Sarà la musica che gira intorno …

La musica, senza ombra di dubbio, è la colonna sonora di Second Life, è quindi evidente che il modo di vivere il Mondo Virtuale, le attività, le relazioni, e tutto quanto si svolge nel Metaverso, siano accompagnate e influenzate da questa colonna sonora sempre presente. E’ per questo che a mio parere sarebbe interessante riflettere sul significato che ha la musica per noi residenti, e su come ne usufruiamo, ognuno con le sue sensibilità e le sue aspettative. Vogliamo quindi avviare una riflessione comune, raccogliendo pareri e contributi da tutti quelli interessati all’argomento. Questo è il motivo per cui abbiamo voluto sentire i protagonisti di queste serate musicali, di quelli cioè che accompagnano e allietano le serate di Second Life.

E vogliamo cominciare da chi ogni sera si impegna per darci la possibilità di ascoltare e di godere della Musica: i DJ. Abbiamo chiesto a quattro di loro, tra i più presenti e rappresentativi, di rispondere a una serie di osservazioni che gli abbiamo posto, e devo dire che i loro interventi sono stati molto significativi e densi di spunti di riflessione. I partecipanti all’intervista collettiva sono: Robert Soulstar, Fischiolo DJWhistle, Elyza Munro e Pamuya Satinka.

AquilaDellaNotte Kondor: Quest’intervista nasce dall’esigenza di raccogliere dei pareri sull’ascolto della musica in Second Life. Perché se è vero che la musica in Second Life è presente ovunque, è anche vero che non sempre è ascoltata o cercata per il gusto di ascoltarla, quanto piuttosto come “accompagnamento” alle molteplici attività sociali che si svolgono nel mondo virtuale. Non che ci sia nulla di male ovviamente, ma la domanda che mi pongo, e che pongo anche a voi, è se questo sia un limite allo sviluppo e alla fruizione della cultura musicale, o piuttosto pensate che sia questo il modo normale di fare musica in Second Life?

Robert Soulstar: La musica è inevitabilmente un elemento che avvicina le persone nella vita reale così come in Second Life e credo sia normale che ci sia chi la ascolti in modo esclusivo ed interessato mentre altri ne fanno un base per l’accompagnamento di una serata, finanche in compagnia di qualcuno/a. C’è anche da dire che una parte di pubblico di Second Life partecipa alle serate musicali con il preciso e quasi esclusivo fine di incontrare altra gente senza badare a chi sia il DJ e cosa suoni. Quando dalla consolle si cerca il coinvolgimento del pubblico e “tastando il polso” della loro attenzione ci si accorge della poca partecipazione, diviene un po’ demoralizzante rilevare un riscontro basso e questo sicuramente incentiva poco l’impegno verso una offerta musicale più ricercata.

Elyza Munro: Faccio musica ormai da qualche anno su SL e ho iniziato per cercare di creare serate dove l’elemento “musica” fosse in qualche modo aggregante. Poi è inevitabile che chi partecipa alle serate faccia anche conversazione privata, ma il sottofondo musicale c’è e rimane anche per i più distratti. Mi sono resa conto che se la musica piace e hai centrato il gusto dei partecipanti, ti ascoltano e ti fanno richieste nel rispetto del tipo di musica che stai proponendo. 

Fischiolo DJWhistle: E’ così, è il meraviglioso gioco della vita, virtuale e non. C’è chi vive di Musica, ne assorbe ogni vibrazione, la Musica diventa respiro, movimento e crescita, preghiera, terapia, liberazione, emozione. Ma per altri la Musica rimane un contorno, qualcosa che resta ai margini. Questione di sensibilità, di livelli di crescita raggiunti. La Musica è linguaggio universale, anche empatico, è qualcosa che smuove corde interiori ma per accorgertene devi sapere come guardarti dentro, devi conoscere te stesso, devi essere curioso e spinto dalla voglia di comprendere oltre. Second Life resta un mondo virtuale stupendo ma occorre avere occhi e orecchie e molti sono coloro che neanche in rl li usano. C’è chi cerca solo compagnia, che per carità è cosa lecita, ma lo fa spesso con frenesia folle perdendosi altri tipi di piaceri, anche quelli che la Musica è in grado di dare. 

