Il MdM in Craft World

by AquilaDellaNotte Kondor

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La giornata di ieri ha segnato una tappa fondamentale nell’evoluzione dei Mondi Virtuali, con un evento senza precedenti: l’inaugurazione del Museo del Metaverso nella Grid Opensim di Craft World.

I protagonisti di questo progetto sono stati tanti, e gli artisti che espongono, nella nuova sede del MdM in Craft, sono più di 40, e sono alcuni tra i nomi più conosciuti del Metaverso. Ma l’anima di questo evento è stata costituita da tre persone, che voglio qui citare esplicitamente. Innanzitutto Roxelo Babenco, che da anni porta avanti questa esperienza artistica, in Second Life e sul web, anche se c’è stata una interruzione negli ultimi anni. Il suo entusiasmo, il suo impegno, la sua visione di questo progetto, la rendono una protagonista indiscussa nel panorama dell’arte virtuale a livello internazionale.

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La seconda persona che voglio citare è l’architetto che ha progettato e realizzato la nuova sede del MdM in Craft: Alpha Auer, un’artista turca di grande valore, la cui realizzazione ha dato espressione a quella che, a mio parere, può, e deve essere, l’Architettura nel Metaverso. Non edifici e costruzioni che imitano il mondo reale, ma lo sfruttamento delle possibilità infinite date dall’arte costruttiva nel Mondo Virtuale: architetture slanciate, verticali, che riempiono lo spazio su livelli equivalenti. In cui gli avatar possano vivere una reale esperienza immersiva, liberi dai vincoli della gravità e dello spazio. La vera Architettura del futuro nei Mondi Virtuali. La terza persona che voglio citare per nome è Licu Rau, l’owner di Craft. E’ lui che ha creato, e che gestisce, la Grid di Craft, affrontando i problemi tecnici, ed anche economici, legati ad una tale realizzazione. La sua valenza tecnica e il suo impegno ha reso possibile tutto quello di cui stiamo parlando, ne rende utilizzabile l’infrastruttura informatica, e ne consente la crescita.

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La serata di ieri è stata straordinaria. Più di 60 avatar hanno partecipato all’opening del Museo del Metaverso, e solo a fine serata si sono avvertiti problemi seri di stabilità. Qualunque sim di Second Life avrebbe avuto problemi analoghi con un’affluenza del genere, lo stress-test è stato quindi superato ampiamente. La serata si è aperta con un intervento di Mario Gerosa, giornalista e autore di tanti libri sui Mondi Virtuali e su Second Life. E’ seguito l’intervento di un indimenticato protagonista della nascita della Second Life italiana: Bruno Cerboni, il CEO di Virtual Italian Park e creatore di quella che, nel 2007, era la prima e più frequentata sim italiana: Parioli VIP. Altri interventi sono seguiti, passando poi a una visita dei diversi padiglioni del MdM, fino a quando è stato reso possibile dal lag. Stando alle parole di Bruno Cerboni, siamo vicini alla creazione della “massa critica” necessaria al decollo di una iniziativa. E questa iniziativa, se guardiamo alle potenzialità di sviluppo delle Opensim, ha un’enorme possibilità di espansione.

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A mio parere le Opensim hanno due grandissimi pregi rispetto al mondo proprietario di Second Life: innanzitutto non dipende da nessuna governance, non c’è un proprietario unico, le varie Grid nascono e crescono in maniera autonoma, come Craft, ma sono mutuamente interconnesse con l’Hypergrid, una sorta di porta “spaziale” che attraversa le diverse Grid e le connette. Il secondo pregio è dato dalla scalabilità: questa è la vera chiave del futuro del Metaverso. Ogni nuova Grid si connette alla precedente, ed il limite di espansione è praticamente infinito. In teoria tutta l’umanità potrebbe essere presente anche nel Metaverso, attraverso una qualsiasi delle sue Grid, altro che Facebook… Il sogno di Neal Stephenson in “Snow Crash” che si realizza.

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Ma quello che è un pregio, l’indipendenza, ha anche un rovescio della medaglia. Non essendoci un’azienda alle spalle, tutto è lasciato al lavoro volontario e alla passione degli owner, come Licu Rau, nel caso di Craft. Questo limite, tipico del mondo Open Source, rappresenta però anche una possibilità di collaborazione enorme. Tutti i progetti Open Source sono cresciuti, e hanno acquisito rilevanza e solidità, grazie alla collaborazione delle diverse community: saprà l’ambiente virtuale italiano seguire questa strada? Sapranno i nostri eroi aprirsi alle collaborazioni, raccogliendo adesioni, e coinvolgendo, quelli che sono da anni i protagonisti della Second Life italiana? Se questa crescita non sarà collettiva, semplicemente non ci sarà. Si rischierà di rimanere nel proprio confine e nella propria iniziativa, gloriosa e gratificante, ma priva di frutti per il futuro del Metaverso. Conoscendo molti di questi protagonisti, sono molto fiducioso nelle loro capacità di aggregazione e di crescita comune. Vedo quindi un futuro molto promettente dietro l’angolo di Second Life, se solo sapremo governarlo. Godetevi intanto le immagini che allego, per poter poi entrare in Craft e vedere di persona queste magnifiche realizzazioni. Un caro saluto a tutti.

