Umani e Avatar

Chi sono i frequentatori dei Mondi Virtuali? Sembra una domanda semplice… Invece la risposta è complicata: una moltitudine di persone, che hanno motivazioni e scopi molto diversi tra loro. Quindi una risposta banale direte voi, e invece è proprio questa la risposta vera. Non ha senso porsi la domanda in modo generale, perché ogni persona ha motivazioni diverse, per continuare a frequentare un Mondo Virtuale come Second Life e tanti altri (ormai sono innumerevoli).

Il primo approccio al Nuovo Mondo è sempre la curiosità. Si scopre un ambiente completamente nuovo, con posti fantastici, o interessanti per la gente che li frequenta, e si rimane a esplorarne le potenzialità, a scoprire cosa è possibile fare nel nuovo ambiente. Con il tempo, si entra in contatto con diverse persone, o Avatar che dir si voglia, e, se si conoscono un po’ le lingue, ci si rapporta con un mondo molto più ampio del proprio originario, con gente di paesi lontani, diversi dal proprio per cultura e modi di vivere. Si scoprono poi le potenzialità tecniche dell’ambiente, e molti si cimentano a esprimere, quasi sempre per la prima volta, capacità artistiche o tecniche che non avevano mai sfruttate prima nella vita reale. Nascono gli artisti virtuali, i costruttori, i cantanti, le modelle e gli stilisti, i fotografi… Nuove professioni, per capacità personali completamente vergini, che il mondo virtuale ci insegna gradualmente ad esprimere. E molte di queste capacità incrementano il bagaglio culturale e di esperienze personali, che vengono poi utilizzate anche nella vita reale.

 

Si prendono poi strade diverse, a seconda delle proprie aspirazioni e della propria sensibilità. Nascono categorie professionali nuove, con persone che nella vita reale fanno tutt’altro, e che riescono così ad esprimersi come non gli era mai capitato prima. Generi diversi di persone, che nella vita reale hanno magari problemi fisici, o comportamentali, o anche persone sole, che trovano una funzione sociale nel virtuale, o persone che hanno scoperto un mezzo tecnico alla loro portata per fare delle cose. Ma, più in generale, è un popolo di persone qualunque, che trova interessante il confronto con gente diversa da sé, per cultura, per modi, o per origine.

 

 

 

Ognuno dei frequentatori dei Mondi Virtuali si potrà riconoscere in queste casistiche, ma c’è un collante che tiene unito ogni gruppo, ogni comunità, ogni categoria professionale, ed è la serie di rapporti umani (umani o “avatariani”, non cambia nulla) che nascono dalle frequentazioni e dalle esperienze che si fanno inworld. E distinguere l’umano dall’avatar non ha senso, essendo unica la mente e unici i pensieri. Senza considerare, naturalmente, i sostenitori della cultura puramente “avatariana”, indipendente dall’umano che c’è dietro, perché a mio parere si tratta di squilibrati o disadattati, lontani dalla realtà.

Dopo la prima fase della curiosità, seguita poi dalla scoperta, e quindi dall’uso delle potenzialità del Mondo Virtuale, si entra nella fase dell’appartenenza ai gruppi e alle frequentazioni personali. Ed è proprio questo, infine, il collante che consente a molti di continuare a frequentare l’ambiente virtuale da anni. E’ proprio questa la molla primordiale, che, se volete, ci porta a vivere una realtà personale che andiamo costruendoci anche in un ambiente virtuale. E’ quindi, quella virtuale, una vita parallela? Niente affatto, perché non è solo un mondo di fantasia (c’è anche chi vuole viverlo in questo modo, del tutto legittimamente) ma diventa parte della nostra vita, un complemento al reale. Diventa parte della propria quotidianità, perché, in fondo, un ambiente virtuale è un posto come un altro, un luogo dove incontrare gente e fare delle cose.

 

 

Ma c’è un aspetto che occorre salvaguardare, prima di ogni altra cosa, ed è il nostro essere individui unici, sia nella vita reale che e quella virtuale. Ed occorre grande equilibrio ed esperienza per arrivare a gestire in maniera complementare, e non invasiva, la propria vita virtuale. Occorre fare attenzione a non privilegiare l’aspetto virtuale rispetto a quello reale, perché molti sono i casi di famiglie compromesse dall’esperienza virtuale di un componente, mogli, mariti, figli, coinvolti in effetti negativi derivanti dal virtuale che si sono riversati nella vita reale. Intendiamoci, ci sono anche quei casi in cui nel Mondo Virtuale si incontra l’amore della vita, o un nuovo equilibrio rispetto ad una vita reale compromessa, ma, a mia conoscenza, sono molto meno rispetto ai primi.

Quindi la parola d’ordine è sempre “equilibrio”, capacità di conciliare le due esperienze senza fare danni. Molti hanno imparato, nel tempo, ad esercitare questa capacità, ma molti altri lo stanno ancora imparando…

 

Un saluto a tutti!

AquilaDellaNotte Kondor

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