La storia siamo noi …

Se guardate alla destination guide del sito di Second Life, vedrete che è apparsa, come nuova destinazione da visitare, la “History” di Second Life, costruita nella land del Primitive Museum di Xerses Goff da Sniper Siemens (http://maps.secondlife.com/secondlife/Immaculate/140/202/22).

E’ un lavoro davvero straordinario, che racconta, pannello dopo pannello, a partire dal 1999 e fino al 2022, tutta la storia di Second Life (Sniper ha promesso di aggiornarla ad oggi …).

Scorrendo i pannelli, con le descrizioni e le immagini, accompagnate anche da qualche filmato su YouTube, quelli di noi che frequentano questo Mondo Virtuale da anni ripercorrono via via anche la loro storia personale, fatta di tante esperienze, e di tanti momenti che hanno contrassegnato la crescita di questa esperienza virtuale per milioni di persone.

Perché a tutt’oggi, nonostante l’evoluzione veloce della tecnologia, delle realizzazione di interfacce con i Visori di VR, e della Blockchain e degli NFT, Second Life rimane il Mondo Virtuale per antonomasia, quello in cui si vivono le esperienze immersive più coinvolgenti, di ogni genere, e che ha mantenuto la sua caratteristica di Mondo Virtuale fatto dai residenti, e per i residenti. Con la sua economia, i suoi creatori, gli artisti, i performer, le esperienze di volontariato, di education, e così via.

L’installazione si sviluppa su tre piani, mentre sul terrazzo c’è la storia della Burning Life. Ogni piano è costituito da un corridoio che si snoda a spirale, per ottimizzare gli spazi che ospitano i tantissimi pannelli, e alla fine del percorso a spirale, su ogni piano, c’è il teleport al piano superiore o all’ingresso.

Naturalmente, la nostra amica Sniper Siemens non ha realizzato tutto questo in poco tempo, ma è questo il risultato di un lavoro di anni, partito nel 2014 e portato avanti nelle varie edizioni del progetto LEA, e fino all’ultima esposizione, nell’ambito degli eventi realizzati per il SLB20, il ventesimo compleanno di Second Life lo scorso anno. Io scrissi un articolo nel 2015, su questo suo lavoro in fase di avvio (https://www.virtualworldsmagazine.com/la-storia-di-second-life/).

Ora, finalmente, questa esposizione trova una collocazione stabile, in mainland e accanto alla mitica Ivory Tower. L’installazione, al momento in cui scrivo, ha già visto quasi 900 visitatori unici in soli 5 giorni, con moltissime visite illustri e di esponenti della Linden Lab.

Chiunque sia interessato a questo Mondo Virtuale, alla sua storia, e a tutte le novità che ha introdotto nel corso degli anni, non può non visitarla, perché, quando il polverone del “Metaverso” si sarà diradato, Second Life emergerà come l’esempio più significativo di Mondo Virtuale, e sarà il punto di riferimento per ogni futura evoluzione delle varie piattaforme che stanno via via nascendo. Una curiosità: vicino al punto di atterraggio dell’installazione c’è anche l’Easter Egg dei primordi, rappresentato da un Hippo! Pare che esista in Second Life un secondo Easter Egg, ma finora nessuno è stato in grado di trovarlo. Provateci, e buona visita!

La violenza sulle donne è la peggiore barbarie della nostra epoca

Si avvicina il 25 di novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e quest’anno la ricorrenza ha acceso un giusto e intenso dibattito, in seguito ai fatti di cronaca recenti, che hanno visto il verificarsi di efferati assassinii, per ultimo quello di Giulia Cecchettin, una stupenda ragazza veneta di 22 anni in procinto di iniziare la sua vita da adulta. Un delitto bestiale e inconcepibile, da qualsiasi punto di vista, nato nella mente criminale di un mentecatto che non merita alcuna scusante.

Questo delitto ha colpito profondamente l’intera comunità nazionale, dalla gente comune, alla Chiesa, ai politici, ai giovani, al mondo della scuola. E intorno a questo delitto si sono sviluppate analisi e discussioni dai diversi contenuti, dalla condanna del “Patriarcato” alle discussioni sulle ipocrisie e i doppiopesismi della nostra epoca. Intendiamoci, la discussione è sacrosanta, perchè quello che avviene ogni giorno sotto i nostri occhi è qualcosa di inconcepibile, per qualsiasi analisi razionale. Tuttavia, occorre mettere dei punti fermi e agire di conseguenza, perchè il cambiamento si sviluppi. E infatti diverse sono le iniziative che si stanno intraprendendo, sia sul fronte della difesa delle donne e giudiziario, sia su quello dell’educazione dei nostri ragazzi nelle scuole.

Le donne vengono aggredite, violentate o uccise quasi ogni giorno nel nostro paese, ed occorre guardare alle cause di fondo, che non possono essere individuate solo nella condanna dell’antica resipiscenza patriarcale, che pure sopravvive nel profondo della nostra società. In un’epoca in cui il progresso e le rivendicazioni delle donne stanno assumendo dimensioni internazionali, ed i risultati piano piano iniziano ad arrivare, non si può evitare di affrontare i problemi che sono alla base di questi comportamenti.

Se guardiamo alla società italiana, vediamo che il numero delle donne che lavorano (dati 2022) è del 49,4%, inferiore di 14 punti alla media europea, e di 18 punti alla percentuale degli uomini occupati. Situazione peggiore al sud e tra le ragazze giovani. Questa mancanza di lavoro alle donne crea un buco nel nostro PIL nazionale, che frena la crescita e non ci consente di affrontare le spese sociali necessarie a sostenere la nostra economia e i servizi.

Ma qual è il motivo per cui le donne non lavorano? Ce ne sono diversi, ma se guardiamo ai numeri vediamo che il problema non è la competenza o la formazione, tutt’altro. Le donne diplomate sono il 65,7%, contro il 60.3 degli uomini, mentre le laureate sono il 23,5% contro il 17,1% degli uomini. Il problema principale è che le donne si fanno carico della gestione quotidiana della famiglia, nel seguire i genitori anziani, e nel crescere i figli. Poi ci sono anche altre cause, ma credo che queste siano le principali. E su queste va fatto un salto di qualità.

Questa situazione è l’indice della mancanza di servizi di sostegno alla famiglia, soprattutto a sud. Basti pensare che in Italia, per gli asili-nido, ci sono 25,5 posti per 100 bambini, contro gli obiettivi europei di 33 su 100 bambini. E che mentre al centro nord si è vicini all’obiettivo, con il 32%, al sud siamo solo al 13,5%, ed il servizio è garantito solo nel 47,6% dei comuni. A Bolzano i posti disponibili sono di 70 su 100 bambini, mentre a Catania e Crotone sono solo 5 su 100.

Se guardiamo poi all’assistenza agli anziani, la situazione è persino peggiore. Solo il 9% riceve aiuti domiciliari da operatori socio-sanitari, il 3% presso un centro di assistenza e il 2% da associazioni di volontariato, il resto è a carico delle famiglie, quindi … delle donne.

Affrontare il tema del lavoro e dell’indipendenza delle donne richiede il superamento di questa disastrosa situazione dei servizi alle famiglie, e per far questo servono risorse. E le risorse, in un paese come il nostro, ci sono, se però vengono opportunamente allocate, invece di pagare clientele o progetti faraonici di ponti che non vedranno mai la luce, e facendo una lotta serissima (oggi sarebbe semplice, con la digitalizzazione) all’evasione fiscale. E’ una questione di scelte politiche, ma anche di scelta dei politici. Siamo in questa situazione perchè facciamo scelte sbagliate.

La seconda gamba del problema riguarda l’educazione dei giovani e il ruolo della scuola. Questo vuol dire dover affrontare due tipi di problema: da un lato la formazione adeguata e la motivazione degli insegnanti (spesso anziani e con competenze obsolete), dall’altra la scelta di opportuni programmi formativi, fin dalle elementari, sviluppati con l’apporto di esperti psicologi e pedagoghi, non partorite da qualche oscuro funzionario ministeriale. Ed occorre poi gestire tutto questo, con efficienza ed evitando gli sprechi.

C’è tanto lavoro da fare, e i tempi non saranno brevi, ma abbiamo noi la responsabilità delle scelte, non possiamo accusare genericamente il “Patriarcato” e poi fare scelte a cavolo per i servizi. Occorre farsi un esame di coscienza serio, e promuovere un movimento dal basso che spinga al cambiamento.