Pamuya Satinka: Il panorama musicale in Second Life è praticamente infinito, quindi se si decide di andare ad ascoltare musica si sceglie il dj che più si avvicina con le sue scelte ai nostri gusti. Ma non sempre abbiamo il dj preferito pronto ad aspettarci, capitano quelle sere che si va ad ascoltare altri dj che piacciono un po’ meno, e magari si va nelle land dove c’è più traffico per trovare nuove amicizie, oppure incontrarsi con vecchi amici e si finisce per chiacchierare in IM. Personalmente, quando succede questo, lascio sempre aperto lo Streaming,  ascolto quello che il dj ha preparato, applaudendolo quando qualche brano mi colpisce particolarmente. Quando invece sono io a fare musica tiro fuori le mie emozioni e le metto a disposizione del pubblico il quale quasi sempre sembra gradire. Certo se hanno lo streaming spento non si riesce a raggiungere quel tipo di pubblico e in questo caso si fa ben poco.

AquilaDellaNotte Kondor: Supponendo allora di voler fare musica cercando di contemperare quello che ognuno di voi propone ai gusti musicali delle persone in-world, quale pensate debba essere il ruolo di un DJ, di “animatore” della serata, o di proponente e commentatore della musica? Cioè più musicista, o più intrattenitore?

Robert Soulstar: Il ruolo del DJ nella vita reale è circoscritto all’intrattenimento musicale quindi si dedica solitamente alla propria playlist, definita DJ set, però mantenendo un occhio alla pista, notando se la selezione tiene viva l’attenzione del pubblico o meno. In questo caso mantiene o cambia genere ed il ritmo. Il DJ nella vita reale è al centro dell’attenzione del locale quindi solitamente non resta fermo ma coinvolge la pista con gesti e qualche frase di incitamento ma sempre senza parlare molto, spesso quasi per niente. In Second Life è molto diverso perché si è inevitabilmente vincolati ad una pose ball quindi il coinvolgimento visivo viene meno e si compensa con il dialogo. Tutto questo per dire che per fare il DJ in Second Life è necessario trovare il giusto equilibrio tra l’intrattenimento e far ascoltare la musica stessa in quanto se viene interrotta o coperta dai troppi commenti del DJ poi può risultare fastidioso l’ascolto proprio da parte di quel pubblico che ama ascoltare musica.

Elyza Munro: I primi tempi mi limitavo a mettere musica senza interazione verbale, poi mi sono resa conto che un minimo di intrattenimento, anche una sorta di sondaggio tra i presenti su quello che stai passando come genere, sia utile. Ma mai abusare e trasformare la serata in uno di quei fastidiosi programmi radiofonici dove non ti fanno nemmeno ascoltare il pezzo che sta andando in onda e parlano di continuo! 

Fischiolo DJWhistle: Spendida domanda alla quale rispondo che, come sempre, la via di mezzo è la migliore. Personalmente cerco di intrattenere, di entrare nelle vite degli astanti, facendoli divertire ma seguendo sempre il filo conduttore preparato durante il set. Cerco di coinvolgere, ma senza mai esagerare, per rispetto della Musica. Altra cosa per me fondamentale è riuscire a trasmettere il mio entusiasmo e l’emozione dati da un brano musicale o dalla storia raccontata in una canzone. Da ex musicista e amante dell’armonia jazz, fermo restando i grandi brani di sempre, sono alla continua ricerca del nuovo, di qualcosa che sappia stupirmi ancora oggi. C’è un sacco di Musica sorprendente su questo pianeta ed è nostro compito condividere con amore.

Pamuya Satinka: Io dico che una cosa non esclude l’altra, fatto sempre nei limiti (non dimentichiamo che la protagonista è la musica, noi Dj siamo il mezzo per ascoltarla in World). A me piace dare qualche informazione sotto forma di pillole, piccole curiosità per non ammorbare il brano, che deve rimanere “pulito”. Poi dipende che strada sta prendendo la serata e, miscelando bene il tutto, si pùo fare qualche battuta di cabaret.

