanciandosi in una simile sfida senza motivo. Se la sfida non viene accettata da nessuno, in ambito cittadino, chi l’ha lanciata è tenuto a pagare la kajira diverse volte il suo valore. Questo per evitare duelli immotivati, visto che difficilmente un uomo lancia un Canjelline (rifiutato) se poi non si può permettere l’acquisto dei quella stessa schiava. Si può perciò notare che un “Canjelline” si può anche rifiutare senza cadere nel disonore, questo ovviamente nell’ambito dei mercati cittadini: fuori dalle mura di una città, vige come sempre la regola del più forte.

Le quattro pietre miliari di un guerriero:

Coraggio: la forza morale o mentale di rischiare l’avventura, perseverare, sprezzando il pericolo, la paura o la difficoltà;

Temperanza: la moderazione nell’indulgere ai propri appetiti o passioni;

Saggezza: il rispetto per le conoscenze filosofiche acquisite, una saggia abitudine a mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti dagli uomini più anziani e più saggi;

Virtù: il conformarsi al diritto, una particolare dirittura morale, forza o coraggio virile che è una qualità molto raccomandabile.

Nel mondo di Gor esistono inoltre bande di “fuorilegge”o “outlaws”, dove per fuorilegge si intendono uomini senza homestone e non appartenenti ad alcuna città o casta e che vivono da briganti, attaccando e saccheggiando città senza sottostare ad alcuna legge. L’accesso alla città per i fuorilegge è chiaramente vietato, e se un fuorilegge viene identificato all’interno delle mura, viene immediatamente attaccato, e in caso di cattura rischia pesantemente di essere giustiziato.

In Gor esistono anche i “Mercenari”: sono uomini di casta (spesso Red Caste altre volte di altre caste ma avvezzi all’uso delle armi) che prestano i loro servizi a pagamento. L’accesso alla città per i mercenari è concesso, laddove chiaramente il loro atteggiamento si dimostri non aggressivo nei confronti degli abitanti.

Nel gioco GDR su Second Life le donne fuorilegge, o mercenarie, possono essere ammesse, a patto che siano vestite e camuffate da uomo e, in caso di cattura, la donna fuorilegge o mercenaria che sia viene immediatamente “colla rizzata” per i limiti di tempo previsti dalle leggi o stabiliti dall’autorità cittadina. Esistono le “pantere” che generalmente ma non esclusivamente, non sono altro che ex schiave, fuggitive dai propri Master, che si sono rifugiate nelle foreste, imbracciando le armi, scegliendo di vivere libere conducendo una vita selvaggia, non più costretta alle rigide tradizioni goreane. L’accesso alla città per le pantere è vietato, laddove una pantera verrà identificata all’interno delle mura verrà immediatamente catturata e collarizzata forzatamente, per i limiti di tempo previsti dalle leggi. Possono però accedervi, se vestite da free woman, senza alcuna arma in vista, celando così la loro identità. In sunto, su Gor non esistono generalmente donne combattenti o che utilizzano armi, ma ciò non impedisce al gioco ruolato, di utilizzare tali personaggi se debitamente camuffati a loro rischio e pericolo.

E molto ci sarebbe probabilmente ancora da dire, ma vi lascio con degli aforismi!

Una lama spuntata non taglia. Una lancia scagliata debolmente non penetra. Uno scudo in affitto non difende. Un cuore pavido non conquista. Una mente lenta non vince.

Se un’arma è troppo pesante perché tu possa usarla, tu usala lo stesso, impugnandola con entrambe le mani. E così per tutte le cose.

La più tenera delle cose nel mondo penetra rapidamente in quella più dura. In sostanza, essa entra dove non c’è sostanza e conquista.

In segreto, sii leggero come il vento, silenzioso come le ombre e ancora come la calma prima della tempesta.

Quando vai a caccia, caccia come uno sleen. Tenace, silenzioso, senza pietà.

Una disattenzione tradisce la mente e il corpo rivela i suoi segreti. In combattimento, guarda dentro il cervello del tuo avversario e lo batterai.

Agire senza resistenza, muoversi senza esitazione, lottare senza sforzo, combattere senza l’interferenza di alcun pensiero estraneo: questa è la meta di tutte le mete, la vittoria interna che conduce al trionfo all’esterno.

 Nel momento in cui il tuo nemico decide di lottare, lotta. Quando decide di ritirarsi, avanza. Non c’è alleato più potente che i pensieri interrotti del tuo avversario, che confondono il suo spirito e aprono la via della Vittoria.

Qual è il nemico più grande di un guerriero? Quel nemico che gli scivola dentro inavvertito, avvelenandolo: una mente indecisa.

E’ pericoloso trattenere un guerriero sul cammino verso la sua città.

Entro il raggio del proprio acciaio ogni uomo è Ubar.

Impara a lottare dalla posizione di nessuna posizione. Impara a combattere dalla postura di nessuna postura. Impara a fare la guerra nella formazione di nessuna formazione. In questo modo, tu sarai sempre preparato a fare ciò che deve essere fatto.

Chi può fare la guerra se non è libero? Che valore può avere chi non sa mantenere la sua libertà?

Un guerriero accetta il suo destino di buon grado, e non cerca di sopravvivere alla sua libertà e alla sua gagliardia, egli non soffrirà le catene della degradazione, per non portare disonore alla sua città e alla propria HomeStone, se lo dovesse fare, che il suo nome venga dimenticato da quelli della sua stessa casta.

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