Cosa c’entra tutto questo con i Mondi Virtuali, mi direte voi, visto che siamo su un magazine che di questo si occupa? C’entra eccome, perchè i Mondi Virtuali non sono un’isola sulla Luna, sono abitati dalle stesse persone, noi stessi, ed anche nei Mondi Virtuali assistiamo a dinamiche sociali simili a quelle del mondo fisico. In passato ci sono stati, in occasione del 25 di novembre, eventi e dibattiti sulla questione, e anche quest’anno ce ne saranno, anche di molto interessanti, sia in Second Life che in Craft. Quello che manca, e questo accade proprio in questo momento di profonda riflessione e sensibilizzazione, è un evento che fino al 2021 è sempre stato un riferimento in Second Life, e anche all’esterno, ed è quello che era nato con la denominazione di “2Lei in Second Life“, nato grazie all’impegno meritorio di diversi protagonisti, che se ne sono fatti carico nel tempo. Ultimamente questo impegno si è affievolito, anche per la mancanza di contributi e di coinvolgimento di altre persone. Forse il format non era sufficientemente comunicativo, o forse la gente del “Metaverso” non è interessata a questi temi, ma una cosa è certa, oggi nessuno può sottrarsi ad una riflessione profonda su queste tematiche, ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Spero che questa riflessione, e qualche barlume di autocritica, si allarghi il più possibile, e che serva a riprendere con attenzione queste tematiche. Un saluto a tutti.

Nota:

le immagini sono riprese dalla rete, non sono quindi estratte dal nostro archivio. Ringraziamo gli owners

I Mondi Virtuali attuali

Quando parliamo di Mondi Virtuali ci riferiamo a quelle piattaforme di Realtà Virtuale che consentono l’accesso, tramite un proprio Avatar, a dei mondi persistenti, che sono creati su piattaforme online con l’ausilio di software di simulazione 3D, in modo da creare degli ambienti vivibili e utilizzabili per molti generi di attività, da quelle di gaming, a quelle ludiche, a quelle commerciali.

Di piattaforme di VR ce ne sono oggi più di 150, ognuna indipendente dall’altra, con un proprio ente gestore, e con i propri utenti. Non esiste interoperabilità tra le diverse piattaforme, e quindi non si può parlare di Metaverso. Questo termine è oggi soggetto a varie interpretazioni, ma se vogliamo essere fedeli a quella originaria di Stephenson in Snow Crash, si tratterebbe di un ambiente unico, in cui un soggetto digitale conserva le proprie caratteristiche, indipendentemente dalla regione in cui si trova.

Si potrebbe, in questo caso, parlare di figura giuridica dell’Avatar, unica e riconoscibile, anonima o meno, ma avente una propria “identità” digitale.

L’attuale panorama delle piattaforme di Virtual Reality.

L’anonimizzazione, o la pseudonimizzazione, sarebbe una scelta dell’utente, in base alle attività che svolge, e alle condizioni in cui si trova a vivere nella vita reale. Pensiamo ai giornalisti di inchiesta, ai dissidenti in paesi non completamente democratici, ecc. Nel caso l’utente svolga nel Mondo Virtuale attività di tipo commerciale, esportabili all’esterno della piattaforma, è evidente che debba essere identificato e poter usufruire del diritto di proprietà degli asset virtuali sviluppati in-world, e debba tutelarli, anche con procedure di copyright, conservandone il possesso o favorendone il passaggio di proprietà con la commercializzazione.

Negli ultimi anni molte di queste esigenze sono state risolte utilizzando la tecknologia Blockchain, che identifica, con un “indirizzo” univoco, l’operatore, il quale possiede delle chiavi crittografiche per effettuare le transazioni sulla blockchain, custodite in un “Wallet“, una specie di portafoglio elettronico.

Anche di blockchain ne esistono tante, a partire da quella originaria dei Bitcoin, nata da una geniale proposta tecnica del 2008 di un tale Satoshi Nakamoto, mai identificato. Ma l’utilizzo della blockchain per la gestione delle Cryptovalute non è quello che ci interessa in questa sede, ci interessa invece il salto tecnologico che, sfruttando la tecnologia Blockchain, ha consentito di sviluppare un mercato di asset, digitali o meno, di ogni genere mediante l’utilizzo di “Smart Contract“. La prima blockchain che ha fatto questo passo, ad opera di Vitalik Buterin, è stata, nel 2016, la blockchain Ethereum (https://ethereum.org/it/) ed altre ne sono seguite.

Le transazioni registrate su una Blockchain sono protette crittograficamente, non esiste una entità centralizzata che le gestisce (gestione “decentralizzata”), e sono immodificabili, dando ampie garanzie di integrità, disponibilità, e riservatezza.

La Blockchain serve quindi anche per la gestione degli “Smart Contract“, una tecnologia che viene utilizzata per certificare la proprietà e la commercializzazione di manufatti e opere digitali (o anche reali) utilizzando la tecnica degli NFT, “Non Fungible Token“.

Esistono poi piattaforme di commercializzazione di questi NFT, come la famosissima https://opensea.io/, che hanno consentito la nascita di un mercato notevole, di opere artistiche sviluppate in-world di ogni genere.

Un ambiente virtuale in Spatial.

Non tutte le piattaforme di gestione di Mondi Virtuali consentono una integrazione diretta con le blockchain e i mercati NFT. Ad esempio, Second Life non lo prevede, ma le piattaforme cosiddette “aperte”, come Decentraland (https://decentraland.org/), The Sandbox (https://www.sandbox.game/en/) o Spatial (https://www.spatial.io/), le includono, come componente essenziale per il loro sviluppo.

Molti avranno letto della corsa all’acquisto di terreni virtuali su Decentraland, o del fiorire di un mercato di opere d’arte in Spatial, la piattaforma preferita dagli artisti virtuali, e molte potranno essere in futuro le evoluzioni a cui assisteremo.

Un’ultima considerazione vorrei farla sulle modalità di accesso ad un Mondo Virtuale, dal classico PC con tastiera e mouse, ai visori di VR, come “Meta Quest” (https://www.meta.com/it/quest/quest-3/), o ai dispositivi mobile utilizzabili anche se siamo in giro e vogliamo accedere alle piattaforme in mobilità. Quello che vorrei dire è che non esiste una modalità “standard” di accesso ai Mondi Virtuali, perchè le esigenze, e le preferenze, sono diverse per i diversi utenti, e non tutti vogliono utilizzare un Visore VR.

Le varie tecnologie si affiancheranno, e saranno tutte utilizzabili, a seconda dello scopo e dei desideri dell’utente.

Una famosissima opera digitale di Beeple venduta per 69,3 Milioni di Dollari come NFT.

C’è poi tutto il mondo della Realtà Aumentata e della Realtà Mista, e sono tecnologie che ci consentono di aumentare le informazioni disponibili nell’ambiente reale, costituiscono un ponte tra la Realtà e la Virtualità. Uscirà prossimamente il Vision-Pro di Apple, e sarà un momento straordinario di cambiamento di paradigma, per l’accesso alle informazioni e ai prodotti digitali (https://www.youtube.com/watch?v=TX9qSaGXFyg).

Apple non ha annunciato ancora il suo ingresso nei Mondi Virtuali, ma il Vision-Pro ha già tutti i brevetti e le tecnologie necessarie a questo prossimo passo. Da notare che nel keynote al WWDC23, lo scorso 5 di giugno, non è stata mai usata la parola “Metaverso”, in contrapposizione ideologica con lo sbandieramento fatto da Facebook (ora “Meta“) nell’ottobre 2011: (https://www.facebook.com/facebookrealitylabs/videos/561535698440683/)

E’, in conclusione, un mondo digitale in grande evoluzione, e se aggiungiamo le potenzialità infinite dell’Intelligenza Artificiale, capiamo a quale trasformazione epocale stiamo assistendo. Un saluto.

Il LAG, questo sconosciuto

Sappiamo tutti che il problema maggiore che ci troviamo ad affrontare quando entriamo in un Mondo Virtuale è il cosiddetto “Lag“, il tempo cioè che impiega la macchina a ricreare l’ambiente tridimensionale sullo schermo del computer.

Mi sono fatto l’idea che è un problema minimizzabile fino ad un certo punto, almeno per quanto riguarda Second Life. Ho sperimentato nel tempo diversi Hardware e sono ora al top delle possibilità di elaborazione e sono arrivato a delle conclusioni. Non ho esperienza diretta di programmazione in ambienti di simulazione 3D, ma conosco come lavorano le CPU e le schede grafiche, e conosco Second Life, quindi mi sono fatto un’idea, che condivido. Naturalmente i pareri degli ingegneri che sono esperti di ambienti di simulazione sono molto ben accetti, per colmare le mie lacune di programmazione.

Attualmente sto utilizzando quella che probabilmente è la migliore scheda grafica sul mercato, la NVIDIA GeForce RTX 4090, e non ho problemi di processore e RAM, sempre al top. Il lag persiste, anche se il tempo di elaborazione è notevolmente basso, ma vedo ancora le “nuvole rosse” per diversi secondi.

Credo che renderizzare tante figure di oggetti ed avatar, in uno spazio spesso ristretto, crei fisiologicamente un problema di lag, non c’è modo di superarlo. Si può attenuarlo, con un Hardware potenziato, ma non si eliminerà mai.

Credo poi che esista un problema grosso per quanto riguarda il software di Second Life, e parlo del software Server. Sebbene sia in gran parte scritto in C++, un linguaggio Object Oriented molto performante, risente dell’anzianità e della crescita fatta negli anni, con rattoppi ed estenzioni eseguiti utilizzando anche moduli scritti in altri linguaggi.

