Tu chiamale se vuoi …

Se c’è un tema classico, inflazionato quando si parla di Mondi Virtuali, è quello degli “Amori virtuali“, sempre citati e molto spesso banalizzati, o criticati. Il motivo di questa visione discutibile è originato dalla superficialità con cui si discute questo tema, e dalla mancanza di una visione chiara del contesto, che lo collochi nella corretta visione, in termini sociali.

Non tutti i mondi virtuali utilizzano le stesse tecniche e le stesse modalità di interazione, si va dalle chat rooms di una volta, in cui la comunicazione avveniva quasi esclusivamente tramite chat scritta, fino ai Mondi Virtuali “sociali” alla Second Life, in cui la “presenza fisica”, tramite l’Avatar, diventa un elemento caratterizzante e fondamentale della comunicazione.

Un primo punto su cui occorre fare chiarezza, e mettere dei punti fermi, è quello del ruolo dell’Avatar, scartando decisamente le folli teorie, da qualche buontempone diffuse in passato, della vita propria dell’Avatar, distaccato dalla persona che lo ha creato. Argomentazioni da psichiatria, ovviamente. E occorre mettere anche da parte le modalità con cui viene utilizzato un avatar nei GdR, perchè lo scopo a cui è destinato è di tipo ludico, orientato al Role Playing. La figura dell’Avatar è fondamentale nelle relazioni tra i residenti dei Mondi Virtuali: è infatti una realizzazione oggettiva, e visibile a tutti, del modello concettuale che rappresenta noi stessi in questi Mondi. Il modello che esprimiamo può essere di qualsiasi tipo, da una rappresentazione di se stessi, la più fedele possibile al corpo fisico, alla idealizzazione di un modello visivo per come lo vorremmo interpretare. Non importa come viene rappresentato, il punto è che l’Avatar assume la nostra personalità, il nostro comportamento sociale. In questi Mondi Virtuali l’Avatar siamo noi, comunque siamo rappresentati.

Il secondo punto da chiarire è quello dell’ambiente virtuale in cui l’avatar si muove. Un Mondo Virtuale come Second Life è certamente una costruzione, in ambiente tridimensionale, realizzata dalla tecnologia, dal codice software scritto da qualcuno, e dalla scheda grafica del nostro computer che renderizza le immagini tridimensionali inviate dai server del gestore del Mondo Virtuale. Ma questo aspetto, ai fini della nostra analisi, è irrilevante. Non ci interessa affatto l’aspetto tecnologico, ci interessa dimostrare che ci troviamo in presenza di un “luogo fisico” in cui si muovono gli Avatar, un vero e proprio “posto” in cui si va, ci si incontra, e si vivono esperienze. Certo, mentre avviene tutto questo, si è nella realtà seduti al computer, a manovrare i comandi con cui si effettuano le interazioni in questo Mondo. Ma anche questo è irrilevante ai nostri fini, in questo momento, perchè quello che conta è che noi, attraverso l’Avatar, frequentiamo un posto fisico effettivo, fatto per noi, secondo la nostra fantasia, per consentirci degli scambi sociali con altre persone come noi.

Chiariti questi due punti di partenza, è evidente che in un posto dove ci sono interazioni sociali fra persone di ogni origine, cultura e nazionalità, nascono rapporti di ogni genere: amicizia, collaborazione professionale, vicinanza culturale, fino ad arrivare a vivere delle storie affettive intense, che, dal nostro punto di vista, non sono distinguibili da quelle che viviamo nella vita reale. I centri cognitivi del nostro cervello, che vengono stimolati, sono sempre quelli, qualunque sia il posto che noi frequentiamo: un locale, un ufficio, una piazza, o anche un posto virtuale attraverso gli Avatar. Quando nasce una storia d’amore in un Mondo Virtuale occorre dargli la stessa importanza che assume un rapporto del genere nel mondo reale, perchè le sensazioni, gli stimoli, le difficoltà e gli ostacoli, sono sempre quelli, dovuti a noi, ai nostri pregi e ai nostri limiti. Il posto in cui questo avviene non ha importanza.

