Il potere nei Mondi Virtuali

By Eva Auer

 Flussi permanenti di news tengono desta l’attenzione su un qualcosa che sta per accadere e questo si propaga agli altri livelli esistenziali sui quali incombe sempre un qualcosa prefigurato nelle fantasie. Per questo non so fino a che punto abbia un senso, oggi, distinguere “vita reale” da “vita virtuale”, due cose separate si, ma da una membrana fortemente porosa. Non conta quindi se la virtualità sia giusta o sbagliata, quanto la consistenza di questa membrana, che potremmo anche chiamare “personale spirito critico“.

La virtualità tratta di uno stato di sogno moderno, singolo e collettivo, fantasie tramite tecnologie soprattutto comunicative che permeano profondamente la nostra realtà, tramite molteplici forme di collegamento. Conseguentemente, il dialogo tra persone è vincolato da tutto ciò, ed è senz’altro differente tra individuo e individuo, la capacità critica, di assimilazione, interpretazione ed espressione. Di tutto ciò, lo spazio virtuale tridimensionale costituisce solo un aspetto, ma anch’esso altro non è che un’evoluzione della pagina, cioè del messaggio che prima era statico sulla carta e poi più dinamico quando gli stessi contenuti sono migrati sui supporti elettronici. L’editoria elettronica si affermò come strumento creativo parallelamente all’affermarsi della predominanza del messaggio televisivo, visuale, secondo canoni delle arti figurative, contesto nel quale poi si iscriverà anche quanto sarebbe accaduto nei monitor.

I monitor, anni fa, erano congegni attaccati a computers che occupavano lo spazio di una stanza. Nel loro essere, esteticamente, un qualcosa tra un’astronave e una architettura sovietica, suggerivano che ciò vi avvenisse fosse alieno alla normalità e sottilmente portatore di quella paura affascinante che Roy Lichtenstein ha espresso nella sua opera “Mad Scientist”.

La definizione del mezzo entro questa natura è perdurata nel tempo evocando prospettive che avrebbero potuto dar vita, tramite arcani sensori collegati al corpo umano, a dei Frankstein elettronici finalmente perfetti rispetto a quelli dell’epoca meccanica. In tutto ciò vi è una sorta di visione delle possibilità offerte dall’elettronica che si è definita, poi, con l’avvento della miniaturizzazione e, soprattutto, degli schermi piatti che hanno permesso l’evoluzione portatile che conosciamo. Pertanto i monitor di ogni forma e dimensione sono diventati il mezzo attraverso il quale si è evoluta la letteratura. Ciò che vi avviene, soprattutto di creativo, ha insomma più a che fare con l’universo letterario che con quello meccanico-fantascientifico di un tempo. Questo anche se, nel monitor, è animato un mondo tridimensionale come quello che noi chiamiamo “realtà virtuale”. Esso non può che evolversi, analogamente, secondo la caratteristica narrativa tipica del mezzo che lo esprime. Infatti, nel mondo virtuale, ha ampia importanza, e spazio, la citazione.

La narrazione che si svolge nel mondo virtuale, per le caratteristiche di interattività, offre spazio alla simulazione di dinamiche che sono degne di osservazione e studio. Come, ad esempio, quello di Edward Castronova, che nel suo saggio “Universi sintetici. Come le comunità online stanno cambiando la società e l’economia” ha illustrato come ciò che avviene nelle comunità online sia economicamente rilevante per comprendere fenomeni molto pratici. Molta gente, difficilmente classificherebbe “cose serie” ciò che ha a che fare con “quella specie di videogame”. Altri liquiderebbero il tutto come “la solita chat, arricchita di disegni animati sessuati”. Si trascura che il sesso è un altro elemento alla base di qualsiasi narrativa. Pertanto, alla faccia della frivolezza, la narrazione che anima la virtualità comprende, parallelamente alla validità economica delle proprie dinamiche, le basi per discutere di dinamiche umane complesse, che possono essere complessivamente accorpate in “questioni di potere”.

Non ci si deve sorprendere, lo stesso “mondo virtuale” è espressione di un potere, quello della società occidentale con i suoi valori, miti e simboli sull’intero pianeta, pertanto il modo in cui si dispongono gli avatars all’interno di esso è sempre definito da poteri. Gli avatars fanno sempre riferimento a gruppi o crew, e i gruppi hanno struttura piramidale con al vertice il potere economico in sinergia con conoscenze tecniche e culturali.

Il potere, come sempre, ha come finalità affermare la propria visione del mondo, e questa, anche nel mondo virtuale tridimensionale, serve ad alimentare il potere stesso e renderlo sempre più stabile.

Pertanto il “potere” cercherà di indirizzare il gioco verso quello che considera il suo obiettivo prioritario: se l’obiettivo è sessuale (o sessuato), nella sfera d’influenza del potere avverrà una selezione finalizzata a far emergere i target più interessanti in tal senso, se l’obiettivo è economico, tale selezione avverrà in funzione della capacità di spesa o di abilità nel procacciare risorse dei singoli giocatori. E’ interessante osservare come, nel virtuale, l’esistenza di un economia, di un interesse economico, sia fondante sia della veridicità delle pulsioni che lo animano, sia di una sorta di libertà dei vari players, in quanto presuppone la fioritura di una varietà di interessi, finalizzati verso ampie possibilità di riscontro, premianti dell’ingegno e dell’abilità a prescindere da caratteristiche immediate, come la propria spendibilità sessuale. Se non avessimo l’elemento economico, il virtuale si ridurrebbe a una ricerca solo di prede da parte di predatori sessuali, un qualcosa di squallido e di poco interessante dal punto di vista sociale, come lo sono diventati determinati luoghi virtuali, come le chat, o certi contesti fortemente a tema, che fanno storcere il naso praticamente a tutti.