So per esperienza che riscrivere questo software con criteri ingegneristici di progettazione modulare, e di integrazione, richiederebbe uno sforzo enorme, considerando anche il tempo che ci stanno mettendo per sviluppare la versione mobile. Intendiamoci, non si tratta di carenza di capacità tecniche, ma di oggettiva difficoltà, e necessità di uno sforzo economico notevole, che al momento non mi pare affatto in programma. Sarebbe certamente molto utile riprogettarlo da capo, anche per adeguarlo alle misure di Cybersecurity più avanzate, oltre che per le performance, ma al momento non se ne parla.

Questo è quanto ho dedotto dall’analisi di questo sistema, chiunque si ritenga libero di aggiungere ulteriori informazioni, o elementi tecnici mancanti. Un saluto a tutti.

Torniamo a parlare dei Mondi Virtuali

Come previsto, la bolla di sapone del cosiddetto “Metaverso” si sta sgonfiando, per due motivi soprattutto: da un lato, i cantastorie hanno trovato una nuova mucca da mungere, e ora la loro parola d’ordine è “Intelligenza Artificiale”, dall’altro la crisi di Meta, che è alle prese con un drastico ridimensionamento di personale, con un consistente numero di licenziamenti fatti e altri ancora da fare, ha dato un segnale inequivocabile sulla campagna mediatica che era seguita a partire dall’ormai mitologica presentazione dell’ottobre 2021 di Mark Zuckerberg.

La cattiva notizia è che, purtroppo, questo declino dell’Hype non è dovuto alla comprensione vera del modello di business da parte delle aziende, e ad una scelta di selezionare il meglio che oggi abbiamo sul mercato, spazzando il campo dalle chiacchiere e dalle esagerazioni, ma è dovuta alla paura di investire, e alle incertezze normative ancora esistenti. Per fortuna, alcune aziende lungimiranti hanno mantenuto un focus specifico sul tema, e spero che non seguiranno la corrente dei delusi ma manterranno i loro piani di sviluppo.

Nel Mondo Virtuale di SPATIAL

Detto questo, dobbiamo far notare che al di là delle buone intenzioni dei più avveduti, restano da risolvere alcuni problemi normativi, su aspetti che oggi riguardano le attività che si svolgono sulle piattaforme dei Mondi Virtuali.

Il primo problema è quello della Privacy. Già abbiamo questo problema con le attuali piattaforme di Social Networking, perchè oggi esiste un contrasto tra la normativa europea del GDPR (Regolamento sulla protezione dei dati personali 2016/679) , e la legislazione degli Stati Uniti che prevede la possibilità da parte delle autorità, di accedere a qualsiasi banca dati, se vi sono questioni di sicurezza nazionale che lo richiedano (Foreign Intelligence Surveillance Act par. 702).Il problema si aggraverebbe ulteriormante nella gestione dei dati utilizzati dalle piattaforme di Realtà Virtuale, che vede la mole dei dati aumentare considerevolmente, in base ad attività imprenditoriali e agli scambi economici. Non a caso l’Unione Europea sta già lavorando ad una revisione e integrazione del GDPR.

Il secondo problema è quello di una migliore regolamentazione della Blockchain e degli NFT. E qui non parlo di criptovalute, ma della tecnologia della blockchain, che è alla base della gestione sicura delle transazioni nell’ecosistema dei Mondi virtuali, e parlo anche degli NFT, che sono la tecnologia necessaria per proteggere la proprietà intellettuale degli asset sviluppati all’interno delle piattaforme.

Questi due aspetti si stanno già affrontando e ci saranno a breve delle revisioni nella giurisdizione attuale, quindi questo non deve spaventare le aziende, ma spingerle, piuttosto, a continuare a sperimentare e a proporre soluzioni all’interno dei Mondi Virtuali.

Personaggi in un Mondo Virtuale

Ancora per un bel pò chi decide di investire nei Mondi Virtuali (non parlatemi di “Metaverso” che sono allergico) deve scegliere una delle piattaforme esistenti (e sono tante) piuttosto che svilupparne una proprietaria, con tutto quanto ne conseguirebbe in termini di investimenti. Perchè oggi quello che esiste è una moltitudine di Mondi Virtuali, alcuni “chiusi” come Second Life, altri “aperti” che già prevedono l’uso di Blockchain (Ethereum) e degli NFT, come Decentraland e The Sandbox. Il mitico “Metaverso” esisterà quando tutti qusti ecosistemi potranno comunicare tra loro, richiedendo un’unica identità per l’Avatar, con il suo diritto alla proprietà intellettuale degli asset posseduti, anche mantenendo, se l’utente lo desidera, la sua presenza in anonimato.

Del resto “Metaverso” è il contraltare di “Universo”, ed entrambi non possono che rappresentare entità uniche. Quando il “Metaverse Standards Forum” stabilirà gli standard comuni, e le piattaforme potranno comunicare tra loro consentendo di loggare con un unico account, allora potremo avere una rete di “Virtual Service Providers” interconnessi, sul modello della rete internet su cui i Mondi Virtuali vanno a collocarsi.

Quanto ci vorrà? Credo che l’orizzonte temporale su cui basarsi debba traguardare ai tre-cinque anni. Ma, nel frattempo, sarebbe davvero da sprovveduti fermare lo sviluppo e la sperimentazione dei contenuti, e sedersi sulla riva del fiume. Perchè il futuro è già qui, e già abbiamo la tecnologia necessaria a gestirlo.

Un saluto.

Verso i “Mondi Virtuali”

Qualche mese è passato in questo impazzimento generale per il cosiddetto “Metaverso“, e molti fuffologi, venditori di chiacchiere, si sono spostati verso l’Intelligenza Artificiale. Bene, perchè tutta questa confusione rischiava di portare parecchie aziende ad investire dei soldi a vuoto, in progetti fallimentari, come successe nel 2007 con Second Life. Intendiamoci, noi siamo i primi a ritenere enormi le potenzialità dei Mondi Virtuali, siamo stati tra i primi a scriverne, e a descrivere le bellezze che vengono create in questi ambienti, e continuiamo a scriverne da più di 13 anni e sono anche convinto che i tempi siano ormai maturi, per iniziare a costruire le fondamenta del futuro Metaverso.

Al momento ci sono diverse piattaforme virtuali, alcune delle quali, come Decentraland e The Sandbox, utilizzano anche la valuta virtuale, e gli NFT per proteggere la proprietà intellettuale e certificare i passaggi di proprietà dei manufatti che vengono sviluppati all’interno di questi mondi.

I tasselli tecnologici quindi, ci sono ormai tutti, vediamoli. Sono la rete a larga banda, senza la quale il rendering degli ambienti e le interazioni fisiche all’interno delle piattaforme sarebbero faticose, come ai primordi di Second Life. Abbiamo oggi dei sistemi di elaborazione molto evoluti, e schede grafiche eccezionali, a supporto delle piattaforme. I visori di VR sono ad uno snodo importante del loro sviluppo, a partire da Oculus Quest 2, e arrivando al nuovo visore VR della Apple, in uscita probabilmente a giugno. La tecnologia della Blockchain anche, è ormai ben conosciuta, nonostante le disillusioni dei Bitcoin e le varie disavventure patite dagli sprovveduti. Ma la Blockchain non è fatta solo per i Bitcoin, è una tecnologia indispensabile per supportare le attività economiche che si svolgono all’interno dei Mondi Virtuali, per gli NFT a garanzia delle transazioni, e per la protezione della proprietà intellettuale delle opere e dei prodotti virtuali. Insomma la tecnologia ormai è più che matura, e prototipi di Mondi Virtuali che la sfruttano al meglio sono già operativi.

Che cosa manca allora? Manca ancora la vision da parte delle aziende per il loro ingresso, a pieno titolo, nei Mondi Virtuali. Quando il rumore di fondo dei vari venditori di Metaversi si sarà placato, sarà possibile, finalmente, passare alle implementazioni pratiche su larga scala. E allora, le aziende dovranno sviluppare strategie innovative per utilizzare appieno le piattaforme virtuali. E, soprattutto, le aziende dovranno evitare la foga dell’ “esserci a tutti i costi”, e far partire progetti a medio termine, con una visione del futuro che sia illuminata, e non dettata dalla moda o da campagne di marketing improvvisate. Sarà solo allora che la crescita si potrà concretizzare, e vedremo finalmente un approccio serio e strutturato alle attività economiche e commerciali che si svolgeranno all’interno dei Mondi Virtuali.

Ma noi sappiamo, e ne scriviamo da 13 anni, che all’interno dei Mondi Virtuali, a partire da Second Life, molte altre attività vengono portate avanti da artisti, costruttori, gestori di eventi, e di approfondimento culturale. Ma sappiamo anche che un mondo come Second Life, se non si adeguerà alle nuove tecnologie, non sarà un ambiente adatto agli sviluppi futuri. Nessuna azienda troverà conveniente entrare in una piattaforma chiusa, in cui gli ogegtti sono praticamente di proprietà della Linden Lab, e dove non esiste alcuna protezione del valore e della proprietà intellettuale.