Il terzo punto quindi, che vorrei fissare come concetto chiave, è esattamente questo dei rapporti affettivi. Sgombriamo il campo dai gossip, dalle critiche stucchevoli, e dalle banalizzazioni. Gli Avatar sono persone che si incontrano, interagiscono tra loro, e possono odiarsi, criticarsi, o anche amarsi. E le modalità con cui l’interazione si sviluppa, sono quelle fornite dall’ambiente in cui ci si trova: gli sguardi, il modo di muoversi e di parlare nel mondo reale, ed espressioni analoghe, ma mutuate dalla tecnologia, nei Mondi Virtuali. Non è il mezzo che è importante, è lo scopo dell’interazione, e le emozioni che si sviluppano tra due persone. Un amore che nasce nella vita virtuale si sviluppa, e cresce, indipendentemente dal mezzo usato, entra nella quotidianità delle persone, nella vita e nei pensieri reali, e diventa parte del vivere quotidiano. Viene inserito nel contesto sociale e familiare, e si conquista infine un suo spazio effettivo nella vita reale. Quindi, giù il cappello quando si guarda a questi episodi, essi meritano il rispetto che si deve alle persone, e alla vita reale. Nessuno ha il diritto di entrare nella vita degli altri, se non gli è consentito.

All’altro estremo ci sono, naturalmente rapporti più limitati e superficiali, gli “amori” che durano pochi giorni, ma anche forti amicizie o collaborazioni, che possono durare anni. Non c’è differenza anche qui da quello che succede anche nella vita reale, cambia solo il mezzo che utilizziamo per comunicare.

L’ultimo punto che vorrei condividere riguarda i limiti, e i possibili rischi, insiti nei Mondi Virtuali. Perchè la facilità con cui ci si muove, la possibilità di avere diverse versioni di se stessi, l’impossibilità, a volte, di distinguere il vero dal falso, la realtà dall’inganno, ci pone in situazioni di esposizione emotiva, che spesso sono difficilmente gestibili. Anche qui, occorre sgombrare il campo dai moralismi o dal vittimismo, di cui sono pieni i profili delle persone “tradite” in Second Life. E’ davvero un campionario stupefacente, degli errori e delle delusioni, quello che si legge sui profili, quasi esclusivamente delle donne, in Second Life. E’ una pratica che non ho mai apprezzato, che mette il piazza problemi ed esperienze personali, esponendoli alla pubblica piazza.

E la stessa cosa avviene anche su Facebook, diventato un Mondo Virtuale integrativo, e qui non c’è distinzione tra uomini e donne, è una vera fiera di ovvietà e recriminazioni su pubblica piazza. Ed è in Facebook che gli Avatar di Second Life, aggirando i limiti posti da Facebook nei suoi ToS, si sono ricavati uno spazio complementare, in cui si confrontano durante tutto il giorno, siano essi a casa, in ufficio, o in giro per il mondo, prima di arrivare a sera ed entrare in Second Life. Bisogna sgombrare il campo dai vittimismi stucchevoli e umilianti, perchè chi naviga questi mari virtuali deve accettarne vantaggi e rischi. Deve sapere che ci sono delle possibilità di vivere situazioni ambigue, spesso false, e deve essere attrezzato per gestirle e limitarne le ricadute. La protezione da questi raggiri non è nella morale, ma nella fiducia e nella stima che si crea tra le persone. Perchè, senza di queste, non c’è alcun rimedio, e il vittimismo non serve, umilia solo chi lo pratica.

Ho cercato qui di esprimere la mia visione della vita e dei rapporti che si sviluppano nei Mondi Virtuali, ma molto altro ci sarebbe da dire sulle dinamiche di gruppo, ad esempio, o sui progetti e sulle realizzazioni artistiche, che si sviluppano nei Mondi Virtuali, in modi spesso originali e innovativi. Ma di questo abbiamo parlato in altre occasioni. Un saluto a tutti.