Occorre dire che il sesso resta un elemento di eccezionale immediatezza e traino, pertanto, la gran parte delle strutture di potere con le quali vi capiterà di imbattervi nella virtualità 3D, saranno maggiormente dedicate alla selezione di cui ho accennato, e che avviene secondo modalità variegate, ma che con un minimo di attenzione si possono identificare in vasti ambiti dell’espressione umana. Insomma, i discorsi attorno alle identità e alle motivazioni non sono un qualcosa che è inventato dal mondo virtuale, ma un qualcosa che esiste da sempre. Appunto, da sempre, questi “problemi” giustificano l’esistenza di un potere e, altrettanto da sempre, esiste chi, con il potere, ha un conto da regolare. Non per altro, il potere sotto qualsiasi forma si proponga, verso qualcuno, sarà sempre limitante, e questo alcuni lo ritengono insopportabile.

Di tutto questo, il sesso, che è anche comunicazione e cultura e non solo bisogno primario riproduttivo o pulsione irrefrenabile (come affermano i filmetti delle narrazioni per semplici), può esserne metafora.

Il Clan

Una delle cose più interessanti del Metaverso è senza dubbio il senso di appartenza. Appartenenza che si esplicita nel bisogno di formare piccoli o grandi Clan, meglio identificati come Gruppo. Appartenenza  che può nascere per diversi motivi: commerciali, interessi  di vario genere o per condividere insieme varie  passioni che vanno dalla birra alle frustate. Ma qualunque ne sia il motivo è indubbio che con il tempo vengano poi a formarsi all’interno delle vere e proprie gerarchie e ruoli. A capo c’è sempre un leader, che di solito è l’Owner di qualche Land;  ho notato che al contario della vita reale c’è  una certa predominanza femminile nel ruolo di capo anche quando sembra camuffato da un ruolo di sottoposto. Ma potrebbe essere solo una mia impressione fallace. Molti gruppi nascono e muoiono con una certa rapidità, altri sembrano resistere al tempo, ma con un ricambio frequente all’interno dei membri. Ho fatto parte di alcuni Gruppi, alcuni molto noti  all’interno di SL e ho compreso di non potercela fare. Personalmente preferisco andare e venire e prendere autonomamente decisioni. Essere libera di frequentare chi voglio e non assistere al terzo grado della malcapitata o malcapitato di turno. Si, in alcuni Gruppi si vive col sospetto che i nuovi arrivati siano Alter di chi, per un motivo o per un altro, è andato via o è stato estromesso dal gruppo. Ho assistito a interrogatori degni delle migliori sceneggiate napoletane. Divertente all’inizio, ma poi per chi come me vive Sl come momento di svago, motivo di fuga a gambe levate. Gelosie, ripicche e invidia, in alcuni casi sono i motivi della discordia. Per non parlare dei tempi di pausa di alcuni di essi. Mi sono ritrovata in gruppi, dove il gioco preferito era il gioco del silenzio. Dù palle megagalattiche signori e signore! Già, perché alcuni parcheggiano l’avatar mentre con l’alter vanno a divertisi, o magari seguono un film in RL.  Mentre  tu stai lì come un broccoletto orfano  a fare numero per la Land. Preferisco i Gruppi liberi quelli che ti invitano per mostre di quadri, fotografie o letture, o anche quelli che ti invitano alle varie feste in discoteca e non. Se vai  è bene  o pazienza, nessuno si offende e amici come prima. Mi piacciono anche i gruppi di chi ha la passione per i cavalli o che forniscono particolari corsi anche di  Photoshop. Ne aveva organizzato uno molto interessante il Sunset Stars. Una Land giovane che si dà molto da fare per organizzare pomeriggi e serate di intrattenimento. O il Garden of the lovers una land pensata e costruita per gli innamorati di SL, da Grigio e Kristall, la sua compagna. Oppure la Land Legenda , un posto che favorisce i giochi di gruppo e intrattenimenti vari, tra l’altro molto bella da visitare. Ma perché un Clan regga al tempo e all’usura, ha bisogno in primis di un leader carismatico e democratico che non se la tiri poi tanto. Ho purtroppo constatato che il fuggi fuggi spesso è causato da un’attitudine al comando che in SL diventa quasi esaltante per alcuni, e si rischia di passare per Master e Mistress improvvisati. Si, amo i gruppi più free e non invasivi, e ce ne sono tanti per fortuna  che offrono serate di intrattenimento vario ed eventuale; nulla è lasciato al caso per divertirsi e divertire. Vorrei solo consigliare loro, meno martellamento con gli script (ho spesso cancellato molti gruppi per questo motivo), e di usare le Chat del gruppo per motivi meno frivoli, o si finisce per stressarci un po’ tutti o far sospettare se si è in voice i propri compagni (sforzatevi di pensare perché). Insomma, ancora due facce di una stessa medaglia sul Metaverso. Si c’è nè davvero per tutti i gusti!

 

By Serena Domenici