Saranno quindi altre le piattaforme del futuro, in cui, oltre alle aziende, dovranno trasferirsi anche gli artisti, i builder, i designer, e via dicendo. Credo che sarà difficile che il Mondo Virtuale di Second Life si adegui alle nuove tecnologie, per cui, andrà man mano declinando. Tuttavia, la bellezza delle elaborazioni grafiche e delle creazioni artistiche, che si sviluppano all’interno di Second Life, non sono ancora eguagliate da nessuna piattaforma. Ma questo avverrà, inevitabilmente, nei prossimi anni. Nasceranno così, magari in termini di standard comuni e di interoperabilità, le nuove piattaforme del futuro. E non saranno nè Meta nè la Sony, nè altri nomi attuali a costruirle e farle sviluppare. Un saluto.

Nota: L’immagine in evidenza è a questo link:

https://www.repubblica.it/tecnologia/2022/10/11/news/lannuncio_di_zuckerberg_nel_metaverso_avremo_anche_le_gambe-369596831/

Il “Metaverso” non esiste

Il “Metaverso” non esiste, se non nelle fantasie letterarie degli autori di romanzi di successo, come “Il vero nome” di  Vernor Vinge, “Snow Crash” di Neal Stephenson o “Neuromante”, di William Gibson, e forse non esisterà mai, nell’accezione di un unico universo virtuale a cui tutti possano collegarsi.

Quello che esiste oggi, da quasi venti anni, è una serie di piattaforme distinte, ognuna gestita da una Certification Authority diversa, che non comunicano tra di loro, né hanno un comune modello di presenza. Non esiste ancora nemmeno una modalità univoca di individuare un Avatar sulla rete, cosa essenziale per diversi aspetti, operativi e giuridici. Ogni individuo che voglia frequentare i diversi Mondi Virtuali oggi deve avere un account diverso per ogni piattaformna, e queste piattaforme sono indipendenti l’una dall’altra.

dal “Blog di Beppe Grillo”

Prima di discutere delle evoluzioni future è bene porsi qualche domanda.

Ma davvero vogliamo che esista un unico “Metaverso”? E chi lo gestirebbe? Chi provvederebbe alla gestione delle manutenzioni, degli aggiornamenti continui, dell’operatività quotidiana, per garantirne il costante funzionamento”? Chi provvederebbe a far rispettare le Terms & Conditions, a proteggere i sistemi?

Qualcuno potrebbe pensare che basterebbe gestire una rete peer-to-peer, come si fa con le blockchain. Ma allo stato attuale delle cose questa soluzione sarebbe impraticabile per gli scopi che vorremmo. Resterebbe intanto irrisolto il nodo del rispetto delle condizioni di accesso. E poi, chi fornirebbe i server di grande capacità per gestire le “isole” del “Metaverso”? Come verrebbero remunerati i nodi senza “minare” cryptovaluta? Allo stato attuale delle nostre capacità tecniche non credo che queste domande possano trovare una risposta semplice.

Oltre agli aspetti tecnici occorre poi porsi anche dei problemi di tipo etico-politico nel guardare all’ipotesi di un Universo Virtuale unico, con un’unica autorità di gestione. Siamo proprio certi che tale gestione non si traduca, magari contro le migliori intenzioni, in un controllo di massa di proporzioni mai viste? E che effetto avrebbe l’intrusione di malintezionati, singoli o entità statali, nei server di gestione di questa ipotetica piattaforma?

Il modello da perseguire, a mio parere, è quello della rete di piattaforme distinte, come avviene oggi, con protocolli unici da rispettare, e con la possibilità di avere una totale interoperabilità tra i diversi Mondi Virtuali.

dal “Corriere della Sera”

E’ un po’ il modello di internet, un patchwork di tanti providers, di grandi o piccole dimensioni, che si parlano tra loro, utilizzando protocolli di rete (TCP, IP, BGP, ecc.) comuni. In cui ogni provider ha il suo “cono” di gestione, nell’annunciare e nel raccogliere il traffico proveniente dai domini da esso gestiti. E ogni provider intrattiene dei rapporti di “peer” con i vicini per consentire la copertura globale della rete internet.

Una rete resiliente, per la capacità dei routers di scegliere sempre la strada pià conveniente, e che non viene messa in crisi dalla defaillance di uno o più parti di essa. E’ un modello che ha garantito il funzionamento e l’evoluzione della rete internet per come la conosciamo fino ad oggi.

Naturalmente, occorrerebbero anche regole comuni, e il riconoscimento dell’identità del singolo Avatar nello spostarsi da un Mondo Virtuale all’altro.

E’ stata di grande importanza la nascita della “The Metaverse Standards Forum”, che raccoglie le maggiori aziende mondiali della rete per cercare di omogeneizzare i modelli di approccio ai Mondi Virtuali.

Quindi la strada non sarà breve, ma credo che ci arriveremo nel giro di qualche anno, dando anche modo alla legislazione di adeguarsi a queste evoluzioni tecnologiche, e ai fornitori di contenuti di proporre e valorizzare le proprie applicazioni all’interno dei singoli Mondi Virtuali. Il futuro è già qui, fattibile e chiaramente delineato, occorre ora creare le condizioni perché tutto questo avvenga.

L’identità dell’avatar

Si parla sempre più di Metaverso, anche se impropriamente, perchè oggi di cosiddetti “Metaversi” ce ne sono tanti, e il problema dell’interoperabilità è ben lontano dall’essere posto, per evidenti motivi di rivalità e di concorrenza tra i vari brand. Il problema dell’interoperabilità è tuttavia ben noto in internet, poichè la “rete delle reti” si basa proprio sull’interconnessione tra i diversi domini, dei diversi provider diverse realtà in giro per il mondo, fino a formare quell’immenso puzzle che è l’attuale internet, utilizzando il protocollo di rete BGP (Border Gateway Protocol) per le connessioni extradomain, tra un provider e l’altro.

Ognuno di noi, quando entra in rete, è identificato dall’indirizzo IP dell’interfaccia di rete della propria macchina. Quando si entra su un ecosistema proprietario poi, come Google, Apple, Amazon, o Facebook, ci si identifica con i propri dati personali, anche se, a volte, con nomi di fantasia associati al proprio account.

Metaverso Controverso - Leadership & Management Magazine

Se parliamo poi di Mondi Virtuali, i “Metaversi” della corrente vulgata, si entra in un ambito più interno alla rete, in cui, oltre allo strato esterno di internet, con tutti i problemi connessi all’identificazione e alla sicurezza, si devono affrontare problemi nuovi che, se volete, riguardano la gestione dell’ordine pubblico di una comunità, per quanto virtuale.

Si apre perciò uno scenario del tutto nuovo: come gestire i diritti e i doveri all’interno dei “Metaversi”, come rispettare i fondamentali principi di libertà e democrazia. Ma questo è un problema che riguarda anche la proprietà degli oggetti creati all’interno dei Mondi Virtuali, e riguarda poi l’identità stessa dell’avatar. Perchè se un individuo, in un contesto sociale, commette dei reati, dovrà essere identificato e dovrà rispondere dei suoi atti. Intendiamoci, è lo stesso problema che si pone nel mondo reale, laddove un ladro o un malvivente commettono dei reati. Qui però esistono le forze dell’ordine direttamente operative, sia per le indagini, che per assicurare alla giustizia i malviventi. Ma in un Mondo Virtuale?

Uno dei territori all’interno di Second Life

E’ bene precisare che uno degli assiomi fondamentali dell’utilizzo della rete è che un reato è sempre un reato, sia esso commesso nel mondo reale, che in quello virtuale di internet, ma allo stesso tempo non possono esistere scorciatoie di sorta, e non è neanche lontanamente pensabile un qualche tipo di identificativo che faccia riconoscere l’avi “a vista”, perchè sarebbe come un marchio da stampigliare sull’avatar per renderlo identificabile, una sorta di codice fiscale o di spid da richiedere a chi entra nei Mondi Virtuali. Una soluzione del tutto impensabile, perchè in rete deve continuare a vigere la libertà di opinione e di espressione, anche col diritto all’anonimato, perchè la rete è uno dei mezzi per esprimere opinioni, e far circolare informazioni, anche al di fuori delle varie cortine di ferro dei diversi paesi autocratici.

D’altro canto, la tutela della proprietà e dei diritti individuali deve essere salvaguardata in ogni caso. Non quindi sarà il caso di creare uffici di polizia giudiziaria per le indagini direttamente nei Metaversi? Strano ma forse necessario? Ci sarebbero pochi vantaggi e molte controindicazioni, non credete?

Sono problemi nuovi e complessi, che vanno oltre i problemi relativi alla semplice libertà di espressione in rete. Occorrerà affrontarli nei modi e nei tempi giusti, rispettando la democrazia e la libertà individuale. Per questo motivo mi piacerebbe un confronto con vari interlocutori, ed ho creato un gruppo in Second Life, a cui ho invitato diversi amici, rappresentativi di esperienze e di attività diverse, e con loro vorrei iniziare un confronto aperto, ognuno con le proprie opinioni, ma mettendo a fattor comune le diverse esperienze e sensibilità. Il gruppo è naturalmente aperto a quanti vogliano contribuire a questa discussione. Vi aggiornerò su queste pagine.