AquilaDellaNotte Kondor: L’ambiente esterno, cioè la land, l’organizzazione, i manager, ecc. quanto influiscono sullo svolgimento della tipica serata musicale in Second Life. Sono rilevanti, o piuttosto è il DJ a dover fare del suo meglio per animare la serata e gestire le interazioni con il pubblico?

Robert Soulstar: Analogamente alla precedente risposta dico che nella vita reale c’è un contatto visivo “diretto” con l’ambientazione e lo staff quindi è possibile un sorta di concreta osservazione da parte dell’ospite. In Second Life sembra che questo aspetto perda totalmente di interesse al punto che un evento organizzato in modo molto spartano su una spiaggia ed un altro in una location ricercata e particolare vengono a trovarsi sullo stesso piano, ecco quindi che il DJ viene ad avere il suo ruolo di accentratore dell’evento stesso facendo perdere valore alla land ospitante. Volendo attribuire dei pesi circa la rilevanza dei ruoli, sulla base della mia esperienza personale maturata negli anni, potrei dire che il 65% del risultato della serata lo fa il DJ, un 25% eventuali host e manager mentre attribuirei un 10% alla location che oltretutto è quella che sostiene tutte le spese con un ritorno di incassi prossimo allo zero.

Elyza Munro: Sicuramente le land dove gli owner e i manager sono organizzatori attenti, hanno un maggiore afflusso e le presenze sono sempre alte. Il DJ poi sicuramente fa la sua parte, perchè se sanno che ci sei tu a suonare, arrivano o addirittura se non possono essere presenti su SL, ti chiedono l’URL dove poter ascoltare quanto stai trasmettendo. 

Fischiolo DJWhistle: Ci sono luoghi su Second Life dove si fa Musica, in cui appena arrivi ti ci trovi bene, c’è anima oserei dire. Altri, meno. Credo che questo, almeno per me, influisca ad inizio serata, giusto i primi minuti, poi la Musica mi “dopa” letteralmente e inizio a volare e non so più dove sono al punto che se anche lo staff è poco partecipativo, la cosa diventa quasi stimolante, è quasi una sfida riuscire a coinvolgerli, farli parteci e farli divertire. Quasi sempre si riesce, leggendo anche le reazioni in base ai brani proposti, ma un paio di esperienze da dimenticare le ho vissute ed è stato triste ma utile. 

Pamuya Satinka: Tutto gioca a favore del  Dj. Mettere musica in una Land gradevole lo aiuta a sentirsi a suo agio ad amalgamarsi con l’ambiente che lo circonda. Poi la fattiva collaborazione dell’Owner, Manager, Hosts e collaboratori danno una spinta a far si che il pubblico sia a suo agio, a far si che si diverta, a spronarlo a chiedere magari qualche brano, tutto porta all’attenzione e, anche se si è in conference con amici, si fa in modo di portare il discorso sulla musica, sul brano. Così tutto gira intorno alla musica e al dj che la propone facilitando il compito di quest’ultimo nell’accontentare i gusti di chi ascolta.

AquilaDellaNotte Kondor: Quale tipo di musica pensate sia più richiesta in Second Life, tenendo conto dell’uditorio e delle caratteristiche anagrafiche e di origine delle persone? Ci sono generi prevalenti oppure va bene di tutto?

Robert Soulstar: Non credo ci sia un genere specifico che vada per la maggiore, in quanto ogni persona, da qualsiasi angolo del mondo, ha i propri gusti musicali. Il problema sta nel fatto che mentre nella vita reale quando si accede ad una discoteca si conosce anche il genere musicale che verrà proposto, in Second Life ci si trova spesso ad ascoltare dei cocktail di musica decisamente differenti (ed anche poco ricercati) pertanto si usa andare a caso, e fin tanto che la sequenza musicale è appagante si resta, altrimenti mi accorgo che si cambia facilmente locale.

