Il cerchio perverso tra Facebook e i Mondi Virtuali

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Per i residenti del Metaverso la piazza virtuale di Facebook, più ancora di quella 3D di Second Life, rappresenta lo sfogatoio e lo “spettegolatoio” ufficiale della vita virtuale. E’ curioso che questo ulteriore livello di esperienza virtuale vada a sommarsi, e a complementare, le esperienze altrettanto virtuali del Metaverso in 3D. Eppure, ho sempre pensato che le esperienze sociali e, perché no, affettive, che si sviluppano nei Mondi Virtuali potessero integrare quelle reali, aggiungendo, e non ostacolando, esperienze reali e contatti sociali effettivi.

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Generalmente parlando, ed escludendo ovviamente le posizioni, rispettabilissime, di chi vede il Mondo Virtuale unicamente come un Gioco di Ruolo, un’estensione della propria fantasia, ho sempre pensato che vivere in un ambiente virtuale possa aggiungere qualcosa, creare nuove opportunità di conoscenza ed esperienze sociali nuove, non sostitutive, ma integrative del mondo reale. Insomma, una piazza come un’altra, in cui è possibile incontrare gente e scambiarsi esperienze, aggiungendole e, magari, integrandole serenamente, nel Mondo Reale. Non ho mai pensato al Metaverso come un Mondo alternativo, sostitutivo della vita reale, se non per casi particolari, in cui la possibilità di integrazione è preclusa a priori, magari per impedimenti fisici, o geografici (sempre meno un ostacolo…) o di altro genere.

Ebbene, questa impostazione sta trovando un ostacolo enorme nell’utilizzo di Facebook, quale ambiente complementare a quello dei Mondi Virtuali. La presenza di un Mondo altrettanto virtuale, per complementare l’altro in 3D, ha preso il posto di quello che, logicamente, avrebbe dovuto essere l’integrazione col Mondo reale. Si è così venuto a creare un meccanismo perverso, auto-riproducente, che ha generato un vero e proprio “corto circuito”: il virtuale in 3D che si integra col virtuale sul web, senza alcuna connessione col Mondo Reale (a meno che, cosa abbastanza rara per gli Avatar di Second Life, non ci si proponga in Facebook col nome reale).

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Quello che si era presentato come una possibilità ulteriore di scambio e di nuove esperienze, il Mondo Virtuale in 3D, non trova in tal modo alcuna integrazione col Mondo Reale, arrivando così a creare una separazione netta tra i due Mondi, e rendendo, in tal modo, completamente distaccata dalla realtà qualsiasi esperienza nel Metaverso.

Questo “Corto Circuito” rappresenta ormai un meccanismo perverso, rinchiudendo chi partecipa a queste esperienze in un Mondo completamente avulso dalla realtà. Quella che poteva essere un’occasione di scambio, e di nuove esperienze, si cortocircuita in un Mondo altrettanto virtuale, tagliando l’unico legame con la realtà che poteva renderlo integrativo del Mondo Reale. Passare ore e ore in Second Life, ed il resto della giornata su Facebook, magari usando lo smartphone dal luogo di lavoro, sta allontanando la gente dalle sue abitudini reali, e rende, in tal modo, davvero “addicted” quanti si sono rinchiusi in questo circolo vizioso.

Come ogni innovazione resa disponibile da internet, i social vanno presi con le molle e dosati con moderazione. Il pericolo che io vedo, è che i residenti nel Metaverso sono estremamente esposti a questa sorta di trappola virtuale, a questo cerchio che li imprigiona. Il mio è un appello a riflettere, a fare un uso molto moderato di questi strumenti, lasciandosi sempre aperta la porta all’integrazione con il Mondo Reale. Altrimenti, costruendosi intorno intorno questa barriera senza sbocchi, si continua a partecipare ad un grande Gioco di Ruolo, magari divertendosi, ma abbandonando sempre di più i propri affetti reali e le proprie responsabilità sociali. Questa cruda considerazione potrà urtare la suscettibilità di qualcuno, ma vi invito a fermarvi per un attimo a riflettere su questi pericoli. Sono convinto che ne sarà valsa la pena.

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