Un saluto.

AquilaDellaNotte Kondor

Il Metaverso prossimo venturo.

Da qualche mese, a partire dal Facebook Connect di ottobre scorso, si parla diffusamente di “Metaverso”. Lo scalpore suscitato dallo speech di Mark Zuckerberg (https://www.facebook.com/facebookrealitylabs/videos/561535698440683/) ha catturato l’attenzione di tutti, a partire dagli esperti di tecnologia, poi dagli istituti di ricerca, gli ambienti dei social, le aule universitarie, e gli ambienti industriali. E si capisce bene il motivo: la discesa in campo del colosso di Menlo Park ha fatto capire a tutti che ci troviamo di fronte ad una vera e propria svolta, e anche se si è fantasticato molto sui motivi pseudopolitici per cui Facebook voglia cavalcare questo nuovo settore, non sfugge a nessuno che la potenza economica, e la diffusione di penetrazione sulla rete, di Facebook (ora META) cambierà per sempre le cose.

Mark Zuckerberg

I tempi sono finalmente maturi, vista la potenza di calcolo dei processori attuali, sia delle CPU che delle GPU, e vista anche la crescita graduale della tecnologia 5G, che rendono molto realistica la possibilità di una diffusione esponenziale di queste piattaforme. Ancora qualche ritardo si registra sui visori, apparecchiature indispensabili per creare l’esperienza immersiva, ma su questo terreno si stanno ormai cimentando i maggiori brand di tecnologia, a cominciare dalla stessa META, proprietaria del prodotto Oculus, e dalla Apple, che ha già pronto il suo visore di Realtà Virtuale, attualmente in fase di sperimentazione, e che verrà presentato probabilmente in autunno, anche se qualcuno mormora che l’evento WWDC22 di lunedì 6 giugno (ore 19 italiane) servirà a presentare già il prodotto agli sviluppatori, per consentire loro di iniziare in anticipo lo sviluppo di applicazioni, presupposto indispensabile alla commercializzazione.

Visore 3D

Insomma, questo mercato si è finalmente messo in moto, e per noi che frequentiamo il “Metaverso” da ormai quasi 20 anni, è un’ottima notizia, perché fino ad oggi il settore ha sofferto di scarsi investimenti e di scarsa considerazione, sia dai media che dal mondo accademico ed industriale. L’esperienza più significativa finora, dal punto di vista sociale, e non di gaming, Second Life, ha continuato per questi 19 anni a mantenere la sua presenza di affezionati, ma è sempre stata vista con sufficienza, a parte il boom degli anni 2007-2009, rapidamente esauritosi come hype, almeno per quanto riguarda il grande pubblico e i giornali.

Gli sviluppi futuri saranno sicuramente molto rapidi, quindi occorrerà seguire con attenzione questa evoluzione, perché oltre agli aspetti positivi, ci sono anche degli sviluppi che occorrerà evitare che si realizzino. Io vedo, sopra di tutti, due potenziali problemi, che occorre disinnescare prima che diventi troppo tardi.

Metaverso

La prima questione è la possibilità che un attore industriale (come Meta, o anche Apple) assuma l’iniziativa, e la porti avanti in modo tanto rapido (con investimenti e campagne massicce) da diventare rapidamente una specie di monopolio di fatto. Il pericolo è molto concreto, perché la potenza economica di questi soggetti è tale da poter investire qualunque cifra in questo settore di mercato.

Devo qui dire fermamente che io non credo affatto ad un futuro in cui il “Metaverso” possa essere uno spazio unico ed onnicomprensivo, come descritto nel 1992 da Stephenson nell’ormai mitico Snow Crash. Ci saranno, ci dovranno essere, una serie di “Metaversi” sviluppati da attori diversi, con caratteristiche simili ma concorrenziali, e questo sarà indispensabile per consentire la libertà di scelta e il contrasto ad un monopolio anche commerciale. Non vorremmo insomma che si ripetesse il “fenomeno” Facebook, che ha monopolizzato il mondo dei social. SI rende quindi indispensabile sviluppare e diffondere la tecnologia dell’interoperabilità, fornendo delle API Open Source a chiunque voglia sviluppare il suo “Metaversino”. E’ solo una questione di volontà, perché tecnicamente non ci sono grossi ostacoli. Già nel 2008 la IBM e la Linden Lab effettuarono dei test per teletrasportare un avatar da Second Life ad Open Sim (https://www.youtube.com/watch?v=v45EOma7wDo). Poi in IBM calò l’interesse per questo progetto, non vedendo all’epoca sviluppi industriali adeguati. I tempi ora sono maturi, quindi ci vorrà poco per completare questo percorso, ma dovrà essere rigorosamente in ambito Open Source, con garanzie “Creative Common”, dando a tutti la possibilità di usare, e di sviluppare ulteriormente, la tecnologia. Un ambiente cooperativo insomma.

Uno degli utilizzi più diffusi delle piattaforme immersive: i meetings e l’education

Un postulato di questo sviluppo chiave dovrà essere anche la “portabilità” dell’identità dell’Avatar, da un Metaverso all’altro, in modo da conservarne l’identità e le proprietà, sia intellettuali, che dei manufatti che si andranno a creare in ambito virtuale. La tecnologia block-chain dovrà quindi garantire l’autenticità dei prodotti, e difendere la proprietà intellettuale e “materiale”. E’ tutto fattibile, le tecnologie ci sono già, occorre solo farlo … ed evitare che qualcuno monopolizzi il mercato.

Il secondo aspetto di cui occorre occuparsi con grande anticipo (e cioè subito..!) è quello della proprietà intellettuale e della privacy. Le normative attuali non sono sufficienti in una piattaforma immersiva. La stessa normativa europea GDPR dovrà avere degli aggiornamenti, così come anche una sorta di SPID dell’avatar dovrà assicurare il diritto di accesso e di proprietà, oltre che la trasparenza delle responsabilità in ambito Virtuale, evitando un far west incontrollato e senza regole. Le esperienze fatte fino ad oggi sulla rete ci hanno insegnato molto a questo riguardo.

Insomma, sia apre finalmente una nuova frontiera, grazie al progresso della tecnologia, e alla perseveranza di chi ha sempre creduto in questo prossimo futuro. Seguiamone costantemente gli sviluppi, perché la strada non sarà affatto lineare, ma alquanto tortuosa, e con parecchi rischi da evitare. Un saluto.

Il 2Lei in Second Life

Nella giornata di ieri, 20 novembre, in seguito ad un bel post di Mebius Alenquer e agli interventi di altri amici, si è aperta una discussione sulla scarsa partecipazione agli eventi di quest’anno per il 2Lei, e ho avuto modo di esprimere anch’io alcune impressioni immediate sul tema. Voglio ritornare su questo argomento, in maniera più ragionata, perchè questo non è un problema che possa essere messo da parte per tutto l’anno, e ritornare poi a discuterne solo in vista del 25 novembre del 2022. Occorrerà ragionarci su durante tutto il prossimo anno, e credo anche che alcune cose possano essere fatte a partire da subito, per fare della prossima ricorrenza una occasione in cui potremo davvero dire di aver fatto dei passi avanti.

Io non credo che il problema sia poco sentito. Anche se le donne sono certamente quelle maggiormente sensibili, tanto è stato fatto per sensibilizzare anche gli uomini, e si sono fatti dei notevoli passi avanti negli ultimi anni. Purtroppo, il tema è davvero scottante, visto gli episodi che succedono tutti i giorni, uno stillicidio continuo di crimini e di abusi, a cui anche la forzata permanenza a casa durante il lockdown ha contribuito.

In Second Life, a partire dal 2010, e grazie ad un piccolo gruppo di volontari, si celebra questa giornata con eventi di impegno civile, e come occasione per discutere sul fenomeno, e coinvolgere la maggior parte possibile di residenti. Quest’anno la partecipazione non è stata elevatissima, nonostante l’impegno e la buona volontà dei volontari del “comitato”. Quindi occorre capire le motivazioni per cui l’argomento non fa presa, nonostante l’attualità sia di drammatica evidenza. Naturalmente, nella discussione non dovrebbero avere diritto di cittadinanza le polemiche contro nessuno, antico vizio dei residenti, soprattutto italiani, di Second Life. L’intento dovrebbe essere quello di fare qualcosa di utile, e di perseguire degli obiettivi chiari. Quindi io partirei proprio da qui: quali sono gli obiettivi da darsi in Second Life per questo progetto?

Prima questione: la sensibilizzazione, ma questo non basta, occorre focalizzarsi su cose più specifiche, che riescano a coinvolgere la gente, in modo non generico, ma nei fatti. Allora credo che occorra dare anche degli strumenti conoscitivi su quello che si fa nella vita reale, sulle organizzazioni di sostegno alle donne, sui siti, i numeri di telefono, le strutture pubbliche che possano essere di supporto, facendo quindi un lavoro di raccolta e organizzazione delle fonti, e di messa a disposizione delle informazioni per coloro che non ne sono a conoscenza.

