Oculus Rift

Oculus per Oculus…

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Dopo tanti articoli scritti sull’argomento ho avuto oggi la possibilità di provare Oculus Rift alla Maker Faire di Roma, fiera dei Makers a livello europeo. L’ambientazione era ideale, lungo gli spazi e la cavea del Parco della Musica, tra i magnifici auditoria di Renzo Piano, e pure la giornata era splendida, l’ideale per la gente, anche se, a poche centinaia di metri, Papa Francesco attirava ben altre folle… La fiera è stata un grande successo, con decine e decine di eventi, tenutisi nel corso dei tre giorni di apertura (http://www.makerfairerome.eu/), e con migliaia di visitatori.

E veniamo ad Oculus: un paio di visori che avvolgono completamente lo sguardo, una cuffia audio e due bombolette ai lati della testa, per spruzzare, al momento opportuno, gli aromi corrispondenti a quanto si vede attraverso i visori. A parte quest’ultimo particolare, un po’ artificioso, nulla di nuovo rispetto ai classici visori di Realtà Virtuale, anche se con molta più praticità e maneggevolezza, rispetto agli antesignani. Il visore è collegato al PC col classico cavo, e il software che gira sul PC proietta, all’interno del visore, l’ambiente attraverso cui siete immersi. Nel frattempo gli astanti vedono sullo schermo del PC la scena in cui voi siete immersi, solo che la vedono sdoppiata, in doppio 2D. La demo che ho provato per qualche minuto è consistita in un giro completo attraverso la cucina di un’abitazione, con tanto di sbirciata all’interno della lavatrice aperta e piena di panni sporchi (spruuuufff!) e con la successiva apertura del frigo, con conseguente vista puzzolente di pesce non impacchettato (e qui ancora spruuuuff, la bomboletta entra di nuovo in azione!).

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La grafica, per noi abituati alle ambientazioni da videogioco, o da Second Life, è ancora molto povera, ricorda da lontano le Open Sim, forse anche peggio. Ma non è stata questa la mia delusione maggiore, sono certo che la grafica farà rapidamente dei passi in avanti, la tecnologia c’è già tutta, e i soldi di Facebook pure. Quello che mi ha colpito è che non ho visto in questa demo, né nei diversi filmati su rete, alcun incontro ravvicinato. In queste demo voi non avete un Avatar, siete voi stessi mentre guardate lo spazio attraverso i vostri occhi, immersi nel visore. Ma nemmeno ci sono altri Avatar. Non c’è traccia di Avatar. Posso capire che siamo ancora alle prime fasi, ma tutta questo battage su Oculus forse ha facilmente impressionato quanti non hanno mai provato un ambiente immersivo 3D, ma per attrarre l’interesse di noi Resident della prima ora di Second Life, ho l’impressione che ci vorrà molto di più. L’assenza di Avatar forse è temporanea, o forse assente in queste semplici demo, ma temo che questo nasconda ancora la difficoltà di trasformare Oculus in un Multiplayer completo. A questo proposito l’adozione delle API del Kit di interfaccia, da parte della Linden Lab, potrebbe essere la chiave di volta nel suo sviluppo. Ancora meglio sarebbe se Facebook si rivolgesse per queste cose a chi ha un Know How specifico, su grafica e ambienti virtuali, e non solo a chi sa costruire i visori. E forse la domanda su quanto costa la Linden Lab non ha senso, quando si tratta di Facebook…

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