Immersive Wor(l)ds: Letteratura e arte figurativa digitale nella fusione fra mondo fisico e virtuale.

Si è svolto sabato 30 giugno mattina, a partire dalle 10,30, l’attesissimo incontro organizzato presso la sede dell’Accademia di Brera, a Milano ed in Second Life, per presentare ad una platea vasta, in RL come in Second Life, alcune installazioni artistiche realizzate nel Metaverso da artisti virtuali. Gli artisti chiamati ad esporre le proprie opere, alcuni dei quali famosissimi, anche a livello internazionale, sono stati cinque: Giovanna Cerise, Nessuno Myoo, Noke Yuitza, Giulia de Marinis e Lorenzo Liguoro (http://imparafacile.ning.com/).

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Il collegamento è stato effettuato tra la sede dell’Accademia di Brera, con un allestimento nel salone Napoleonico, e la land dell’Accademia, presso Second Life (http://maps.secondlife.com/secondlife/Accademia di Brera/65/180/21). Il pubblico, da una parte e dall’altra, sfruttando anche la connessione in streaming su web, ormai consueta per tutti gli eventi del genere, ha seguito con grande attenzione il percorso, che si è snodato attraverso sei diverse postazioni allestite in Second Life. Ogni tappa è servita a spiegare una diversa opera, commentata dall’artista che l’aveva realizzata. Le installazioni, per chi volesse ripercorrere il tour, sono ancora visitabili presso la land che le ospita. L’organizzazione e la preparazione dell’evento, a cura del team di Imparafacile Runo, e del team di Arte Libera, con Simba Schumann, è stata, come sempre, all’altezza dell’evento. Da cronista, devo dire che un paio di tali installazioni mi hanno davvero impressionato, in termini di bellezza visiva e coinvolgimento emozionale, ma tutte sono state molto apprezzate, sia dal pubblico in Second Life, che da quello in Accademia. I commenti degli artisti, poi, sono stati tutti di grande interesse, all’altezza delle attese.

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La discussione si è andata sviluppando attraverso le varie tappe, ed ha infine toccato un punto fondamentale, che si è espresso con una domanda, posta da uno degli interlocutori presso l’Accademia di Brera. La domanda, davvero dirimente, è stata posta sugli effetti, nel mondo reale, di quest’arte nata e sviluppatasi nel Metaverso. Le risposte sono state pertinenti, mettendo in evidenza le numerose interazioni che si sono sviluppate negli ultimi anni tra installazioni virtuali ed eventi reali, presso musei, sedi istituzionali, eventi e produzioni di Machinima. Tra l’altro, l’intervento di Mexi Lane, promotrice instancabile di molti di tali eventi, insieme a diversi altri artisti e protagonisti del mondo virtuale, ha illustrato quanto di meglio è stato realizzato in questo campo, e portato poi nel mondo reale con grande impatto, attraverso eventi di successo, alcuni dei quali hanno attratto più visitatori in Second Life che nel museo reale.

Tuttavia, devo dire che ogni volta che sento argomentare su tale “ricaduta” dell’arte virtuale in RL, provo un senso di delusione e di perplessità. E’ come se un’espressione artistica, per essere legittimata, debba necessariamente manifestarsi in un posto piuttosto che in un altro: presso un museo piuttosto che in televisione, presso una galleria d’arte o presso invece una land basata in un Mondo Virtuale. Che senso ha una distinzione del genere, per il gusto e la sensibilità di chi la vive?

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Un’opera d’arte, a mio modesto parere, ma anche di molti critici, trova la sua maggior espressione se riesce a sfruttare al meglio il mezzo usato per esprimerla. Un quadro, una foto, una scultura, hanno senso in una galleria d’arte o in un museo, viceversa, una costruzione virtuale, come alcune di quelle di incomparabile bellezza che ho visitato in questo tour, non può che essere apprezzata in un ambiente virtuale, per cui è stata pensata e costruita. Guardare le installazioni, camminarci dentro, essere pervasi dagli effetti visivi e sonori, è qualcosa di una bellezza irripetibile in un ambiente reale. Credo che la critica d’arte cosiddetta “ufficiale” debba cominciare a fare un bagno di umiltà, e porsi anche un problema opposto: come fare a esprimere nel modo migliore, sensazioni nuove e più avanzate, che invece il mondo virtuale riesce a trasmettere ormai prepotentemente.