Seconda questione: non può essere un problema di cui si parla solo una settimana all’anno, dovrebbe essere qualcosa di permanente e riconoscibile in Second Life. Io credo che occorra darsi un’immagine, un’identità precisa, e una presenza permanente con una sede, con iniziative non sporadiche, e con dei link nella vita reale, coinvolgendo anche consulenze esterne che possano contribuire al progetto. Mi piacerebbe che ci fosse un “luogo” in Second Life in cui si possa andare e trovare informazioni e possibili contatti.

Terza questione: quella organizzativa. Occorrerebbe che il gruppo di volontari sia permanente, e cambi anche connotazione, perché la parola “comitato” fa venire l’orticaria, e richiama alla mente vecchie e nuove polemiche dannose alla causa. Il gruppo di coordinamento non dovrebbe solo fare da “tramite” con chi organizza poi gli eveni, ma dovrebbe essere parte attiva nel costruire proposte e iniziative, un vero e proprio gruppo di lavoro, che abbia certamente un impegno limitato, secondo le possibilità di ognuno, ma che sia sempre presente in Second Life, per portare avanti il progetto.

Quarta questione: gli eventi. Credo che il format degli eventi itineranti sia confuso, e non dia dei punti di riferimento precisi, se non le notice e gli eventi creati sui social. In Second Life è prassi chiedersi la sera cosa fare e cercare di trovare gli eventi più interessanti dove andare, per poi finire solitamente a fare quattro salti in discoteca. Avere una sede fissa per il 2Lei può servire anche a creare un riferimento preciso, di cui poter disporre ogni volta che si vuole. Molto bella l’idea di coinvolgere gruppi diversi ma “portandoli” nella sede dell’evento, con il loro seguito di membri aderenti e di credibilità acquisita nel tempo.

Ma sono tante le idee e le proposte che ognuno può portare ad un tavolo di lavoro, queste sono le prime cose che mi vengono in mente, ma ci sono persone che seguono l’iniziativa da anni, che sicuramente ne hanno altre e di migliori da proporre. La cosa importante è dare un seguito alle discussioni, lavorando per il prossimo anno in modo costruttivo, e senza conflitti. Quindi la mia proposta immediata è la creazione di un tavolo di lavoro per costruire il percorso che dia una svolta a questa iniziativa in Second Life, e credo anche che la presenza di chi ha portato avanti per anni questa battaglia sia indispensabile a questo tavolo, mettendo da parte ogni polemica o incomprensione passata.

Un saluto.

P.S.: Metto il riferimento ad un mio articolo di due anni fa, in cui ragionavo sul problema più generale della violenza contro le donne, e che sottoscrivo ancora oggi, parola per parola.

Terzo appuntamento artistico a GenovArt

The artistic initiatives of GenovArt continue. Four other international artists participate in this third appointment: deyanira Yalin, Jamee Thomson (jamee.sandalwood), Vanessa Jane (vanessajane66) and Eʏᴇs Kɪʀsᴄʜᴛᴀʀɪᴀ (varutina). As on other occasions, we asked them questions about their artistic activity and about art, in general, in Virtual Worlds. In this way we count on gathering the opinions of many of the most important virtual artists, in order to have as complete a picture as possible of the state of the art.

(Proseguono le iniziative artistiche di GenovArt. A questo terzo appuntamento partecipano altri quattro artisti internazionali: deyanira Yalin, Jamee Thomson (jamee.sandalwood), Vanessa Jane (vanessajane66) ed Eʏᴇs Kɪʀsᴄʜᴛᴀʀɪᴀ (varutina). Come nelle altre occasioni abbiamo rivolto a loro delle domande sulla loro attività artistica e sull’arte, in generale, nei Mondi Virtuali. Contiamo in questo modo di raccogliere i pareri di molti dei più importanti artisti virtuali, per avere un quadro il più completo possibile dello stato dell’arte.)

AquilaDellaNotte Kondor: How was your passion for photography in Second Life born?

(Come è nata la tua passione per la fotografia in Second Life?)

Vanessa Jane: I started playing around with Second Life photography a number of years ago but decided about two years ago to focus on Second Life landscape art and capturing some of the incredible Second Life sims and builds found here. I wanted to fuse my rl art training and experience with what SL has to offer.  Of course that meant mastering the technical aspects of SL photography plus GIMP and this has given me wings to really bring my creative vision into my work.

(Ho iniziato a giocare con la fotografia Second Life un certo numero di anni fa, ma ho deciso circa due anni fa di concentrarmi sull’arte del paesaggio Second Life e catturare alcune delle incredibili sim e costruzioni Second Life trovate qui. Volevo fondere la mia formazione artistica e la mia esperienza con ciò che Second Life ha da offrire. Ovviamente ciò significava padroneggiare gli aspetti tecnici della fotografia SL più GIMP e questo mi ha dato le ali per portare davvero la mia visione creativa nel mio lavoro.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you continue to follow this passion of yours, or do you think there are objective limits in a Virtual World?

(Pensi di continuare a seguire questa tua passione, o pensi che ci siano dei limiti oggettivi in un Mondo Virtuale?) 

Vanessa Jane: I very much need beautiful Second Life sims to really give me the best end results to my work  I also work extensively and obsessively with Windlights, playing with settings. EEP is a big change and something I have to really learn to adapt my style to.  I see no end to my creative drive but it is about adapting to the changes in Second Life, good or bad.  It is about seeing not objective limits but challenges I can overcome.

(Ho davvero bisogno di belle sim di Second Life per darmi davvero i migliori risultati finali al mio lavoro. Lavoro anche molto e ossessivamente con Windlights, giocando con le impostazioni. L’EEP è un grande cambiamento e qualcosa a cui devo davvero imparare ad adattare il mio stile. Non vedo fine alla mia spinta creativa, ma si tratta di adattarsi ai cambiamenti in Second Life, buoni o cattivi che siano. Si tratta di vedere non limiti oggettivi ma sfide che posso superare.)

AquilaDellaNotte Kondor: How would you explain your artistic activity to those unfamiliar with Second Life?

(Come spiegheresti la tua attività artistica a chi non conosce Second Life?)

Vanessa Jane: At base what I am is a digital artist, and effectively Second Life, and Second Life photography is the medium I work in (aided by post processing in GIMP).  I explore the visual opportunities this amazingly rich virtual world and let it inspire my artistic vision.

(Alla base quello che sono è un artista digitale, ed effettivamente Second Life, e la fotografia di Second Life è il mezzo con cui lavoro (aiutato dalla post-elaborazione in GIMP). Esploro le opportunità visive di questo mondo virtuale incredibilmente ricco e lascio che ispiri la mia visione artistica.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you have your own personal characteristics in expressing your art in Second Life, compared to other virtual artists?

(Pensi di avere delle tue caratteristiche personali nell’esprimere la tua arte in Second Life, rispetto ad altri artisti virtuali?)

Vanessa Jane: I think all artists have a unique vision, and a unique way of expressing it, and this develops more and more over time.  For me I love the artistic challenge of landscape art, the need to focus on the pure aesthetics of composition, tonality, colour and the flow of light through the picture.  However I try to use these, and especially light, to also suggest an emotion to each image.  I want my pictures to hint at a story, to touch a deeper dimension. I want to draw the viewer in and leave them tantalised by what lies within each piece.  I am inspired by some rl landscape painters too, notably James Burrell Smith, and how they infused emotion with incredible aesthetic vision in their work.

(Penso che tutti gli artisti abbiano una visione unica e un modo unico di esprimerla, e questo si sviluppa sempre di più nel tempo. Per me amo la sfida artistica dell’arte del paesaggio, la necessità di concentrarsi sull’estetica pura della composizione, della tonalità, del colore e del flusso di luce attraverso l’immagine. Comunque cerco di usare queste, e soprattutto la luce, per suggerire anche un’emozione ad ogni immagine. Voglio che le mie immagini suggeriscano una storia, tocchino una dimensione più profonda. Voglio attirare lo spettatore e lasciarlo stuzzicato da ciò che si trova all’interno di ogni pezzo. Mi ispiro anche ad alcuni paesaggisti di rl, in particolare James Burrell Smith, e come hanno infuso emozione con un’incredibile visione estetica nel loro lavoro.)

AquilaDellaNotte Kondor: Why do you take pictures in the virtual world of Second Life, what do you find more than RL?

(Perché scatti foto nel mondo virtuale di Second Life, cosa trovi più di RL?)

deyanira Yalin: In Second Life I find every thing my imagination can create, In RL I find myself limited to what I can imagine. And I love to quote Albert Einstein. “I am enough of the artist to draw freely upon my imagination. Imagination is more important than knowledge. Knowledge is limited. Imagination encircles the world.”

(In Second Life trovo tutto ciò che la mia immaginazione può creare, in RL mi trovo limitato a ciò che posso immaginare. E mi piace citare Albert Einstein. “Sono abbastanza artista da attingere liberamente alla mia immaginazione. L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata. L’immaginazione circonda il mondo”.)

AquilaDellaNotte Kondor: How do you organize your shots, plan what you want to do, or do you go instinctively?

