Gli estremi di Second Life

by Eva Auer

Aquila è un vecchio amico (virtuale) … in Second Life. Si parlava di Second Life (può apparire ovvio) e mi fa: “parlami dei suoi estremi…”. La sua richiesta non mi sembra poi così strana, infatti, ci penso un attimo e faccio, si, parliamone pure…  Per prima cosa vediamo un po’, cosa sono gli estremi di Second Life? Naturalmente, Aquila, la predo larga, com’è mio solito … Per iniziare, ti propongo una poesia di Sylvia Plaths. Non sono il mio forte ma, ogni tanto, una ci sta bene, quindi citiamo pure “To Eva Descending the Stair” (http://www.writework.com/essay/analysis-sylvia-plath-s-poem-eva-descending-upon-stair):

Clocks cry: stillness is a lie, my dear;

The wheels revolve, the universe keeps running.

(Proud you halt upon the spiral stair.)

Gridano gli orologi: quiete è menzogna, mia cara;

volgono le ruote, l’universo procede indisturbato.

(fiera ti arresti sulla scala a spirale.)

Ci fermiamo qui.  Tanto per iniziare, osservo questi versi trasgrediscono quella “regola” che serpeggia in Second Life e ovunque: una donna parla per le donne, e un uomo parla degli uomini. Siamo molto attenti alle questioni di “competenza” noi. Ci sembrano quindi un po’ sciocche, le persone, uomini o donne che siano, che pretendono di parlare dell’umanità. Infatti, la Eva della poesia, può rappresentare chiunque, insomma l’umanità, ma dal punto di vista odierno ciò si tratta di roba d’altri tempi. Inoltre, la Plath è considerata femminista. Ma se il femminismo è da un lato superato, forse il suo affermare che il mind-game di coppia è deleterio lo sarebbe un pò meno… ma noi abbiamo fretta, è superata e basta.

Propongo due domande. Una è se ciò cui siamo giunti rende felici, e, la seconda, se non siamo né felici, né migliori, la relativa insoddisfazione come la possiamo esprimere? Sinceramente, credo non possa verificarsi tramite forme d’arte come quella della Plath, visto che esistono, oggi, modalità espressive completamente nuove.   Resta però un fatto: esprimere, non è parlar chiaro. E’ dire “gridano gli orologi: quiete è menzogna, mia cara”. E questo è, per certi versi, Second Life estrema.   Ma cos’è Second Life?

Saltiamo le spiegazioni di carattere tecnico… Second Life intanto non è tramite di un messaggio personalizzato, cioè non si rivolge a un pubblico come ci si può rivolgere con un annuncio del tipo, “36 enne, single, cerca amici per organizzare viaggio in camper attraverso il Vietnam”, magari corredato da foto. Questo tipo di approccio è ancora fattibile in Facebook, strumento considerato il più dignitoso in assoluto (anche perché nato in una delle università più prestigiose del pianeta). Ma tutto questo non è possibile in Second Life, che è pura finzione. Pertanto, Second Life è arte.  Ma nei Virtual Worlds accade un qualcosa di tipico, che si verifica quando i propri fini sono più tra le righe, che espressi palesemente. Ciò implica tutta una serie di dialoghi “sull’identità” che trovano un ottimo e, per certi versi, illuminante, esempio nei dialoghi del film “Inglorious Bastards” di Tarantino.  Dove esiste una permeazione di tradizione, si temono fini occulti che, spesso e volentieri, ruotano attorno a motivi di libido. La libido è oltre la soglia di quel castello che chiamiamo “romance” e che, virtualmente, esiste perché la nostra fantasia spesso è erotica. Il fatto di restare interdetti lungo il discendere, o salire, un ideale scala a chiocciola, ha una sua carica erotica.  Ecco, la Second Life estrema è una creazione artistica, forse differente da quella che dichiaratamente lo è. E’ fatta di situazioni che i giocatori accettano per convenzione e che affrontano situazioni da scala a chiocciola, con il suo eros, la sua suspence.  Per fare questo, le personalità in gioco devono rimanere virtuali, perché solo in tale caso si può dare il massimo: la percezione di se stessi, contestualizzata, è condizionante. Nel senso che è un ostacolo, all’espressione.  Il tutto ha un interessante parallelismo con il finale di Eyes Wide Shut: “… ringraziando di averci fatto uscire… senza condanna… da tutte le nostre… avventure… sia da quelle vere… che da quelle solo sognate.”  http://www.youtube.com/watch?v=OxznxyufohI  Insomma, l’estremo è nel classico.

