La Società Virtuale

pellizza

by AquilaDellaNotte Kondor

Guardare con distacco alle dinamiche sociali, che si producono all’interno di un Mondo Virtuale, può essere molto interessante. Dico subito che le conclusioni che si trarranno, guardando alla situazione attuale, sono basate sull’esame di un tipo di comunità che, negli ultimi anni, è diventata prevalentemente chiusa e autoreferenziale, essendosi bloccato il rinnovamento, l’afflusso di nuovi residenti. Quindi, qualunque tipo di giudizio sarà necessariamente basato su questa specie di campione “in vitro” e non potrà essere rappresentativo di quello che potrà succedere, in termini sociali, all’interno del Metaverso, una volta che questo avrà raggiunto aperture e frequentazioni molto più larghe delle attuali, e, soprattutto, avrà ritrovato una dinamica che oggi non esiste.

Tuttavia, soprattutto se guardiamo all’evoluzione dell’esempio di Metaverso prevalente, e cioè il Mondo di Second Life, e soprattutto se lo guardiamo attraverso un arco di tempo superiore ai tre anni, riusciremo a cogliere delle caratteristiche che possono rappresentare delle linee di tendenza, delle caratteristiche tipiche di un Mondo Virtuale. Anche se dobbiamo rilevare con rammarico che tale evoluzione risulta, al momento, congelata, per i motivi che dicevamo all’inizio, sicuramente alcune di queste caratteristiche possono essere ritenute tipiche.

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Intanto, una caratteristica facilmente identificabile, è che non esiste alcun tipo di organizzazione sociale evoluta, nemmeno all’interno delle singole comunità nazionali, all’interno di Second Life. L’unica tipologia sociale identificabile è quella “tribale”. Gruppi dispersi, che si ritrovano attorno ad un “capo” ad una “terra”, o attorno ad un personaggio in cui identificarsi. Queste tribù sono solitamente classiste, e mal digeriscono i membri esterni, quelli che non fanno parte della tribù, sviluppano caratteristiche e comportamenti comuni, fanno le stesse cose, e si ritrovano negli stessi luoghi. E’ un livello primordiale di evoluzione sociale, non necessariamente negativa, intendiamoci, ma esemplificativa del livello evolutivo raggiunto.

Una seconda caratteristica è che non esiste alcuna autorità riconosciuta come al di sopra delle parti, in cui identificarsi. La stessa “coding authority”, la Linden Lab, è spesso intesa come autorità matrigna, piuttosto che come elemento unificante. Anzi, a volte i membri della community, completamente contrapposti nella maggior parte delle situazioni, si ritrovano attorno all’obiettivo di far fronte comune, di fronte alle “ingiustizie” o ai soprusi (o riconosciuti come tali) che la coding authority commette, sulle spalle dei residenti. In tal caso, e solo per brevi periodi, un movimento di opinione nasce, al fine di conseguire un obiettivo di interesse generale, salvo poi a disperdersi a emergenza superata. E’ di questi giorni, ad esempio, la protesta, civile e organizzata, contro il cambiamento unilaterale dei ToS da parte della Linden Lab, e ricordiamo anche lo sciopero nel 2003 contro la tassazione dei contenuti, poi sospesa rapidamente dalla Linden Lab (corsi e ricorsi storici).

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Anche quest’assenza di autorità “super partes” può essere facilmente compresa, poiché se un tipo di autorità del genere dovesse un giorno presentarsi, non potrà di certo essere affidata alla coding authority, spesso, come nelle situazioni citate, controparte dei residenti. E qui veniamo al nocciolo della questione. Un tipo di autorità del genere, quasi a carattere “statuale” non potrebbe che nascere dal basso, per aggregazione di componenti omogenee, e derivanti dalle attuali “tribù”, con un processo graduale di collaborazione e di identificazione di regole comuni. Il cammino, su questa strada, sarà molto lungo, ma, di certo, un passo importante sarebbe quello di creare un tipo di organizzazione permanente tra le tribù più attive e produttrici di contenuti, almeno quelli sociali apprezzati dai residenti più ricettivi. E’ chiaro che il popolo della notte, i rokkettari compulsivi da disco, gli abitanti dei bassifondi di Second Life, o, per altri versi, i giocatori di ruolo chiusi nelle loro terre fantastiche, non avrebbero alcun interesse a partecipare a tali tipi di iniziative. Ma questo è un tratto distintivo di una società virtuale, in cui ognuno sceglie di passare il proprio tempo come gli pare. Anzi, proprio questo è uno dei motivi che spingono molti a frequentare le praterie del Metaverso, senza condizionamenti e con la sola voglia di divertirsi nei modi più impensati. Non c’è nulla di male in tutto questo, i modelli di frequentazione sono necessariamente diversi e variegati, ma tutti legittimi per quelli che li adottano. La sola cosa non tollerabile, e contro cui alzeremo sempre la nostra voce, è l’imperversare degli sciacalli e dei teppisti, sempre presenti e con un certo seguito. Sarebbe troppo pensare a una società virtuale più evoluta di quella reale? In cui il libero pensiero e la dialettica, insieme allo svago e al divertimento, possano prevalere sul teppismo e l’arroganza? Non sono certo di avere già una risposta a questa domanda, forse un giorno …

 

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