Non voglio mettere in contrapposizione i diversi ambienti, sarebbe, a maggior ragione, assurdo e fuorviante. Voglio però dire che in futuro l’arte virtuale avrà di sicuro sviluppi inimmaginabili, poiché non ha i limiti e i condizionamenti del mondo reale: non ha problemi di gravità nelle sculture e nelle installazioni, non ha certi limiti di condizionamento da parte di critici d’arte, o sedicenti tali, non deve sottostare al ricatto dei galleristi o alle bieche esigenze commerciali. Le forme artistiche potranno svilupparsi seguendo il talento, o addirittura il genio, di quanti riusciranno a emergere. La critica d’arte “ufficiale” si accorgerà prestissimo di cosa voglia dire avere un mondo vergine a disposizione, per creare e comunicare, ed è molto probabile che questi critici del mondo “reale” scopriranno tale realtà quando questa avrà ormai travalicato i confini del Metaverso. Non dovremo attendere molto…

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Milano: Second Life in metropolitana

L’arte virtuale approda nel mondo reale. Dopo aver mille volte parlato di come situazioni, ambienti, creazioni reali siano finite sublimate in realtà virtuali, ecco che ora il virtuale si sta prendendo una piccola rivincita. A partire da oggi, infatti, in una delle principali stazioni della Metropolitana milanese, Porta Venezia, i pendolari della città potranno ammirare su uno schermo allestito per l’occasione, un video che presenta a rotazione una serie di foto artistiche provenienti da Second Life.

Una delle foto in rotazione nella metro milanese, firmata dall'artista di sl Prajna Seetan

Dietro questo insolito progetto c’è l’Accademia di Belle Arti di Brera (in collaborazione con il Comune di Milano, La Triennale di Milano e Adi – Associazione per il Disegno Industriale) che a fine aprile 2010 ha inaugurato un master di secondo livello denominato MIND (Milan Network for Design), sotto la direzione del prof. Ezio Cuoghi. Il Master con l’obiettivo di formare nuove figure professionali capaci di progettare interventi artistici, culturali e di servizio, negli ambiti e negli spazi relazionali di una città, coniugando le competenze sulle nuove tecnologie alla progettualità estetica e artistica dei nuovi linguaggi. Ecco dunque che l’Accademia di Belle Arti milanese ha dimostrato una non comune larghezza di vedute, grazie soprattutto all’apertura in questo senso del responsabile informatico Bruno Aliprandi, motore dell’iniziativa, che ha visto all’interno di Second Life nuove potenzialità e un mondo artistico ancora poco considerato dai media ma in realtà estremamente ricco e vivace. Dopo una serie di lezioni che hanno giudato gli studenti nel metaverso, ecco dunque i primi risultati. Sullo schermo della Metropolitana saranno visibili foto scattate all’interno del mondo virtuale e successivamente ritoccate con appositi programmi di grafica sia di corsisti Mind che di artisti virtuali “puri” molto noti nel mondo dell’arte di Second Life, in un confronto stimolante fra sensibilità artistiche. Ma è solo il primo step di un progetto molto più articolato. A settembre sarà coinvolta con un’iniziativa simile anche la stazione della metropolitana di Porta Garibaldi, mentre altre iniziative prenderanno la direzione dell’interattività e dell’immersività con ricadute sia nel mondo reale che nel mondo virtuale. Il referente del progetto all’interno di Second Life è Imparafacile Runo, formatore che utilizza da anni il Metaverso come piattaforma di e-learning. Sua è l’isola (Imparafacile Island) messa a disposizione degli allievi del Master. Accanto a lui il builder Merlino Mayo che sta lavorando all’ambientazione per gli incontri e per gli allestimenti e la galleria Arte Libera della sottoscritta per la consulenza sugli artisti virtuali.

Altra foto visibile in metropolitana, firmata dall'artista di sl Cristian Rexie

Con un po’ di ritardo rispetto ad alcune realtà estere più attente, possiamo dunque dire che finalmente anche in Italia l’arte virtuale comincia a destare qualche curiosità anche al di fuori degli ambienti in cui nasce. Dopo la mostra Michelangelo Architetto a Roma, che ha visto il Comune di Roma sponsorizzare una finestra nel Metaverso con un’istallazione dedicata ai disegni di Michelangelo, e il Viareggio Art Project, con la collaborazione del Museo del Metaverso con i Musei Civici di Villa Paolina Bonaparte a Viareggio, ecco dunque che anche Milano attraverso l’Accedemia di Brera si è accorta delle stimolanti possibilità di sperimentazione che offrono i nuovi media, che danno nuova linfa all’arte contemporanea.