Elyza Munro: Bisogna distinguere le land. Per quanto mi concerne, io di solito faccio un genere Freestyle con prevalenza Rock, ma se mi viene chiesta di organizzare una serata a tema (cosa peraltro successa e riuscita benissimo) non mi tiro indietro. 

Fischiolo DJWhistle: Ecco qui tocchiamo un tasto dolente. A prescindere dai gusti musicali tipici di ogni nazione, su Second Life ormai è tutto un fiorire di deejays amatoriali, simpatici improvvisatori che purtroppo non avendo mai condotto in radio rl e/o fatto spin non conoscono le regole basilari. Certo è giusto che ognuno si diverta in Second Life come meglio crede, ma questo porta ad un appiattimento, il livello di professionalità resta, in genere, davvero molto basso. La Musica è anche cultura, conoscenza, comprensione del diverso, e tutto questo troppo spesso non emerge. Senza paura di smentite posso affermare che in Second Life regna la tecno, e tutte le sue derivazioni, deephouse, trance, edm, elettrodisco etc. a seguire reggaetton, e quella che erroneamente viene chiamata musica latina, poi vengono gli stucchevoli revival anni 80-90… poi rock più o meno duro e più o meno contemporaneo, poi blues e, alla fine, funk, soul, soulful, jazz. In Second Life la maggior parte degli avatar esige di essere stordito più che coinvolto.

Pamuya Satinka: No non va bene di tutto. E questo è un dato di fatto. Accontentare tutti è un’utopia. Il genere prevalente è il Rock, e tutte le sue categorie correlate, che sono tantissime, seguito dalla Disco Dance. Poi c’è il Blues… Personalmente starei ore  ad ascoltare il blues e come me ce ne sono tanti. Purtroppo devo dire che noi italiani dobbiamo andare oltreoceano per ascoltare del buon Blues . Io ne incontro parecchi che, come me, vogliono rilassarsi. Meno male che esiste il tp.

AquilaDellaNotte Kondor: Immaginate la “serata ideale” in una land “ideale”, come si svolgerebbe secondo voi, come la impostereste? Come organizzereste la scaletta, le modalità di coinvolgimento?

Robert Soulstar: Molto difficile pensare ad una serata “ideale” proprio perché ciò che potrebbe essere ideale per me potrebbe essere sgradevole per altri. Io credo che le serate debbano rivelare in modo ben chiaro l’offerta musicale che si andrà ad offrire, in questo modo i partecipanti saranno ben consapevoli del genere che ascolteranno. A questo dato unirei la figura di un DJ che sappia parlare il giusto e soprattutto fuori dal parlato dei brani, usando dei modi che catturino l’interesse dei presenti senza essere banale. Relativamente alla land ideale ribadisco quanto ho detto in precedenza, ovvero che all’avatar di Second Life purtroppo sembra non essere importante la cura della location, bensì la quantità di gente intorno, ma ha anche la speranza che non sia troppa, per non patire il fastidiosissimo lag.

Elyza Munro: Io quando devo suonare, non mi preparo una scaletta ma seguo molto il mio umore e a sensazione quello delle persone presenti. Sto facendo serate improvvisate, non previste, che sono andate meglio di alcune programmate. 

Fischiolo DJWhistle: Il trucco è riuscire a rendere ideale ogni land, ogni club, ogni disco in cui si suona. Ci si prova, la Musica è l’alleata migliore, è come una bacchetta magica. Il mio set cambia ogni volta, ovviamente, ma ha sempre lo stesso nome: Whistle Therapy. Lo scopo della terapia è partire da un punto emotivo A e condurre per mano i presenti fino al punto B, che tradotto significa aumentare il loro benessere interiore e accendere i loro lati emozionali. La Musica cura, è frequenza, è vibrazione, e anche in medicina finalmente iniziano ad usarne la forma, il suono. 

