Un Fiume in piena: Rosanna Zabelin

articolo di Viola Tatham

Immaginiamo una donna matura, realizzata pienamente nella famiglia e nel  lavoro, circondata dall’affetto di  amici  e sempre piena di impegni,  un caldo giorno d’estate,  un po’ per riempire l’attesa delle meritate vacanze  e un po’ per curiosità, sfida la sua poca competenza  nell’uso del  computer  ed entra in un gioco… si muove goffa dentro un mondo sconosciuto,  tra avatars bellissimi,  eccentrici, a volte inquietanti… legge una chat di discorsi vuoti,  parole “pesanti”,  risate sguaiate…  reagisce male e sta per abbandonare quel metaverso che, anche se attrae e stimola, le provoca disagio e quindi non fa per lei… ma accade l’incredibile, l’incontro con un paio di artisti, una pittrice e un quadro… risvegliano in lei la vena poetica sepolta ormai dai tempi dell’adolescenza e inizia a scrivere versi, belli, intensi, veri…

E’ a questo punto della sua “seconda vita” che ho conosciuto Rosanna Zabelin, quando un amico comune me la presentò come un “fiume in piena”,  un’inesauribile fonte di ispirazione… uno dei suoi incontri fortunati,  dice lei,  per me una delle prime amicizie con le quali condividere la passione per la poesia e tanti momenti indimenticabili.

Rosanna, affermato avvocato in rl, è riuscita a ritrovare in Second Life il suo lato romantico e sognante, quella fantasia che troppo spesso dimentichiamo in un angolo,  presi  dal comune senso pratico che la vita ci impone. Lei  vive Second Life con gioia e sincerità, pienamente consapevole che questo  mondo  può essere “Uno specchio, un pozzo, un baratro, un nido, una casa, un muro, una rete? Tutto questo ed altro ancora, tutto ciò che ci mettiamo noi, di buono e meno buono, una illusione di vita “altra”, virtuale, dove ritroviamo intatti i nostri problemi  e con l’aiuto degli altri cerchiamo una evasione che, come è accaduto a me, migliori la vita reale”.

VIRTUALE

Lo so, lo sento, noi ci apparteniamo,

forse perché ci unisce un sentimento

travalicante monti ed altipiani,

spontaneo ed intrigante, immaginato……

Pensa: noi due una sera, sogno strano,

tu sigaro toscano e limoncello,

io sul divano mirto e caramella,

scambio di occhiate tenendoci la mano.

Tesoro mio, quel sogno ci consola

di un quotidiano poco entusiasmante,

allevia una giornata faticosa,

la nostra vita troppo impegnativa.

Resta così sospesa e illuminata

una realtà virtuale sorprendente,

che lega due destini sconosciuti

e splende su di noi senza timori.

Non accadrà che lo dimentichiamo,

malinconie, sorrisi, nostalgia,

tutto nel sogno è giusto e accarezzante,

tutto rimane in cuore, a te, a me.

Tommaso Zimmermann è un pittore e ritrattista, che ogni tanto espone qualche sua opera in Second Life,  per poi sparire nuovamente nell’ombra… si sa poco della sua vita e della sua arte, ma si avverte facilmente che i suoi dipinti hanno il sapore della terra siciliana e rispecchiano i suoi abitanti e la sua storia. In questi giorni Tommaso Zimmermann espone a  l’Isola della Creatività (Emeral Resort 4, 87, 163, 22), insieme ad altri artisti.

E, qualche tempo fa,  ammirando questa notevole espressione d’arte decadente e malinconica,  l’ispirazione di Rosanna Zabelin è stata quasi immediata

LUCIA

Solleva adagio lo sguardo,

occhi, buccia di castagna,

ciglia, ombra azzurra su pelle d’alabastro.

Ha lungamente atteso il momento,

raccontando a se stessa ogni parola,

e in un abbraccio, in un soffio hai capito.

Ora l’inespresso vive sul suo volto,

pallida maschera sulla carne viva,

e passa dalla mente agli occhi, traslucente.

Nessuna lacrima, nessun addio, soltanto

il ricordo di te che l’hai amata

accompagna il cammino.

Rosanna Zabelin davanti al quadro “Lucia” (olio su tela, 50×60)

Mani

E’ immobile, scolpita nella pietra,

lo sguardo perso verso l’infinito,

viva solo una lacrima splendente,

testimone di un dolore senza nome.

Mani pervase da dolore muto,

per non aver saputo trattenere

l’urto dell’onda sorda e devastante,

che ha trascinato tutto nell’abisso.

E’ condannata a vivere ugualmente,

solo le mani ad affrontare il cielo,

negli occhi l’acqua grigia impietosa,

negli orecchi il tumulto spaventoso.

Mani giunte in preghiera silenziosa,

grido impotente, desolato, vano,

contro il mare impazzito di tsunami:

nessuno torna a raccontare il viaggio.

Mani (olio su tela)