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3 thoughts on “Il MdM in Craft World

  1. roxelo ha detto:

    Accetto tutte le critiche possibili, nessuno è perfetto, anche se si cerca di tendere sempre verso la perfezione, quando si organizza una inaugurazione o un vernissage.
    La discussione era aperta a tutti, anzi abbiamo più volte sollecitato i presenti ad interloquire con noi, purtroppo a qualcuno, come Maria Luisa Grimani alias Sarima Giha non ha funzionato il microfono, con la conseguenza di essere costretta a rinunciare.
    Era una discussione fra persone che si conoscono da anni e che condividono lo stesso interesse, non aveva nemmeno il crisma della formalità, ma evidentemente le persone hanno preferito ascoltare e in ciò non vedo niente di strano.
    E’ opportuno precisare che erano presenti molti stranieri e che quindi sarebbe stato molto complicato fare la traduzione simultanea in chat, come Thirza Ember ha fatto per tutta la serata, per i nostri interventi.
    Per quanto riguarda la spiegazione delle opere, non era possibile farlo in quella sede, ma mi sono ripromessa di farlo, a breve, organizzando incontri con gli artisti, che porteranno i visitatori in giro per il museo. Tuttavia, gli artisti non amano molto illustrare i loro lavori o, almeno, non tutti.
    Per me questo non è un gioco, come credo non lo sia per i creativi, mi sto attivando molto tenacemente, affinché il Museo e gli artisti che vi espongono siano riconosciuti nel mondo dell’arte. Presto sentirete di nuovo parlare di noi. Grazie dell’attenzione.

  2. ha detto:

    Sabato mi sono recata in Craft World,per la Mostra del Museo internazionale che ha ospitato le creazioni di tanti artisti di second life. Non sono una creativa , ma sono interessata all’arte da sempre.Ho sempre pensato che anche un mondo parallelo più comunemente definito virtuale potesse racchiudere in seno dei creativi eccellenti.Spesso sono stata attaccata per il semplice fatto di non ritenere tutti arbitrariamente (secondo me) investiti da tale ruolo.Anche io mi diletto di foto,ma sicuramente non mi sento baciata dal sacro dono dell’arte. Un conto è divertirsi, un conto è lasciare il segno. Tutti possono divertirsi,ma pochi come è giusto che sia sono dei veri artisti.
    Fatta questa premessa, ho trovato la struttura creata per la mostra,semplicemente meravigliosa.Una struttura circolare che si ricollega su più piani,ogni piano ospita dei padiglioni dove ogni creativo ha esposto le proprie creazioni.Creazioni, alcune davvero molto belle, altre già viste viste ormai e quindi un po’ ripetitive.
    Ma una delle cose più saliente dell’evento è stata la discussione tenutasi durante la serata. Un po’ lacunosa in verità,in quanto in pochi hanno fattivamente partecipato al dialogo.Ma ha toccato dei punti interessanti, punti da me spesso dibattuti:cercare di non rendere l’arte dei mondi virtuali solo un prodotto di nicchia o riservato esclusivamente agli ‘operatori’ del settore. E vero ci si aiuta con programmini che facilitano però solo in apparenza i suoi fruitori. In realtà c’è sotto un lavoro ben più complesso e certosino, altrimenti sarebbe alla portata di tutti elaborare, costruire, creare, assemblare e così non è.
    L’unica è sensibilizzare all’esterno artisti e critici, perché il futuro camminerà un giorno di pari passo con altre realtà virtuali.L’arte si evolve, l’arte cambia contesti storici e si trasforma o addirittura enfatizza quello che già esiste trasformandolo in nuova linfa vitale.
    Ma l’arte deve essere meno autoreferenziale, deve calarsi con un nuovo tipo di società rimasta indietro culturalmenente che spesso si nutre di immagini visive veloci, ma rimane al palo non riconscendone valore. fatica e storia. Anche perché nessuno si prende la briga di spiegarla, lo fanno davvero pochissimi nel metaverso. Prendete Sgarbi, un’opera diventa immersiva con lui, ti conduce per mano nella testa e nell’anima di chi ha creato un capolavoro.
    Spesso ho assistito a mostre dove regnava il mutismo, ma si celebrava solo l’artista del momento. Anche domenica sera è stato un po’ così, lo spettatore si è sentito orfano o guardone di una riunione che sembrava privata. Non ho il gusto alla critica fine a se stessa, sono semplicemente un’osservatrice che si limita a scrivere ciò che vede o sente.
    Ritengo e lo ribadisco importante l’arte e ne riconosco l’esistenza anche nei mondi virtuali. Ma credo sia servita male. Credo si debba dare valore e lustro solo al vero ingegno e non conforderlo con un legittimo passatempo hobbistico. Credo vada spiegata e presentata con meno pomposità e credo vada pubblicizzato in altro modo all’esterno. Molta gente ignora il metaverso o ne ha una visione di gioco, piuttosto che fucina di eventi culturali. E infine credo ci voglia più umiltà, nell’accezione positiva del termine. L’arte non è come il pane che sforna ogni giorno. E poi fare anche un distinguo tra le creazioni che avvengono in real life e quelle che nascono nel metaverso. Perché c’è un abisso tra le due.Entrambe piacevoli, ma diverse, quello che nasce lì dentro ha un doppio valore incontestabile.

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