Gioia Lomasti, la “Femina-Faber”

Gioia Lomasti è una poetessa di Ravenna. Le sue opere hanno già ricevuto numerosi riconoscimenti da parte della critica in eventi culturali. La sua poetica è decisamente originale, in quanto unisce la modernità dell’espressione ad una metrica molto vicina al classicismo. I suoi versi catturano ed emozionano per il tocco sempre delicato e pieno di sentimento e sono lo specchio della sua personalità e della sua vena poetica. Lei si descrive così: “Sono una persona sensibile. La scrittura e quindi la poesia mi accompagnano sin dalla giovane età e mi hanno permesso di dar libero sfogo a tutte quelle situazioni o sentimenti che rimanevano bloccati dentro, esternandoli”. Conoscendo Gioia, ho scoperto una persona alla quale il nome calza a pennello, sempre così allegra e positiva, con un grande cuore ed una grande sensibilità, che ha scelto di convogliare, umilmente ma con passione, verso l’impegno sociale ed umanitario. Gioia Lomasti ha creato, nel 2009, la collana “Poesia e Vita“,  edita da Rupe Mutevole, che lei cura personalmente e con successo, ottenendo l’adesione di numerosi autori, molti dei quali condividono  lo scopo primario di questa iniziativa, che è  la raccolta di fondi destinati a  progetti benefici. La motivazione?  “Come autrice, le mie pubblicazioni sono stati sogni che si sono avverati e, di conseguenza, desidero aiutare gli autori emergenti a dare concretezza alle loro opere, realizzando il loro sogno di una pubblicazione”.

“A voi nobili anime che sapete donare saggezze nei vostri attimi

lasciando indelebile disegno di ciò che arte accomuna, addolcisce

il cuore, raccoglie sogni e lascia fluire ciò che scandirne a

righe… d’inchiostri neri.. lega e rivive…”

Anche l’opera “Dolce al Soffio di De Andrè”, l’ultima pubblicazione di Gioia Lomasti, fa parte di questa collana, e credo che questo sia un motivo in più per sentire la voglia di sfogliare quelle pagine, che a me danno la sensazione di essere avvolta  dalla musica di Faber, dalle canzoni che ho amato e cantato tante volte,  da quelle parole che resteranno sempre attuali nel tempo, perchè hanno come protagonista l’uomo, con i suoi pregi e difetti, ma  soprattutto con il suo eterno bisogno di amore e di speranza.

“Dolce al soffio di De Andrè” è un accorato omaggio al grande cantautore. Una poesia-prosa, a volte rimata, a volte musicale, altre volte complicata ed ermetica, ma sempre delicata ed armoniosa , con la quale Gioia Lomasti  ripercorre  il viaggio musicale di Fabrizio De Andrè, cogliendone l’essenza dei messaggi ed identificandosi in lui e nei suoi ideali, tanto da essere definita la “Femina-Faber”

“Non ho ricchezza d’illusione…

ho solo il verso che da padrone…

potra’ lasciarne sovente al cuore…

la via che a traccia cantarne amore..

se del poeta..rima ne intaglia …

e del suo canto ne fa battaglia…

della sua scia ne resta sole..

sentir d’ascolto al suo calore…

Gioia!”

 


In occasione dell’evento “Dolce al Soffio di Andrè- Ascolto di un viaggio, in un Soffio di…Poesia”, Secondo Tempo (dopo ilsuccesso del Primo Tempo, che è stato presentato circa un anno fa), programmato per il prossimo 24 Marzo a Vulcano, sono finalmente riuscita a convincere Gioia ad entrare nel mondo di Second Life.  Dopo il primo impatto, mentre lei tentava di bloccare inutilmente una gesture di ballo che aveva attivato, le ho chiesto le sue impressioni su questo mondo virtuale: “Amo ogni cosa che e’ realizzata in rete, partendo dalle chat , social network  ecc. sono mondi dei quali faccio parte da molti anni. Ma sinceramente non e’ che avessi un’idea ben precisa di SL. A differenza di altri mondi virtuali con un impatto visivo piatto, SL  e’ sicuramente una piattaforma che rispecchia in buona parte la vita reale in un mondo fantastico, nel quale sto scoprendo una mia dimensione che, associata alla fantasia, dà modo, attraverso un’anima virtuale, di esserci realmente, interagire ed anche collaborare a progetti comuni, come fate qui a Vulcano…Mi piace!”