Pamuya Satinka: Immagino una serata in una Land dai toni molto soft, una location da colori caldi, e oserei dire dove percepisce il pungente odore del brandy che i miei ospiti hanno in mano per sorseggiarlo mentre si rilassano ascoltando i miei brani Chillout.  Cerco di capire il contenuto dei brani che ho scelto per fare in modo di commentare con frasi ad effetto, ed è allora che il mio pubblico partecipa in local scrivendo le proprie impressioni, che possono collimare con le mie, oppure  essere contrarie. Ed è lì che provo gioia perché sono sicura che per quel pubblico la mia musica non è stata subita, ma ascoltata.

AquilaDellaNotte Kondor: Alla luce di queste considerazioni, pensate che ci possano essere delle iniziative specifiche per incrementare la soddisfazione degli amanti della musica? Pensate che ci siano dei cambiamenti che vi proponete di fare per migliorare la vostra professione di DJ virtuale?

Robert Soulstar: Al momento le iniziative che sembrano raccogliere maggior interesse sembrano essere le serate a tema, quindi con un dresscode specifico e location allestita in modo adeguato e di conseguenza anche il genere musicale deve seguire il tema scelto. Però si può dire che in questo modo si abbraccia un pubblico eterogeneo e che non sia necessariamente “amante della musica”. Per questi ultimi ci sarebbe bisogno di avere un canale di informazione da consultare per conoscere con esattezza la proposta musicale offerta da un DJ o location così da puntare verso il giusto obiettivo.  Da parte mia resta sempre la piena disponibilità ad andare incontro alle preferenze del pubblico cercando di non proporre in ogni evento il medesimo genere.

Elyza Munro: L’aggiornamento costante sul panorama musicale è fondamentale e come detto, proporre serate a tema può essere un buon modo di incuriosire e attirare le persone. Poi continuare nel fare questo “mestiere” virtuale con professionalità e serietà. 

Fischiolo DJWhistle: Sono un pò scettico, soprattutto pensando alle land Italiane. Le radio rl di certo non aiutano la crescita dei palati musicali degli italiani, ormai persino la Rai tra i suoi programmi non annovera più quelle rubriche che in passato si occupano della ricerca. Che io sappia, rimane solo il buon Nick the NightFly e forse Sergio Mancinelli (ogni tanto appare in Rai nei palinsesti estivi notturni) e quindi gli ascoltatori Italiani sono facili prede del più bieco dei mercati discografici, ovvero quello che non rischia, che non cerca la novità, ma offre la routine piatta ma sicura. E questo si riflette anche in Second Life ovviamente, dove sono sempre più rari quei “fortini” di resilienza per chi ama la Musica vera, quella dei musicisti veri. Insieme ad alcuni amici stiamo creando un evento che vuol essere un punto d’inizio, si chiamerà B-Rave e avrà luogo il 1, il 2 e il 3 ottobre p.v. Chissà, forse in futuro, riapriremo un locale come in passato, per chi vive la Musica come un’esperienza vibrante. Per migliorarmi io punto sempre più sulla sincerità, e sul fatto che ogni mio set è studiato con cura pensando davvero ai benefici che potrà portare in chi ascolta. La Musica è dare, come l’amore. 

Pamuya Satinka: Dovremmo prendere esempio dagli stranieri. Loro propongono generi musicali per tutti i gusti e creano delle land dove si ascolta musica mirata h 24. Questo fa si che ci sia un traffico importante ma la cosa bella è la certezza, da parte  dell’avventore, di trovare musica bella e nel contempo anche tanta gente con cui intrattenersi. Però tutto questo significa sostenere spese abbastanza alte (staff che possa ruotare durante le 24 ore, compenso per i dj) ma qui in Italia non c’è la cultura di donare qualcosa alla Land che ci ospita, o donare qualcosa al dj che stiamo ascoltando (tranne le eccezioni ovvio), quindi vedo questa soluzione alquanto remota. Per migliorare la mia professione da DJ di Second Life non smetto mai di studiare il mio pubblico, capire i suoi gusti, coccolarlo… Non smetto mai di emozionarmi per condividere con loro le sensazioni forti che la Musica ci regala.

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