(Come organizzi i tuoi scatti, pianifichi ciò che vuoi fare o procedi istintivamente?)

deyanira Yalin: Well lets see I have created folders for different subjects, nature, people, buildings something like, and I try very hard to keep them organized, of course it never happened, but I hear is a monster in the inventory that keeps making a mess of it. And I think I take the pictures instinctively, all I need is to like what I see.

(Beh, vediamo che ho creato cartelle per diversi soggetti, natura, persone, edifici qualcosa del genere, e cerco molto di tenerle organizzate, ovviamente non è mai successo, ma ho sentito che è un mostro nell’inventario che continua a fare casino esso. E penso di scattare le foto istintivamente, tutto ciò di cui ho bisogno è che mi piaccia quello che vedo.)

AquilaDellaNotte Kondor: How did you start your artistic activity?

(Come hai iniziato la tua attività artistica?)

deyanira Yalin: All my life I have been into art, remember painting in 5th grade. Started with Oils as school projects and move to Acrylics and that media was my favorite and I use it for few years. I had some exhibits in RL. Later I went into Graphic Design and animations graduating from both. When I discover I could do digital paints and if I use vector programs my art cold be printed to a large size without loosing resolutions so I stay with that and between Illustrator and PhotoShop I like what I create.

(Per tutta la vita mi sono appassionato all’arte, ricordo la pittura in quinta elementare. Ho iniziato con gli oli come progetti scolastici e sono passato agli acrilici e quel supporto era il mio preferito e lo uso da alcuni anni. Ho avuto alcune mostre in RL. Successivamente sono passato al Graphic Design e alle animazioni diplomandomi in entrambi. Quando scopro che potrei fare pitture digitali e se uso programmi vettoriali la mia arte verrà stampata su un grande formato senza perdere risoluzioni, quindi rimango con quello e tra Illustrator e PhotoShop mi piace quello che creo.)

AquilaDellaNotte Kondor: What are you missing in order to better express your artistic skills in a virtual world?

(Cosa ti manca per esprimere al meglio le tue capacità artistiche in un mondo virtuale?)

deyanira Yalin: I would say time, yes time is what I need to do much more of what I have been doing so far, and also more opportunities to show your work, that is what also inspire to keep creating. And I thank GenovArt for this opportunity. Thank You.

(Direi che è il tempo, sì il tempo è ciò di cui ho bisogno per fare molto di più di quello che ho fatto finora, e anche più opportunità per mostrare il tuo lavoro, questo è ciò che ispira anche a continuare a creare. E ringrazio GenovArt per questa opportunità. Grazie.)

AquilaDellaNotte Kondor: How was your passion for photography in Second Life born?

(Come è nata la tua passione per la fotografia in Second Life?)

Eyes Kirschtaria (varutina): At first, I only took a commemorative photo for my second life. I didn’t think about the processed photos.Because I didn’t know there was such a wonderful world of SL art. After that, I wanted to leave beautiful memories with my friends, so I started making edited photos.

(All’inizio, ho scattato solo una foto commemorativa per la mia seconda vita. Non ho pensato alle foto elaborate. Perché non sapevo che esistesse un mondo artistico così meraviglioso in Second Life. Dopodiché, volevo lasciare bei ricordi ai miei amici, così ho iniziato a fare foto modificate.)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you continue to follow this passion of yours, or do you think there are objective limits in a Virtual World?

(Pensi di continuare a seguire questa tua passione, o pensi che ci siano dei limiti oggettivi in un Mondo Virtuale?)

Eyes Kirschtaria (varutina): Things have changed since I started working as a blogger and started filming, but I’m still passionate about it.

(Le cose sono cambiate da quando ho iniziato a lavorare come blogger, e ho iniziato a filmare, ma ne sono ancora appassionato.)

AquilaDellaNotte Kondor: How would you explain your artistic activity to those unfamiliar with Second Life?

(Come spiegheresti la tua attività artistica a chi non conosce Second Life?)

Eyes Kirschtaria (varutina): I think Second Life is a new art where you have a 3D creator, coordinate yourself, and express your various imaginations together, unlike an illustration you create by yourself. It is difficult to explain in words, so I want you to play with your second life first!

(Penso che Second Life sia una nuova arte in cui hai un creatore 3D, ti coordini ed esprimi le tue varie immaginazioni insieme, a differenza di un’illustrazione che crei da solo. È difficile da spiegare a parole, quindi voglio che tu giochi prima con la tua seconda vita!)

AquilaDellaNotte Kondor: Do you think you have your own personal characteristics in expressing your art in Second Life, compared to other virtual artists?

(Pensi di avere delle tue caratteristiche personali nell’esprimere la tua arte in Second Life, rispetto ad altri artisti virtuali?)

Eyes Kirschtaria (varutina): I think everyone has their own personality.
If you know how to express yourself, everyone has a wonderful personality.
I try every day to find my identity.

(Penso che ognuno abbia la sua personalità. Se sai come esprimere te stesso, ognuno ha una personalità meravigliosa. Cerco ogni giorno di trovare la mia identità.)

AquilaDellaNotte Kondor: Why do you take pictures in the virtual world of Second Life, what do you find more than RL?

(Perché scatti foto nel mondo virtuale di Second Life, cosa trovi più di RL?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): I like to shoot in Second Life because it is an escape for me. It’s relaxing and allows me to focus on something that gets my mind off of things that are stressing me out or worrying me. It’s a release.

(Mi piace girare in Second Life perché per me è una via di fuga. È rilassante e mi permette di concentrarmi su qualcosa che mi distrae dalle cose che mi stressano o mi preoccupano. È una liberazione.)

AquilaDellaNotte Kondor: How do you organize your shots, plan what you want to do, or do you go instinctively?

(Come organizzi i tuoi scatti, pianifichi ciò che vuoi fare o procedi istintivamente?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): For me – it depends on what I am shooting. Shooting for the fashion realm I have to organize the shots and think about backgrounds and model placement. When I shoot the landscapes it’s all about seeing a shot and capturing it. Don’t ask me to repeat it – lol – even windlight – they are all one of a kind, one time things that happen to be what I see.

(Per me, dipende da cosa sto riprendendo. Scattando per il mondo della moda devo organizzare gli scatti e pensare agli sfondi e al posizionamento delle modelle. Quando scatto i paesaggi, l’importante è vedere uno scatto e catturarlo. Non chiedermi di ripeterlo – lol – anche windlight – sono tutte cose uniche nel loro genere, una volta che capita di essere quello che vedo.)

AquilaDellaNotte Kondor: How did you start your artistic activity?

(Come hai iniziato la tua attività artistica?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): Well, I started out taking photos within the fashion realm because I was entering contests and I wasn’t getting the vision I wanted with other photographers…they just didn’t see what I saw inside my own head. So I attended Visionaire to learn and perfect my craft mainly for that. But along the way I found landscapes and that has become a big part of what I shoot now…especially water…love shooting water things.

(Bene, ho iniziato a scattare foto nel mondo della moda perché stavo partecipando a concorsi e non ottenevo la visione che volevo con altri fotografi… semplicemente non vedevano quello che vedevo nella mia testa. Quindi ho frequentato Visionaire per imparare e perfezionare il mio mestiere principalmente per questo. Ma lungo la strada ho trovato paesaggi e questo è diventato una parte importante di ciò che scatto ora… specialmente l’acqua… amo fotografare cose d’acqua.)

AquilaDellaNotte Kondor: What are you missing in order to better express your artistic skills in a virtual world?

(Cosa ti manca per esprimere al meglio le tue capacità artistiche in un mondo virtuale?)

Jamee Thomson (jamee.sandalwood): Time. I just need more time to be able to spend more time shooting and in Second Life.

(Tempo. Ho solo bisogno di più tempo per poter dedicare più tempo alle riprese e in Second Life.)

Tu chiamale se vuoi …

Se c’è un tema classico, inflazionato quando si parla di Mondi Virtuali, è quello degli “Amori virtuali“, sempre citati e molto spesso banalizzati, o criticati. Il motivo di questa visione discutibile è originato dalla superficialità con cui si discute questo tema, e dalla mancanza di una visione chiara del contesto, che lo collochi nella corretta visione, in termini sociali.

Non tutti i mondi virtuali utilizzano le stesse tecniche e le stesse modalità di interazione, si va dalle chat rooms di una volta, in cui la comunicazione avveniva quasi esclusivamente tramite chat scritta, fino ai Mondi Virtuali “sociali” alla Second Life, in cui la “presenza fisica”, tramite l’Avatar, diventa un elemento caratterizzante e fondamentale della comunicazione.

Un primo punto su cui occorre fare chiarezza, e mettere dei punti fermi, è quello del ruolo dell’Avatar, scartando decisamente le folli teorie, da qualche buontempone diffuse in passato, della vita propria dell’Avatar, distaccato dalla persona che lo ha creato. Argomentazioni da psichiatria, ovviamente. E occorre mettere anche da parte le modalità con cui viene utilizzato un avatar nei GdR, perchè lo scopo a cui è destinato è di tipo ludico, orientato al Role Playing. La figura dell’Avatar è fondamentale nelle relazioni tra i residenti dei Mondi Virtuali: è infatti una realizzazione oggettiva, e visibile a tutti, del modello concettuale che rappresenta noi stessi in questi Mondi. Il modello che esprimiamo può essere di qualsiasi tipo, da una rappresentazione di se stessi, la più fedele possibile al corpo fisico, alla idealizzazione di un modello visivo per come lo vorremmo interpretare. Non importa come viene rappresentato, il punto è che l’Avatar assume la nostra personalità, il nostro comportamento sociale. In questi Mondi Virtuali l’Avatar siamo noi, comunque siamo rappresentati.

