In principio era la Terra

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by AquilaDellaNotte Kondor

In principio era la terra, un mondo immenso ma vuoto, senza nemmeno il caos primordiale, un Mondo piatto e deserto. Quando arrivarono i primi abitanti, trovarono il nulla, e furono loro che cominciarono a costruirsi i primi ripari, le prime suppellettili, a gettare i primi semi di una possibile società futura. Qualche villaggio, poche land, poi sempre più numerose, sempre più grandi, enormi città. La maestria dei Costruttori cresceva. La bravura nel comporre forme e colori, incastri e textures, divenne arte. I Costruttori erano una casta chiusa, pochi ma immensi, inarrivabili. Erano i primi ricercatori, gli sperimentatori. Pionieri che cercavano la verità e se la costruivano con le proprie mani. Le grandi aziende, quando fecero la loro breve comparsa, si rivolsero a loro, per porre le basi di quello che credevano il giardino dell’Eden futuristico, come preconizzato dai visionari del tempo. Attorno ai Costruttori una pletora di giovani “spaccaprims” iniziarono a crescere, a moltiplicarsi. Nuove land sorgevano di continuo, strani mondi, fantastici, diseguali. Qualcuno degli spaccaprims cominciò a produrre manufatti su manufatti, altri li imitarono, in un vortice di sovraproduzione di prims. Ma la casta dei Costruttori rimase ineguagliata per sempre. E inalterato restò il divario tra di essi, e gli altri, gli spaccaprims di serie. La massa dei manufatti venne su in maniera disordinata, ma pur sempre artigianale, frutto in ogni caso della fatica umana. Pochissimi gli esempi rimasti di quell’epoca, prime fra tutte l’inimitabile Svarga, patrimonio della Virtualità.

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E venne il tempo delle Mesh. Invece di contribuire alla crescita del Mondo Virtuale con opere appartenenti a quel Mondo, si cercarono scorciatoie, importando manufatti esterni, costruiti con strumenti avanzati di modellazione 3D, che nulla avevano a che vedere con il Mondo Virtuale. Scomparve così la casta dei Costruttori, gradualmente ritiratasi delusa, lasciando il passo all’era dei venditori di gadget, che con pochi soldi vendono qualsiasi cosa, nella forma e nelle dimensioni che si vogliono. In tal modo si andò inquinando il Mondo Virtuale, con oggetti che ad esso non appartenevano, e che alla sua crescita non potevano contribuire. Persino gli spaccaprims, che pure rappresentavano un’humus da cui era possibile nascessero i futuri artigiani del Mondo Virtuale, andarono via via scomparendo.

All’inquinamento della terra si unì lo snaturamento del commercio, portando all’esterno del Mondo Virtuale, in un Marketplace estraneo, la contrattazione economica, e la compravendita dei più improbabili manufatti. E anch’essi furono importati all’interno del Mondo Virtuale, snaturandone l’essenza. Come i Costruttori, anche gli artigiani andarono scomparendo. Via la terra, via l’economia, restarono le discoteche, i concerti e i flirt da week end, con qualche sparuto gruppo di artisti nostalgici e di intellettuali volenterosi. Le basi stesse della crescita del Mondo Virtuale furono così, gradualmente, minate alle radici. Reduci incalliti si aggirano, tuttora, in land sempre più desolate. Un Mondo vittima della decadenza, in un’era post atomica virtuale, che sopravvive a se stesso.

Riesce difficile immaginare qualcosa di peggiore. Eppure, qualcosa è rimasto, nelle cellule e nel sapere dei pochi sopravvissuti di un tempo, non sopraffatti dagli ultimi, squallidi invasori. Qualcosa si intravede, anche nella nuova gestione della Coding Authority, nei suoi propositi di riavvicinamento agli abitanti, e di protezione della proprietà intellettuale. Forse un domani, per ora lontano, in cui la società virtuale riprende in mano le redini della sua evoluzione è ancora possibile. Forse bisognerà tutelare il “made in” e tornare a proteggere e ad alimentare il commercio. Forse bisognerà ripartire dalla Terra, e sarà allora che dovranno tornare i Costruttori. Forse …

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