 

by Viola Tatham

Noi che viviamo la Poesia

by Viola Tatham

Da questo numero il nostro giornale si arricchirà di una nuova pagina, dedicata alla poesia in Second Life. Autori, poesie, iniziative interessanti, tutto ciò che rappresenta l’arte poetica in Second Life e, forse, anche qualche piccola divagazione dal tema.

Si inizia, come sempre, pieni di aspettative e di entusiasmo, con tante idee da realizzare, ma anche con i consueti timori di non raggiungere l’obiettivo principale, quello di creare interesse nei lettori e, magari, far amare la poesia a qualcuno che non l’hai mai considerata.

Negli ultimi tempi ho notato, con grande piacere, un discreto aumento di eventi dedicati alla poesia, anche nelle lands italiane, prima poco interessate a questa materia e alla cultura in genere. Quando, con il mio gruppo, pensammo di proporre un modo diverso di usare il voice, appena inserito in SL, organizzando serate di lettura poesie,  fu una land libanese ad accoglierci e la partecipazione alle serate in  italiano era molto inferiore rispetto a quella in altre lingue. Ora, dopo quasi tre anni, sono felice di non aver ceduto allo sconforto, che mi spingeva ad abbandonare quell’idea non abbastanza condivisa.

Dal prossimo mese, inizieremo con il conoscere meglio qualcuno dei poeti che si aggirano per Second Life, forse alla ricerca di un’ispirazione per nuovi versi. Spesso sono timidi e schivi, anche in questa seconda vita. Si  sentono fuori posto, in mezzo alla confusione delle disco, e appaiono davvero assorti quando li vedi camminare in land semideserte, o seduti in riva al mare, come se un’immaginaria brezza marina potesse cullarli in un sogno.

Sognatori che riempiono pagine bianche con i propri pensieri, i sentimenti e gli stati d’animo, facendosi trasportare dalla fantasia, e quale posto migliore per sognare, di una Seconda Vita, dove tutto è possibile? Volare, camminare sotto il mare, o godere di un tramonto, mentre fuori dalla finestra di casa infuria un temporale?

“Noi, che il caffè della mattina

ce lo porta la malinconia

per togliere il torpore

delle notti insonni.

Noi, tra gli anni migliori

vissuti solo di illusioni

tra crocevia di contraddizioni

restiamo appesi ai ganci della vita

o funamboli tra fili di cotone

ma voliamo ad un palmo dalla luna

e sogniamo solo con il sole.

Noi, che abbiamo lacrime per tutti

ed un’offesa ci ferisce a morte

non abbiamo mai creduto nella sorte

perchè comprende anche la fortuna.

Noi, che viviamo la poesia

come una febbre, come una malattia,

in esilio volontario tra la gente…

Noi, se ci incontriamo non servono parole

c’è una scintilla che accende la simbiosi

e va oltre l’affetto e l’amicizia

in uno scambio di battiti del cuore

ed una volta accesa, più non muore.”

(Noi che viviamo la poesia, Viola Tatham)


La poesia è il mio principale interesse, che ho trasferito in SL, facendo venire a galla la parte migliore di me, quella che ancora sogna, si perde dietro un bel panorama, anche se di pixels, e si emoziona leggendo  parole, parole vere, intime, musicali…che si chiamano poesie.

Ma cos’è davvero la poesia? E’ una finzione, come recitava Pessoa o la “limpida meraviglia di un delirante fermento”, nella definizione di Ungaretti? Forse è solo un modo di comunicare, spesso più a sè stessi che al prossimo, di scoprire altri sè stessi, usando le sensazioni come veicolo e l’anima come punti di partenza e di arrivo. E’ davvero difficile dare una definizione certa. Se per poesia intendiamo qualsiasi manifestazione che provochi emozioni, anche un quadro, una musica, un cielo stellato sarebbero poesia, la bellezza in genere sarebbe poesia…

[…]La poesia

ma cos’è mai la poesia?

Più d’una risposta incerta

è stata già data in proposito.

Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo

come alla salvezza di un corrimano.

(“Ad alcuni piace la poesia” – W.Szymborska)

Io, come la poetessa polacca Wislawa Szymborska, non so bene cosa sia, e non mi interessa saperlo, preferisco goderne il respiro e il ritmo, quando diventano tutt’uno con i battiti del cuore. E se volete farvi trascinare come me dalle emozioni, se, per qualche minuto,  volete accantonare i problemi quotidiani e volare con la fantasia,  ci ritroveremo tra un mese qui, in quest’angolo di poesia .