Il secondo punto da chiarire è quello dell’ambiente virtuale in cui l’avatar si muove. Un Mondo Virtuale come Second Life è certamente una costruzione, in ambiente tridimensionale, realizzata dalla tecnologia, dal codice software scritto da qualcuno, e dalla scheda grafica del nostro computer che renderizza le immagini tridimensionali inviate dai server del gestore del Mondo Virtuale. Ma questo aspetto, ai fini della nostra analisi, è irrilevante. Non ci interessa affatto l’aspetto tecnologico, ci interessa dimostrare che ci troviamo in presenza di un “luogo fisico” in cui si muovono gli Avatar, un vero e proprio “posto” in cui si va, ci si incontra, e si vivono esperienze. Certo, mentre avviene tutto questo, si è nella realtà seduti al computer, a manovrare i comandi con cui si effettuano le interazioni in questo Mondo. Ma anche questo è irrilevante ai nostri fini, in questo momento, perchè quello che conta è che noi, attraverso l’Avatar, frequentiamo un posto fisico effettivo, fatto per noi, secondo la nostra fantasia, per consentirci degli scambi sociali con altre persone come noi.

Chiariti questi due punti di partenza, è evidente che in un posto dove ci sono interazioni sociali fra persone di ogni origine, cultura e nazionalità, nascono rapporti di ogni genere: amicizia, collaborazione professionale, vicinanza culturale, fino ad arrivare a vivere delle storie affettive intense, che, dal nostro punto di vista, non sono distinguibili da quelle che viviamo nella vita reale. I centri cognitivi del nostro cervello, che vengono stimolati, sono sempre quelli, qualunque sia il posto che noi frequentiamo: un locale, un ufficio, una piazza, o anche un posto virtuale attraverso gli Avatar. Quando nasce una storia d’amore in un Mondo Virtuale occorre dargli la stessa importanza che assume un rapporto del genere nel mondo reale, perchè le sensazioni, gli stimoli, le difficoltà e gli ostacoli, sono sempre quelli, dovuti a noi, ai nostri pregi e ai nostri limiti. Il posto in cui questo avviene non ha importanza.

Il terzo punto quindi, che vorrei fissare come concetto chiave, è esattamente questo dei rapporti affettivi. Sgombriamo il campo dai gossip, dalle critiche stucchevoli, e dalle banalizzazioni. Gli Avatar sono persone che si incontrano, interagiscono tra loro, e possono odiarsi, criticarsi, o anche amarsi. E le modalità con cui l’interazione si sviluppa, sono quelle fornite dall’ambiente in cui ci si trova: gli sguardi, il modo di muoversi e di parlare nel mondo reale, ed espressioni analoghe, ma mutuate dalla tecnologia, nei Mondi Virtuali. Non è il mezzo che è importante, è lo scopo dell’interazione, e le emozioni che si sviluppano tra due persone. Un amore che nasce nella vita virtuale si sviluppa, e cresce, indipendentemente dal mezzo usato, entra nella quotidianità delle persone, nella vita e nei pensieri reali, e diventa parte del vivere quotidiano. Viene inserito nel contesto sociale e familiare, e si conquista infine un suo spazio effettivo nella vita reale. Quindi, giù il cappello quando si guarda a questi episodi, essi meritano il rispetto che si deve alle persone, e alla vita reale. Nessuno ha il diritto di entrare nella vita degli altri, se non gli è consentito.

All’altro estremo ci sono, naturalmente rapporti più limitati e superficiali, gli “amori” che durano pochi giorni, ma anche forti amicizie o collaborazioni, che possono durare anni. Non c’è differenza anche qui da quello che succede anche nella vita reale, cambia solo il mezzo che utilizziamo per comunicare.

L’ultimo punto che vorrei condividere riguarda i limiti, e i possibili rischi, insiti nei Mondi Virtuali. Perchè la facilità con cui ci si muove, la possibilità di avere diverse versioni di se stessi, l’impossibilità, a volte, di distinguere il vero dal falso, la realtà dall’inganno, ci pone in situazioni di esposizione emotiva, che spesso sono difficilmente gestibili. Anche qui, occorre sgombrare il campo dai moralismi o dal vittimismo, di cui sono pieni i profili delle persone “tradite” in Second Life. E’ davvero un campionario stupefacente, degli errori e delle delusioni, quello che si legge sui profili, quasi esclusivamente delle donne, in Second Life. E’ una pratica che non ho mai apprezzato, che mette il piazza problemi ed esperienze personali, esponendoli alla pubblica piazza.

E la stessa cosa avviene anche su Facebook, diventato un Mondo Virtuale integrativo, e qui non c’è distinzione tra uomini e donne, è una vera fiera di ovvietà e recriminazioni su pubblica piazza. Ed è in Facebook che gli Avatar di Second Life, aggirando i limiti posti da Facebook nei suoi ToS, si sono ricavati uno spazio complementare, in cui si confrontano durante tutto il giorno, siano essi a casa, in ufficio, o in giro per il mondo, prima di arrivare a sera ed entrare in Second Life. Bisogna sgombrare il campo dai vittimismi stucchevoli e umilianti, perchè chi naviga questi mari virtuali deve accettarne vantaggi e rischi. Deve sapere che ci sono delle possibilità di vivere situazioni ambigue, spesso false, e deve essere attrezzato per gestirle e limitarne le ricadute. La protezione da questi raggiri non è nella morale, ma nella fiducia e nella stima che si crea tra le persone. Perchè, senza di queste, non c’è alcun rimedio, e il vittimismo non serve, umilia solo chi lo pratica.

Ho cercato qui di esprimere la mia visione della vita e dei rapporti che si sviluppano nei Mondi Virtuali, ma molto altro ci sarebbe da dire sulle dinamiche di gruppo, ad esempio, o sui progetti e sulle realizzazioni artistiche, che si sviluppano nei Mondi Virtuali, in modi spesso originali e innovativi. Ma di questo abbiamo parlato in altre occasioni. Un saluto a tutti.

Il mistero dei cognomi

All’inizio del 2018 la Linden Lab annunciò che stava lavorando sul ripristino dei cognomi in Second Life, una scelta attesa da molti di quegli utenti che hanno il cognome standard Resident. I tempi previsti erano dati per fine 2018, ma, ad oggi, ancora non si vede il termine di questo lavoro.

Non sembri una questione di inefficienza, o di mancanza di urgenza nell’affrontare questo tema, da parte della Linden Lab. La questione è, effettivamente, molto complessa, perchè il concetto di base su cui la piattaforma è stata sviluppata prevedeva la non modificabilità del nome, quindi l’intera architettura del codice, e dei dati, è stata sviluppata in questo modo. Cambiare i nomi è un lavoro molto, ma molto più complesso, di quello che costò centinaia di miliardi alle aziende di tutto il mondo, per cambiare il numero di caratteri rappresentanti l’anno, in tutti i database del mondo, passando da due a quattro caratteri, allo scoccare dell’anno 2000. Certo qui siamo all’interno di un’unica azienda, ma i costi e i tempi sono elevati comunque, e credo che la Linden Lab avesse parecchio sottovalutato il problema.

Potrebbe sembrare scontato usare il nome dell’avatar come chiave nei database, in modo da effettuare semplicemente un cambiamento di chiave in tutte le tabelle del Database SQL, nel momento in cui fosse richiesto (cosa non banale, ma non particolarmente complessa). Purtroppo i programmatori non sempre lavorano in modo “pulito”, e sicuramente all’interno del codice ci saranno molti punti in cui il nome (ritenuto da sempre inamovibile) è stato usato considerandolo come costante. Quindi, oltre alle chiavi dei database, ci saranno innumerevoli porzioni di codice da modificare. Se a questo aggiungiamo il fatto che i vecchi nomi (coi cognomi) ed i nuovi (senza cognome) sono stati classificati e archiviati con le stesse modalità, vi renderete conto della complessità del problema. Un lavoraccio insomma, con tempi e costi spesso non quantificabili con esattezza a priori, ma da monitorare step by step, gestendo anche eventuali extrabudget.

A completamento del quadro, va detto che una modifica di questo genere, che impatta una notevole parte di codice e dei database, va messa in esercizio con estrema attenzione, e con una rigida schedulazione, per evitare malfunzionamenti e recovery in produzione. E in tutto questo, ovviamente, Second Life deve continuare a funzionare senza interruzioni!

In bocca al lupo agli amici della Linden Lab. Lasciamoli lavorare tranquilli, sperando non arrivino a gettare la spugna. Stanno affrontando un’impresa notevole. Un saluto.